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Le mie capacità relazionali

di

La cosa che mi disturba di più è capire che io non sono importante per nessuno. Mio papà ha dovuto sopportare la perdita della moglie. La mia matrigna mi odia con tutta se stessa. Mia sorella è messa peggio di me. I miei fratellastri non mi reputano un familiare. I miei compagni di scuola pensano che sono un secchione, sebbene passi massimo mezz’ora al giorno concentrato a studiare (quando studio). Tutti gli altri miei conoscenti pensano che sia un tipo che si scoccia di fare tutto.

In realtà io mi accollerei di uscire con chiunque, pure con la persona più antipatica del mondo. Perché, sapete, non avere nessuno accanto non ti fortifica, anzi ti distrugge. L’assenza di feedback dalle altre persone mi fa capire che mi sfruttano solo per i loro scopi. Ai miei compagni servo solo per i compiti in classe; alla mia band solo per suonare. Ma quando si tratta di uscire “Hey, scusa ma ho già la mia compagnia di amici” “Non so che faccio stasera” “Ho una festa da mio cugino”.
E così tutti i sabati finisco ad uscire da solo. Vado nei locali, bevo superalcolici fino allo stremo e mi rifaccio i 40 minuti di strada che separano il centro da casa mia. Vedo la gente con qualcuno accanto, una motivazione per vivere. A me no, non è stata concessa una motivazione per andare avanti. Tutti gli sforzi che faccio sono indirizzati solamente all’automiglioramento. Non faccio nulla per gli altri. Nulla.

Non ho mai stretto una vera amicizia. L’unica amicizia che ho costruito – indovinate un po’ – è nata per via telematica. Messaggi, telefonate. Deve ancora arrivare il primo incontro. Ma già ora sto notando che non ho più nulla da dirle: sì, non ho nulla da dire all’unica amica che ho, quella che vorrei diventasse la donna della mia vita, è così gentile, profonda, perfetta, ma io spesso rimango senza parole e le chiacchiere finiscono. Lei crede in me, ma io non credo in me. Ora temo che lei pensi che io non sia adatto a lei. La verità è un’altra: io non sono adatto a nessuno. Non so cosa dire alle persone, non so scherzare, non so comunicare, non riesco ad interpretare certe frasi: in ambito relazionale faccio più che schifo. Non so come approcciare la gente, come iniziare e continuare un discorso. Credo di avere l’Asperger. Possibile che solo a me piaccia stare in silenzio? Il magico silenzio, quando le parole non contano; le parole sono vane, volano; a me piace di più assaporare quei momenti in cui si sta in silenzio e si impara più di ogni altra occasione. Si osserva il mondo, si sentono rumori, si odorano le cose.

Invece a molti non piace questa filosofia. Tutti a cantare “Enjoy the Silence”, ma nessuno a metterla in pratica. E così vengo scambiato per un depresso cronico, senza personalità e obiettivi nella vita. Non so se sia autoesilio o cosa, ma io voglio uscire, stare in mezzo ad altra gente, fare le cose che si fanno con gli amici, divertirmi, ubriacarmi. Invece sono qua, di mercoledì sera a scrivere questo post che non vuole essere una lagna, ma un bilancio della mia vita. Ciò che mi chiedo a questo punto è: ha senso continuare a vivere così, soli in mezzo a 6 miliardi di persone? Non so che cosa voglia dire vivere per gli altri, e non credo che proverò mai questa sensazione di soddisfazione. Ho paura di pensare al suicidio, se la situazione continua così.

Lettera pubblicata il 15 Maggio 2013. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 4 commenti

  1. 1
    unAmico -

    Hey Brise….mi ci riconosco un po anche io in cio che dici e nel modo in cui ti descrivi..
    A me però sta capitando adesso….più gli anni passano (compresi quelli di matrimonio..20…) e più apprezzo il silenzio e so sempre meno cosa dire alle persone.
    Credo però che questo stato di cose si origini maggiormente perché non si è soddisfatti di se stessi e quindi venga meno l’autostima…che è quella parte di egoismo personale che ci porta a vincere la timidezza e l’iperconsiderazione del prossimo.
    Non so quale terapia consigliarti e quale possa essere la soluzione al tuo problema…ma posso dirti di provare a vedere un po meno in grigio, facendo finta di vedere qualche colore anche dove non c’è per fare in modo di vivere la vita con un po più di naturalezza e spontaneità…che è ciò che manca a te in questo momento.
    Io ci sto cascando perché ho parecchia insoddisfazione e crisi matrimoniale…che mi stanno portando un po di malessere e di grigiore…ma tu devi percorrere la strada inversa alla mia….e vedrai che scoprirai che non sei poi così sbagliato e/o diverso dagli altri.

