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Cosa mi vuole dire il mondo?

Questo è un’altra cosa di cui mi piacerebbe parlare.

Il mondo lo vedi
gira e non si ferma
quale è il messaggio del mondo?
Cosa vuole da me il mondo?

Quante persone esistono?
Ognuno per me appare solo come un particolare su di un paesaggio
invece dietro quel elemento grafico c’e tutta una vita una identità
estranei, che incroci in momenti nei tuoi passaggi
nel ritmo dei tuoi giorni che accumuli dentro
come ricordi.

Non so se sto parlando con un senso
questa stanza non è il mondo…
c’è da perdersi
o da trovare nuova forza e speranzza
per spingere oltre vecchi canoni?
Mon so se siano pensieri utili,
voi che ne dite?

Lettera pubblicata il 25 Ottobre 2011. L'autore ha condiviso 27 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 5 commenti

  1. 1
    IO -

    forse al posto di chiederti cosa vuole il mondo da te, dovresti chiederti cosa vuoi tu dal mondo.. cambiando punto di vista, cambia la prospettiva e sicuramente anche il tuo modo di percepire quello che ti circonda 😉

  2. 2
    Spyros -

    Non esistono pensieri inutili, ogni pensiero è frutto di una riflessione, anche se banale. Il pensiero dice che esisti, dice chi sei, cosa vuoi, cosa cerchi.. Il pensiero da vita alle azioni. Quanta gente esiste? Quanta ne è passata prima di me? Come vivono, cosa fanno nella loro vita? Come amano e cosa amano? Quando cammini per strada, in città, incontri molte persone. Volti mai visti che spesso non restano nella mente perchè sono troppo veloci quegli incontri. C’è chi parla al telefono, chi ascolta l’mp3, chi saluta un amico, chi è troppo immerso nei pensieri per accorgersi degli altri. C’è chi trattiene le lacrime o chi non è riuscito a farlo e le nasconde dietro a grandi occhiali neri, c’è chi ride con gli amici e chi da solo, c’è chi stringe la mano del suo amore e chi le tiene in tasca perchè non ha nessuno che possa riscaldargliele. C’è chi sfoggia abiti firmati salendo su auto lussuose e chi si è vestito con la prima cosa che ha trovato in un mattino di fretta. C’è chi alle 8 pensa alla pausa pranzo e chi alla cena la sera, c’è chi non vede l’ora di arrivare in ufficio per vedere la segretaria in minigonna e chi in ufficio non ci vorrebbe arrivare mai. C’è chi ancheggia sui tacchi e chi ci incespica, c’è il ragazzo con lo zaino pieni di libri che pasticcerà appena in classe, c’è chi cammina solo e senza meta, chi non vede l’ora del caffè per svegliarsi e chi, il caffè, non lo beve o diventa nervoso. Mentre vedi tutto questo pensi: “tra tutti loro, chi mi parlerebbe se volessi parlare? Chi sarebbe mio amico e chi mio nemico? Qualcuno di loro potrebbe amarmi o io amare uno di loro?” e mentre tu pensi e cammini loro passano, come i giorni e non saprai mai nulla di loro e loro non sapranno mai nulla di te. Prigionieri delle nostre vite. Un giorno ero a Milano con amici, passeggiavamo in piazza del Duomo. Per caso il mio sguardo fu rapito da una lunga giacca bianca, era una ragazza giapponese a dir poco stupenda. Feci notare la cosa agli amici e ci avvicinammo al suo gruppo (erano chiaramente turisti) e capii che era giapponese. Riuscii a guardarla per un momento e lei mi vide ed accennò ad un sorriso, io sorrisi e mi allontanai. Ore dopo ci trovavamo a passare per una via, camminando girai lo sguardo e di colpo c’era lei, dentro un piccolo bar. Non so perchè ma rimasi bloccato di colpo davanti alla porta del bar, lei si accorse di me e quando realizzò che ero ancora io e che la fissavo si portò una mano davanti alla bocca e con l’altra tirò la manica della sua amica, questa si girò e iniziò a sorridere mentre lei diventava rossa. Io, come un idiota, ero li davanti alla porta, ci guardavamo, poi iniziarono a chiamarmi i miei amici. La guardavo imbarazzato, lei mi sorrise e mi salutò con la mano, le sorrisi e poi andai via. Non saprò mai il suo nome, l’età, i gusti, i pensieri, la sua storia, ma ancora oggi ringrazio quella bellissima e sconosciuta ragazza dai lunghi capelli neri per quel dolce sorriso rubato, in un piccolo bar di Milano.

  3. 3
    lodian -

    sinceramente .. il ” mondo ” magari inteso come tutto quello che ti circonda o il fato , il destino non si aspetta nulla da nessuno ma resta semplicemente a guardare cosa ci illudiamo di decidere ..capisci ciò che pensi , dici , fai sono cose che non riguardano soltanto te questo ci rende inevitabilmente tutti legati , ancora più intenso con il singolo è il legame che abbiamo con il passato da quale è stata permessa la nostra esistenza .

  4. 4
    silvana_1980 -

    ti sento un pò infastidito da sto ‘mondo’ ma in fondo cosa ti ha fatto? Sta semplicemente la alla tua portata e a volte con i suoi cambiamenti, le sue novità cerca di comunicarti qualcosa. Puoi comprendere o non comprendere ma il mondo che ti circonda è una piccola o grande parte di te. Puoi tenerlo o buttarlo. Io non butterei via niente ogni cosa può servire. Ogni cosa ti insegna qualcosa. Nel bene e nel male. Ma il mondo sia chiaro..non comanda su di te sei tu a gestirlo. sii consapevole di ciò. Ciao

  5. 5
    silentry -

    quello che voglio io adesso e cambiare
    per questo mi metto ad analizzare cio che mi circonda

    penso che si potrebbe essere utile
    guardare cosi, oltre l’apparenze
    tentando di capire quali sono gli elementi
    tentando di capire meglio gli altri in come fanno e che fanno

    ne succedono tante ogni giorno
    perche ogni giorno si potrebbe scrivere un libro

    il mondo resta a guardarci
    e siamo tutti sono legati a qualcosa
    pero questa secondo me e distanza
    vorrei andare oltre
    almeno pensando o guardando
    (io non sono cosi)

    il mondo mi bombarda con immagini
    e no, non ci ho litigato
    fa parte di me
    una parte di me che vorrei appunto capire meglio

    MORALE della favola continuo…forse cresco…forse cambio…
    forse trovo quella sicurezza nel cuore che ora sono confusione di pensieri nella testa

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