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Un uomo si svegliò, una notte

di

Un uomo si svegliò nella notte. Incapace di mettere a fuoco le familiari sagome di cui da tempo si circondava, si alzò in piedi e fu subito colto dalle vertigini. Allungò il braccio per trovare sostegno sulla vecchia scrivania nella quale era solito lasciare sparsi i suoi disegni. Non a lui si disse. Non ancora. Funi invisibili lo legavano a quel luogo, in quella posizione, appoggiato ai suoi disegni. Alle sue idiozie. Una presa dopo l’altra si allontanò tastando i contorni di quella stanza a luci spente. Silenziosamente le fila di una ragnatela si spezzavano. E l’uomo intanto avanzava forzatamente verso l’oscurità. Un’oscurità di cui sin da piccolo si circondava, sperando un giorno di non averne più paura. Lamenti della sua testa si facevano strada, prima bisbigliando e poi pian piano alzando il tono. Il cuore pulsava forte e irregolare mentre con la massima fermezza di cui fu capace si avvicinò ad una delle porte che portavano all’atrio delle scale. Era l’ora. Non avrebbe potuto farlo a luci accese. Fino a quel momento poteva ancora trattarsi di un equivoco, di uno sbaglio. Potevano prenderlo per un sonnambulo se l’avessero visto. Ma chi l’avrebbe visto? Sceso fino all’antro più occulto della casa prese le chiavi, infilando una mano tra soffici velluti. Si mise in macchina a luci spente ed uscì, così com’era. Non era passato di fronte a nessuno specchio. Non c’erano indugi nel suo ragionamento. Era freddo di sudore. Ed il cuore batteva sempre più, mentre le urla nella sua mente si facevano più forti. Le vie eran fin troppo luminose, quindi strinse gli occhi, il necessario per vedere quella strada che aveva studiato tante volte, in previsione di quel momento. Un po’più forte, più veloce, non guardare dietro. Non guardare. Non guardare. Nessuno per strada. Nessuna luce. Ma le sagome del bosco a fianco sembravano protendersi verso di lui, mentre sicuro fissava un punto immaginario più in basso dell’orizzonte. E le sentiva quasi aggrovigliarsi intorno al rumore sorso del motore. Era arrivato. Era davvero lì, è l’euforia lo travolse. Poi chiuse gli occhi, e si intimò di concentrarsi. Prese quindi la chiave dal cruscotto ed entrò, così com’era. Ermetico dalla testa ai piedi. Sudato per la notte frastornata eccezionale che tutto ciò rappresentava. Tra le tende vellutate poteva scivolare come il vento. Era ora.

Lettera pubblicata il 25 Maggio 2017. L'autore ha condiviso 8 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 11 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    Piccola78 -

    E quindi? Di che si sta parlando in finale?

  2. 2
    Piccola78 -

    L’hanno chiamato in Paradiso? Beato lui! Ahò sempre agli altri capitano ‘ste fortune. Entrare in un’immensità di Luce, che sprigiona dal tenero Cuore e avvolge… avvolge prendendoti in estasi. Rapisce e Lui stesso è il “Rapito d’Amore” per eccellenza.

    Poi, ti risvegli e vedi il solito immondezzaio e dici: ma di nuovo qua sto?! Ancora… e ancora, e ancora qua…. ma per Amore, anche la prigione diviene Paradiso!

  3. 3
    eder r -

    Aaaah, le prigioni dell’amore…(sospiro) insonne a questa tarda ora, lo farei volentieri un bagno di luce! O anzi… no. Certe luci non fanno che abbagliare. E quando ricominci a vederci chiaro, ormai ti accorgi che è troppo tardi, poiché sei prossimo allo schianto. :/

  4. 4
    Yog -

    Mah. Voleva essere un esercizio di narrativa? Non è venuto granché bene: l’idea è buona, ma il risultato stucchevole. Asciuga e togli fronzoli.

    Comunque è comunissima l’esperienza di alzarsi la notte assetati, tachicardici e sudati marci: basta una boccia e mezza di narda per provarla. Mai però mettersi alla guida in quelle condizioni sennò la pula ti fa un coso così.

  5. 5
    Golem -

    Io mi preoccuperei di quelle extrasistole, altro che “le fila” delle ragnatele. Fai subito un ECG sotto sforzo per favore, che non vogliamo perdere uno come te sul forum.

  6. 6
    Benedetta -

    Eder, ciao, vuoi parlare con me? Vieni in chat. Chi sei? Cosa fai nella vita? Io ti vedo un po’ triste, magari sbaglio, cosa ti succede? Parla un po’ con me e vedrai che starai bene. No, niente schianto, basta mettere i paletti prima. Per es, io sono sposata e amo mio Marito, quindi non provarci con me, poi, non posso affezionarmi troppo, perché ho ansia da separazione irrazionale e ancora prima perché ripeto, sono sposata. E poi non posso affezionarmi troppo perché a volte mi sento oppressa, ho scrupoli da sempre di mancare alla castità del cuore, da piccola per riservare il cuore tutto per Dio mi privavo di tutto, regalando ad altri, oggi non possiedo neanche un animale domestico per obbedienza al confessore riguardo alla perfetta castità del cuore, indiviso per Dio; a volte mi allontano uno o due giorni, dipende, poi torno migliore, se torno, non farmelo pesare e non farmi la stessa cosa perché per non sentire l’ansia da separazione mollo all’istante. Mi piace come parli. Ami Dio? Ti piacerebbe avere un’amicizia come Santa Giovanna di Chantal e San Francesco di Sales, per la santità? In questo caso dura, se non c’è materia alcuna di peccato neanche in potenza. Scrivimi in chat. Non far caso a Golem e Yog, sono due poveri sfigati.

  7. 7
    Golem -

    Sfigati, non poveri. Io ho un ottimo reddito. Tutto frutto della mia sfigataggine.
    Eder, comunque la Benny te la consiglio. Anche se sarebbe meglio che la frequentassi come san Pasquale Baylonne, il protettore delle donne.

  8. 8
    Piccola78 -

    Comunque, eder, il bagno di luce prima lo facciamo parlando del perché di queste tetre visioni e poi ci immergiamo nella Luce vera. Forza, su, non essere triste: guarda a chi sta peggio di te, cioè quei due.

  9. 9
    Eder r -

    Suvvia, mi vuoi dire che è per questo che ti sto scrivendo in piedi Golem? Mmmmm… Ahi! Ad ogni modo quel film è del 76… potrei ripetermi ma devi avere qualche asso nella manica da sfilare… sempre se trovo l’esca giusta!
    Ad ogni modo è vero Yog, un filino stucchevole lo sentivo anch’io, o perlomeno, mentre lo immaginavo son caduto un paio di volte dal letto e non mi son nemmeno accorto che questa fossetta sulla testa si è allargata…
    Ad ogni modo chi sono Benedetta? Un’altra ombra del blog ovviamente. E stasera anche un donnaiolo senza forse. Ma le donne sposate no. Va contro troppi dei miei principi per fortuna. Non me la sentivo di scrivere qualcosa di particolarmente allegro visto il clima. Ho optato per qualcosa di incerto ed improvvisato.
    Ps: questa ber-narda di cui parli Yog dev’essere proprio buona. Ora esco e ne assaggio un sorso mi sa… Massì, al diavolo i buoni propositi!

  10. 10
    Yog -

    Eder, anche io spezzo una rancia per Benny.
    A proposito, Benny! Riconciliamoci. Mi metto una parrucca bianca, mi faccio un po’ di rughe in faccia con il vetriolo e poi ti lascio tenermi la mano. Va meglio cossì?

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