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Alle persone buone, ai sensibili

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Lettera pubblicata il 5 Aprile 2013. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 29 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 11
    ladysbabyclowns -

    Ciao Sweetly

    per curiosita’ sei xcaso una psicologa, o scrittice?

    percio’ anche te tieni in archivio le cose interessanti
    maddai, percio’ sai di cosa parlo
    io tengo in archivio tutto cio’ che ritengo molto interessante e di solito capisco subito se e’ da tenere in archivio o no

    ovviamente sono poche le lettere o frasi che tengo in archivio e appena ho letto la tua lettera mi e’ scattato qualcosa! (nel senso buono! mi e’ piaciuta molto!)

  2. 12
    Sweetly -

    Ladysbabyclowns: ad essere sincera diverse persone mi hanno fatto la tua domanda e ad esserlo ancora di più un po’ mi sento a disagio nel dovervi deludere. La psicologia vista sotto una certa luce mi attira, tant’è che avrei voluto indirizzare il percorso di studi in quell’indirizzo, ma al contempo non mi risulta troppo credibile; mentre, di “scrivere un libro” me lo hanno suggerito in diversi, e il punto è che sì mi piace, ma mi manca stile ed ispirazione che penso siano più importanti di sapere il Treccani a memoria. Chi io sia vorrei dirtelo, ma in realtà non lo so.
    Quello che mi hai scritto mi fa piacere. E’ che non ci vedo niente di particolare. Solo che a scriverlo sembra falsa modestia, e quindi mi limito ad un grazie. Comunque sì, adoro questa cosa di tenere quello che tu chiami “archivio”. Poi sfogliarlo, un giorno, per caso o quando sono un po’ triste, o in un periodo particolare. E’ come un album di fotografie, anzi no, per me è meglio : )

  3. 13
    Heavy rain -

    Vuoi sapere la differenza tra noi ?
    Tu sei rimasta alla luce del sole io ormai sono abituato all’oscurità . Tu senti il nodo alla gola io non so più quello che sento. Tu potrai essere riconosciuta tra la folla io no. Nessuno sa quello che ho dentro nessuno mi conosce sul serio nemmeno le mie ex (lo dico con soddisfazione;)). La maschera cambia tutto..anche me. Ti parlo di ferite mai rimarginate che per sopravvivere ho dovuto seppellire in fretta insieme ad una parte di me. Ti parlo incomprensioni e paure che mi portano a percepire le cose in maniera diversa a volte molto più intensa rispetto agli altri…ti parlo di tutto questo (vorrei dirti anche di più )e non dovrei perché ti assicuro che non è nel mio stile!
    Non ti conosco ma quello che hai scritto l’ho letto molte volte e qualcosa dentro me ha riso…una risata vera,serena, dolce. Una risata non dovuta alle circostanza del pub o dell’happy hour. Il mio equilibrio l’ho trovato?Sì, l’immagine di me è socialmente comoda ma a volte mi toglie il respiro…

