Gent. Direttore,
in riferimento alla lettera del Sig. Lidio Buttolo di Udine, dal titolo “Il Decreto. Il cane a spasso è un salvacondotto” pubblicata in data odierna, vorrei esprimere le mie considerazioni senza alcuna vena polemica.
Io possiedo un cane che regolarmente, prima del Corona Virus, veniva portato fuori 2/3 volte al giorno: ora le sue uscite sono ovviamente ridotte, per uniformarsi alle normative vigenti.
Mi permetto di dissentire sul fatto che il cane sia un “salvacondotto” in questi tempi di pandemia: proprio il giorno di pasqua a 50 metri dalla mia abitazione, sono stata multata dalle forze dell’ordine in quanto “ho trasgredito al divieto di uscita dalla mia abitazione senza motivo giustificato!”.
Inoltre, senza nulla togliere ai fedeli, partecipare in questo momento a funzioni religiose è pericoloso per la salute di tutti; la soluzione adottata delle messe registrate offre comunque la possibilità di sentirsi parte della comunità dei fedeli, e d’altronde Dio non è ovunque?
Grazie per l’attenzione che vorrete riservarmi.
Lorenza Colavecchi
Codroipo (UD)
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Lettere sul tema:
Il cane a spasso: diritto dovere di accudimento del proprio pet
No, ahimé. Questo periodo Dio non ha dimorato da nessuna parte, si è fatto lontano lontano. Ha abbandonato le sue seconde, terze e quattromillesime case e le chiese sono rimaste drammaticamente chiuse, il che dimostra che finora erano state aperte solo per un divertissement comme il faut.
Manco i preti ci credono più, semmai qualcuno ci abbia mai creduto, tipo almeno come Babbo Natale, e il Papa è preoccupato più di non giudicare i gai e del whisky scozzese (beato lui che glielo regalano) che non della vita eterna. Che bei tempi.