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Stare in casa è un’agonia

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Lettera pubblicata il 3 Agosto 2011. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 55 commenti

Pagine: 1 2 3 4 5 6

  1. 21
    Stregatto88 -

    cara aria 85 ti prego di leggere gli ultimi post da me pubblicati. La faccenda é seria e nn é sufficiente tagliare il cordone ombelicale. Per sfuggire a questa condanna nn basterebbe nemmeno cambiare emisfero. Nn capisci che mia madre si impiccia troppo e di tutto ciò che nn la riguarda? Infila tutt’ora le mani nella mia borsa per guardare nn so cosa. Il mio lavoro nn mi fa guadagnare quanto pensi e nn é nemmeno fisso. É un’occasione per trovare altro. Ma nn credere che sia così remunerativo. Io credo che dovresti immedesimarti nella mia situazione prima di giudicare il bisogno di ricevere schiaffi, detto, tra l’altro da qualcuno che apre la bocca e sputa sentenza senza aver mai provato. Io nn voglio andarmene sbattendo la porta come ha fatto mia sorella. Vorrei aiutare i miei in qualche modo. I tuoi schiaffi nn mi servono.
    Niente mi é dovuto, ho sempre fatto i salti mortali per conciliare i miei due-tre pomeriggi di lavoro, un liceo classico, e due pomeriggio dedicati al settore artistico. La prima volta che ho avuto tempo di uscire il sabato sera é stata che avevo 20 anni. Nn mi pare di essere una che dormiva sugli allori e aspettava che le cose scendessero dal cielo.

  2. 22
    toroseduto -

    Capisco…capisco che se andiamo avanti così, arriveremo a 100 post su questa lettera. Ora, forse rinfrancata da quello che ho scritto, hai tirato fuori che subisci un ricatto su una eventuale eredità.

    Dici che fai un lavoro che ti piace, forse ti blocca il fatto che il lavoro non è fisso, bè, anche il mio non era fisso però mi permetteva di guadagnare molto e avevo la soddisfazione di misurarmi sul campo con “colleghi” disposti a tutto, in un campo dove conta la sostanza
    la capacità di essere avanti, metteva tutto a tacere. Non mi dilungo su questo,il concetto è chiaro. Quello che ancora mi sfugge,riguardo te, ma solo perchè scriviamo in pubblico, è cosa ti impedisce di volare con le tue ali. Visto che in famiglia ci vivi male, senza scendere nei particolari assurdi, come il fatto di fare un figlio senza padre, e con un lavoro che per la sua natura non ti permetterebbe di fare la mamma come si deve, per me sta diventando “un canale grottesco” fuori dalla logica e privo di verità complete; mi riferisco al fatto che hai aggiunto nuovi particolari.

    Quando dico mancanza di verità complete, so bene che ti senti frenata per il fatto che ricevi molti attacchi, per questo motivo penso sia difficile arrivare a parlare in modo positivo-costruttivo.
    In passato ho avuto una corrispondenza privata quando si arrivava ad una situazione stagnante. Veniva fuori tutta la storia e si poteva tentare con il confronto, a creare delle linee guida. Tu dici di no, che ritieni interessante interloquire con varie persone. Allora mi arriva la conferma sulla prima sensazione quando ho letto le tue prime lettere, ti piace fare la passerella, rispondi a tutti, siano belli oppure brutti.
    Io mi tiro indietro, la mia natura è indirizzata all’agire, al confronto stretto, queste chiacchiere di agosto fra un attimo saranno insulse e obsolete.

    Confermo quello che ho già ho detto in precedenza, prenditi la tua vita, se non vuoi avere rimpianti, se tentenni sui ricatti, sei in mezzo al fiume, indecisa se andare avanti o se tornare indietro, se torni indietro hai la certezza che troverai l’acqua bassa, se vai avanti c’è il rischio di affogare…Nessuno potrà spingerti in una direzione o nell’altra, non saranno le vuote belle parole di sconosciuti a darti la maturità che ancora ti manca.

    Ricordo lo sguardo fiero di mia figlia quando tornò a casa dal colloquio dicendomi che era stata assunta! L’abbracciai fiero di lei.
    Questo a te manca, non hai chi crede in te, ma la risposta che cerchi, non ti arriverà da uno sconosciuto, e io non voglio spingerti da una parte o dall’altra, ti ho raccontato alcune esperienze, ma non ti ho ancora detto che non ho mai chiesto consigli, ho sempre affidato all’istinto e alla mia capacità di conoscere i miei limiti le scelte importanti.
    Ti saluto e spero che ti arrivi “chiaro e forte” quest’ultimo messaggio. Buona Fortuna.