  4. 14
    Sweetly -

    Heavy Rain,
    ok, sono passata dal nodo in gola ad una piccola lacrima, anche se è rimasta incastrata e non è voluta scendere, si è piano piano dissolta. E mentre mi annebbiava lo schermo di fronte, ho pensato che non era arrivata per caso, voleva essere lo spunto, la metafora che cercavo per risponderti.
    Hai ragione, non ti conosco, non mi conosci. Ma in fondo siamo qui. Per cui proverò a delegare alle parole pensieri e sensazioni, spero si tingano di delicatezza e se non riusciranno come temo ti chiedo da subito, se puoi, di scusarmi. Questo vorrei dirti: penso che tu abbia bisogno di scioglierti, come quella lacrima che hai fatto spuntare. Credo che in fondo lo vorresti fare e lo capisco da quel “vorrei dirti anche di più”, ma il timore ti blocca. Come è più che comprensibile che sia. Ma non sentirti nella situazione di doverti giustificare (“non dovrei perché ti assicuro che non è nel mio stile”), non sono qui per giudicarti, non è quello che voglio fare. Tra l’altro l’introversione e i suoi meccanismi, compresi quelli a tratti controversi, mi sono abituali, non preoccuparti. Se non te la senti di parlare di te, qui e con una sconosciuta, ti capisco. Ma forse ti servirebbe un buon amico o una buona amica con cui poter essere te stesso, con cui poter togliere quella maschera, dare un po’ di ossigeno e luce al volto.
    Un’amica, o meglio quella che per tanto tempo avevo considerato una delle mie poche e selezionate amicizie, dopo anni che non ci sentivamo recentemente si è rifatta viva dicendomi che pensava spesso a noi, che mi sognava la notte e che avrebbe voluto che ci incontrassimo: aveva dentro un peso, doveva liberarsene. E nel suo abbraccio stretto che da brava orgogliosa ha mascherato come allegro, ho ritrovato la disperazione e la solitudine, un senso di colpa a lungo tenuto dentro. Non sai quanto mi sia dispiaciuto. Ho pensato che se ai tempi dell’ultima litigata fossi stata migliore, le avrei evitato questo malessere. Ti ho raccontato questo perché leggendoti mi hai ricordato quello che per anni è stato il suo silenzio.
    E perché mi serve anche per riallacciare l’ultima parte del discorso (tendo a dilungarmi mentre scrivo, ma i caratteri stanno finendo): come ho già scritto in questo forum, credo che al mondo manchi la tenerezza. La tenerezza con cui capire il lato umano, le fragilità, le insicurezze, le paure, ma anche le sciocchezze che anche i più “seri” combinano, la tenerezza del lato bambino, quella con cui si chiede scusa con il cuore e si perdona se stessi e gli altri, la tenerezza dell’indulgenza, quella che si può provare per chi ne ha bisogno e te lo chiede senza essere capace di chiedertelo, la tenerezza per chi è portato a “percepire le cose in maniera diversa a volte molto più intensa rispetto agli altri”. Con queste tue sensazioni ci sono cresciuta, mi fanno fatto fare giri immensi, ho conosciuto i sentimenti e le emozioni portate all’estenuazione, nel bene e nel male. Forse quella tenerezza è ciò che è mancata anche a te.

  5. 15
    Heavy rain -

    :))Ti immagino come reagisci quando mi leggi e la cosa mi fa sorridere;)) pare che tu mi conosca bene! Ieri stavo pensando alla luce bianca (lascia stare il perché) e per certi versi è molto simile all’essere umano…contiene al suo interno tutte le lunghezze d’onda del visibile fino a quando non incontra qualcosa ed esprime un determinato colore. Ho “incontrato” te e dentro me si è formato un colore intenso quanto remoto che forse dovrei mostrare ( con moderazione si capisce) insieme agli altri. La tenerezza effettivamente mi manca complice il mio modo di fare non propriamente friendly lo devo ammettere. Non conosco il motivo ma è un pensiero comune che a me non serva nulla e che sappia cavarmela da solo… sarà vero ma ci sono momenti in cui mi sento solo… un po’ come la tua amica. Ho tante conoscenze ma di amici con cui condividere qualcosa di autentico ne ho pochi e lontani geograficamente parlando, complice il fatto che ho cambiato parecchie città fino ad ora. Fino a un po’ di mesi fa pensavo di aver trovato un porto sicuro dopo tutto questo girovagare invece mi trovo di nuovo in mare aperto… ricomincio da capo…Succede! Sai incompresi o non bisogna rendersi conto che ognuno ha i propri demoni da combattere e per qualcuno i miei sono ridicoli in confronto ad altre situazioni. Sensibili o non la realtà che bisogna affrontare è oggettivamente dura pertanto è bene avere un po’ di corazza. Leggerti e scriverti, oltre avermi reso vulnerabile (forse troppo ;), ha dato respiro a quel lato di me che era ormai sepolto.
    Grazie mille di cuore per la tua incredibile delicatezza, per la tua lacrima sciolta (che come vedi ha sciolto un po’ anche me) e spero che questo post per una volta non abbia l’effetto di un pugno nello stomaco ;). Grazie per avermi compreso sul serio non solo a parole.
    Vorrei essere più completo ma come avrai notato ho il vizio della sintesi.
    buona serata. Un abbraccio
    Scusa il ritardo

