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Scegliere amore/qualità della vita o lavoro?

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Lettera pubblicata il 22 Maggio 2015. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni - Lavoro

La lettera ha ricevuto finora 22 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 11
    rossana -

    Camy,
    di nuovo in sintonia anche su questo tema, su cui esitavo ad espormi controcorrente. per me è necessario il giusto equilibrio fra le necessità economiche e di autoaffermazione, qualora possibili, e la qualità della vita e degli affetti, qualora realizzabili.

    vero che il legame con l’attuale ragazza non dà a priori la sensazione di essere abbastanza saldo per superare la distanza ma anche vero che il lavoro proposto non sembra il massimo delle aspirazioni di Ale, per di più giovanissimo e ben preparato.

    se non spinti dal bisogno, si dovrebbe cercare fin dall’inizio di soddisfare il più possibile la qualità delle proprie aspettative lavorative, senza però mettere del tutto in secondo piano l’equilibrio affettivo.

    a fine percorso, anche per chi ha ottenuto il massimo dall’attività professionale, più che qualificata, quello che davvero resta, se il lavoro non era passione, è quanto si è riusciti ad assaporare in termini emotivi.

    il coraggio di osare è utile e proficuo soprattutto in gioventù! scelte da effettuarsi, secondo me, più sulla base dell’inclinazione personale che sulle ipotizzabili future concretizzazioni.

    buon pomeriggio!

  2. 12
    camy -

    Rossana, la penso come te, mi pare rischioso buttarsi in un lavoro che non soddisfa con l’aggravante degli affetti lontani. Fosse stato un lavoro che gli piaceva questo avrebbe potuto lenire la mancanza degli affetti, ma così secondo me sarebbe molto più dura per l’autore della lettera sopportare la distanza. Poi è lui che deve soppesare bene i pro e i contro, mettendo in campo tutti gli elementi in gioco, compresa la sua possibile soddisfazione personale, solo lui può sapere il prezzo che vuol pagare, e intendo anche in termini affettivi, e quello che non può. L’importante è fare una scelta di cui poi non pentirsi, per questo è molto importante che valuti ciò che davvero è importante per lui e a cui non può rinunciare.

  3. 13
    maria grazia -

    se questo lavoro che ti offrono può darti serie garanzie di riuscita, sia economica che professionale, ti consiglio di partire senza pensarci un minuto. lascia perdere chi ti dice di inseguire “l’ ammmmoreeee”.. alla tua età bisogna pensare a crearsi le basi concrete per il proprio futuro. la vita e i rapporti sentimentali verranno dopo, quando avrai acquisito consapevolezza ed esperienza. e poi cosa farai se rimani dove sei e la tua ragazza ti dovesse lasciare all’ improvviso ( cosa molto comune, di questi tempi )? senza contare che la famiglia non ti potrà mantenere per sempre, e gli amici prima o poi li perdi perchè ognuno prenderà la sua strada. oggi più che mai è necessario agire in modo responsabile, altrimenti negli anni futuri la pagherai cara. non so cosa faccia la tua ragazza nella vita, ma se non ha una situazione lavorativa solida e ti ama, ti seguirà senza problemi. se non lo fa, vuol dire che è una storia già destinata a finire.
    senza contare il fatto che a lungo andare in una coppia pesa il fatto che l’ uomo non si realizzi lavorativamente. è inutile raccontarsela: la realtà è questa! se poi è l’ offerta stessa che ti hanno fatto o il tuo futuro datore di lavoro a non convicerti, questo è un altro discorso. ma se si tratta solo di “paura di spostarti”, lascia perdere e prendi in mano la tua vita, adesso che sei giovane e il mondo ti sorride. dopo difficilmente potrai farlo!

  4. 14
    rossana -

    Camy,
    se non si fosse banderuole, l’importante sarebbe sempre “fare una scelta di cui poi non pentirsi”, anche se nessuno ha la sfera di cristallo sul futuro.

    l’avviarsi su strade non del tutto rispondenti alle proprie preferenze può precludere il realizzare proprio quelle più adatte a sé, che magari poi si rimpiangono.

    decenni fa un giovanissimo nipote, con moglie e figlio a carico, lasciò un lavoro a retribuzione fissa per fare quello che gli piaceva. i genitori si opponevano al suo “egoismo” mentre in lui prevaleva il bisogno, sostenuto dalla moglie, d’impegnarsi in un’attività di libero professionista.

    gli inizi non furono affatto facili, nel tempo gli alti e bassi economici non sono mancati ma non si è mai pentito di avere impostato il suo lavoro su quello che gli ha dato, e continua a dargli, gratificazione.

  5. 15
    Piero -

    Lavora, lavora e lavora! L’amore non serve se non ti segue.

  6. 16
    rossana -

    Piero,
    l’amore non segue chi si dedica esclusivamente al lavoro, per accumulare beni da lasciare ad altri. perchè non accontentarsi di quanto basta alla propria quotidianità?

    avendo un’ottima posizione sarà più facile possedere una bella donna ma raramente essere da questa riamati.

    sono scelte di vita soggettive, come tutte le altre, che, se va bene, danno quello che si prefiggono o, nella migliore delle ipotesi, un equilibrato mix di entrambe le visioni.

  7. 17
    Yog -

    Babbiate, Rossana. Tu sei vissuta lavorativamente in un epoca diversa. Il problema non è lavorare per accumulare beni, il problema è lavorare per CAMPARE. Il paragone non è “ricchi ma amati pochino e storcendo la bocca” versus “poveri ma adorati”, ma – più correttamente – tra “attrezzati per sopravvivere” versus “pitocchi da schifare”. Oggi come oggi, ricco devi nascerlo: i patrimoni degni di questo nome non si fanno con il mestiere intrapreso dall’estensore della lettera. Non avrà probabilmente mai un’ottima posizione e non ha verosimilmente una preparazione (ottima?) migliore di quella di centinaia di migliaia di altrettanto validi soggetti che si affretteranno a fregargli il posto che lui ha avuto la fortuna di ricevere in offerta. Capisco la posizione “due cuori e una capanna”, ma dopo qualche giorno ci si stufa della capanna puzzolente e i cuori ritornano ad essere ciò che sono sempre stati: sofisticate (doppie) pompe per spingere sangue.

  8. 18
    rossana -

    Yog,
    non è questione di “due cuori e una capanna” ma, potendo scegliere, di cercare di fare quello che piace, se minimamente possibile, indipendentemente da tutto il resto. almeno provarci, soprattutto in gioventù, quando ancora non si hanno impegni familiari.

    poi, ognuno sa per sé, a seconda dell’ambiente, delle condizioni economiche della famiglia d’origine, della propria formazione, delle proprie aspirazioni e preferenze.

  9. 19
    ets -

    hhehee due cuori e una capanna: dopo un po di anni poi già mi immagino l’insoddisfazione della lei che non può, per mancanza di pecunia,

    1)fare shopping
    2)fare viaggi
    3)fare la spesa

    Insoddisfazione che la porterà ovviamente a cercare un’altro perchè “l’amore è finito” o “lui è cambiato”

  10. 20
    maria grazia -

    “Il problema non è lavorare per accumulare beni, il problema è lavorare per CAMPARE”

    Yog, sintesi acuta, lucida, concisa ma COMPLETA.

    il “due cuori e una capanna” è una FIABA per irriducibili idealisti e per donnine che si nutrono di romanzi harmony. senza basi concrete oggi, molto più di ieri, è impensabile poter mettere su famiglia e vivere un rapporto di coppia costruttivo.

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