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Un tuffo dentro di me

Avevo di poco passato i dieci anni quando iniziavo a sentire contendere le mie qualità tra mio padre e mia madre. “é proprio uguale a te, no no, è tale e quale a te”, vedi, torda che sei”. “e tu, sei proprio uno scellerato, uno senza spina dorsale” Guardavo non capivo realmente quelle parole. Percepivo il sentimento di umiliazione ma soprattutto vergogna. Prima dei dieci anni al netto della completa anaffettività tra i miei c’era da parte di mio padre verso di me una doverosa educazione imposta tramite un modello non di certo fatto di esempi. Puntualmente ad ogni compleanno c’erano o gli scacchi o il piccolo chimico o queste stronzate del genere. E doveroso non poteva che essere il mio modo di ricambiare. Un autentico irrequieto ragazzino. A scuola mai una soddisfazione alle superiori facevo il minimo. Poi la facoltà di ingegneria che, al netto degli esami matematici, quelli in cui andavo veramente forte erano di progettazione. Mi laureo. Piano piano anche durante gli studi notavo in me un certo tormento. Non riuscivo mai ad affrontare un esame serenamente. Quando mi decidevo erano vere turbe emotive. Ma dopo 10 minuti che ero in seduta andavo liscio come l’olio!. Ogni esame mi ripetevo quanto ero stato un pirla ad essermi fatto tutte quelle seghe mentali. Andavo avanti. Ma ogni volta era sempre cosi. Cosi come anche ora dopo 10 anni dalla mia tesi. Cosi come anche ora nel mondo del lavoro. Cosi come quando devo compiere scelte importanti nella mia vita. Cosi come quando devo prendere qualsiasi decisione. Una sorta di imprinting che non riesco a togliermi dalla testa. Uno senza spina dorsale. Che trova miracolosamente semplice esprime le proprie competenze dietro un monitor o con quelle persone di cui si fida ciecamente, rimaste ancora in poche. Ma che quando devo esprimere qualunque cosa anche a dei colleghi o estranei in genere non vede l’ora di fuggire. Ho un mostro nella mia testa. Un orso irrequieto che a volte riscalda il mio corpo provocandomi sudorazioni eccessive ed a volte un freddo da impallidire. Un mostro che riesce a farmi passare per uno smidol e a volte per nevrotico. Un mostro con cui lotto ogni giorno per liberarmene ma non ci riesco. E puntualmente la sera i miei muscoli i miei tendini sono tesi come roccia.

Lettera pubblicata il 31 Marzo 2019. L'autore ha condiviso 14 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Famiglia - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 4 commenti

  1. 1
    Gabriele -

    Io personalmente quando mi rivolgo ad un professionista, quale tu sei, non bado ne all’aspetto, nè se è uomo o donna, e nemmeno al valore monetario della prestazione, ma esclusivamente al raggiungimento dell’obiettivo richiesto. Hai avuto problemi nell’infanzia, e probabilmente, avresti potuto migliorare qualche tuo difetto caratteriale, ma ora sei adulto, e come tale sei meritevole di considerazione, sempre in ogni luogo e settore. Non aver timore di mostrarti come sei, per timore di assecondare dei rimorsi esclusivamente provati dai tuoi genitori. Tutto quello che hai riportato che hanno detto di te, in realtà l’hanno detto a loro stessi vicendevolmente. Siccome però, essere adulti è difficile anche per i genitori e gli adulti stessi, allora si proiettano i propri difetti, sugli altri, disolito persone molto vicine tipo per esempio i figli. È la riproduzione costante di un disco, in perenne esecuzione.
    Sta a te adesso scegliere, se subire il disco, oppure incidere uno tuo. È chiaro che subire il disco non fa di te una persona debole o senza spina dorsale, solamente il lettore che viene impiegato consente la lettura di un disco specifico. Magari ti è stato forgiato proprio così il carattere, puoi piacere come persona anche così come sei, anzi probabilmente susciti invidia negli altri.

  2. 2
    Yog -

    Per sciogliere i tendini a sera basta che ti gargarizzi una narda. Comunque il Piccolo Chimico e gli scacchi erano bei regali, vergognati.

  3. 3
    Suzanne -

    Purtroppo le inclinazioni caratteriali sono molto difficili da modificare; non sempre volere è potere, semplicemente si impara a conviverci e ad evitare situazioni in cui ci sentiamo fuori luogo, quando si può. Poi c è sempre l altro aspetto della medaglia: probabilmente questa tua insicurezza, indecisione, ti porta a metterti continuamente in discussione, ad essere più riflessivo e preciso, caratteristiche importanti nel tuo mestiere! Ma, al di là di tutto, a te piace?

  4. 4
    scarcio -

    molto. Forse tanto da suscitare invidia. Anche se non sono tagliato. Ma vorrei essere solo sereno. Intorno al mio lavoro ci sono interessi approfittatori e chi vuole anche parte del tuo. Gente che non ha interesse dell’obiettivo. E non so come incidere il mio disco. Ho dedicato talmente al mio lavoro che ora è una passione. Altro non so fare. Forse dovrei fare un tuffo più profondo dentro di me. Rivedere il piccolo Antonio cosa faceva per essere spensierato. Mia madre a volte mi racconta che smontavo le cose. Dovevo capì. Oppure disegnavo col gesso la rete e fuori casa passavo le giornate a giocare a tennis. Già, tutto un lavoro con me stesso e nessun altro. A volte mio cugino, a volte alcuni amici. Mi chiedo quale senso ha. Sfidare se stessi continuamente. Ma per cosa, per chi?

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