  3. 23
    Stregatto88 -

    grazie toroseduto. Apprezzo quello che dici.
    Ma nn sono tipo da passerella. Ho scritto in anonimato, ho inventato un nick irriconoscibile e ho protetto le informazioni personali. Nessuna passerella, speravo di ottenere consigli utili sulla gestione dei rapporti anche telefonici del futuro. Nn voglio sbattere porte i faccia ma nemmeno sottostare a meschini ricatti. Nn mi interessano 100post, rispondo a tutti per educazione, snobbare sarebbe insultare. So benissimo che la soluzione nn sta in parole di estranei, cerco un confronto. E nn sono l’unica evidentemente. Se nn ci fosse questo bisogno nn esisterebbero questi blog. Scrivo per capire cose nuove. Per sapere come fare. Nn sono cose di cui vantarsi e nn le racconto in giro. Hai sbagliato persona se scambi, in questo post, l’ambizione per una richiesta d’aiuto.
    Io ho sempre operato così: dal generale al particolare. Nn ti stupire se aggiungo altre informazioni cammin facendo.
    Ti ringrazio dell’in bocca al lupo e mi permetto di invidiare tua figlia per il rapporto cristallino che avete e per la tua apertura mentale. Io nn avrò mai questo. Ti ringrazio.

  4. 24
    rossana -

    ciao Stregatto,
    mi piacerebbe sapere cosa ti ha consigliato la psicologa in merito a al problema con cui hai aperto questo thread. diventa difficile analizzare la situazione e dare suggerimenti dopo di lei…

    premesso che, come i genitori non possono scegliere i figli, nemmeno i figli possono scegliere i genitori. affermazione banale, nella quale però c’è per intero il cruccio che ti affligge. aggiungo, per completezza, che i legami di sangue sono di solito gli unici su cui si può contare per l’intera vita. dovrebbero essere la scuola primaria che educa ad amare e che fornisce la più grande e importante eredità: quella di sentirsi amati e accettati per quello che si è (aspirazione che permarrà nel tempo e che a volte non potrà mai più essere del tutto saziata).

    è ovvio che questo spesso non avviene per una miriadi di cause, difficili da incasellare. il dialogo fra generazioni non si costruisce dall’oggi al domani. a volte la reattività dei figli fà sì che da una famiglia di borghesi di destra spunti un figlio comunista. questo esempio si avvicina per certi versi a quanto è successo a te.

    la soluzione che ti prospetto è complessa e difficile da realizzare ma sono sicura che se ti ci volessi impegnare a fondo potrebbe dare qualche buon risultato. viene un momento in cui si deve diventare per forza genitori dei propri genitori, possibilmente con amore, anche se di amore se n’è ricevuto poco oppure se quello che ci è stato dato era inadatto. per te è molto presto, me ne rendo perfettamente conto, soprattutto perchè, a mio avviso, la tua immaturità è essenzialmente affettiva, la più pericolosa per il tuo futuro e la più difficile da satollare.

    visto che loro non riescono nè a comprenderti nè a seguirti nei tuoi progressi, e che è giusto che tu segua la strada che ritieni più adatta a te fra quelle possibili, prova a sforzarti ad essere tu a comprendere loro, non continuando a contrariarli a parole ma cercando di dimostrare loro nei fatti che fai tutto il possibile per accontentarli in quello che puoi. piccole cose, ovviamente…

    nello stesso tempo, lascia da parte i ricatti ereditari e l’idea di mettere da parte i soldi per comprare casa al prezzo di subire mesi di abitazione coatta insoddisfacente. l’eredità può sfumare anche solo a seguito di una grave malattia oppure di una lunga vecchiaia che necessita assistenza. non hai idea di come se ne vanno in fretta i soldi messi da parte in questi casi! senza contare, poi, che spesso alle minacce verbali non seguono i fatti…

    ti faccio alcuni esempi pratici di comportamento da seguire: evita di mettere a confronto la tua situazione esistenziale di oggi con quella che tua madre ha vissuto in passato. ammetti, con lei, che tutte le epoche hanno i loro punti dolenti. permettile di raccontarti le sue difficoltà di allora e spiegale, pazientemente, quali sono le tue di oggi, glissando su quanto potrebbe allarmarla.

