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Uomini beta e donne alfa

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Lettera pubblicata il 18 Ottobre 2014. L'autore ha condiviso 15 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 117 commenti

Pagine: 1 9 10 11 12

  1. 101
    maria grazia -

    “Il fatto è, “care” sinistre-vegetariane…”

    signor Virgilio, la ringrazio perchè anche oggi lei è riuscito a strapparmi un’ allegra risata. e questo dopo che ho consumato con gusto il consistente cosciotto di tacchino aromatizzato che mi ero precedentemente cucinata, senza mancare il mio consueto omaggio quotidiano ALLA CULTURA DI DESTRA.

    un caro saluto 🙂

    P.S. ai cani preferisco i gatti. e uso due cellulari molto datati, risalenti a qualche anno fa. a dire il vero detesto il cellulare e tornerei volentieri all’ epoca del telefono fisso.

  2. 102
    rossana -

    Virgilio,
    forse gliel’ho già scritto: se lei non ci fosse, bisognerebbe inventarla!

    la cerco sul sito e la leggo con piacere, sempre con un sorriso… di tanto in tanto è piacevole accantonare i concetti seri! 🙂

    buona notte!

  3. 103
    Andrea -

    Bravo Hurin, concordo con quanto da te espresso nei commenti 84, 86, e soprattutto nel 90 e 92.
    Al giorno d’oggi, almeno nei paesi occidentali come l’Italia, la donna ha la possibilità teorica di ricoprire qualunque ruolo. Ovvio che in alcuni settori non sono ancora inserite quanto gli uomini, ma è un gap che si sta riducendo. Poi ci sono settori in cui per causa di forza maggiore sono in minoranza, basti pensare a tutti quei lavori che richiedono una certa forza fisica (nei quali tra l’altro non chiedono le quote rosa). Altri settori in cui invece sarebbero fisiologicamente in numero minore ma che per “par condicio” si cerca di infilarcele ad ogni costo, come ad esempio in politica.
    Ma se facessimo un sondaggio, a quanti è capitato di sentire parlare le donne di politica? E soprattutto di parlarne avendo cognizione di causa? A me personalmente pochissime volte, segno quindi che mediamente la politica alle donne non interessa o semplicemente annoia. La maggior parte votano tizio piuttosto che caio semplicemente perché “mi sta simpatico”, oppure perché “è un bell’uomo”, o ancora magari votano qualche donna perché femministe. Sembra quindi che la politica sia’ “cosa da uomini”, ma dato che è un lavoro qualificante e si guadagna bene, allora sgomitano per entrarci e i politicanti uomini, strizzando l’occhio al consistente elettorato femminile, hanno fatto in modo che le quote rosa diventassero tema centrale.
    La verità Hurin è che una donna, in un paese come l’Italia, ha mediamente le stesse difficoltà di inserimento nel mondo lavorativo di un uomo.

  4. 104
    Andrea -

    Ed è anche vero che una donna, 30 enne, carina, economicamente indipendente, ha una vita più facile e più vantaggiosa rispetto ad un coetaneo maschio con pari requisiti. Semplicemente perché ha la possibilità di muoversi tra storie serie e/o semplice sesso molto più agevolmente. Benchè il numero di uomini e donne sia molto simile, sembra infatti che ogni donna abbia intorno un diverso numero di pretendenti ai quali attingere, cosa che non accade all’uomo. Mi ha più volte stupito come ad esempio, amiche anche esteticamente mediocri, avessero intorno un cospicuo numero di corteggiatori.
    Una 50 enne che conosco, mi ha riferito di essere bersagliata di richieste da 25 enni – 30 enni.. cose fuor di logica.
    La valanga di lettere maschili su questo sito non fanno altro che confermare ciò che dico. La parte debole, nel post-femminismo è diventata quella maschile. L’uomo è talmente debole che gli tocca sparare su tutto ciò che si muove, ma ben sabbiamo come fatichino gli uomini più intelligenti della media a trovare mentalmente interessanti la maggior parte delle donne.
    Ovviamente generalizzando..

    Per Hurin, One, o qualche altro incuriosito, riporto il link di un libro online molto interessante, che analizza e smonta i cardini del femminismo.

    http://questametadellaterra.blogspot.it/2011/01/11-un-conflitto-morale.html

  5. 105
    rossana -

    Andrea,
    sto leggendo il libretto on line che hai segnalato. MOLTO interessante e ben scritto: proprio quello che mi ci voleva per un aggiornamento sulla “questione maschile”. a fine lettura ti proporrò di scambiarci qualche opinione in merito, possibilmente senza litigare… 🙂

    approfitto dell’occasione per chiederti di chiarirmi una curiosità sull’intervento dei moderatori a tuo favore che hai riferito a grandi linee su uno dei 3-4 thread su cui infuria la polemica, più o meno fra le stesse persone. avrei voluto chiedertelo lì ma sto facendo fatica a ricollegarmi al thread giusto, non avendo voglia di sorbirmi tutto il resto.

    quali sono stati gli “insulti” che hanno ottenuto considerazione? sì, perché a me sembra che oggi quasi niente sia più da ritenersi un insulto…

    buona giornata!

  6. 106
    Andrea -

    Rossana come già sai mi fa molto piacere scambiare opinioni con te, ho grande stima nei tuoi confronti.
    Personalmente non ho “fame” di litigare, ho “fame” di confrontarmi, di capire e farmi capire. Per me è una sofferenza interagire con personaggi ottusi, è per quello che mi altero.

