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Scambio di coppia, il gran ritorno

di Seb
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4.815 commenti

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  • 4131
    rossana -

    Allegramatta,
    capisco perfettamente che, dopo alcuni decenni di relazione sensuale, si debba fare di tutto e di più per continuare un rapporto di coppia che traballa. a suo tempo l’ho fatto anch’io, anche se non in ambito sessuale.

    tuttavia, c’è un punto limite alla propria disponibilità ad accontentare l’altro, oltre il quale, a mio avviso, non si dovrebbe mai andare. se l’accettazione della forzatura delle proprie inclinazioni è talvolta prova d’amore, l’eccesso di richiesta del partner (che in pratica s’impone, bonariamente o subdolamente), non può che essere sintomo di carenza d’amore o di rispetto, di cui si dovrebbe fin da subito tener conto.

    l’iter e la conclusione che ne derivano non sono omologabili, come, secondo me, niente lo è in un contesto amoroso. hai aderito a un’esperienza che non era nelle tue corde, e questa è forse la principale ragione per cui oggi ti senti delusa, nel non aver raggiunto i risultati desiderati, che non dipendevano soltanto da te.

  • 4132
    rossana -

    CB,
    il MITO amoroso più noto è forse quello di Amore e Psiche, dove è bastato che Psiche cedesse alla tentazione di guardare il partner dormiente alla luce per rompere il mistero dell’amore. ce ne sono altri altrettanto espliciti sull’innamoramento in altre culture?

    Da “Vite parallele” di Plutarco si apprende che Filippo, padre di Alessandro, s’INNAMORO’ di Olimpiade e la SPOSO’. Anche Alessandro s’INNAMORO’ di Rossane e la SPOSO’, pur non disconoscendo che tale unione favoriva intenti di unificazione con i vinti.

    già nel 300 a.C. era quindi scontato sia l’innamoramento che il matrimonio, per un possesso della donna che assicurasse come propria la prole. nemmeno se appartenenti a elevati livelli sociali le donne avevano facoltà di rifiuto.

    a partire dal Cantico dei Cantici, tantissime canzoni, tante poesie, tante musiche sull’amore ma MOLTO meno sull’unione di coppia, a conclusione di ogni storia amorosa, non solo ai tempi dei trovatori medievali.

    la tensione è vitalità; il prendere una decisione a favore di un partner è, nella migliore delle ipotesi, tranquillità e serenità, spesso carente di qualche aspetto, di cui si può fare più o meno a meno, a seconda dei momenti e dell’evoluzione del rapporto nel suo insieme.

  • 4133
    CB -

    Abbiamo senza dubbio conoscenza del “complesso di Edipo” originariamente sviluppato da Freud e successivamente ispirato Jung; che spiega la maturazione del bambino attraverso il suo rapporto con il genitore. Smirgel (1986) e Melzer e Williams (1988) conducono ad una comprensione degli aspetti arcaici di questo complesso, suggerendo l’idealizzazione del corpo materno che induce i bambini a diverse risposte emotive, differenziate in valenza anche dal sesso degli stessi. Ciò induce ad un conflitto tra amore ed aggressività, espresso in diverse formule: voyeurismo, esibizionismo, sadismo, masochismo, preferenze estetiche, ma soprattutto tra il rapporto madre-figlio/a, madre-padre, padre-figlio/a. Questo rapporto a tre risulta l’elemento fondante dello sviluppo dell’amore, della sessualità e dell’aggressività. Si consideri ad esempio la valenza provocatoria che si vive nel desiderare il seno materno quando questo viene negato, e quanto ciò incide nella risposta emotiva adulta della provocazione. Ci sarebbe bisogno di pagine e pagine per descrivere le valenze delle risposte a migliaia di stimoli che si generano nella vita infantile in questo costante rapporto a tre che si è costretti a vivere. >>>

  • 4134
    CB -

    >>> In un quadro tanto complesso, mi sembra fin troppo semplicistico considerare il rapporto di coppia tradizionale come una risposta universalmente “sana” verso ogni altra ritenuta “trasgressiva”. Se si considera quanti fallimenti sono all’attivo di questa tipologia di rapporto, non si può evitare di pensare che esso non rappresenti una risposta adeguata ai bisogni d’amore e di sesso individuali. Che le altre risposte lo siano? No! Questo al momento non ci è dato saperlo; si tratta di semplici sperimentazioni che l’uomo attua allo scopo di trovare altre vie più rispondenti ai suoi bisogni. Personalmente ritengo che il legame con questa visione “sana” sia patologico, come lo è il protrarre l’amore simbiotico oltre la fase dell’innamoramento.
    L’amore è fatto principalmente di sofferenze, di privazioni; per questo il rapporto di coppia tradizionale, basato su questo stato sofferente, non può soddisfare i bisogni individuali. Ritengo perciò necessario mantenere un equilibrio emotivo adeguato tra sofferenza e amore, secondo le proprie esigenze. A mio parere le filosofie del poliamore e dello scambismo rispondono meglio a questo bisogno.