  5. 25
    rossana -

    non regalar loro abiti preziosi che sai non essere da loro apprezzati ma sforzati di donar loro la tua comprensione, mettendoli magari al corrente del progresso dei risparmi che riesci a mettere da parte per un tuo futuro di autonomia economica. se ti scoraggiano con l’evidenza della tua inadeguatezza agli standard evolutivi che vorrebbero per te, temporeggia affermando che magari, prima o poi, ci arriverai ma che per il momento senti il bisogno di sperimentare la vita in altri modi…

    in poche parole, se tu smetti il tiro alla fune verso di te, potrebbero allentarsi anche i loro sforzi nel senso opposto, e questo già ti renderebbe la convivenza meno oppressiva. c’è molta differenza d’età o di preparazione scolastica fra voi?

    a essere sincera, mi sembrano davvero molto “chiusi”, soprattutto nello scoraggiare la relazione fra sorelle, che sussisterà dopo la loro dipartita e che potrebbe essere il solo vincolo forte nell’esistenza di entrambe. tuttavia, non è che se ne possa far loro una colpa. si deve prendere atto che sono così (forgiati dalle loro famiglie e dal loro ambiente) e li si dovrebbe accettare per quello che sono, se non altro per rispetto e gratitudine per quanto ti hanno dato, educazione scolastica inclusa.

    per risolvere più rapidamente il disagio, potresti cercare un lavoretto estivo di basso livello lontano da casa nel settore alberghiero. questo ti consentirebbe di stare meno con i tuoi genitori e di aumentare la tua esperienza di vita in ambiti diversi da quello del tuo attuale lavoro, oltre a favorire i tuoi risparmi.

    in ultimo, con il tempo e preparandoli a poco a poco, potresti condividere una camera con un’altra ragazza, in modo da ridurre le spese, e iniziare una tua vita autonoma, tornando però spesso a casa, in modo da non tranciare i contatti con i tuoi. lascia che siano semmai loro a farlo ma tu non scoraggiarti mai e continua sempre a dimostrare loro il tuo affetto, qualsiasi cosa essi dicano o facciano per allontanarti.

    altro dirti non so, se non che la vita non è facile per nessuno e tutti incappano, prima o poi, in prove difficili da superare. ormai sei adulta e, anche se non sufficientemente ben equipaggiata dal lato emotivo, comincia a contare solo su te stessa e a non ipotecare il futuro. chi vivrà vedrà, meglio se sempre con amore…

  6. 26
    Stregatto88 -

    ciao rossana,
    Grazie per le tue parole sempre ben accette.
    La psicologa ha proposto una soluzione drastica (andarsene) e lasciarli perdere. Dice che il tempo darà ragione a me.
    Cosa che, sinceramente nn condivido visto che sarebbe sbattere la porta in faccia a qualcuno.
    Per quanto riguarda il livello scolastico nn sono laureati, invece per l’età si collocano nella sessantina di anni. Quello che secondo me é il loro limite é nn aver girato il mondo, avere pochi scambi di informazione (aggiungo al ‘chiuso’ anche un atteggiamento ‘selvatico’) con pochissimi amici. Nn sono mai stati due simpaticoni circondati da persone amichevoli. L’opposto mio.
    Rossana, io so le difficoltà che hanno passato, ne sono cosciente, così come sono cosciente del fatto che mia madre ha subito dei traumi mai risolti. Ecco perché ipotizzo depressione ed esaurimento. Nn può esistere un confronto costruttivo se tutt’ora mi si controllano i movimenti di conto corrente e si commentano le mie spese come inutili e mal fatte. Nn ci può essere dialogo se alla mia età si guarda ancora cos`ho nella borsa. Fumo? beh saranno anche affari miei! Ci si fida ancora di quello che dicono gli altri. Il ‘ricatto’ secondo loro peggiore é “ecco, d’ora in avanti racconterò cosa fai e come ti comporti a tutti e nn dirò sempre che va tutto bene”. COme se agli altri importasse qualcosa. Come se gli altri raccontassero a lei i problemi!
    É questo che nn va. Capisci?
    Ieri c’é stato l’ennesimo scontro e sono stata definita ‘cattiva’ perché voglio andare via, lontano.
    Io ci provo a lasciar perdere…

