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Situazione spiacevole

Ciao a tutti, sono in cerca di un consiglio intorno a questa situazione spiacevole nella quale mi sono ritrovata .

​Verso la fine del marzo di quest’anno, ho conosciuto un ragazzo simpatico e carino, con il quale sin da subito mi sono trovata (stranamente) a mio agio. Dico “stranamente” perché purtroppo non ho mai avuto una grande considerazione di me stessa. Sin da piccola mi sono sempre sentita inferiore ed inadeguata, ed ecco perché alla veneranda età di 21 anni io non avevo ancora mai sfiorato un ragazzo (motivo in più per sentirmi “strana”). Ad ogni modo però, questo ragazzo è stato il primo a vedere in me un non so che di positivo e mi ha infatti rivelato di provare qualcosa nei miei confronti. Peccato che lo scorso marzo/aprile le mie condizioni di salute fossero davvero precarie. Ero emaciata e molto magra, soffrivo infatti da qualche mese di un disordine alimentare, e quindi, pur provando io stessa dei sentimenti per questo ragazzo, non mi sono sentita in grado di gestire una possibile relazione. Non ero nemmeno in grado di gestire me stessa!. Quando si soffre di un disordine alimentare, se qualcuno di voi ci è passato mi potrà dare ragione, si tende a pensare solo ed esclusivamente a se stessi; niente e soprattutto nessuno si può sovrapporre tra te ed i tuoi piani giornalieri da seguire passo dopo passo, ogni singolo dannato giorno. Ed ecco perché, in sostanza, pur avendo trovato un bravo ragazzo, io sono sparita e non mi sono più fatta sentire. Lui mi ha cercata, ma io da stupida, non ho dato segni di vita. Nel frattempo è passato qualche mese ed io mi sono ripresa; ed eccomi qua. Ora che ho recuperato il mio raziocinio, mi sono accorta del terribile errore che ho commesso e soprattutto di quanto ho trattato male quel povero ragazzo; ma io lo giuro, non sono cattiva o presuntuosa, semplicemente stavo molto male e non ero in me. Lui mi manca tantissimo, vorrei tanto poterlo riavere accanto. Non ho mai avuto un ragazzo e mi sono rovinata con le mie stesse mani. Ora, so benissimo che il poterlo riconquistare è un’utopia, e non lo merito nemmeno; però mi piacerebbe potergli per lo meno chiedere scusa. Vorrei dire lui quanto mi dispiace per non essermi più fatta sentire, ma non posso ricomparire così dal nulla e dunque…non so cosa fare!  ​

P.S. Lui qualcosa sapeva del mio disturbo, gli avevo detto che non stavo molto bene sia fisicamente che psicologicamente.

Lettera pubblicata il 12 Novembre 2017. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni - Salute

La lettera ha ricevuto finora 8 commenti

  1. 1
    Michelle -

    Digli quello che hai scritto qui, che non stavi bene e non eri in grado di pensare a certe cose in quel momento e non volevi addossare i tuoi problemi a nessuno. Ora ti senti meglio e ti piacerebbe riprendere i contatti con lui.
    Non devi spiegare tutto per filo e per segno. Potresti anche semplicemente contattarlo e vedere la sua reazione qual é.

  2. 2
    lilly -

    Mandagli un messaggio per chiedergli come sta e vedi se risponde e contraccambia il come stai tu, così potete ricominciare a parlarvi e tu puoi spiegargli tutto. Oppure se puoi incontrarlo da qualche parte, in un posto che lui frequenta meglio ancora, sempre meglio parlarsi di persona, e poi forse farebbe piacere anche a lui rivederti.

  3. 3
    Amata -

    Non lo so. Io ho mia madre vera che mi scrive e non mi molla elemosinando attenzioni. Ora davvero non so che dirti. Vedi sopra, altri consigli.

  4. 4
    Yog -

    Senti, la soluzione migliore te la hanno detta poco sopra: digli “che non stavi bene e non eri in grado di pensare a certe cose in quel momento e non volevi addossare i tuoi problemi a nessuno. Ora ti senti meglio e ti piacerebbe riprendere i contatti con lui”.
    È una buona tecnica perché spaccia l’egoismo per generosità e di solito i nabbioni abboccano.
    Poi confessagli che hai superato il disordine alimentare e adesso ti sbrombi di narda appena puoi, tra l’altro chi si sbromba di narda non è pallido ed emaciato manco d’ammorto.

  5. 5
    Fedepar1999 -

    Chiamalo o scrivigli è digli la verità. Se era destino che stesse insieme questo accadrà:). Altrimenti tranquilla la vita ti darà nuove emozioni :).

  6. 6
    Amata -

    Ci ho pensato (ora, in 3 secondi): digli in sintesi e senza vittimismo ciò che hai raccontato a noi e non aspettarti niente. Se lui è interessato, bene, se no, ‘sti tavoli!

  7. 7
    Rossella -

    Ciao,
    Penso che non dovresti sentirti inadeguata perché, tra l’altro, non ce ne sono ragioni; nel mondo la falsa pietà ha sostituito fede, speranza e carità. Non si vive in attesa di qualche giorno felice con l’animo del vincitore. Le persone si lasciano dominare dai difetti predominanti e siccome non riconoscono di essere dei comuni mortali vivono nel senso di colpa. Non tutte per fortuna. Nel mio calendario non mancheranno mai due o tre giorni felici (anche uno a settimana) in cui avrò la felicità di rifugiarmi nel conforto del Signore, interrompendo così la lotta spirituale. Ma gli altri sei (ci metto anche la domenica perché ormai è stata svuotata del suo contenuto religioso) li vivrò con l’animo del vincitore. Con uno stato d’animo irreale, lo stesso che ha consentito al mondo di andare avanti. Non so se mi spiego. Nei miei pensieri non ci sarà quella volta in cui a 3 anni sono caduta dalla bicicletta (che poi neanche me lo ricordo). Il mondo vorrebbe questo. Mi vorrebbe gestire. La morale della favola è questa. Perché tra l’altro queste forme di riparazione che ci creiamo nella nostra mente non bastano a salvare la coscienza. Il senso dovere ci rende capaci fare sacrifici più grandi.

  8. 8
    Rossella -

    Le penitenze che ci auto impartiamo, per come la vedo io, altro non sono che una forma di abnegazione che mette la nostra vita nelle mani di un’idea o di un insieme di forze impersonali. Da quando la mia fede nella chiesa ha cominciato a vacillare mi limito (sbagliando. Probabilmente sì.) ad accettare tutto quello che viene senza farmi impressionare da discorsi ingannevoli che mi tolgono la pace. Le croci della vita non ci tolgono la forza di fare il bene, ma ci rendono umili e perseveranti. Gli accomodamenti andrebbero chiamati con il loro nome. Della serie “ti concedo questo perché io non sono stato da meno”. Una sorta di catena di sant’Antonio che ci rende prigionieri di noi stessi e del mondo.
    La storia del papato ci fa capire quanto questo mio discorso non sia campato in aria. Una persona può vivere nel peccato tutta la vita, ma quando il Signore lo chiama a servirlo come un uomo libero, lui, si deve sentire degno di quella fiducia. Altrimenti la fede dov’è? Cosa genera la chiesa? Genera la fede. Libero nel senso di riconciliato con Dio… in quell’universo. E’ chiaro. Oggi le cose sembrano molto diverse, ma non lo sono. Noi dobbiamo avere fede. Dopo l’elezione il papa si ritirava dal mondo.

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