    Per quanto riguarda quella vicenda, nel mio caso c’era un utente che mi marcava stretto, nel senso che comparire in ogni lettera in cui intervenivo solamente per darmi addosso. Ho segnalato l’insulto “cogl..ne” spiegando la situazione, mi hanno risposto che sarebbero intervenuti, dopodichè in effetti ha smesso, pur ricomparendo ogni tanto.
    Se vuoi comunque te ne parlerò privatamente.

  7. 107
    Andrea -

    “Nulla sarebbe più autolesionistico per gli uomini della ricostituzione della vergogna contro le donne sessualmente libere. La grande maggioranza di essi ha pagato e molti ancora oggi pagano con i rifiuti, la solitudine, il ricorso al mercimonio quel cattivo giudizio cui le libertine andavano e vanno incontro, benché il peso di quella sanzione si sia molto attenuato. La ricostituzione del disonore sessuale femminile sarebbe un boomerang per gli uomini, una perdita netta e ciò a prescindere dalla liceità di una simile prospettiva.”

  8. 108
    rossana -

    Grazie per il riscontro, Andrea.
    Mi è più che sufficiente così!

    a presto, per il resto… 🙂

  9. 109
    rossana -

    Andrea,
    non ho finito di leggere l’interessante libretto on line che hai segnalato ma comincio ugualmente a darti qualche riscontro.

    lettura scorrevole, ovviamente di parte, testo a volte un po’ ridondante e prolisso ma ben supportato nelle tesi da precisi riferimenti e dati statistici, spesso anche approfonditi e abbastanza rari altrove.

    ogni donna che volesse capire meglio l’altro sesso, che notoriamente comunica poco di sé, potrebbe trarne giovamento.

    ti espliciterò prima cosa in linea generale più mi è piaciuto:

    1) la descrizione delle ondate dei grandi cambiamenti epocali (in particolare quelli più recenti e meglio definibili, come il cristianesimo, la rivoluzione industriale, il marxismo, la globalizzazione e il femminismo, ritenuti ora imperanti in Occidente). movimenti di massa, sostenuti da aspirazioni e sogni collettivi, veri e propri stati nascenti, che non hanno mantenuto che una piccola parte di quanto parevano promettere. è bello, però, che siano avvenuti, probabilmente sulla base di un’evoluzione maturata nel tempo che non poteva non avere luogo a livello sociale. cosa possa lasciare di buono il femminismo si potrà, a mio avviso, valutare soltanto a fenomeno concluso.

    2) l’impostazione dei diversi temperamenti dei due sessi, con l’illustrazione della Noosfera maschile e della Etosfera femminile. è comprensibile che, con il prevalere della visione femminile, tutto diventi tremendamente instabile. questo, a mio avviso, è il peggior difetto connaturato all’indole della donna, che però, pur essendo imperante nella maggior parte del genere femminile, non è, per fortuna, vissuto in tutte nella stessa misura. a me piace sempre molto l’incastro orientale Yin e Yang, per cui nessun essere umano è mai totalmente maschile o femminile ma in entrambi i sessi c’è qualcosa dell’altro.

    3) il riferimento alla Grande Narrazione Femminista, condivisibile solo in parte ma comunque pregnante.

    […]

  10. 110
    rossana -

    […]

    4) il riferimento all’effetto Titanic (imbarcati 2092 adulti, di cui 425 donne, pari al 20,3% – salvati il 74,3% delle donne e il 20,2% degli uomini). prendo per buone le suddette cifre, anche se in rete il dato iniziale già risulta diverso (2223 imbarcati, di cui 800 equipaggio). lo faccio perché ammetto che gli uomini migliori abbiano fatto tesoro dei valori della cavalleria duecentesca, portandoli nella quotidianità, unitamente al rispetto per le donne. valori che sempre apprezzo moltissimo, anche nelle loro sfumature minori, e che nel 1912, anno del naufragio, evidentemente ancora erano sentiti. ma, secondo me, non è soltanto per questi che un maggior numero percentuale di donne si è salvato rispetto al corrispettivo maschile. nella coscienza collettiva, e forse anche in qualche archetipo, la donna è l’essere umano che può riprodurre la vita e quindi, nei momenti più drammatici, questa realtà affiora in modo inconscio, accordandole priorità.

    non è un caso, però, che, fino a prima degli anni ’50, le leggi, emanate principalmente da maschi, fossero mediamente ingiuste nei confronti delle donne, per poi dopo cambiare drasticamente, portando l’ingiustizia sull’altro versante. il libro che ha aperto la stagione del femminismo è quasi unanimamente riconosciuto essere “Il secondo sesso” di Simone de Beauvoir, stampato per la prima volta nel 1949. da lì forse è iniziata la colpevolizzazione maschile, per alcuni versi di certo eccessiva, che ha spostato l’accento delle leggi, agendo sulla coscienza dei maschi più capaci di autocritica.

    5) il divertente dibattito linguistico sulle parole da usare per caratterizzare i più importanti incarichi lavorativi o rappresentativi delle donne, sui quali ancora non si è trovato accordo. ecco perché ne ero confusa e non avevo percezione corretta di quanto possa essere considerato offensivo l’aggettivo maschilista, che non ritenevo che l’opposto di femminista…

    6) la precisione di alcuni dati o riferimenti statistici (importante, per me, appurare che: 1) nel 1978 la pillola era in Italia usata soltanto dal 3,5% delle donne, a causa dell’ostruzionismo della Chiesa; 2) proprio in quell’anno il Papa dichiarò che Dio era Padre ma anche Madre; 3) le citazioni evangeliche di Luca e Matteo mettono in contraddizione l’accettazione e l’imposizione della maternità a Maria).

    PS: oneroso il cercare riferimenti sull’impostazione on line del libretto, che a volte scoraggia ricerche ad hoc.

    […]

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