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Esperienza di “testimone non residente”

Nei mesi di settembre-ottobre 2020 e di marzo-aprile 2021, la Procura della Repubblica di Palermo mi ha citato quale “testimone non residente” in 5 udienze dibattimentali nell’ambito di altrettanti processi.
Nella documentata indisponibilità di un mezzo di linea che mi consentisse di raggiungere Palermo in tempo per l’inizio delle udienze fissato per le ore 9.00 (l’unico treno utile sarebbe arrivato a Palermo alle ore 13.30-14.00), nonché nella mia dichiarata indisponibilità, a tutela della salute/della vita mia e dei miei familiari conviventi, stante l’evento pandemico in corso, a servirmi dei treni regionali, che all’epoca viaggiavano senza alcuna garanzia di protezione dei passeggeri dal rischio di contagio (misurazione della temperatura corporea ai viaggiatori in ingresso nelle stazioni inidonea a individuare gli asintomatici “superdiffusori”; vetture “a pieno carico”; nessun obbligo di sostituire/disinfettare le mascherine dopo 2-3 ore di viaggio), ho chiesto e ottenuto dalla Procura della Repubblica l’autorizzazione, in deroga alla normativa, a utilizzare la mia auto per raggiungere Palermo con rimborso delle spese da parte dell’Autorità Giudiziaria.
Nei termini previsti ho presentato alla Procura della Repubblica di Palermo le istanze di rimborso delle spese effettivamente sostenute (circa 250,00 euro per ciascun viaggio – percorrenza di poco oltre 600 km, traghettamento, pedaggio autostradale – ).
E’ iniziato – a tal punto – un rimpallo di competenze tra la Procura della Repubblica e il Tribunale Ordinario di Palermo che, nonostante l’intervento del Ministero della Giustizia, che nel luglio u.s. ha invitato chi di competenza a provvedere agli adempimenti correlati alle mie istanze, e nel persistente silenzio del Consiglio Superiore della Magistratura da me sollecitato a valutare l’operato di chi aveva concesso le autorizzazioni, mi vede in atto soccombente, avendo ricevuto la comunicazione di ripresentare le istanze richiedendo, però, i rimborsi delle spese in misura non eccedente il prezzo del biglietto del treno in seconda classe (circa 57.00 euro – versus i 250.00 euro spesi – per ciascun viaggio).
Facendo gravare sul bilancio della mia famiglia la spesa – autorizzata e quindi da rimborsare – di circa 200,00 euro per ciascun viaggio (per un totale di 1000.000 euro), vengo ripagato dell’impegno profuso al fine di ottemperare al dovere di testimone, laddove avrei potuto – a mio avviso legittimamente – giustificare la mia assenza dalle udienze: il che avrebbe comportato il rinvio delle stesse (a parte che due sono state rinviate nonostante la mia presenza in aula, dopo un viaggio in auto di circa 5 ore e una spesa – a tal punto – inutile di 250,00 euro) a data da destinarsi, per la persistente – a oggi – mancanza di un servizio di linea utile a farmi raggiungere Palermo per le ore 9.00. E, laddove le udienze fossero state fissate per le ore 14.00, sarei stato impedito a rientrare a Tropea nella stessa giornata, sì da dover trovare alloggio, sorbito un caffè, su una panchina della stazione centrale di Palermo, non essendo prevista dalla normativa una specifica indennità, se non – forse – pari a 1,29 euro.
Ma …, in questa vicenda, le stranezze da raccontare non sono finite.
All’incirca nei sopracitati periodi di tempo, la Procura Generale di Palermo, la Procura della Repubblica di Messina e il Tribunale di Barcellona PG mi hanno citato, sempre quale “testimone non residente”, in 3 udienze dibattimentali.
Ebbene sì, previamente autorizzato dai sullodati Uffici all’uso della mia auto per i trasferimenti dalla mia residenza rispettivamente a Palermo, Messina e Barcellona PG, a distanza di poco tempo ho ottenuto – su mia istanza – il completo rimborso delle spese di viaggio – con la mia auto – effettivamente sostenute.
Quale dovrà essere il mio comportamento nelle prossime citazioni quale “testimone non residente” a Palermo??!!
Luigi Giuseppe Angiò

Lettera pubblicata il 10 Novembre 2021. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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