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Aborto: l’infanticidio legalizzato

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Lettera pubblicata il 17 Luglio 2011. L'autore ha condiviso 5 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 35 commenti

Pagine: 1 2 3 4

  1. 21
    sarah -

    wyllisss non puoi dire che se una viene strupata basta lasciare il bimbo al violentatore ma scherziamo???e poi scusami non bisogna pensare solo a far nascere un bambino ma anche ad amarlo, io conosco gente che è stata abbandonata ed è un dolore che non si supera,quindi credo che sia più difficile dare via un bambino che abortire i primi mesi.
    @colam’s
    se una cosa così orrenda accadesse a tua moglie non te ne riprenderesti più nè tu nè lei e il danno minore è abortire,lasciare andare in cielo una vita frutto di violenza,coem può una madre crescere un figlio nato così?già in casi normali una donna va in depressione post parto figuriamoci se deve tenere il figlio di uno stupratore ma andiamo!!!comunque il problema è alle radici,se molti fossero più attenti e facessero figli quando sono pronti e soprattutto quando li vogliono davvero di aborti di sicuro non ce ne sarebbero,credo di essere l’unica pirla che oltre a usare protezioni nella settimana più a rischio faccio la suora di clausura,non cade il mondo se per qualche giorno non scopi e non succede nulla se magari usi un cavolo di preservativo!manca proprio una vera educazione sessuale,quella prima di tutto.

  2. 22
    duecalzini -

    Nessuno ha scelto di nascere…quindi a nessuno dovrebbe essere negata l’esistenza a priori.
    Questo è un principio sacrosanto.

    Però una decisione come quella di abortire è comunque una decisione sofferta per una donna. E trattasi di una decisione troppo intima per essere subordinata alla legge, o ancor peggio alla “opinione” di gente che non ne sa nulla di cosa significhino certe cose e che ragiona per partito preso.
    Quando si provano sulla propria pellaccia certe cose allora si che si può essere categorici.

    Io categorico lo sono sempre. Ma proprio non me la sento di esserlo se si tratta di una decisione come questa.
    Che diritto ho di dire se va fatto o non va fatto quando è lontano da me e non condiziona la mia esistenza?
    Posso solo suggerire di non prenderla una decisione del genere, e argomentare il mio suggerimento.
    Ma non posso dire se è giusto o sbagliato.
    Come non ho nessun diritto di interferire nella scelta dell’eutanasia.

    L’aborto è stata una conquista nel campo dei diritti civili. Nonostante si parli di morte e di vita contemporaneamente. Nonostante tutto.

    Senza aprire un altro argomento, vale a dire quello dell’aborto clandestino. Perchè se non fosse possibile farlo in maniera legale lo si farebbe clandestinamente. Inutile mettere la testa nella sabbia.

  3. 23
    Willysss -

    LIBERA:
    hai una visione della vita un po’ negativa: si deve soffrire etc, etc, ma ricalchi la filosofia della mentalità comune che dice: “siamo nati per soffrire”; invece no. Nasciamo e dipende dalle circostanze se soffriamo o meno. La vita è anche gioia, amore, relazioni, amicizie e anche sofferenza ma non si può vivere solo nella felicità e neppure solo nella sofferenza. Quindi il bambino va lasciato nascere e poi farà la sua vita. Abortendolo tu ti sovrapponi a lui. Decidi per lui, non gli lasci nessuna chanche…

    colam’s
    Oggi con la legge sull’aborto, basta che la madre dica “non lo voglio” per avviare la procedura.
    Per me da un lato sempre di bimbo si parla, percio’ di vita, percio’ sacra e intoccabile.
    GIUSTO. Non capisco perché le donne non sfruttino la possibilità di partorire e lasciare il bambino in adozione. Forse potrebbe trovare una famiglia migliore che lo faccia crescere felice. Che ne sappiamo?
    Ma no: loro preferiscono ucciderlo senza dargli questa possibilità…!

    sarah
    wyllisss non puoi dire che se una viene strupata basta lasciare il bimbo al violentatore ma scherziamo???

    Se la donna conosce il violentatore “tecnicamente” il figlio che porta in grembo E’ DEL VIOLENTATORE che si deve assumere le sue responsabilità. Ma può sempre lasciarlo in ospedale in adozione. Uccidere il feto non ha nessun senso. Non è che una donna violentata SIA COSTRETTA a tenersi il figlio. Neppure per sogno (ci mancherebbe) ma lasciare che il bambino INNOCENTE nasca SI. Poi lo può disconoscere e darlo in adozione. La legge glielo permette anche se è minorenne.

    duecalzini
    Nessuno ha scelto di nascere…quindi a nessuno dovrebbe essere negata l’esistenza a priori. Questo è un principio sacrosanto.

