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Un problema che mi sta logorando..

Buonasera, mi chiamo Marika ho 25 anni e vorrei condividere con voi un problema che mi perseguita. Sto cercando pareri oggettivi esterni anche perché mi risento a parlarne con le persone che mi circondano. Non posso lamentarmi della mia vita; sono studentessa fuori sede, ho una famiglia molto unita a cui voglio bene, ho già una laurea triennale ed è da qualche mese che sono fidanzata con un ragazzo stupendo. Il problema riguarda tutt’ altro. Come ho detto prima, studio fuori sede. Sono originaria di un paese in Lombardia, ma sto frequentando la specialistica a Venezia da un anno, dato che ho fatto il test generale e sono entrata in questa sede. Sono sempre stata una studentessa brillante. Sono uscita dal liceo classico con 80 e mi sono laureata con 100 l’anno scorso nella triennale. I miei genitori sono fieri di me, anche perché sono la prima della famiglia che si è laureata, ed è sempre stato il loro sogno, anzi adesso che sto facendo la specialistica e tra circa un anno e mezzo otterrò la seconda laurea, sono molto felici. Inoltre mi do molto da fare con le attività extra scolastiche. Lavoro circa una volta alla settimana come presentatrice di eventi o come modella o hostess nei congressi. Lavorando però solo circa 5 o 6 ore la settimana, i compensi sono molto bassi, riesco ad arrivare in media a €200 al mese, che spendo praticamente tutti in bollette, viaggio in treno e libri dell’ università. Il problema è proprio di tipo economico. Vivere a Venezia è veramente dispendioso. Sia per quanto riguarda l’affitto, sia la vita in generale. I miei genitori stanno facendo tantissimi sacrifici che io sto ripagando studiando arduamente e lavorando quando posso. Ma i problemi sono molteplici. Prima di tutto io vorrei trovarmi un lavoro part time qui dove studio, ma mi è praticamente impossibile. Il motivo principale è … che dato che sono figlia unica e anche unica nipote, in più mio nonno a cui sono molto legata ha gravi problemi di salute e non so per quanto ancora ci sarà, i miei famigliari vogliono a tutti i costi che io torni a casa mia un weekend sì e uno no. Il patto è stato proprio quello che loro mi mantenevo ma io in cambio tornavo il più possibile. Anche perché i miei genitori sono legatissimi a me, addirittura a volte mia madre quando mi accompagna in stazione le scende qualche lacrima. E non vi dico le scenate quando magari io vorrei rimanere tre settimane di seguito a Venezia e loro non vogliono. ci soffrono proprio, sembra che non riescano ancora a vivere da soli, anche se questa situazione è così da ormai cinque anni… anche perché la triennale l’ho fatta fuori sede a Torino. Ma penso che non si abitueranno mai a non avermi in casa. Inoltre anche mio nonno che non sta bene chiede sempre di me e quando non torno fa scenate e inizia a tartassarmi al telefono e rompe le scatole anche i miei genitori che vuole vedermi. Inoltre molto spesso fanno battute sarcastiche che mi feriscono, del tipo ” ah ma tu cosa ne vuoi sapere di questa casa dato che non ci sei mai ormai”, oppure ” puoi anche non tornare, tanto ci vediamo talmente poco che ci siamo abituati a non averti più in casa”. Quindi se dovessi trovarmi un lavoro part-time, come ad esempio commessa o anche lavorare al cinema, non potrei tornare spesso a casa e i miei familiari non lo accetterebbero mai. Il problema e che paradossalmente, i miei genitori molto spesso anche se non lo fanno apposta, mi fanno pesare molto il fatto che devono mantenermi ancora a 25 anni. Loro riconoscono la mia intelligenza e la mia bravura sia nel applicarmi nello studio che nei lavori, l’anno scorso ho anche addirittura scritto e pubblicato un libro, ma in ogni caso molto spesso mi fanno battute sul fatto che gli costo come una Ferrari, che comunque ai tempi di oggi è davvero difficile mantenere un figlio studiare fuori sede ecc. A volte addirittura mi dicono che sarebbe meglio che tornassi a casa eccetera, cosa che comunque non farei mai anche perché tutta la mia vita adesso è incentrata a Venezia, università, fidanzato, amicizie e anche lavoro futuro. Poi mia mamma molto spesso mi fa