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Uno strano Paese

Gentile Direttore,
in questi mesi sono affetto da una strana forma di astenia: fatico a scrivere, ma in questo caldo agosto quanto vado leggendo sui quotidiani nazionali mi spinge a superare questa difficoltà.
Mi ero illuso – che brutte le illusioni – che prima o poi questo Paese avrebbe trovato le energie per rinnovarsi ma oggi non lo credo più anche perché gli uomini migliori o se ne vanno o sono colpiti da una strana rassegnazione a questo peggio strisciante che porta le istituzioni a coabitare intrinsecamente con la mafia, a rubare, a non pensare all’altro da sé, ad usare a proprio uso e consumo ogni cosa pubblica alle volte persino contro i cittadini e i loro supremi interessi.
Lo scenario è desolante, occupato da queste baruffe del e nel Governo che probabilmente di altro dovrebbe occuparsi, che ne so della lotta all’evasione fiscale, di una riforma adeguata del Welfare, dei giovani, del loro futuro, di uscire da questa dittatura dell’ignoranza indotta e consumata pure da questa televisione che ha antropologicamente mutato gli italiani facendoli diventare irriconoscibili.
Mi affanno a trovare le ragioni per combattere questo stato di cose, e maturo la convinzione che proprio dalla politica dovrebbero uscire le proposte per allontanarsi da questa melma maleodorante, ma la politica in questo Paese non c’é: è assente!
È occupata in un Teatro dei burattinai mentre languono e si aggravano i problemi, quelli di tutti i giorni per tanta, troppa parte dell’Italia.
Quelli dei servizi che peggiorano, degli investimenti che non ci sono perché conviene delocalizzare, quelli di una ricerca e di uno sviluppo a cui mancano risorse ( appena lo 0, 8% del PIL ) , quelli del lavoro e tanti tanti altri.
Tra nani e ballerine l’Italia muore in una divisione ideologica che assurdamente sconta propria l’assenza di qualsiasi ideologia o progetto condiviso, muore o meglio viene occupata da un potere che è l’antistato, la mafia, la camorra, per i quali i profitti non mancano, anzi.
E mentre tutto questo va in onda chi ci governa pensa a ” sistemarsi le cose di casa”, a prepararsi leggi su misura e a dimenticarsi dell’Italia che fatica e con dignità cerca di andare avanti, salvo poi raccontarci che tutto va bene: la ripresa c’è, i conti sono in ordine e… la partita può riprendere…
Forse non è più la nostra partita, quella cioè di chi, diversamente, vorrebbe giocatori, allenatori e management tesi a far crescere l’Italia in termini di democrazia e di opportunità, in termini di giustizia celere e uguale per tutti e soprattutto di un’Italia con le mani magari callose per la fatica, ma pulite, veramente pulite.
Massimo Zanetti

Lettera pubblicata il 24 Agosto 2010. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    assistente contrario -

    Caro Massimo, mi dispiace che non ci siano stati commenti alla tua lettera, quindi almeno uno te lo voglio lasciare io se permetti. Secondo me la mancanza di commenti è dovuta a due fattori, di cui uno sicuramente giusto. Il primo potrebbe essere, anche se ne dubito, che sono tutti d’accordo con te, quindi sarebbe superfluo commentare, e l’altro, che tutti abbiano i pensieri altrove, che non abbiano tempo per queste baggianate e lamentele da parte tua.
    Da parte mia ti dico: è delle persone come te che ho bisogno, ciò che scrivi o dici mi dà l’energia e le motivazioni per continuare a costruire, distruggendo ciò che è rovina per questo paese.
    C’è un motivo per il quale io non lascio la partita, è per quegli occhi pieni di domande e che esigono almeno una risposta, è per i loro sorrisi e le loro risate, è per la loro incoscienza, è per i loro discorsi sensa senso; ma in quei discorsi, loro vivono beati ed inconsapevoli del marcio che hanno intorno. Non è giusto, che siano queste creature a scontare i nostri sbagli, non abbiamo il diritto di fargli questo; cercherò, avendone le possibilità se pur minime, di scansare e nascondere quel marcio ai loro occhi.
    Un motivo, uno solo, per non lasciare il campo di gioco, trovane uno qualsiasi.
    Sei la prima e quasi sicuramente l’ultima persona a cui abbia mai scritto un commento, a me non piace, ma dopo averti letto, ho voluto lasciarti un mio pensiero.
    Col rispetto che meriti, ti stringo la mano.

    assistente contrario

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