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Uno spiraglio di luce contro il buio del suicidio

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Lettera pubblicata il 13 Gennaio 2012. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 26 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 11
    alessandro -

    Gratitudine? Cara Maria è qui che sbagli…non li vedi, non li senti, non leggi le loro parole, non noti il loro atteggiamento? Puoi davvero aspettarti gratitudine da tutti coloro che altro non fanno che ritenersi i destinatari di tutto il male del mondo? Tutto il mondo ce l’ha con loro, questo mi viene da pensare leggendoli…
    Poi guarda l’assurdo di chi dice queste parole: ‘Lasciate in pace chi si vuol suicire : sono problemi suoi , e di nessun altro’…vedi Maria? Dicono di lasciarli in pace e non si rendono conto di essere loro a torturare tutti quanto parlando a vanvera di un gesto che non compiranno mai, sennò davvero starebbero qua sopra, su un sito internet a fare tanta filosofia…
    Poi Benigni fa venire il vomito, D’annunzio è un ‘esaltato-narcisista-guerrafondaio-cocainomane’, insomma non gli va bene niente, nulla…
    Vedi amica, io ho fatto un mestiere complicato, dannatamente difficile e non solo da un punto di vista meramente tecnico ma anche e soprattutto a livello di sentimenti, emozioni, speranze che covi sempre dentro di te e che continuerai a sentire anche quando il mondo sembra crollarti addosso, e in questa caso parlo del mondo dell’altro: ho fatto lo psichiatra. Ho incontrato gente persa in abissi di disperazione incontenibile, gente che ha fatto tentativi seri di suicidio e che è viva solo per mera casualità, gente che non ha modo nè forza di annunciare la sua morte su un sito o, al limite, di fare filosofia sul suicidio…e poi, cara amica, sono stato, da specializzando in psichiatria, in posti come questi, e precisamente in quello di Montelupo Fiorentino:
    http://www.youtube.com/watch?v=A535K-IjVjg
    Sai perchè parlo al passato? Perchè sai bene che ho un cancro gastroesofageo, e non ho più di altri 5 anni da vivere…ne ho 30!
    Avevo fatto richiesta di essere applicato in una di queste strutture, gli OPG (‘ospedali’ psichiatrici giudiziari, cioè manicomi giudiziari…l’ipocrisia di questa società assurda si nasconde anche dietro il perbenismo delle parole), ma non appena dovetti presentare la mia documentazione sanitaria, vedendo il mio problema di salute tutte le mie domande venivano rigettate.
    Allora? Che dovrei fare? Suicidarmi? Oppure venire qui sopra a far filosofia sul suicidio, a parlarne, parlarne, parlarne sempre per poi chiedere, al colmo dell’assurdo, di essere lasciato in pace? Ma siamo seri per favore, siamo seri davvero, che adesso si sta rasentando il ridicolo più becero e meschino.
    Se uno grida qui il suo proposito suicida quasi certamente non darà esecuzione a questo, e di ciò me ne rallegro. Vuole essere ascoltato, compreso, sostenuto in qualche modo, spera e reclama tutte quelle attenzioni che la vita reale gli ha negato. Uno cerca di dargli tutto questo, nei limiti di quanto è permesso da un rapporto virtuale naturalmente, ma poi la vita bisogna comunque viverla, è questo che devono mettersi in testa questi signori.
    Io vado a fare la chemioterapia ben sapendo che non mi salverà la vita.

