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E’ possibile provare ‘affetto’ per una persona mai vista?

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Lettera pubblicata il 27 Febbraio 2007. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 67 commenti

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  1. 51
    Acqua -

    È un solo un gioco mentale di evasione, attivato spesso da vuoti e mancanze. Un gioco, forse ingannevole, che si basa su intuizioni ed idealizzazioni, ma che suscita emozioni forti e reali e per questo può confondere,assuefare e, talvolta, travolgere.

  2. 52
    rossana -

    Esther,
    ottima la sintesi del post 50!

    per stare sia nel luogo comune che nel banale: non tutte le ciambelle escono con il buco!!!

  3. 53
    Golem -

    Illusioni. Tra l’altro, visto l’innamoramento in corso, proprio questo thread fornisce interessanti indicazioni degli sviluppi alla domanda che si pone l’autrice della lettera, e di come l’interpretazione datane da Acqua sia realistica.
    C’è chi vive alla costante ricerca di relazioni che lo faccia sentire il buco della ciambella.

  4. 54
    alisee -

    Non riusciremmo a vivere senza nessuna illusione,
    anche il sogno è parte della vita e così si può
    provare affetto per persone mai viste,
    ma prima o poi arriva l’alba e il sogno finisce.
    Ci sono giorni accecanti e notti buie come
    dice il poeta Omar Kaddiah e a ogni notte segue sempre il giorno.

  5. 55
    Golem -

    “Non era per me…
    Già lo sapevo.
    Ma ho saputo illudermi
    così bene con le bugie
    e giocare al gioco
    della falsa felicità,
    che talvolta mi dimentico
    – vedi come sono bambina? –
    che stavo giocando
    che tu mi amavi.”

    (Ernestina de Champourcin)

  6. 56
    Acqua -

    Concordo: sono illusioni, ma a volte non si riesce a farne a meno pur sapendolo.

  7. 57
    Esther -

    Siamo esseri umani. Si può sbagliare. Forse è una colpa innamorarsi dell’uomo sbagliato, il primo o l’ultimo che sia. Forse è una colpa ribellarsi. Ma si sbaglia, e chi dice che non sbaglia, mente sapendo di mentire. La fragilità concessagli, di cui egli si approfitta tanto indulgentemente con sé stesso, è la stessa che ha sbagliato, non sapendo di sbagliare né volendolo, tanto che il restare di questa è già innocenza. E il suo restare è, sì, vero amore. Che ci si creda o meno. E ho detto “meno” non “che ci si creda o no”, segno che in fondo c’è speranza nel cuore di chi dice di non credere, tanto che anch’egli resta; e quella speranza è la sua vita e la sua àncora. Ho detto “meno” non “no”: la parola cambia il pensiero. Se io dico “identità”, non è la stessa cosa che dire “similitudine”. Idem o simul. Idem ti esclude non essendo uguale. Simul, “insieme”, ti fa ritrovare “l’amore perduto”. Le cose sono più simili a come sono ora che a come sono mai state in precedenza.

  8. 58
    Esther -

    L’amore resta e, infatti, non se n’è andato, anche quando lo si mette alla prova per vedere fino a che punto resiste. Resiste fino al dono di sé. Che ci si creda o no.

  9. 59
    Golem -

    Forte, hai fatto un panegirico dall’effetto illusorio per giustificare le illusioni, sia quelle indirizzate all’ammore che a qualunque altra visione della vita, compresa quella che si ha di sè, che spesso é la prima causa delle aberrazioni di cui si parla. Ma nonostante l’accattivante esposizione letta -che non lascerà indifferenti i “eufonofili” laddiani, puoi contarci- resta l’inconsistenza finale dei risultati del ricorso a quelle frequenti pratiche, e la conseguente necessità di reiterarle, nella vana speranza che un giorno il miraggio si riveli realtà. Ci sono esiatenze vissute illusoriamente solo “nella speranza”, e per chi vive in quel modo, come recita la famosa vulgata popolare, può finire solo in una maniera scatologicamente nota.
    Ciavio.

  10. 60
    rossana -

    Alisee,
    concordo: senza sogni e senza illusioni non è che non si possa vivere ma si finirebbe in esistenze simili a quelle dei sassi.

    e meno male che c’è chi, consapevolmente, riabilita queste benedette nefaste illusioni, almeno quel tanto che basta a farle esistere e, se del caso, sussistere per tutto il tempo necessario a bilanciare o compensare carenze di vario genere.

    a volte, regalano indimenticabili momenti d’infinito, se si è disposti ad accettarli nella loro evanescenza. d’altronde, niente dura per sempre!

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