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Bancari: e poi ci lamentiamo degli statali!

Caro Ministro,
scrivo per sottoporre alla sua attenzione al situazione che si vive in un posto lavorativo come la banca.
Sono una lavoratrice a tempo determinato in un’importante banca italiana… Qquando sono stata chiamata per questa occupazione dire che ero contenta era dire poco… il sogno della mia vita di stava avverando! Peccato che una volta entrata nell’atmosfera bancaria mi sono resa conto di quanto spreco ci sia in un ambiente del genere… preciso che non lavoro in filiale ma all’interno di una direzione operativa.
Tutti i giorni vedo gente che viene pagata fior fior di soldi e che ha anche il coraggio di lamentarsi per ogni cavolata, che dire che lavora lo trovo un insulto per tutte quelle persone che onestamente si portano a casa € 1.000,00 e che non bastano nemmeno ad arrivare alla fine del mese.
So che suona assurda questa mia osservazione dato che rientro tra coloro che non si possono lamentare per lo stipendio che portano a casa…. ma le assicuro che quando ci si ritrova a fare la pendolare, quindi sveglia all’alba e una volta che si arriva in ufficio si ha lavoro per solo una minima parte della giornata la cosa diventa al quando snervante….
In ufficio da me vedo gente che ride dalla mattina alla sera…. gente che non va oltre il proprio naso perchè cosa vuole hanno una certa età e quindi non di si possono passare certi lavori….
A questo punto io dico: “perchè fare la lotta solo verso gli statali?” non la si può fare anche contro questa gente? Alla fine come “mangiano” gli statali spacciandosi malati, “mangia” anche questa gente che viene pagata oro per andare al lavoro a fare mercato.
La inviterei a fare un giro per questo tipo di ambienti lavorativi per farle vedere che cosa succede… e poi trovare una soluzione… altro che rinnovi contrattuali… io decurterei lo stipendio a tutti in base a quanto effettivamente fanno durante la giornata di lavoro!
Addirittura un mio collega un giorno mi ha detto: “se venisse qui Brunetta l’ufficio si dimezzerebbe!!”
Per una volta sono quasi contenta di dire “meno male che ho un contratto a tempo determinato”… so che anche questo suona strano… come suona strano dire che lo stipendio che porto a casa non deve essere rubato (qui mi sembra di rubare qualcosa a qualcuno) ma bisogna guadagnarselo… la cosa assurda è che ci sono posti piccoli in cui viene usato il mobbing nei confronti dei dipendenti e posti grandi dove non si capisce se si è in ufficio o a casa propria!
La ringrazio.

Lettera pubblicata il 8 Agosto 2008. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Lavoro

La lettera ha ricevuto finora 4 commenti

  1. 1
    Ahmed -

    Gli statali vengono pagati con i soldi pubblici (i nostri) ed è giusto che lo Stato cerchi di arginare il fenomeno dell’assenteismo visto che è l’unico organo che possa prendere decisioni in merito. La banca, al contrario, è una società privata dunque non vedo cosa c’entri il governo. Dovrebbe essere la dirigenza del suo istituto di credito a tutelari i propri interessi. Se a loro sta bene così…

  2. 2
    rosadeibanchi -

    Ho appena scitto sui dipendenti pubblici, a cui io appartengo. So benissimo di certe situazioni come quella che tu descrivi, e presso categorie di lavoratori che guadagnano davvero tanto (tipo i giornalisti, che in redazione spesso non fanno niente di niente, si imboscano legalmente ecc.; i giornalisti non sono solo le grandi firme, ma anche i passacarte redazionali…), oppure i docenti universitari, tra cui c’è chi lavora anche il sabato e domenica e chi invece si attiene al minimo.
    Dico che non c’è niente di più frustrante che fare (o non fare) un lavoro che non piace, non appassiona, il cui ambiente è come tu descrivi, in cui la gente tira a campare cercando di fare il minimo e sfruttando i privilegi.
    Noi del pubblico siamo accusati di avere privilegi, ma quali? Me lo dicano! Siamo sfruttati come gli altri, in ambienti di lavoro che sfiorano l’illegalità dal punto di vista della salute, controllati anche al cesso. L’unica cosa è che non ci posso licenziare tanto facilmente, ma caspita, noi abbiamo fatto dei concorsi per avere il posto: io ho fatto un concorso con 50.000 candidati al palasport! Ho fatto tre prove e mi sono piazzata tra i primi duecento, cioè tra i primi assunti di quel bando. Ho fatto poi anche un concorso per passare di livello, un concorso esterno, non interno, con tanto di due prove scritte su diritto amministrativo, e anche lì mi sono piazzata tra i primi.
    Non si entra più in un ente pubblico grazie alla raccomandazione del prete o dell’onorevole. Casomai sono i dirigenti i privilegiati e raccomandati, dato che ora vengono spesso assunti con contratti di tipo privatistico, come previsto dalla legge, e allora lì valgono le conoscenze.
    Cara mia, tieniti il tuo posto, almeno guadagni qualcosa in più di noi, stringi i denti!

  3. 3
    Spectre -

    Sarà, ma io penso che certi posti di lavoro, con certe dinamiche, sia un bene che esistano. Non mi piace questa corsa allo smantellarli, quasi vincesse una sorta di invidia per chi sta meglio, della serie “siamo tutti stressati e sotto pressione, lui che non lo è deve stare male quanto noi”. Per come la vedo io, se non ci si trova a lavorare dentro certi schemi, si può cambiare. Semplice. In banca c’è gente che prende palate di soldi per niente? Amen, tanto le banche sono una lobby che rivoltano il calzino come gli pare avendo potere economico. E’ pieno di direttori generali strapagati? Beati loro, forse sono stati bravi e fortunati a crearsi certe condizioni. Se vogliamo, possiamo parlare piuttosto della disparità eccessiva tra stipendi ENORMI e stipendi normali (bassi), ma lascerei fuori l’ambiente bancario che è l’ultimo vero baluardo di certi vecchi schemi.

    Lo so, è fastidioso, ma io sostengo che non si può lavorare tutto il giorno, tutti i giorni, non si può essere solo colazione – ufficio – pranzo – ufficio – cena – letto, per cui ben vengano i lavori che lasciano spazi, sia in termini di impegno sul posto di lavoro, sia in termini di orari ridotti. Se tutti si facessero i cavoli propri, se ci fosse più misura e buon senso nello sfruttare le maglie larghe di alcuni impieghi, penso vivremmo meglio tutti. Alla fine SERVONO posti di lavoro che abbiano orari ridotti, servono alle famiglie con figli ad esempio, nelle quali uno dei due è magari meno stressato e più libero in termini di tempo, e può dedicarsi meglio alla famiglia.

    Servono anche a chi si accontenta di fare un lavoro non tanto soddisfacente, ma che ha la propria vita VERA fuori dall’ufficio. Io la vedo anche così, è che oggi se non corriamo tutti non siamo felici.

  4. 4
    luc -

    d’accordo con spectre. la produttività…altro IDEALE. e ve lo dice un ex (per fortuna) bancario che faceva il cassiere e faceva il doppio delle operazioni degli altri e mai si dava malato e mai lo promuovevano. perchè tutto questo SACRIFICIO? per l’onore? per la gloria? per la patria? ero un malato cui avevano scardinato i sani istinti. volete diventare come americani e giapponesi che hanno una settimana di ferie all’anno? tanto è inutile, l’italia è condannata a ritornare a essere il paese del terzo mondo che è sempre stata, a parte il breve intermezzo degli ultimi 50 anni.

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