    GIUSTO. Poi nulla avviene per caso. Il bambino ha diritto a nascere. Poi come vivrà la sua vita nessuno lo può sapere. Ma sicuramente abortirlo serve solo a impedirgli di viverla.
    Il principio di base non è se abortire legalmente o illegalmente ma NON ABORTIRE. Diciamo che le donne che abortivano clandestinamente dalle mammane erano sempre abortiste come quelle che vanno in clinica e fanno la stessa cosa: cambiano i metodi ma la SOSTANZA E’ LA STESSA: CLANDESTINO O LEGALE L’ABORTO E’ PRIVARE DELLA VITA UN BAMBINO E NON E’ AMMISSIBILE. Non ci devono essere “diritti” per compiere questo atto orrendo.

  4. 24
    duecalzini -

    Invece secondo me la maggior parte delle cose avviene per puro caso. Altro che nulla.

    Sono punti di vista. Io non sono pro-aborto, ci mancherebbe. Però un argomento come questo merita più attenzione. Sicuramente occorre andare oltre gli slogan e rimettere la cosa alla propria coscienza. Senza obblighi o decisioni forzate.
    Ripeto: non me la sento di sindacare e giudicare una decisione così sofferta come questa, al di là di tutto.

    La sostanza l’ho capita. E il principio di base è che uno stato di diritto deve fare i conti con le realtà umane. Se un fenomeno esiste non si può far finta di niente. Non si risolverebbe il problema ugualmente.

    Ho conosciuto persone che erano contro l’aborto e sostenevano la sacralità della vita. Perfetto. Poi erano le stesse persone che volevano la sedia elettrica o la lapidazione per un pluriomicida. Contraddizione evidente. Non credo sia il tuo caso.

    La mia opinione è questa. Saluti!

  5. 25
    libera -

    ”Abortendolo tu ti sovrapponi a lui. Decidi per lui, non gli lasci nessuna chanche…”
    Anche procreando si decide per lui. Lo si obbliga ad esistere, che gli piaccia o no, in un mondo che, sinceramente, di bello e piacevole ha ben poco.
    Poi certo, uno se ha fortuna può anche avere un destino brillante, ma il punto è che, poichè malattie, lutti, sofferenze sono garantiti nel 99% delle esistenze, dando vita si espone per certo la persona a tali passaggi obbligati. E può essere una questione di punti di vista quanto vi pare (visione negativa, pessimismo, cultura della morte, ecc.) ma la sostanza resta invariata, e cioè puoi godere e gioire quanto vuoi, ma prima o poi sempre con il dolore e la disfatta dovrai avere a che fare. Per qualcuno vale comunque sicuramente la pena, per altri no. Procreare è tirare a sorte, giocare alla roulette con la sensibilità del nascituro.

  6. 26
    Willysss -

    DUECALZINI:
    “Ho conosciuto persone che erano contro l’aborto e sostenevano la sacralità della vita. Perfetto. Poi erano le stesse persone che volevano la sedia elettrica o la lapidazione per un pluriomicida. Contraddizione evidente. Non credo sia il tuo caso”

    No. Io do molta importanza alla vita, in tutte le sue forme. Anche abbandonare un cane in estate sull’autostrada è inaccettabile perchè spesso lo si condanna a una morte quasi sicura. Ma le persone oggi non hanno più la considerazione per la vita. La considerano una cosa scontata, inevitabile, invece nulla avviene per caso: come dicono i Buddisti: nulla è casuale ma tutto e causale; tutto è un ‘nascere dipendente’ cioè tutto quello che accade e ci accade, deriva da fattori che noi, nella nostra ignoranza, definiamo CASO ma in realtà non è così. Nulla nell’universo avviene per caso. Anche il caos ha una motivo. Così, se una donna rimane incinta non è stato casuale. La decisione di abortire o meno dipende dalla nostra capacità di dare valore alla vita. C’è gente che si autodistrugge con droghe, alcool, sigarette, etc. Queste persone danno uno scarso valore alla propria vita. Quindi: il problema della donna che abortisce è che non solo Lei da scarso valore alla vita del feto, ma in fondo da scarso valore anche a se stessa. Non capisce o non vuol capire che gli è stata data una possibilità di creare una vita. Ovvio che ci sono gravidanze desiderate e indesiderate ma questo non cambia il valore della vita che rimane immutato: siamo noi che gli diamo un valore soggettivo. Ovviamente sono anche contro la pena di morte in quanto lo Stato, condannando a morte una persona si mette sul suo stesso livello, non gli da la possibilità di riabilitarsi e di convertirsi. Non gli da una chanche. Così come la donna che abortisce non da nessuna chanche al bambino futuro.