  2. 12
    alessandro -

    Mi porto addosso una cicatrice da oltre 90 punti di sutura, ci sono giorni che non mi reggo in piedi, tipo gli ultimi 3, dove davvero non mi reggo sulle gambe, sono torturato dai capogiri, dai vomiti, dalla nausea, dalle emorragie e sterne (cioè in sostanza vomito sangue, tanto per essere chiari)…non penso a tutto questo? A 30 non ci penso? Ma certo, certo che ci penso, ci penso e mi incazzo, maledico e stramaledico la mia vita e mi chiedo a cosa siano valsi tanti sacrifici, tanta passione, tanto studio se era destino che dovessi morire e nemmeno 40 anni. Poi penso a quanto gli altri dicono del mio aspetto fisico, che trovano molto somigliante a quello di Kim Rossi Stuart e mi dico: vedi? Chessò, se è vero questo, allora avrei potuto preferire strade più semplici e immediate, ma no, medico volevo essere e medico sono diventato.
    In sostanza questo discorso per dire solo una cosa: ho consapevolezza che dalla vita mi è stato dato molto: passione, dedizione, una buona dose di intelligenza ed anche la piacevolezza estetica, appunto. E ho consapevolezza anche che tutto questo fra poco si perderà nel nulla e nel vuoto, e potrei preferire già da ora la morte per questo, così mi evito la tortura della chemioterapia, i vomiti, le emorragie, la nausea, la stanchezza fisica e le delusioni della vita, ma no, vivo, fin quando mi sarà data vita vivo. Ho fatto il medico, e soprattutto lo psichiatra, per combattere in tutti i modi possibili la morte, per evitarla fin quando la si può evitare. Non mi arrenderò mai alla morte allora, vivo fin quando ce n’è, come dice una canzone, e rendo grazie a questa vita per ciò che in questi 30 anni mi ha donato e concesso di vivere più che stramaledirla per un cancro infame che mi farà morire con ancora tutti i capelli in testa e i denti perfettamente allineati e bianchi…
    Vivo sì vivo, anche se alle volte mi sembra di condurre più una sopravvivenza, una morte strisciante più che un’esistenza serena e consapevole, vivo pur entrando ed uscendo dagli ospedali e non più come medico ma come paziente, per la chemioterapia, i controlli, gli esami vari, le lastre, le tac e tutto il resto…
    Scusatemi eh, è solo uno sfogo, perchè anch’io ho le mie difficoltà e le mie sofferenze, e forse è proprio per questo che certi atteggiamenti su questo sito di eterni e perenni aspiranti suicidi se una volta mi irritavano oggi non riesco proprio a comprenderli.
    In tutta umiltà, vi chiedo di riflettere su una cosa: provate a pensare a come possa sentirsi un medico di 30 anni che sa di dover morire presto, per una malattia che potrei definire infame, ingiusta ma che fa parte anch’essa della vita.
    Quando vivi problemi del genere, quando senti la vita, che ami con tutta la forza e la carica dei suoi momenti esaltanti ma anche di quelli tragici, che ti atterriscono e sgomentano, quando sai di aver fatto tutto il possibile e di stare facendolo ancora, forse capirete che non c’è spazio per piagnistei inutili ma solo per vivere! Fin quando ce n’è!

  3. 13
    Mariù -

    @david
    “darei non so che per vivere l’ultimo giorno come il suo”… ecco che cosa intendevo per idealismo inutile:tu non avevi detto di voler vivere l’ultimo giorno come il suo,come potrebbe essere già meno idealistico (=realistico, realizzabile) ma avevi detto di voler vivere un giorno solo splendido e poi morire. Il che mi pare particolarmente idealistico e sfiderei chiunque a dare corpo a queste parole.
    Gabriele D’Annunzio “esaltato-narcisista-guerrafondaio-cocainomane”? non ho scelto le poesie per gli autori che le avevano scritte nè per la vita degli stessi, ma per ciò che comunicano.
    @Alessandro
    ci siamo incontrati spesso su questo sito e ho espresso molte parole di ammirazione nei tuoi confronti. Bene anche questi tuoi ultimi 2 commenti me le hanno fatte pensare..ti sembra eccessivo se mi è uscita una lacrima? Ma non di pietà, no.. so benissimo che non è quello che cerchi.. ma di ammirazione!Perchè anche io penso che di tutti quelli che scrivono qui parlando di suicidio ce ne sono pochi che poi lo faranno davvero.. e non posso non esserne contenta!
    solo una cosa mi viene da dire.. al mio paese si usa molto questo proverbio “Il Signore dà pane a chi non ha i denti”. Anche se mi pare tu sia ateo (me l’avevi detto su qualche post se non sbaglio) credo il concetto sia sempre lo stesso. A buon intenditor poche parole david, 88 e tutti gli altri…
    un saluto ad Alessandro..

  4. 14
    david -

    No ma che c’entra è vero,tu dai messaggi molto belli,dalle tue parole ci sono raggi di sole di speranza(vabè scusa D’annunzio è un poeta unico anche se ha voluto due guerre).Però ti voglio chiedere una cosa (e non è affatto polemica è un dubbio che ho)secondo me contro certi disturbi ai quali non si può ricorrere che hai farmaci purtroppo(vedi x esempio disturbo osses.compulsivo:una tortura ti assicuro),ma il fatto è che a volte si esce dalla depressione “chimica”,dove devi contare le piastrelle mille volte al giorno ecc…Insomma si esce da questa e ci si trova di fronte ad un mondo molto chiuso,falso ed aggressivo ed è facile tornare a sentirsi male.Ciao MariulnLove

  5. 15
    david -

    No Alessandro hai ragione,ho detto una sciocchezza a MariulnLove riguardo a D’Annunzio,per quanto riguarda il suicidio non è un fatto di filosofia,certo i vostri commenti sul vuoto,il dolore,lo sgomento di un suicidio è giusto ripeterlo mille volte anche con poesia,spiritualità,solidarietà e poi tu Alessandro ed io abbiamo lavorato in luoghi tragici, ho perduto amici suicidi.Io ho cercato di morire x Paola,il dolore era troppo forte,presi le forbici e mi infilzai,vivo per miracolo ma per me credo non è stato un miracolo.Sono solo,disoccupato e con un PTSD che non è un bicchier d’acqua,Moh…Ciao a tutti

  6. 16
    Mariù -

    ciao david.. non ho capito bene il tuo dubbio. Potresti pormi la domanda in modo più chiaro?