  6. 16
    VanePec -

    sei fantastica 🙂

  7. 17
    Sweetly -

    Heavy rain,
    provo a risponderti con ordine. Il discorso della “luce bianca”. Un caso? Negli ultimi mesi, per una serie di evenienze che via via andavano fortuitamente concatenandosi, questo concetto mi è diventato lentamente familiare, non tanto sul piano della fisica (va bene, lo ammetto: i vari argomenti scientifici mi affascinano molto, ma al contempo ne sono negata) quanto su quello spirituale. Non mi addentrerò, tra l’altro sono ancora estremamente tentennante e incerta rispetto certe considerazioni, ma l’idea che qualcuno si soffermi a pensare alla luce mi fa sentire un po’ meno stravagante. Tuttavia, da quel che ne ho tratto, ad una cosa sento di credere: in un certo senso noi siamo luce. Questo prendilo come un tentativo di “buttare lì qualcosa”, più che altro per sospetto di intendere, forse, la stessa cosa. Ma qui mi fermo, non vorrei farmi riconoscere!
    L’idea che gli altri si sono formati di te di “indipendenza”, immagino sia pratica che emotiva, non è altro che quell’etichetta che bene o male, volontariamente o no, tendiamo ad appiccicare addosso agli altri, come una sorta di codice a barre decodificato per riconoscimento immediato. Forse è per questo che è più facile raccontarsi a chi non ci conosce, meglio ancora dietro la discrezione confortante di un computer. L’ubiquità della doppia presenza, quella quotidiana e quella virtuale, mi porta spesso a chiedermi quale sia la parte recitata e quale sia quella vera. Ma ho smesso da tempo di voler trovare la risposta.
    Il tema tante conoscenze/poche amicizie vere è un altro dualismo comune. Una sola cosa sembra certa: nessuno ha chiesto di nascere. Ci troviamo di fronte ad una realtà dove sentirsi intimamente soli è ancora più facile che esserlo davvero. Le persone consapevoli del contesto circostante e al contempo contente credo in fondo siano ben poche, tutti gli altri provano a sguazzare nel o fuori dal fango come meglio possono.
    Coloro che per un motivo o per l’altro si trovano nel ruolo dell'”eroe anonimo”, quello che non viene riconosciuto da nessuno come tale ma trattato come se “può superare tutto” finisce per soccombere sotto al peso che si porta addosso. Perché in fondo non è nient’altro che un uomo. Un uomo non privo di tutti quei meccanismi psicologici che lo portano a soffrire come gli altri (forse più? forse meno? chi può dirlo?). L’incomprensibilità credo sia data dall’incomunicabilità, quell’incapacità di entrare realmente in contatto con qualcuno. E credo abbia ben poco a che vedere con il “contatto civile” della “formale educazione”, tra l’altro sono ormai arrivata a pensare che molte delle impalcature sociali siano da paragonare a degli show. Come può l’uomo costretto a rinunciare alla sua parte più autentica essere realmente sereno? Me lo chiedo: che ci sia qualcuno capace di stare perfettamente a suo agio in scena, tanto da non chiedersi altro?
    Ecco, arrivata a questo punto posso dirti che l’ultimo post più che un pungo nello stomaco è stato”riflessivizzante”! (?!)

  8. 18
    Sweetly -

    – Heavy Rain: ho finito lo spazio e a differenza tua il dono della sintesi non ce l’ho. Potrei continuare qui, ma preferisco evitare di soffocarti di parole :), e per contenermi provo a far pace con il conto alla rovescia di un solo “spazio”. Non ha neanche senso, ma a ognuno le sue manie! Ti sorrido 🙂

    – VanePec: mi dispiace, non sono io quella fantastica. Fantastici lo sono coloro che si ritrovano in ciò che ho scritto. Non perché quello che abbia scritto sia tutto ciò che loro sono, beninteso, piuttosto perché queste righe sono solo una piccola parte del loro essere, non certo spiegabile nella limitatezza delle parole. In ogni modo grazie di cuore del pensiero! Dico davvero, grazie. Un saluto! E un sorriso anche a te 🙂

