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Pnsiero di un’operatrice della scuola

Sono un’assistente amm.va di un istituto secondario di primo grado, quest’anno vedro’ sfumata la possibilità di accedere al gradone superiore a causa dei tagli della pubblica Amm.ne per il risanamento del bilancio dello Stato.
E’ un sacrificio a cui dovrò sottostare però voglio far presente che forse c’è la possibilità di fare un po’ di economia anche attraverso altri recuperi .
Ogni mattina quando mi accingo a chiamare supplenti , in particolare nel mio istituto per la scuola dell’infanzia , chiudo le operazioni con il conferimento di una supplenza ad un docente che assumerà immediato servizio, ma anche con 2 o 3 altri conferimenti destinati alle madri in complicanze di gestazione (ormai ogni gravidanza è a grave rischio, non ce ne sono piu’ di gravidanze tranquille), oppure astensione obbligatoria per gravidanza o puerperio.
A volte queste nomine si protraggono a seconda dello stato di interdizione per mesi e mesi , oltre la durata della nomina, ovviamente con la copertura dell’ indennità di maternità quando sussistono i requisiti necessari.
Mi chiedo perché non si ritorna alla vecchia normativa, la quale prevedeva il perfezionamento del rapporto di impiego con l’assunzione di almeno un giorno lavorativo, per la maturazione del diritto alla retribuzione?
Perché sono state abolite le vecchie ed utili nomine giuridiche? Che avevano un grande valore, in quanto garantivano alla madre lavoratrice la possibilità di accettare una nomina e farla valere nel proprio profilo professionale, con l’attribuzione di un punteggio indispensabile alla loro crescita nelle graduatorie d’istituto.
Le nomine giuridiche avevano validità anche ai fini pensionistici , forse sarebbe altrettanto proficuo dare la possibilità di riscattarli a costo zero oppure con minimali essenziali ridotti all’osso.

Io credo che ci sarebbe un grosso risparmio , ogni scuola ogni anno raccoglie una infinità di queste supplenze che alla fine non giovano gran che a chi li ottiene che è sicuramente piu’ interessato alla maturazione del punteggio e alla propria posizione nella graduatoria d’istituto.
So che questa è stata una battaglia che i sindacati hanno vinto anche con la nostra collaborazione , ma che alla fine si è rivelata non del tutto soddisfacente , soprattuto per i costi che ne ha subito l’Amm.ne pubblica . Forse sarebbe bello studiare altri metodi per tutelare le mamme in attesa,ora però è tempo di sacrifici e quando bisogna stringere la cinghia , DOBBIAMO FARLO TUTTI SENZA DISTINZIONE , E FAVORITISMI DI CLASSE e a volte anche a discapito magnifici risultati ottenuti a seguito di tante battaglie sociali……. Quando le cose miglioreranno i benefici potrebbero essere restituiti.
La saluto cordialmente

Lettera pubblicata il 16 Agosto 2011. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Scuola

La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    19simone70 -

    Posso capire lo sgomento di fronte a ciò che lo stato decide per voi, anzi, diciamo che cerco di capirlo, perchè il mio settore lavorativo è l’operaio generico, cosa per cui, dovrei avere i canini alti mezzo metro a fronte di questa discussione.

    È anche vero che potevo non dire niente, e come si dice, passare e non curarmene, però tant’è, la dico lo stesso.

    Se il problema è la fregatura dei sindacati, alla fine, perchè te la prendi con lo stato?

    I tuoi consigli saranno sicuramente ragionati per esperienza, però, alla fine, se gli stessi sindacati sono a conoscenza di questo tipo di consigli, e non credo solo tuoi, perchè stanno zitti?

    Dico, la tessera si paga per qualcosa, ma se si decidesse di non pagarla che succede?

    Credo che alla fine il problema non sia la carriera, ma la forma a cui non si vuole rinunciare per far carriera, troppi automatismi hanno bloccato le regole per favorirla, e troppi maestri, professori, cattedrici o come si dice, cercano un posto più ambito, ma dove stà il lavoro se i posti sono quelli?

    Per le supplenze, il problema è una legge che non si vuol cambiare, per paura di soffrire come tutti i privati, diciamocelo.

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