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Lavoro all’estero e fratello disabile

Caro direttore,

sono alla ricerca di qualche consiglio. Sono un biologo ed ho appena finito il dottorato qui in Italia. Siccome l’esperienza di ricerca italiana non e’ stata molto soddisfacente ho iniziato a guardarmi un po’ intorno a livello internazionale, e ho ricevuto una proposta allettante dall’Inghilterra. Ora, vista la difficolta’ del far ricerca in Italia, mi piacerebbe moltissimo accettare.
Il mio problema pero’ e’ che ho un fratello minore disabile. Non e’ una disabilita’ grave, nel senso che grazie alle varie leggi di sostegno ai disabili e’ riuscito anche a trovare un lavoro part-time, ma non e’ chiaramente in grado di vivere da solo. I miei genitori sono relativamente giovani (poco piu’ che cinquantenni) e mi spingono ad andare, pero’ non posso fare a meno di pensare a mio fratello, a cui sono molto legato. Il problema principale e’ che in generale nel mondo della ricerca e’ molto difficile tornare in Italia dopo che si e’ stati all’estero, nel senso che si perdono quei contatti personali che sono indispensabili per una carriera universitaria in Italia. Per cui un’idea come “vado qualche anno a farmi le ossa e poi cerco di tornare” potrebbe non essere realizzabile… La mia domanda e’ allora: vado mettendo in conto la possibilita’ di non tornare, pensando che risolvero’ il problema quando si presentera’, magari tra vari anni? O rinuncio all’opportunita’ estera per cercare di restare vicino a casa? Grazie!

Lettera pubblicata il 3 Novembre 2008. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 3 commenti

  1. 1
    aromatic -

    parti. Meglio vivere di rimorsi che di rimpianti

  2. 2
    Isis -

    Parti nonlasciarti sfuggire questa possibilità…poi quando vorrai tornare o portarti tutti in Inghilterra vedrai..perchè..potresti far trasferire anche i tuoi… e per tuo fratello credo sarebbe meglio…sia al livello medico che di supporto…

  3. 3
    Anna -

    Mi permetto, con piacere,di risponderti,solo per commentare.
    La questione che poni è purtroppo la triste realtà(la cosiddetta “fuga dei cervelli” ma la questione è alquanto ingiusta,il dover decidere( e non per colpa tua!!!) tra il tuo avvenire lavorativo(che è la tua passione a quanto vedo) e la tua famiglia(soprattutto per tuo fratello) cioè… è inammissibile dover decidere su due cose cosi’importanti per la tua vita,non è giusto.Comunque,credo che qualsiasi decisione tu prenda,sara’ sicuramente quella giusta!un grande in bocca al lupo!!

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