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Amore che vieni, amore che vai…

di

Un giorno ti svegli e ti accorgi di essere sola, davvero sola.
Non riconosci più il mondo che credevi di aver costruito, non leggi più affetto sui volti di chi consideravi amico. Non riconosci più nemmeno te stessa guardandoti allo specchio.
E come una bestia cieca e ferita tiri calci e grida sperando che qualcuno le ascolti, qualcuno capisca e ti tenda una mano.
Immersa in un buio improvviso e troppo denso cerchi un appiglio, uno spiraglio, una direzione.
Ma la stanza della solitudine è troppo fredda. Troppo grande e allo stesso tempo troppo stretta. E allora per scaldarti ti rannicchi in un angolo, perché l’unico calore sul quale puoi contare è quello del tuo stesso corpo, e l’eco del resto del mondo arriva a malapena da fuori, voci sempre più lontane, fioche e confuse.
Guardi la felicità degli altri come da una finestra nascosta. Puoi spiarla, desiderarla, invidiarla, forse, ma non averla. Perché sei troppo chiusa, perché sei inaridita, perché nulla di ciò che ti circonda sembra più possibile. Tutto troppo bello per te, per te che non sai più ricevere.
Ma un giorno ti arriva un dono. Arriva da lontano.
Scegli un bel vestito, un buon profumo e sei pronta ad accoglierlo.
Ti arriva un dono, ma non sai cos’è. Eppure l’emozione di riceverlo ti fa brillare gli occhi, di nuovo. Strana sensazione di ritrovato entusiasmo che non credevi avresti più saputo provare. Non pensi all’idea di rimanere delusa. Perché un dono è bello per il semplice fatto di essere tale.
Il primo sguardo e lo riconosci. Il primo sguardo e già lo sai. Non un attimo di esitazione, di imbarazzo, di vuoto. Sorrisi, mani strette l’una nell’altra, abbracci, finalmente, veri, e baci. Qualche silenzio rilassato e pieno, perché non è sempre necessario parlare per capirsi, per sentirsi. Qualche lacrima calda, finalmente calda, a svegliarti dal sogno.
Quello stesso treno benedetto al mattino e maledetto la sera, te lo riporta via.
Il mondo, quello vero, quello fatto di ansie, di guai, di tristezza, di persone orribili, presuntuose, cattive torna al suo ciclo naturale, si rompe quella delicata bolla di sapone in cui hai respirato, finalmente, aria pulita.
E tu, lontano e vicino, mi hai portato via un pezzo di cuore lasciando al suo posto un sospiro e il desiderio di rivederti presto.
Grazie, spiraglio di luce, per aver tagliato in due il buio e avermi fatto innamorare.

Lettera pubblicata il 20 Gennaio 2011. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 7 commenti

  1. 1
    obiuan -

    Che dire, “le stelle stanno in cielo, i sogni non lo so. So solo che son pochi, quelli che si avverano”, poi continua la canzone di Vasco con una frase quanto mai importante…”lascia stare, che ho qualche anno in più”… ma quanti sono? Tanti quanto i sogni. Vivi il tuo sogno più bello perchè solo così non potrai mai rimproverarti di non avere provato.
    Ti stringo

  2. 2
    Gar -

    Ciao aria
    Inizialmente sono stato attratto dal titolo del post, inutile chiederti se è soltanto una coincidenza 😉
    Subito dopo è stato il contenuto ad avermi scosso. Per saper raccontare così malinconicamente i piaceri ed i doveri della solitudine penso che stai vivendo questa storia con tutta te stessa, quasi tentando di addolcire la trama attraverso le metafore.
    Mi spiace molto per la situazione, aspettare spasmodicamente qualcuno è terribile, angosciante, si vorrebbe passare la vita con questa persona e talvolta il cuore non vuol sentire ragioni a riguardo.
    Ma stà tranquilla, non maledire il mattino per averti illusa e la sera per averti delusa, ma riscopri quella ormai lontana pacifica sensazione di felicità che contraddistinguette quella giornata, ritrova la tenerezza nelle sue parole, o nei semplici ricordi.
    Buona fortuna