  • 4135
    alb -

    Ho letto dei commenti,profondi,che vanno a descrivere la complessita’ della nostra psiche che rimane tracciata,fin dalla nascita,nell’intimo,nell’ ambito erotico, ma anche affettivo,nella comprensione degli altri,e in particolare della compassione e della fedelta’.
    Questi vissuti,vanno compresi,si manifestano nella vita in coppia,che non e’ scontata,ne facile. Ecco perche’ c’e’ il ricorso alla terapia psicologica,e anche allo scambismo.
    Ad esempio,nell’affettivita’ mi sento, abbastanza carente, nell’istinto erotico meno, ma penso di essere nella media maschile,quella femminile penso sia l’opposto.
    Le coppie piu’ giovani si manifestano anche in pubblico,con baci, carezze,strette di mano,piu’ passa il tempo, le coppie mature, sono meno propense a queste manifestazioni.
    E’ un osservazione,di una mancanza di una manifestazione che dovrebbe essere tenuta in considerazione con il passare del tempo.

  • 4136
    CB -

    Per evitare di essere tacciato come travisatore e manipolatore, riporto fedelmente quanto scritto da Krenberg(1995) nel suo “Relazioni d’amore – Normalità e patologia (pag. 43-44): «una relazione sessuale matura, comprende alcuni incontri sessuali in cui il partner viene utilizzato come “puro oggetto sessuale”; l’eccitazione sessuale può essere massima quando esprime il bisogno di “usare” o di “essere usati” sessualmente dall’altro. L’empatia reciproca e l’implicita collusione con questo tipo di espressioni sessuali fanno da contraltare all’empatia e alla collusione connesse con la rabbia violenta, con l’attacco e con il rifiuto nella relazione. La fiducia che tutte queste condizioni potranno essere contenute all’interno di una relazione complessivamente amorevole, che conosce anche periodi di quiete, contemplazione reciproca e condivisione della vita interiore dei partecipanti, conferisce significato e profondità alle relazioni umane».
    alb credo che quanto sottolinei nella tua chiusa sia più da imputare ad una modificazione dello stereotipo di riferimento che ad una maturazione delle coppie in sé.

  • 4137
    maria grazia -

    CB, riflettendo ancora una volta sul tema trattato in questo thread, sono arrivata alla conclusione che lo scambismo che alcuni uomini propongono ( o impongono ) alle loro donne, sia una risposta inconscia che questi uomini mettono in atto rispetto a una loro crisi identitaria come maschi, una crisi quindi riferita al loro senso di virilità. Un tempo il rapporto uomo-donna era regolato da un precetto molto semplice: l’ uomo “predisponeva”, e la donna “assecondava”, nel senso che quest’ ultima era la parte “accogliente” rispetto a colui che assumeva nella sua vita un ruolo quasi “paterno”. Oggi, date le battaglie femministe per la parità e data la rivoluzione sesssuale e dei costumi che ha visto, come dicevi, nel ’68 in poi la sua massima espressione, quegli antichi “schemi” sono stati del tutto stravolti. Questo può aver generato nel maschio, abituato da sempre a dominare nella coppia, un senso di smarrimento e di mancanza totale di controllo sulla donna. Un disagio, questo, che forse alcuni cercano di colmare mettendo in atto uno stile di vita estremamente trasgressivo, come “reazione” alle attitudini delle donne moderne. Le quali donne da una parte desiderano il coronamento dei loro sogni d’ amore, ma..

  • 4138
    maria grazia -

    ..ma dall’altra non sono più disposte ad essere quelle creature docili, benevole e mansuete a cui gli uomini sono stati per secoli abituati. Con ciò non voglio dire che bisogna tornare a uno stato di cose nel quale la donna non godeva di alcun diritto civico ( come succedeva nell’ era pre-femminismo ) ma che forse gli uomini e le donne di oggi dovrebbero fare il punto della situazione, rivedere alcune loro scelte e comportamenti specie verso il partner. Ciò che di solito andrebbe mitigato nelle coppie in crisi, è il senso di orgoglio da parte di uno dei due o di entrambi i soggetti coinvolti in quel rapporto.

    Certo, gli uomini stolti ( cioè quelli eternamente infantili, viziati, irrascibili e arroganti ) è abbastanza normale che rimangano soli, per poi magari trovare una cosiddetta “compagna” straniera ( solitamente dell’ est ) intorno ai 40/50 anni. Compagna che, nella maggior parte dei casi, starà con loro per puro interesse pratico. Ma nel caso invece degli uomini di buona volontà e dalla spiccata intelligenza ( uomini come Golem, per esempio ) ritengo sia giusto che la donna torni a valutarli come valida guida nella loro vita e ad accettare mestamente la loro parola e il loro consiglio, rinunciando a sciocche rappresaglie.

  • 4139
    Golem -

    È una interessante riflessione MG. L’identità maschile è effettivamente “plastica”, adattandosi alle circostanze da sempre, e puó assumere ruoli diversi in ragione di quelli femminili contingenti. In questo caso è quello di credere di avere in mano le redini della situazione attraverso l’assecondare un comportamento “liberatorio” della sessualità femminile. Chissà.
    Non dimentichiamo che il ruolo maschile, dal punto di vista strettamente riproduttivo, è di “supporto” a quello femminile, che è il vero riproduttore della vita. Scopo questo che è l’unico oggettivamente riconoscibile nella nostra presenza su questa Terra.

  • 4140
    maria grazia -

    Beh Golem, più che di supporto, direi che il ruolo maschile nella riproduzione è di “concorso”. O di PARTNER-ship. Una sorta di s.n.c. volta alla procreazione, insomma 🙂
    Oggi c’è crisi anche in questo “settore”, purtroppo. Un’ altro segnale – uno dei tanti – dell’ attuale difficoltà di comunicazione tra i due sessi.

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