  9. 19
    Heavy rain -

    Sweetly.
    Sei sicura che non ci conosciamo o ci siamo conosciuti? Credo anch’io sia più probabile che babbo natale in persona scenda dal caminetto in questo istante ( non perché non esista ma perché ha sbagliato stagione!ovvio:) ma, dato che la statistica è tutto fuorché una scienza, mi è sorto il dubbio… Ad ogni modo se anche tu pensi alla luce bianca non hai molte scuse sei almeno fulminata quanto me ;).
    “L’ubiquità della doppia presenza, quella quotidiana e quella virtuale, mi porta spesso a chiedermi quale sia la parte recitata e quale sia quella vera.” Secondo me tutte e due per il fatto che ” riflettiamo” ciò che abbiamo di fronte. Un po’ come la luce.. Di sicuro in noi c’è un colore dominante ma siamo comunque in grado di esprimerli tutti.
    “che ci sia qualcuno capace di stare perfettamente a suo agio in scena, tanto da non chiedersi altro?”
    Oh Sì. Grande fratello, Maria de Filippi ed infine ( o all’inizio) Fb con foto che lasciano intendere cose che non si verificavano nella realtà. Comunque sento nell’aria un leggero cambiamento di tendenza verso l’introspezione … Molti si stanno togliendo Fb, il grande fratello è stato un flop e ” The truman show” non viene più considerato comico ma una tragedia. Forse un giorno addirittura torneremo a comunicare e magari gli eroi dell’anonimato usciranno allo scoperto…Sì credo ancora nel lieto fine 😉
    Ti auguro buona domenica.

  10. 20
    Sweetly -

    Heavy Rain,
    ahah bella quella di Babbo Natale! Comunque sia, magari ci siamo incontrati da qualche parte senza saperlo. Se fosse vera la teoria della reincarnazione, nel teatro dell’esistenza chissà che parti abbiamo avuto o avremo in serbo. Per saperlo non possiamo far altro che vivere, o morire, a tua discrezione.
    Il peccato è che avrei voluto risponderti in modo più soddisfacente, ma ammetto di provare un po’ di repellenza per i logorroici, e, ahimè incapace alla concisione, è esattamente quel che rischio di essere. Il punto è che un argomento attira e si interseca con un altro, e al contempo mi dispiacerebbe sottrarre la meritata consistenza a certe tematiche. Cosicchè scegliere cosa scrivere davvero mi è difficile. Proverò a risponderti un po’ come viene.
    E’ curioso come il discorso “Fb”, prima o poi, spunti ovunque. Almeno che succeda di esserne quasi inseguita proprio a me, che dal primo momento in cui l’ho sentito nominare e poi visto freneticamente espandersi ho provato un’antipatia così manifesta, da rendermene avversa persino un’ipotetica idea di approccio. E’ che proprio trovo incoerente, (nella mia testa in realtà il pensiero è un attimo più ruvido) il meccanismo che si è venuto a creare per cui tutti -o quasi- ci sono, più o meno spesso, ma nessuno in realtà l’ha voluto davvero. E’ che in fondo, su un po’ tutto, siamo incapaci di assumerci le responsabilità delle scelte personali, quando si rivelano errori. Nel caso contrario, invece, siamo convinti sostenitori del concetto di meritocrazia. Similmente vedo avvenire nella considerazione del sociale: è sempre colpa degli altri, ma intanto non ci accorgiamo, o ci rifiutiamo di credere, nel degrado non dico morale mi fermo al sentimentale, in una realtà personale dove ragioniamo con strumenti cognitivi e modelli pseudointellettuali degenerati già alla base, in un progressivo subdolo avvicinamento a 1984, nei cieli che non sono più azzurri, nell’aria che non è più pulita e potremmo continuare un bel po’.
    Oddio, a rileggere ciò che ti ho appena scritto mi sento terribilmente vecchia e noiosa, per altri aspetti mi sento esattamente dentro una gabbia. No, non intendo solo quella corporea, intendo proprio quell’alcatraz finto-solidale in cui viviamo convinti invece di essere in un confortevole palazzo su un’isola mozzafiato, sono certa che se ti azzardi un tuffo sei la festa degli squali. Sono troppo metaforica. Taglio.
    Il punto è che le varie Marie de Filippi siamo un po’ tutti, volenti e consapevoli o meno. Impazziti sul serio. E non parlo di quei “pazzi sani” per chi in fondo provo una gran tenerezza, un po’ di invidia e ammirazione. Parlo dei pazzi che recitano la parte dei sani, ma sono i pazzi veri. Beh, anche loro sotto le maschere,o i botulini vari, restiamo uomini e donne. Con Cuore e Coscienza, Luce appunto.E pur vedendo nero, nero proprio nero, anch’io ancora credo nell’Uomo. E’ che nel paradosso trovo la Vita, in tutta la sua complessa semplicità, non se se riesco a spiegare: )

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