    Almeno provaci.
    Un saluto…ed un in bocca al lupo

  2. 2
    osservatore -

    Non concentrarti sulla visione negativa del non essere importante per nessuno o del non poter far nulla per qualcuno. Le occasioni arriveranno devi semplicemente fare ciò che ti piace perchè in qualche modo entrerai in contatto con gli altri che vedranno i tuoi aspetti migliori.

  3. 3
    kiky9326 -

    Ciao, in ambito relazionale hai le mie stesse paure. Ho lavorato in fabbrica, per “fortuna” si deve parlare poco. Ho paura, non so, di risultare noiosa, come te non so portare avanti una conversazione, se non con le domande, io amo ascoltare. L’unico con cui ho parlato è un collega di mia madre e sorpresa, quando lui ha visto mia mamma, ha detto: “sai che hai una figlia molto intelligente, è proprio bello parlare con lei”. Ho pensato: “COSA?!” Ho sempre invitato ad uscire gente con me, ma a parte quei “sì dai, quando ho tempo ti chiamo” di circostanza, non mi ha mai invitata nessuno. Ho smesso di farmi dei problemi, ho più tempo per me e per le persone/animali che mi vogliono bene per davvero. Ti do un consiglio un po’ strano, se hai davvero tempo e voglia, compra un cucciolo (se è il primo vacci piano con la taglia). Così lo porterai in giro, in mezzo alla gente magari e qualche volta capita di fare una chiacchera (io sono molto timida, mi imbarazzo molto, ma sto migliorando a distanza di anni), come va, come non va, qualcosa che sta succedendo, il nome del cane. Credimi lo so quanto sia dura per te, fregatene e abbandona chi ti usa e basta.

  4. 4
    Sweetly -

    Brise, ti ho già provato a scrivere qualcosa, ma alla fine ho cancellato tutto. Adesso ci voglio ritentare.
    Certe ossessioni le conosco fin troppo bene. Sai che c’è? C’è che quando ti consegni al malessere davanti e dentro te vedi solo il deserto, il vuoto. Dimentico che ogni deserto è composto da miliardi di granellini. Tra questi, alcuni…sorpresa sorpresa…brillano! Ma se guardi quel deserto nel suo complesso non li vedi, e se non li vedi continui a guardare quel deserto nel suo complesso. Questa è la maledizione. E spezzarla è ardua impresa, garantito. Posso dirti che per quanto riguarda me, i tentativi di respirare un po’ di aria a pieni polmoni sono stati tutti processi molto lunghi e logoranti, non ti aspettare il “tutto e subito”, naturalmente è bene dotarsi di lente d’ingrandimento. Cosa voglio dirti? Prova ad ignorare la somma delle delusioni e delle disillusioni, dei dispiaceri e dei dolori. E a concentrarti sul bello che c’è, un po’ alla volta, senza troppe pretese.
    Se proprio non ti viene in mente niente, ti ricordo che c’è qualcuno che finora ti ha risposto. Non pensi che un motivo ci sarà? Crede in te, non la deludere! Non importa come l’hai conosciuta o se ancora non l’hai incontrata. L’unico appunto: un’amica non è “quella che vorrei diventasse la donna della mia vita”. D’accordo, è facile confondere, prova a fare chiarezza sui tuoi sentimenti, onde evitare inutili sofferenze a te e a lei. A dire il vero non importerebbe neanche tanto il “ruolo” che hai deciso di assegnarle nella tua vita. Ciò che conta anzitutto è che, in un modo o nell’altro, al di là di ogni ragionevole dubbio o situazione, lei c’è e tu ci sei per lei. Anche se a volte le parole mancano, anche se pensi di non valere niente, anche se… Ti sembra poco, Brise? Parti da questa ragazza, dal tuo primo granello dorato. Prova, se ci riesci, a farti trascinare, coinvolgere, riempire del Bene (o amore, ma è relativo ripeto) che lei ti regala. Prendila come una spinta motivazionale per valorizzarti. Non dubitare dei “miracoli che l’Amore produce” (va bene, questa l’ho rubata).
    La gente, quello che ha e che tu non hai, l’Asperger, il non essere portato per le relazioni ecc. ecc. sono idee che ti fanno male. Lascia stare. Probabilmente sarai una persona particolare, e questo non và affatto considerato come una mancanza, ma come un valore. C’è chi nel contesto massificato socio-culturale in cui ci hanno ficcati ci sguazza alla grande e persone, invece, che non ci sono affatto portate. Questo non vuol dire che siano escluse da relazioni e gioie dell’esistenza, ma che il loro habitat è un cosmo a sé, più difficile da raggiungere, raro, “raffinato” e, se possibile, più prezioso. La strada, per intenderci, è più tortuosa. Si chiama sublimità e qualcosa mi dice che alla fine ci sarà una ricompensa. Io ci credo, se la speranza si potesse spargere come polverina magica, soffierei un po’ : )
    Ps. mi è piaciuto il suggerimento di Kiky! Un cagnolino può essere terapeutico. Ciao!

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