    Per quanto riguarda l’eredità gliel’ho ripetuto mille volte che la vita é lunga e possono aver bisogno di molti soldi per l’assistenza. Ma se parlo di questo cominciano i ricatti più seri ‘spero di morire presto’, ‘lasciami in pace che mi viene un infarto’.
    La psicologa dice che con sto ritmo impazzirò. Forse é l’unica cosa buona che dice…

  7. 27
    rossana -

    Ciao Stregatto,
    quasi certamente la psicologa ha ragione ma, se fossi in te, prima di mollare vorrei mettercela tutta nel tentativo di trovare un equilibrio in una relazione così importante.

    cerca di farti più forte emotivamente, anche se già lo sei parecchio, nel senso di non prendertela per niente se frugano nella tua borsa, disapprovano la tua condotta e ti controllano le spese sul conto corrente. perchè non ne apri uno che i tuoi genitori non possano individuare?

    se non fai del male a nessuno e segui semplicemente la strada che ti sembra più congeniale per te, sei a posto con la coscienza, consapevole della diversità che c’è fra te e loro (senza per questo volerli in nessun modo sminuire). dovresti agire con dolcezza e lasciar da parte qualsiasi atteggiamento di ribellione, come farebbe un adolescente. non contrariarli a parole, cerca invece di convincerli della tua buona fede e onestà d’intenti a poco a poco, come la goccia d’acqua che scava la roccia. portali a comprendere che essere figlia del tuo tempo non significa essere cattiva.

    so che è difficile, e che per te può essere difficilissimo, ma a mio avviso vale la pena provarci, se non altro per non avere rimpianti. il distacco è sempre doloroso per i genitori ma i tuoi, vista la tua età, avrebbero dovuto favorirlo da tempo… può avvenire con uno strappo o gradualmente, passo dopo passo.

    pur considerandoti quella più “grande” sotto l’aspetto culturale e più inserita nei tempi, che deve “condire la minestra” del rapporto, dovresti fare in modo di non esautorarli negli atteggiamenti. sii affettuosa: una goccia di miele attira più mosche di un fiasco d’aceto e può far crollare anche i temperamenti più arroccati nelle loro convinzioni. fai almeno qualche tentativo in tal senso.

    non ritengo possibile, però, pensare di convincere tua madre a curarsi, ammesso che ne abbia davvero bisogno. è troppo tardi per lei e, comunque, questo tipo di impulso al miglioramento difficilmente può essere indotto dall’esterno.

    perchè, nel transitorio, non cerchi una vecchia roulotte da affiancare a un piccolo prefabbricato in legno, da sistemare non lontano dalla casa, dove poter trascorrere in estate parte del tuo tempo da sola? potresti dire che hai bisogno di solitudine per ricaricarti, per cominciare a misurare la tua autonomia e per evitare le discussioni, senza volerti allontanare troppo da loro…

    potresti anche comprarti una bicicletta o un motorino per raggiungere la città più vicina, dove poterti incontrare con gli amici o andare semplicemente a vedere un film che ti attrae. so che tutto questo contrasta con la vita che sei solita fare sul lavoro e con la tua visione di te ma a volte i compromessi sono necessari, anzi spesso diventano indispensabili. quello che conta nel tuo caso non sono i mezzi ma il fine!

    una qualche soluzione ci dovrà pur essere per alleggerirti il carico: spetta a te individuare la migliore, quella che potrebbe darti un qualche anche minimo risultato…

    buona serata

  8. 28
    aria85 -

    “Io credo che dovresti immedesimarti nella mia situazione prima di giudicare il bisogno di ricevere schiaffi, detto, tra l’altro da qualcuno che apre la bocca e sputa sentenza senza aver mai provato.”

    Certo,perchè tu sai esattamente cosa ho fatto o non fatto nella mia vita…come no!
    E non è arroganza questa?
    Son sempre più convinta (e i tuoi post li ho letti,eccome) del fatto che cerchi solo di essere compatita e commiserata.
    Accetti solo le pacche sulla spalla perchè ti fanno sentire nel giusto.Se qualcuno,in un modo o nell’altro,prova a spronarti,facendoti notare che ci può essere qualcosa che non va,magari,nel tuo atteggiamento,ecco che ti parte l’acido!
    Sai che c’è?
    Ha ragione toroseduto…ti piace troppo fare la passerella…
    E anch’io come lui,me ne chiamo fuori!
    Ciao

  9. 29
    Stregatto88 -

    aria 85: ma vai a farti un bagno. Che é meglio. Arrivi, attacchi senza capire e ora te ne vai. Perfetto. Nn mi mancherai. La passerella la faccoo im strada dove mi conoscono…
    Comunque nn mi sono permessa di commentare le tue lettere con tutta questa rabbia. Sinceramente rispetto il dolore degli altri e se devo solo sparare a zero sto zitta. Se posso aiuto, con tatto e gentilezza. Perché le storie degli altri vanno rispettate dato che ognuno ha la sua sensibilità..

