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Ratzinger e “La Sapienza”

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Qualcuno appoggia Ratzinger perché questo parla di “Relativismo culturale”, un parolone che sembra alludere alla Relatività di Einstein; ma non esiste alcun nesso tra la Teoria di Einstein e l’Anarchia sociale diffusa a causa anzitutto delle ideologie marxiste-leniniste e poi a causa della corruzione dilagante sia in questo paese sia fuori di esso grazie alle ingordigie capitalistiche. L’uso che Ratzinger fa del termine Relativismo è improprio e un abuso deliberato che nasconde la sua malcelata avversione non tanto per il metodo scientifico, ma per la Scienza in quanto antitetica della Fede, che è invece la polizza assicurativa dei preti da 1600 anni.
Ratzinger s’è perfino associato a chi ha giustificato il processo a quel sant’uomo di Galileo Galilei, un processo offensivo per l’intelligenza dell’Universo e quindi della Creazione; ma della questione galileiana, piena di valenza politica, si sa così poco in giro che molti non saprebbero cosa farsene.
Nondimeno, niente di tutto questo ha a che vedere con la polemica dei giorni scorsi sull’invito a Ratzinger per la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico alla Sapienza.
1. la presenza di Ratzinger alla cerimonia in questione era fuori luogo per definizione; non era un momento di discussione teologica per il quale poteva essere obbligo di cortesia invitare anche massimi rappresentanti religiosi, quindi anche e soprattutto più di uno;
2. il rettore Guarini avrebbe dovuto avere almeno il buon gusto di verificare la percorribilità politica di un’iniziativa sua personale e così impropria con il corpo accademico; in presenza delle logiche opposizioni avrebbe dovuto avere il buon senso di astenersi dal farne notizia di pubblico dominio;
3. Ratzinger non è una povera vittima del Laicismo o dell’anticlericalismo, ma il rappresentante di una corrente altamente conservatrice e reazionaria di una casta clericale che ha prodotto e ancora produce non pochi motivi di paralisi nel processo evolutivo culturale e quindi sociale della società italiana.

In conclusione, l’Italia ha fatto sì una figura meschina di fronte al mondo, ma solo per il basso profilo di tutte le discussioni che si stanno facendo in questo momento storico, per questa becera discussione, per la becera manifestazione di oggi a S. Pietro, un mero assemblaggio di baciapile privi di senso critico, per le montagne di rifiuti che coprono Napoli e che colpiranno a morte il turismo estivo campano, per lo scarso valore che si dà alla condanna di Cuffaro per “favoreggiamento” piuttosto che per “associazione mafiosa”, per la farsa che si sta svolgendo in Parlamento, per l’incapacità di questo popolo di darsi una forma di Governo realmente democratica ed efficiente, tutto questo testimonianza di un incipiente collasso sociale nel quale il Vaticano ha non poca responsabilità e per il quale Ratzinger non può certo invocare l’attenuante di presiedere il monopolio industriale delle messe domenicali, dell’assoluzione periodica dalle malefatte settimanali e via discorrendo con tutto il menù dei cosiddetti sacramenti.

Lettera pubblicata il 21 Gennaio 2008. L'autore ha condiviso 8 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Cultura

La lettera ha ricevuto finora 2 commenti

  1. 1
    Rossella -

    Papa Benedetto XVI è stato molto moderno. Ancora oggi capita di vederlo su qualche settimanale. Dopo Giovanni Paolo II è stato il papa che meglio ha saputo valorizzare le potenzialità dei media. In un’altra epoca penso che avrebbe avuto la stessa “fortuna” del suo predecessore e del suo successore. Papa Francesco ha fatto delle scelte che lo distaccano dal sentire comune, ma lo rendono parte di un sistema che non sembra più interessato a dare alla relazione la stessa importanza che invece dà al consumo. Non si tratta di una scelta sua… non dico questo. Papa Benedetto XVI è sembrato sempre un po’ distante perché ha aderito allo schema dei quattro quarti di nobiltà… come a dire “se non ti vedo non ci sei”. Ma con lo scopo di neutralizzare la paura di avere delle fobie sociali o la convinzione che l’amore può finire. Perché anche all’interno della stessa famiglia (o di un gruppo di amici) ci sono momenti in cui l’atra persona viene percepita come un’entità e magari la sua identità viene falsata e si verificano i tradimenti. Io sono stata sempre addentro a questo meccanismo e sono sempre riuscita a trovare la soluzione, talvolta assumendomi la responsabilità di dire: – forse è meglio perdersi di vista!- Senza sotterfugi. Questo quando dopo aver esaminato la mia coscienza non ho trovato colpe. Né da una parte né dall’altra. Ma magari questo allontanamento dipende dal disegno di Dio su di noi. Secondo me è sbagliato porre limiti alla Provvidenza.

  2. 2
    Rossella -

    […]Però sono stata anche dall’altra parte della barricata e per uscire dall’impasse mi è servito il ragionamento logico deduttivo. Ma sono rimasta spiazzata nel sentir parlare di me come si trattasse di un’altra persona. In questi casi bisogna armarsi di carattere per recuperare la forza d’animo. Questo modo di concepire il proprio stare nel mondo ti fa sentire adeguato alla situazione, anche se ci sono persone che non possono fare almeno di osservarti per sentirsi parte del mondo. Per questa ragione dico che è giusto farsi vedere per abituare l’occhio di chi fatica ad adattarsi… peraltro gli uomini del nostro tempo hanno quest’aspirazione. Più che altro la manifestano. Si tratta di un’aspirazione recondita. Come se non bastasse hanno (abbiamo)la possibilità di trasformare il desiderio in un sogno e si sente ancora di più l’esigenza di distinguere i rapporti umani. Oggi il conduttore ha una fisonomia diversa. Porta in casa tua un quadro naturalistico. I suoi stati d’animo non vengono schermati. E questo per certi aspetti è un bene. Ma non dimentichiamo il suo status. Sarà quello a farlo acclimatare in ogni ambiente. Infatti i personaggi di oggi hanno un seguito diverso da quelli del passato perché non vivono il tempo del riposo in maniera religiosa. Non esiste la differenza tra vacanza-evento (che ci può stare) e buon ritiro.

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