    “…amore che fuggi da me tornerai…”

  3. 3
    Aria85 -

    Ciao Gar
    questa storia non è una vera e propria ‘storia’.
    E’ un incontro di due anime ferite che si prendono cura l’uno dell’altra in modo amorevole e tenero.
    E’ la storia di due sopravvissuti al dolore che cercano rifugio in un sogno nuovo,in qualcosa di puro,in una boccata di aria fresca.
    Quando la vita colpisce duro ancorarsi ai sogni è spesso l’unica via d’uscita.E se quelli nel cassetto qualcuno li ha distrutti,riuscire a costruirne di nuovi è fondamentale.
    E per quanto mi riguarda,è davvero tutto quel che mi resta.
    Il mare in cui mi trovo a naufragare non è purtroppo molto dolce.Piuttosto tempestoso e buio,per la verità.
    Ma doveroso è lottare per non cadere a fondo.
    Ti abbraccio

  4. 4
    rossana -

    Aria,
    questo post l’ho dovuto leggere più volte. ammetto che non mi è molto chiaro nemmeno ora, quindi il mio commento può anche essere fuori tema.

    secondo me, siamo tutti anime ferite, chi più chi meno, anche le più ottuse e presuntuose, che forse sono diventate tali proprio per non aver saputo (o potuto) elaborare ferite di vario genere, ricevute in epoche diverse della loro vita.

    vivere è anche camminare, a tratti, a piedi nudi su cocci di vetro, soprattuto in amore. si fa attenzione a come procedere ma si finisce quasi sempre, a fine percorso, con qualche ferita, più o meno profonda, a seconda non delle nostre capacità di individuare il punto migliore in cui calare il passo ma della fortuna di aver avuto in sorte un percorso più o meno accidentato, che parte dalle nostre radici.

    vivere è anche soffrire. se ti ritiri dalla mischia, se non hai il coraggio di osare, avrai di certo un’esistenza più tranquilla ma ben poco da ricordare.

    personalmente non rimpiango di aver vissuto molto intensamente, giocandomi tutto il mio essere, pezzo per pezzo.

    ringrazio il cielo di avermi permesso di trovare, sia pure con grande fatica, me stessa e un minimo di equilibrio, sempre precario e sempre in forse, com’è giusto che sia. e anche di avermi fatto conoscere quanto di più bello c’è al mondo, pur non avendolo potuto trattenere con me quanto avrei voluto. forse, chissà, è addirittura meglio così…

    sto assaporando la grande gioia della mia sera che incombe, con le parole di una poesia di Pascoli appresa da piccola e mai dimenticata:
    “Il giorno fu pieno di lampi;
    ma ora verranno le stelle,
    le tacite stelle. Nei campi
    c’è un breve gre gre di ranelle.
    Le tremule foglie dei pioppi
    trascorre una gioia leggiera.
    Nel giorno, che lampi! Che scoppi!
    Che pace, la sera!… ”

    è bello potersi rivedere all’indietro ed essere abbastanza soddisfatti di sè. se non fosse per la maternità, che mi ha messa di fronte alla mia carenza più grande, potrei dirmi pienamente soddisfatta. spero, un giorno, di poter pacificare anche quella…

  5. 5
    rossana -

    segue post 4

    scusa se mi sono dilungata su di me, solo per incoraggiarti a non chiuderti ma ad osare sempre, per poter un giorno lontano non avere rimpianti.

    non guardare a quello che va perduto, che ti scivola via come sabbia fra le dita; guarda a quello che hai avuto, alle sensazioni che hai provato, tenendo presente che sono in molti a non averle sperimentate mai, o ad averle vissute in modo annacquato.

    tutto nasce e tutto muore, non importa se in poche ore o in decenni. tutto nasce con noi e in noi finisce. solo i ricordi restano (quelli che hai registrato tu, provandoli nel tuo intimo, indipendentemente da chi o da cosa ti ha permesso di percepire i pochi attimi di infinito che sono concessi a esseri finiti), ed è bene che siano positivi, continuando ad illuminare quel che resta del cammino.

    questo è quello che auguro a chi voglio bene o ha, come te, tutta la mia stima e la mia gratitudine.

