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Psicologia o psico-pazzologia delle relazioni?

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Lettera pubblicata il 1 Dicembre 2019. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Relazioni - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 35 commenti

Pagine: 1 2 3 4

  1. 21
    Golem -

    >>> di “messaggi” originali che tuttavia non vanno oltre l’immaginazione di chi vuole vederli.
    Anni fa ebbi la soddisfazione di vedere riconosciuta questa mia lettura della realtà “artistica” occidentale da un’intervista al più importante gallerista del mondo. Questo Saatchi, ebreo americano, che in quell’articolo ammise che per molti di quegli “artisti” che lui aveva promosso, c’era solo l’intento di speculare sul valore delle loro “opere” facendone lievitare il valore attraverso le sue indicazioni, che ormai avevano il peso di una sentenza divina tra gli “appassionati”. Che non capendo un c.... di arte, ma volendo apparire come esperti, ed essendo anche immeritatamente ricchi aspirano ad apparire dei novelli Lorenzi i Magnifici quando normalmente restano dei parvenue senza speranza. Come puoi immaginare il bisogno di “apparire” è calibrato anche su questi pseudointelletuali, più o meno abbienti, che solo perchè citano nomi “a la page” dell’arte o della cultura credono e sperano di apparire colti e “rafinè”. È un provincialismo come quello tamarro, ma con la P maiuscola. Ma sopra questa fenomenologia pende come una spada di Damocle il solito timore, quello di essere dei nessuno in un mondo fatto di quarti d’ora di notorietà.

  2. 22
    Pat79 -

    @Golem, l’argomento è un altro.

    “Anni fa ebbi la soddisfazione di vedere riconosciuta questa mia lettura della realtà “artistica” occidentale da un’intervista al più importante gallerista del mondo”

    Se sei venuto qui per incensarti e ti è partito lo schizzo narcisistico, passa altrove…

  3. 23
    Mareforza4 -

    Interessanti considerazioni, ma su alcune ci sarebbe da discutere. Le culture influenzano gli status è vero. Ma mi sembra un po’ il discorso delle pecore che seguono il branco senza sapere bene dove andare. Personalmente delle immagini che mi propongono continuamente donne aborigene non mi sortiscono alcun effetto attrattivo mentre magari ad un altro uomo si, pur appartenendo al mio stesso status culturale. E’ anche vero che se per anni vengono proposte solo immagini di donne aborigene magari ci saranno sempre più persone che le considereranno attraenti. Ma vale il discorso delle pecore che seguono il branco.

  4. 24
    Golem -

    Pat79, se non capisci il senso di un testo, forse è il caso che tu prenda delle ripetizioni.
    Non dovrei dilungarmi con un tubo digerente come te, ma per una volta te lo concedo, per spiegarti che, se sto portando avanti un discorso “sull’apparire”, e parlo dell’arte moderna, che in teoria dovrebbe proporre modelli di reale contenuto, ma per miei interessi al riguardo giudico “vuota” o comunque adulterata strumentalmente, e poi leggo di chi come rappresentante autorevole del settore conferma questa visione, permetti che intimamente mi senta “confortato” dalla mia visione critica? No, è vanità o la dimostrazione che si può essere capaci di giudicare se si esce dai cliché massificati, ai quali tu hai dimostrato di appartenere con la tua crisi da invidia da poveraccio. Fatti una cassa anche tu e deposatici.
    Nel frattempo ciavo anche a te.

  5. 25
    Golem -

    Ok Mare, ma in fondo stiamo dicendo la stessa cosa, e cioè che se la cultura X “importa” stilemi eterodossi e con gli opportuni mezzi di comunicazione li introduce rendendoli “appetibili” attraverso nuovi aspetti valoriali è ovvio che diventano patrimonio di quella cultura X. Ma il “core” dell’argomento a cui puntavo era il “valore” dell’apparire, più che l’essere. Laddove il primo trasmette un messaggio che non necessariamente verrà confermato dalla realtà, non so se mi sono spiegato.
    Se per esempio io voglio dare la sensazione di essere colto, e nella mia interazione verbale con gli altri distribuisco abilmente nomi e termini “da colti” che lo farebbero supporre, contando anche sulla presunta ignoranza relativa altrui, ho raggiunto un obbiettivo che comunque mi dà uno status che paradossalmente ha un peso in una società dell’immagine come la nostra.
    In fondo è una logica usata nella pubblicità, che magnifica un prodotto creando una suggestione nel potenziale acquirente che lo fa sentire -ma non essere- speciale.
    L’ho scritto in uno dei miei post, la logica di mercato è ormai usata, anche inconsapevolmente, nelle relazioni umane. È diventata”cultura”. Sottocultura se vogliamo, ma ormai fa parte della nostra “koinè” relazionale.