menate dicendomi ” ah io la tua età lavoravo già da diversi anni, avevo il mio stipendio, ero indipendente eccetera”. Addirittura una volta mi avevano chiamato per un colloquio per lavorare nella catena Zara, quando ne ho parlato con i miei genitori mia madre mi ha detto di lasciar perdere, che lei preferiva che io studiassi e che tornassi a casa nel weekend, piuttosto che perdere tempo con un lavoro che comunque non c’entra nulla con il mio campo. Allora ho rifiutato. Il problema è che comunque sono stufa di non avere mai soldi ( cioè avere solo l’indispensabile) e sono altrettanto stufa dei discorsi dei miei genitori riferiti al fatto che sono un peso. Non so davvero come fare. Adesso che poi c’è da pagare la seconda rata dell’Università e non ho il coraggio di dirlo ai miei genitori perché so già che saranno menate. avevo pensato di fare bene questa sessione di esami e darne addirittura tre, e poi trovare un lavoro part time per marzo e aprile, lavorare solo due mesi, così comunque da pagarmi l’ affitto per due mesi e mettermi anche da parte qualche soldo. Ma non so proprio come affrontare questo discorso con i miei genitori. Perché è un discorso che non se ne viene mai a capo. È un circolo vizioso. Loro si lamentano che devono mantenermi e che devono fare enormi sacrifici, ma dall’altra parte non vogliono che lavori, sia perché non li ritengono lavori idonei a me e al mio percorso di studi (nel senso che, fosse un lavoro inerente al mio campo universitario ne varrebbe la pena.. ma per fare la commessa no) sia perché non vogliono che perdo tempo e che comunque torno meno a casa. Quindi non so proprio come fare. Questo pensiero mi tormenta, ci sono periodi in cui non riesco neanche a dormire la notte per quanto mi sento in colpa. Anche perché spesso i miei genitori tirano fuori esempi di figli di amici che magari non hanno fatto la specialistica e hanno trovato lavoro subito dopo la triennale e non solo più mantenuti dai genitori, oppure di ragazzi che hanno trovato subito buonissimi lavori dopo la specialistica eccetera eccetera. Il secondo grande problema sempre inerente, è il fatto che ho il terrore del futuro. Anche se sono una ragazza molto in gamba, spigliata e avrò un buon bagaglio curriculare con due lauree e con esperienze extrascolastiche, ho paura di fare tanti sacrifici, di studiare tanto, di vivere con l’ansia perenne, di far fare sacrifici i miei genitori, di subirmi tutte le menate ogni settimana, per poi magari una volta laureata non trovare lavoro. Ho proprio il terrore. Addirittura quando studio mi sento demoralizzata perché inizia a pensare ” e se dopo tutti questi sacrifici non trovassi lavoro e finissi per fare lavori come la guida turistica, la hostess eccetera cioè lavori che potevo fare anche senza avere due lauree e che potevo già iniziare subito dopo il liceo?!” Insomma ci penso tutti i giorni. Le ragazze della mia età dovrebbero essere spensierate, vivere con leggerezza la gioventù, divertirsi, mentre io ho questi pensieri che mi perseguitano tutti i giorni e da mesi. Adesso già da settembre massimo ottobre inizierò lo stage della specialistica che dura 3 mesi, che comunque sarà retribuito sui €200 al mese, ma comunque so già che una volta finito lo stage non ti tengono lì a lavorare. Mi sento davvero depressa. Angosciata e perennemente triste. Non so come affrontare questo problema che mi perseguita, anche se capisco oggettivamente che non è una cosa gravissima. Forse il problema fondamentale è proprio il fatto che sono figlia unica e unica nipote, nostra famiglia è molto piccola, in più io sono una ragazza molto sensibile che somatizza molto. Sono come una spugna che assorbe tutto. Ad esempio quando sono a casa mia e sento mia madre che si lamenta tutti i giorni perché è stanca di lavorare, fare la spesa, cucinare, tutti i giorni così, ci sto proprio male. Ma poi il clima in casa a volte è proprio pesante, ci sono solo lamentele e basta, sono stufa, anche perché sono cose che mi buttano davvero a terra… anche perché mi accorgo che i miei genitori non sono soddisfatti delle proprie vite. Ora comunque la mia priorità è concentrarmi sui tre esami che devo dare tra gennaio e febbraio.