  6. 6
    aria85 -

    Rossana
    questo post,è per un uomo eccezionale che ho avuto modo di conoscere in questo anno di tormenti,che ancora non accennano a finire.
    Ci siamo avvicinati perchè le nostre storie sono molto simili.Ci siamo ascoltati,coccolati e sostenuti per mesi l’un l’altra.Lui abita a 500 km da me,e la gran parte di questo ‘rapporto’ è stata telefonica.Ma ogni volta che si poteva,sul primo treno e via,di corsa,o lui da me o io da lui.Ed ogni volta erano parentesi stupende,respiri carichi di ossigeno.
    Ci siamo amati,in parte,compatibilmente alle circostanze,e lui per me,ancora oggi,rappresenta un ultima goccia di fiducia negli uomini.
    Perchè parlo al passato?
    Perchè da pochi giorni,c’è stata un’interruzione.
    Io non sono che un cumulo di macerie della mia vita passata,a distanza di un anno non son riuscita a ricostruire nulla…lui ha l’età del mio ex,ed esigenze precise a cui io non posso corrispondere.
    Mi fa male il cuore,ma ho dovuto tagliare questo filo,più per lui che per me.
    Non so che ne sarà di me,come posso dare speranze a qualcun’altro?
    Lui ha ancora la forza di credere in qualcosa,io no.Non credo più a niente.E la mia poca voglia di vivere compare solo sotto l’effetto dell’alcol e con esso al mattino svanisce.
    Vedi,Rossana,perchè odio quel bastardo? Perchè mi ha resa qualcosa che non sono mai stata,perchè è riuscito a distruggere tutto di me,la mia anima in primis…e oggi mi ritrovo a fare del male,pur non volendo,all’unica persona che ho incontrato nell’ultimo anno,e che non lo merita affatto.
    …che schifo…credimi,in certi momenti vorrei addormentarmi e non svegliarmi mai più…

  7. 7
    rossana -

    Aria,
    a volte occorre più tempo per guarire: dipende da quanto sono profonde le ferite ma, credimi, tutto passa. è un luogo comune che calza perfettamente alla realtà.

    purtroppo, può capitare di non trovarsi allineati nel modo giusto o nei tempi giusti per entrambe le persone coinvolte in un sentimento. anch’io ho dovuto rinunciare all’unico uomo che mi ha fatta sentire di nuovo viva quando nemmeno me lo sarei mai e poi mai aspettato, e ne sto patendo, non poco…

    tuttavia, poichè egli ha in questo momento un grave problema di famiglia (e non si può parlar d’amore con la morte nel cuore) accetto di buon grado che sia comparso nella mia vita anche soltanto per far sì che cominciassi ad amarmi (cosa che non ero mai riuscita a fare prima) e a dimostrarmi (ancora una volta), indirettamente e con un innegabile esempio pratico, che una particolare sconfitta non sempre dipende interamente dalla colpa di chi la subisce.

    anche per te quest’uomo è venuto a comunicarti, in un momento di particolare delusione, che gli uomini non sono tutti uguali e che in futuro potrai credere ancora nell’amore. non mi sembra cosa da poco: non la sottovalutare!

    giorno per giorno, a poco a poco, ne uscirai. in certi periodi sarà più difficile, in altri te la caverai meglio… così va per tutti, chi per una ragione, chi per un’altra… abbi fiducia in te stessa!

    un forte abbraccio.

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