  6. 26
    Pat79 -

    @Golem

    “e parlo dell’arte moderna, che in teoria dovrebbe proporre modelli di reale contenuto, ma per miei interessi al riguardo giudico “vuota” o comunque adulterata strumentalmente”

    Klimt e Schiele, li conosci?
    Conosci Monet o Van Gogh?

    Tutte persone che sono state criticate a suo tempo…perché quella non era considerata arte.
    Anche per te non è arte quella?

    Beh…mi spiace ma è arte tutto ciò che viene considerato arte e il contenuto c’è.
    Credere che tutti siano degli stupidi ingenui non vale ed è poco credibile.

    Ci sono anche scrittori che vengono definiti mediocri ma intanto riescono a vendere libri.
    E alla fine è quello che conta e che fa di uno scrittore uno scrittore valido a prescindere di ciò che scrive, da come scrive e se scrive di cose profonde o futili e superficiali.

  7. 27
    Golem -

    Pat79, vedo proprio che la tua comprensione di quanto si scrive è decisamente deficitaria, ma non ti manca la sicumera di chi crede di sapere e non sa un c..... Ma non preoccuparti, fai parte di quell’esuberanza intestinale di cui parlo spesso
    Intanto gli artisti che hai citato hanno “operato” in un periodo storico completamente diverso da questo, dove il “mercato”, in ragione degli scarsi mezzi di “comunicazione”, era fatto da pochissimi esperti e appassionati. I galleristi erano galleristi e NON uomini d’affari come quelli odierni che pilotando il mercato nei termini che ho esposto, dove i facoltosi acquirenti puntano a due obbiettivi: quello di “apparire” colti e quello, più importante, di fare affari “investendo” IN Arte, e ad arte, contando sull’incremento di valore dell’opera grazie al battage mediatico e modaiolo che ruota intorno a quel mondo ormai adulterato. E questo non perché lo dica io e altri “saccenti” come me, ma gli stessi “operatori” pentiti. Visto che sei “esperto” saprai chi è il Saatchi di cui ti parlo, tu mi dai una mail e io ti mando l’articolo.
    Caro Pat79, rivisto che sei così ferrato, dovresti anche sapere che circa 60 anni fa Piero Manzoni “produsse” la sua “Merda d’artista” proprio perchè aveva intuito che>>>

  8. 28
    Golem -

    >>> l’Arte Moderna stava prendendo la piega “mercenaria” che osserviamo oggi, ma che viene taciuta da chi dovrebbe stigmatizzarlo, per banali ragioni “economiche” da che quello dell’Arte è diventato forse il terzo o il quarto mercato mondiale in termini di movimento di capitali. Piero Manzoni creò quello che fu forse l’unico vero “grido d’allarme” al riguardo, laddove la sua opera, di natura “scatologica”, per gli “esperti” come te suona come “…oggi qualunque cagata si faccia in campo artistico, se ben sponsorizzata sarà Arte”. Infatti vendette le sue scatolette, e di quelle sì che vorrei averne una, perchè è davvero, forse l’ultima vera opera d’arte capace di DIRE QUALCOSA.
    Io non voglio insistere perchè certamente le tue cognizioni e la tua preparazione nel settore si evince dalle “dotte” dichiarazioni che fai al riguardo, dove mi sarei aspettato che avessi aggiunto che quando si è veri artisti si diventa famosi dopo morti. Ma non temere, ci sono stati critici d’arte messi peggio di te, come quella Durbè che nel ’78 a Livorno giurò che le teste recuperate dal dragaggio dei canali del porto fossero di Modigliani, quando invece tre giovani burloni locali le avevano “scolpite” col Black e Decker. Giusto per dire come siamo messi. Ciavo

  9. 29
    rossana -

    Pat79,
    concordo: giudicare è difficilissimo in ogni contesto. persino gli addetti ai lavori, che non si occupano che di uno specifico settore, possono prendere, e nel tempo hanno preso, solenni cantonate.

    per me, arte è ogni creazione umana che comunica emozione. non a tutti, solo a chi è predisposto a riceverla. più o meno a ogni livello, come in amore. linguaggi a sé stanti, più o meno attuali e più o meno comprensibili.

    l’artista, invece, indipendentemente dal suo successo di massa o commerciale (spesso artefatto dai mercanti o dai gusti/valori comuni del momento), è chi, proprio come Van Gogh, tanto per fare un esempio facile, è nell’intera sua vita coerente con se stesso. nel senso di sentirsi indotto a creare in un determinato ambito e a non voler fare altro, pur avendo, magari, ottime capacità di ottenere buoni risultati altrove.

    scusa il deragliamento dal tuo tema primario.

  10. 30
    Pat79 -

    Sì, siamo andati decisamente troppo fuori tema (che era un altro).

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