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Pensiamo al futuro

Lasciamo stare il Passato
PENSIAMO AL FUTURO
Avevano ragione i nostri vecchi quando dicevano “peso el tacòn del sbrego” per spiegare che quando le cose non vanno bene non bisogna rattopparle ma cambiarle, ora di questo bisogna parlare per venire fuori da questa crisi economica “pensando al futuro” costruendo tutti assieme un nuovo progetto di società che porti ad un nuovo tipo di sviluppo che tenga conto dell’uomo e di tutto il creato.
Non si può perdere tempo per risolvere problemi che si sono accumulati in oltre 50 anni, non per colpa di una Costituzione che tanti vorrebbero rottamare (con la giustificazione che ormai è inadatta ai nostri tempi), dimenticando che a questa situazione ci ha portato solo l’incuria e l’interesse politico che ha disatteso la grande speranza di tutti gli Italiani, che rimangono dopotutto ancora uniti nei veri principi fondamentali della nostra costituzione, gli stessi politici ora stanno cercando di mettere una pezza ai lori stessi errori, tutto questo ci sta portando ad un futuro senza sviluppo e speranza.
Lo sviluppo tecnologico che abbiamo avuto nell’ultimo ventennio è stato usato in tutto il mondo in grande parte in modo improprio senza controlli e regole comuni, questo ha portato la finanza e le banche di tutto il mondo a partecipare con coscienza o non ad un sistema di truffa collettiva che ben si conosce sotto il nome di “catena di S. Antonio” (sistemi che promettono un veloce arricchimento) usando tecnologie sofisticate informatiche algoritmiche.
Questo disastro finanziario sta obbligando tutte le nazioni ad intervenire per salvare il sistema bancario (che è stato utile allo sviluppo di ogni stato) dal fallimento causato soprattutto dall’uso improprio di titoli atipici.
Gli interventi che i vari Governi stanno cercando di mettere ognuno per suo conto sono peggio di “un tacòn” in quanto l’appesantimento del rigore nei conti pubblici e l’aumento di tasse stanno portando alla paralisi completa di tutta la società, con il fallimento di aziende sia produttive che commerciali, dissipando cosi tutta la ricchezza dei loro popoli con la perdita dei loro risparmi, e soprattutto del lavoro.
Questo stato di cose mette in evidenza soprattutto l’egoismo di non risolvere comunemente questo drammatico problema, approfittando con la forza del potere, a tutti i livelli, di far pagare al più debole le loro insane teorie finanziarie atte ad arricchire pochi.
Non si può accettare questa ingiusta situazione senza colpevoli che si possono identificare pagando le conseguenze delle loro malefatte, ora Tutti noi dobbiamo intervenire e PENSARE AL FUTURO collaborando per il bene comune con regole sociali giuste, dove il lavoro deve essere il primo problema da risolvere, come la nostra stessa Costituzione, nei principi fondamenti, prevede all’Art. 1
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Uniti con un’unica bandiera “il nostro tricolore” c’è la faremo.
Bob Mose
2013

Lettera pubblicata il 6 Gennaio 2014. L'autore ha condiviso 8 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    Aton -

    Tienti il tricolore! E lavora. Per il resto, affari tuoi. Prescrizione: pensare al futuro serve quanto pensare al passato. A NIENTE. Pensa al presente.

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