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Storie ordinarie di follia amministrativa

Egr. Min. Fioroni,
sono una insegnante di scuola primaria in un piccolo borgo dell’entroterra barese (Adelfia, per la precisione)..o meglio, lo ero.
Lo scorso anno scolastico, infatti, nominata in ruolo per il primo anno, scelgo come prima sede la scuola del mio paese, dove i contatti con le famiglie e i bambini iniziano già da quando questi ultimi sono ancora in fasce.
Mi viene però subito precisato che IL PRIMO ANNO IN RUOLO LA SEDE NON E’ DEFINITIVA.
Perchè?…
Non mi scoraggio, porto avanti un programma che entusiasma genitori, dirigenti, colleghe e, soprattutto, i bambini. Ma si avvicina la fine dell’anno, io chiedo di restare nello stesso circolo non fosse altro che per dare concretezza alla tanto decantata CONTINUITA’ educativa, ma nulla, vengo trasferita a sede definitiva in un altro paese. La motivazione è che non vi sono posti disponibili nel circolo didattico dove ho chiesto di restare.
Ok..
Inizia mestamente il nuovo anno scolastico, i miei bambini mi cercano e mi dicono che…è stata nominata AL MIO POSTO una nuova insegnante, anche lei di prima nomina e quindi anche lei CON SEDE PROVVISORIA…
La prego Sig. Ministro, mi illumini e mi spieghi quale è la ratio di questo delirio.
Certa del suo interessamento la saluto cordialmente.

Lettera pubblicata il 23 Settembre 2007. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Lavoro - Scuola

La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    precaria -

    Egr.SIg.Luciana,Le risponde un’ultima arrivata al pari Suo.Sono una precaria di un ufficio pubblico assunta da un anno con tanto di laurea in economia che mi appenderei volentieri sul muro del bagno.La riconferma viene data per sicura ma nel frattempo ci chiedono ‘prove di produttività’ quali straordinari non pagati nè riconosciuti a riposo compensativo,la messa in disponibilità delle proprie auto per attività esterne e di articoli di cancelleria perchè la segreteria che gestisce la contabilità non ha soldi e tempo per comprare carta e biro e tantomeno di organizzare mezzi di servizio per le attività proprie dell’ufficio.Mettere a disposizione la propria auto non basta:devi fare straordinari per aumentare la produttività dell’ufficio e usarla anche quando potresti usare mezzi pubblici.La formazione poi è l’ultimissimo traguardo dell’ufficio,non chiamamolo obiettivo perchè non è produttiva e fa perdere tempo invece di aumentare il numero delle pratiche.Risultato:un neoassunto si trova sbattuto dopo due settimane a ricevere il pubblico,a gestirsi le pratiche da sè,a lavorare completamente abbandonato firmando gli atti amministrativi come un normale funzionario perchè i capi non hanno tempo e i colleghi anziani non hanno mai delega di firma(o così dicono).Demansionamenti e sovramansionamenti sono all’ordine del giorno perchè se anche esiste una legge scritta che regola le mansioni i capi con la loro superiorità gerarchica la scavalcano in nome di chissà quale emergenza.Neoassunti chiamati a produrre prima ancora di imparare il mestiere e anziani sballottati da un reparto all’altro senza che il capo si decidi a sistemarli.Sindacalisti che dovrebbero tutelarti dai capi e che invece sono i primi a voler diventare capi e comandare.Colleghi sulla tua stessa barca che invece di solidalizzare con te fanno i volgarissimi leccapiedi dei capi.Hai lo stipendio sicuro ma parte è costituito da buoni pasto che non puoi spendere liberamente come la moneta.E quando entra lo squilibrato di turno in uffici sta a te chiamare il 112 perchè capi e colleghi maschi non ti difendono affatto:potrebbero anche picchiarti e violentarti ma i pesi sono tuoi.Sono fglia di insegnanti e mi ricordo di quando mia madre,sull’orlo della pensione e con quasi 30 anni di anzianità,si stava vedendo togliere la cattedra da una collega pseudocapetta e con alle spalle esperienze di esaurimenti nervosi e isterismi vari:il preside faceva il complice e diceva che la continuità didattica era una scelta del consiglio d’istituto che lui poteva scavalcare benissimo.Trovai la legge che imponeva la continuità didattica,redassi la lettera/ricorso per mia madre che fu presentata e protocollata in segreteria:il preside smise di fare il finto ingenuo e ‘accontentò’ mia madre anche se a voce ribadì che le cattedre devono essere fatte di comune accordo tra colleghi senza scomodare i capi.A scuola vedevo una sfilza di professori che l’anno prima erano nella mia classe:dov’era la continuità?

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