  7. 27
    duecalzini -

    Andiamo…la possibilità di riabilitarsi o convertirsi è soltanto un principio a cui dovrebbe tendere l’ordinamento. In realtà la prigione ti cambia in peggio…anche se non hai ucciso nessuno.
    Basta già un periodo ai domiciliari per cambiarti in peggio…figurati a stare proprio in galera.
    Non crederci a queste sciocchezze. Poi la gente è piena di merda e quello che non ti fanno dentro te lo fanno fuori. Così se veramente sei sensibile e vuoi redimerti credimi che fai una brutta fine. Certa gente non può permettersi di essere sensibile. Rischia di stare male per troppe cose. E la galera e i pregiudizi della gente fuori ti massacrerebbero.

    Dicevo la pena di morte perchè se credi alla sacralità della vita, e quindi sei contro l’aborto, non puoi essere favorevole all’uccisione statale. E’ una contraddizione. Se la vita è sacra è sacra sempre ed in ogni caso, non ci sono eccezioni.

    Libera diceva una cosa interessante. Ci hai pensato alla…come la chiamavate..sovrapposizione si…ci hai pensato alla sovrapposizione? Tu…cioè non tu bensì la madre si sovrappone al nascituro in ogni caso. Lui non decide ne di nascere nè di non nascere, libera ha ragione se ci pensi.

    In ogni caso io non disdegno i tuoi pensieri…cioè condivido quello che, credo, origini i tuoi pensieri. E mi piace pensare che siamo noi a dare senso e valore a tutto quello che facciamo e tocchiamo. Invece non ti condivido quando parli del valore che la donna non da alla sua vita. No, porta troppo lontano questo ragionamento…e non torna. E ci sono troppe variabili che tu non consideri per nulla.

    Devi soprattutto considerare la donna in questione come una persona. una persona che sente e prova delle cose. Cose che tu, in ogni caso, per quanto puoi dare valore a quello che vuoi, ignori del tutto.
    Credimi che deve essere una decisione molto sofferta. E lei ci penserà sempre. Quindi non è giusto giudicare o dire a priori se sia giusto o sbagliato.
    A parte il buddhismo e il resto.

  8. 28
    Willysss -

    DUECALZINI:
    “Invece non ti condivido quando parli del valore che la donna non da alla sua vita. No, porta troppo lontano questo ragionamento…e non torna. E ci sono troppe variabili che tu non consideri per nulla.
    Credimi che deve essere una decisione molto sofferta. E lei ci penserà sempre. Quindi non è giusto giudicare o dire a priori se sia giusto o sbagliato.
    A parte il buddhismo e il resto.”

    Penso che spesso le donne prendano decisioni troppo frettolose senza neppure consultare il partner che viene a sapere dell’aborto dopo…con le conseguenze che puoi immaginare. Ora, ad esempio, metti che una donna e un uomo fanno l’amore e nonostante le precauzioni lei rimanga incinta. L’uomo vorrebbe tenere il bambino e lei non lo vuole, non se la sente di portare avanti la gravidanza. Chi dovrebbe avere ragione? In fondo ANCHE l’uomo dovrebbe poter scegliere e non solo la donna. Invece spesso le donne abortiscono NONOSTANTE il futuro padre non volesse. Io dico che le donne in generale danno poco valore alla vita perché potrebbero benissimo partorire e lasciare il bambino in ospedale e invece….Non hanno giustificazioni. Chi rimane incinta perché ha agito in maniera sconsiderata, senza prendere precauzioni, non deve poi avere la facile strada dell’aborto per risolvere il “problema” (sempre che la nascita di una vita sia un problema). Il problema è che la legge le consente di abortire e come può una donna dare valore alla vita se la stessa legge non da valore alla vita?