    Rossana, grazie per i tuoi consigli. Cercherò di fare del mio meglio e di moderare il mio carattere molto diretto. Nn mi piacciono gli ammenicoli e di solito dico le cose in faccia senza tanti pensieri, esattamente come nei post. Quello che mi fa impazzire é che loro sanno sempre una pagina più del libro, senza averlo nemmeno sfogliato. Tutt’ora dimostrano di sapere più di me anche nelle materie studiate all’università. É fastidioso. É umiliante. É da immaturi. E posso essere tollerante su molte cose ma nn su tutto.. Vorrei avere la tua moderazione, rossana. Perché anche se sopporto un po’ nn é detto che riuscirò a farlo sempre. E quando sbotterò saranno dolori…

    Su mia madre hai ragione. É tardi per lei, nn si può fare più niente..

  10. 30
    rossana -

    Stregatto,
    capisco quando scrivi:
    “Quello che mi fa impazzire é che loro sanno sempre una pagina più del libro, senza averlo nemmeno sfogliato. Tutt’ora dimostrano di sapere più di me anche nelle materie studiate all’università. É fastidioso. É umiliante. É da immaturi.”
    ma quando tu stessa riconosci che è da immaturi, non dovresti andare a cercare altro. limitati al rispetto, che devi loro per tutto quello che ti hanno dato e che ti ha permesso di essere come sei. e poi sforzati di aggiungervi anche un pizzico dell’amore che affermi di provare per loro, forse soprattutto per tua madre, visto che tuo padre compare di meno nei tuoi post.

    negli anni ho scelto da sola i principi con i quali orientare la mia vita. uno di questi, che troppo ingenuamente ho esteso a tutti (non solo a chi mi era affettivamente più vicino) è stato il seguente detto francese, forse di un anonimo:

    “Aime-moi le plus lorsque je le mérite le moins,
    c’est alors que j’en ai le plus besoin”

    che, tradotto, suona:
    “Amami di più quando lo merito di meno,
    è allora che ne ho più bisogno”.

    banale affermare che amare chi dimostra di amarci è molto facile. ben più difficile quando è necessario impegnarsi a fondo e superare barriere…

    potrebbe essere anche un utile esercizio per migliorare l’impulsività del tuo carattere. mi sembra di aver compreso ora perchè tendi in qualche modo a metterti in luce più del necessario. a mio avviso, cerchi costantemente quanto inconsciamente di sconfiggere l’oscurità in cui i tuoi genitori ti hanno sempre tenuta e continuano a tenerti, forse soltanto per timore che tu ti estenda troppo e che questo possa arrecarti danno, come di fatto sta avvenendo, per lo meno nella tua difficoltà di comunicare con chi non ti conosce.

    gran brutta cosa quando i genitori non sono capaci di accettare i figli per quello che sono, limitandosi a dirigerli ma ostinandosi a tutti i costi a volerli modificare! ti sembrerà strano ma anch’io ho commesso questo errore, sia pure in tono minore, spaventata da un figlio più “grande” di me. misurando le sue ali con le mie ho avuto paura che volasse troppo in alto e cadendo si facesse troppo male. così mi sono sempre ostinata a spingere un aquilotto a restare non dico a livello di un passero ma poco più in alto. e tuttora, pur avendo razionalizzato il tutto migliaia di volte, ancora non riesco a fare diversamente.

    al diavolo Kant e la razionalità che dovrebbe permettere all’uomo di governare l’intera sua vita e di consentirgli di non sbagliare. come si fa a razionalizzare sentimenti come la paura o l’amore?

    anche a te, come a mio figlio, manca quasi del tutto l’umiltà. cerca, se puoi, di modificare un poco questo tuo limite, cominciando magari ad andare in città in bicicletta…

    con affettuosa simpatia

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