  7. 17
    alessandro -

    Per fare lo psichiatra bisogna laurearsi in medicina e chirurgia (6 anni) per poi specializzarsi in psichiatria per l’appunto (4 anni). Tuttavia, leggendo molti interventi su questo sito, quasi la totalità pensa di poter mettere bocca su questioni prettamente mediche e uscirsene con facilità e rapidità.
    Che significano espressioni assurde come ‘depressione chimica’, ‘contare le piastrelle mille volte al giorno’, ‘farmaci necessari per il disturbo ossessivo compulsivo’? Ma che significano tutte queste pretese? Ma qualcuno pensa davvero che per via della sua esperienza personale può pensare di aver guadagnato ‘sul campo’ la qualifica di psichiatra (e non faccio battute, dico sul serio, purtroppo!)? Non lo so, ma con la sofferenza psichica tutti pensano di poter fare i maestrini, di poter dire la propria in maniera assoluta e incontrovertibile. Allora mi si perdono: uno psichiatra vero che studia a fare 10 anni se poi arriva qualcuno che ha sofferto (come soffrono tutti), poi ha lavorato per qualche tempo in qualche struttura e per questo pensa e ritiene di potersi mettere a pari di un medico? Ma stiamo scherzando o delirando veramente?
    Maria ha dato dei consigli, ha espresso un pensiero pulito e sereno, cercando di infondere coraggio, fiducia, speranza, ma non c’è ombra nelle sue parole di certe pretese assurde come quelle di cui ho poc’anzi parlato. I consigli, il sostegno e la comprensione possiamo, e se siamo esseri umani dobbiamo, darli tutti, ma a ognuno il suo compito per favore, sennò davvero qua le tragedie le facciamo aumentare a dismisura, e spero che qualcuno intenda a chi mi riferisco.
    Il DOC, disturbo ossessivo – compulsivo, rientra nei disturbi d’ansia dei manuali psichiatrici, ma di fatto è così perchè la sua sintomatologia risponde al trattamento con ansiolitici, come ad esempio gli attacchi di panico nulla hanno a che fare con la depressione ma siccome certi antidepressivi ne attenuano i sintomi li si ‘cura’ con quelli.
    Resta il fatto che con la chimica non si va da nessuna parte, e se non si prende consapevolezza delle ragioni che portano alla coattività di certe azioni hai voglia a prendere farmaci. Quindi di che ‘cura’ parli? Oggi questo disturbo più che altro è ritenuto come entità nosografica autonoma, e comunque con caratteristiche che interessano principalmente le deviazioni comportamentali. E io faccio prendere consapevolezza dell’assurdità di un tale comportamento, tipo quello di essere invaso dai germi per cui mi lavo continuamente le mani, coi farmaci?
    Caro mio, non parlare con troppa facilità di cose così complesse, te lo chiedo in tutta umiltà davvero, perchè non serve a nulla, anzi può fare solo danni. Lascia a ognuno il suo compito.
    Tu ami il pugilato, le arti marziali e tutto il resto, io sono un medico psichiatra, e pur consapevole di non avere nessuna verità in tasca, a questo spetta di stabilire non cosa sia necessario ma quantomeno più opportuno, e i farmaci non lo sono.

  8. 18
    alessandro -

    Ciao Maria, vorrei risponderti per bene, ringraziandoti delle tue belle parole nei miei confronti, ma come vedi non faccio in tempo per ora, e nelle scorse ore non ho potuto poichè non sono stato molto bene, anzi a dire il vero volevano che mi ricoverassi ma ho rifiutato.
    Tuttavia ti sono grato davvero per ogni tua singola paralo, ce ne fossero di giovani ragazze come te, e non mi riferisco solo alla parole che hai avute per me, ma nel complesso di ogni tuo singolo intervento. Mi sembri molti più consapevole della vita di quanto non sappiano esserlo certi che…vabbè, meglio che me ne stia zitto!
    Ciao

  9. 19
    david -

    No MariulnLove,più che dubbio è un angosciosa realtà (secondo me),quando qualcuno dopo lotta,sofferenza e coraggio esce dall’incubo,trova spesso al rientro nella società dei “normali”,nella società civile (chiamiamola così)viene accolto con beffe,insulti,mobbing nel lavoro ed altri comportamenti beceri ed offensivi,oltre a varie discriminazioni.La depressione che dona fascino misterioso agli artisti,attori,cantanti, personaggi celebri vari ai disgraziati semplici porta solo a calci in c… e come ho detto discriminazioni di vario tipo (per esperienza personale sul lavoro).E’ molto tragico,venir accolti con sputi e risate dopo una lotta dolorosa.

  10. 20
    david -

    MariulnLove non riesco a dormire fumo un cicchino.ciao

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