Lettera pubblicata il 2 Gennaio 2017. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 5 commenti

  1. 1
    Rossella -

    Ciao,
    mia madre quando mi capita di leggere qualche annuncio di lavoro mi scoraggia sempre perché è consapevole che mi manca l’entusiasmo. Un’altra persona, non un’altra madre, mi direbbe:- prova, che ti costa?- In passato mi ha accompagnato anche a qualche colloquio di lavoro, ma è impossibile andare ad un colloquio di lavoro con mia madre perché ha una mentalità “sindacale” che, in larga parte, dipende dal suo rapporto con i ruoli; per lei si tratta di una realtà acquisita e non di un fatto innato che si svela a partire dai primi anni di vita e ti porta a trovare un equilibrio in quella mutevolezza che di aristocratico ha ben poco. Mia madre è più sicura di quello che rappresenta, oltre ad essere una sicurezza è anche il culmine della mia ricerca estetica. Quando esco di casa non sono mai me stessa al 100%, con lei ho capito che per orientarmi nei diversi tipi di società ho bisogno di avere un’immagine forte. Del resto il “senso del personaggio” lo abbiamo tutti, ma non riusciamo mai a svilupparlo nel modo giusto: o ci si chiude troppo in sé stessi (si sceglie la via dell’isolamento) o si dà spettacolo. Le due strade hanno per me la stessa dignità perché riconosco la nobiltà dell’intento e riesco anche a stare al gioco senza sentirmi superiore agli altri. In questi casi non si può mai dire. La stravaganza è anche la strada del cambiamento. Quando ami il tuo lavoro (o semplicemente quando hai vogli di lavorare) riesci in qualche misura anche ad isolarti. La madre t’invita ad essere pratica. Non ama le lamentele, ti vuole vedere risoluta anche nel lavoro, soprattutto nel lavoro… questo tratto del carattere di mia madre, quando andavo a scuola, mi ha spinto più volte a prendermi un giorno di vacanza: anche la scuola si deve amare. Il piacere della vita deve entrare anche nelle carceri, non possiamo assuefarci alla schiavitù del mondo, perché tanto questa esiste.

  2. 2
    Rossella -

    In questo caso sta a te “sponsorizzare” la tua motivazione, perché il tuo entusiasmo comunica un senso di stabilità. Molto spesso nella vita siamo chiamati ad indossare questa maschera per andare avanti. Mentre ci sforziamo di rassicurare gli altri, accade che, a nostra volta troviamo la forza di andare avanti. In questo senso l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro. Il lavoro rende liberi. Infondo anche quest’angoscia ti sta provocando… non è un tormento vano. Dentro di te c’è una voce che domanda: -hai trovato la tua strada?- Risposta…

    In bocca al lupo 🙂
    Ti auguro buona serata!

  3. 3
    glosstar -

    Hai 25 anni, hai spiccato il volo ma le ali ancora hai paura di spiegarle. Conoscendo il tuo rispetto per la “”regola familiare””, i tuoi usano i sensi di colpa per impedirti di volare. Ti rimproverano perche alla tua eta loro erano già indipendenti, e quando cerchi davvero di esserlo, cercandoti un lavoro ti impediscono di crescere ricattandoti con stupide e egoistiche (per loro) ragioni.

    Stai facendo la cosa giusta. Cercati un lavoro che ti consenta di sbarcare il lunario ORA. Meglio sarebbe se fosse nel tuo settore di studi, ma anche se non lo e’ (Zara ad es.) ti dara la consapevolezza del tuo valore come donna adulta capace di assumersi le proprie responsabilità e non come bambina che esegue gli ordini di genitori egoisti e di un nonno che si comporta come un bambino.

    E’ tua la decisione. Sei grande abbastanza per assumerti l’onere e l’onore della tua vita. Segui la tua pancia e decidi secondo quello che ti dice. E ricorda sempre che se non decidi tu quale vita vuoi vivere, ti ritroverai a vivere quella che altri hanno deciso per te.

    Coraggio…e’ la tua vita.

    G

  4. 4
    Angwhy -

    ohh ma quanti problemi che ti fai!in casa si lamenteranno sempre,se studi perche non lavori,se lavori perche non studi,se studi e lavori perche non vai a divertirti!!!hai preso un impegno di studiare,loro erano d’accordo vai avanti costi quel che costi,se guadagni qualcosa di extra buon x te,alla loro eta lavoravano?oggi lavoro non si trova facilmente anzi non si trova proprio.

  5. 5
    Yog -

    E comunque, dato che sei nipote unica e figlia unica, tra venti/trenta anni se ti va bene camperai di rendita. Non è matematico, ma è probabile. Al limite chiedi consiglio ai tuoi fratelli.

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