  9. 29
    esse -

    A me sembra che si stia sottovalutando il peso che comporta una gravidanza, sento dire “si potrebbe benissimo lasciare il bambino in ospedale” come se portare un bambino per 9 mesi tra conati di vomito, aumenti di peso e dolori lancinanti fosse del tutto normale o sopportabile.Certo nel momento in cui SI VUOLE fare un figlio si sopporta tutto a fatica ma si sopporta, ma nel caso in cui non si vuole assolutamente avere un bambino,allora sopportare questi cambiamenti diventa impossibile.Per gli uomini è sempre facile parlare, dato che , come si dice, “non portano la colpa in bella vista sotto il maglione”, ma se si mettessero nei panni di una ragazza cambierebbero atteggiamento,sopratutto nei panni di una studentessa liceale che rischierebbe di compromettere i propri studi,ambizioni e che verrebbe squadrata e criticata dai propri compagni,mentre al contempo il “padre” potrebbe tranquillamente continuare la propria vita come sempre.Una gravidanza non è semplice,non si può dire ” partorisci e lascia il bambino in ospedale” e poi se non hai un compagno vicino diventa tutto più difficile.Agli uomini che vivono nel mondo dei sogni dove sono le donne ad abortire di nascosto e dove sono gli uomin a voler tenere il bambino, consiglio di girare quel centinaio di siti dove cetinaia di donne trovano conforto tra loro per essere state abbandonate e sono state costrette a crescere da sole il proprio bambino o ad abortire..oppure sono entrate in depressione..comunque sia tutte coloro che vi hanno fatto ricorso hanno delle libertà di scelta e sono consapevoli di ciò che hanno compiuto e mi fa incavolare che certa gente tratti l’argomento con così tanta superficialità ribattezzandolo”infanticidio legalizzzato” dimenticando magari quelle donne obbligate a compiere questo tipo di scelta perchè vittime di stuproecc ,vanno rispettate e possono essere giudicate solo da loro stesse.

  10. 30
    Willysss -

    Esse, ho letto con interesse le tue argomentazioni e pensavo che tu scrivessi qualcosa di nuovo, invece vedo che ripeti le stesse giustificazioni di quelle donne (sempre di più purtroppo) che considerano un “diritto” uccidere un feto (futuro bambino). Veniamo ad alcune tue considerazioni:

    1- “come se portare un bambino per 9 mesi tra conati di vomito, aumenti di peso e dolori lancinanti fosse del tutto normale o sopportabile.”

    già..è più sopportabile abortire tanto si sa che l’aborto non produce ‘dolori lancinanti’ e ‘conati di vomito’….

    2- “ma nel caso in cui non si vuole assolutamente avere un bambino,allora sopportare questi cambiamenti diventa impossibile.
    sopratutto nei panni di una studentessa liceale che rischierebbe di compromettere i propri studi,ambizioni e che verrebbe squadrata e criticata dai propri compagni,mentre al contempo il “padre” potrebbe tranquillamente continuare la propria vita come sempre.”

    Scusa, non ho capito bene: tu giustificheresti l’aborto perchè una studentessa ‘rischierebbe di compromettere i propri studi’???? Ma non so se ti rendi conto della stronzata che hai detto..! E’ meglio un aborto che compromettere i propri studi??? E poi -oddio- si verrebbe criticata dai propri compagni, eh già..E allora si va in clinica e ci si “toglie” il problema, no? Ma nessuno insegna a queste studentesse che esiste il profilattico e la pillola?

    3- “consiglio di girare quel centinaio di siti dove centinaia di donne trovano conforto tra loro per essere state abbandonate e sono state costrette a crescere da sole il proprio bambino o ad abortire.”

    Il fatto che siano state abbandonate non giustifica una interruzione di gravidanza: si può lasciare il bambino in adozione se non si vuole o non si riesce a crescerlo. Non lo sapevi?

    4- “e mi fa incavolare che certa gente tratti l’argomento con così tanta superficialità ribattezzandolo ”infanticidio legalizzato”

    Noi saremmo superficiali a definire l’aborto un infanticidio legalizzato (che, di fatto lo è a prescindere…) mentre le donne che abortiscono perchè non vogliono essere “criticate” o perchè si sentono abbandonate non sarebbero “superficiali”.
    AGGIUNGI:
    «vanno rispettate e possono essere giudicate solo da loro stesse»

    Sarebbe troppo comodo. Il feto non è un “accessorio”, un “neo” che può essere “eliminato” perchè da fastidio. Mi spiace ma nessuna giustificazione può essere addotta per uccidere un essere che sta formandosi e nascerà.
    Noi uomini siamo sempre considerati dei menefreghisti e su questo ti posso anche dare ragione ma voi donne spesso siete superficiali.
    Ciao.

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