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Perché il mondo è così incomprensibile?

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Lettera pubblicata il 19 Novembre 2013. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 12 commenti

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  1. 11
    Rossella -

    Non esistono soluzioni che vanno bene per tutti. Esiste una legge universale che porta metà dell’umanità a sentire il bisogno di dominare sé stessa per stare nel mondo e l’altra metà ad avere un naturale autocontrollo che nasce dalla fiducia nelle possibilità di redenzione scritte nella materia. La materia come dispensatrice di redenzione e non come dispensatrice di morte. I primi sono molto più trattenuti. Gli altri vanno avanti con le proprie opinioni e vivono l’educazione ricevuta come un termine di paragone, nel bene e nel male trovano il modo per capovolgere la realtà a loro favore, non ritenendosi mai offesi da nessuno. A scuola per estendere questo privilegio si diceva: -non si accusano i compagni!- E quindi tu ti sentivi immune dall’offesa, la consideravi una mancanza di civiltà travestita da intemperanza. In previsione di qualche tua caduta di stile trovavi anche la forza per perdonare ed andare avanti. Ovviamente la donna che ha bisogno di dominare sé stessa non avrà la stessa capacità di abbandono dell’uomo; tenderà naturalmente ad assicurarsi la salvezza e la beatitudine in quella parte di sé che non è stata contaminata dal progresso inteso anche come percorso di crescita che ha rovesciato la purezza e l’innocenza in potenza letale. Vive la stanchezza come la conseguenza del progresso e ha bisogno di un’educazione mirata. Il rapporto madre figlia è molto formativo.

  2. 12
    Rossella -

    […] Nel mio caso ho trovato già in mia madre quella forza nobile per vivere la mia infanzia in maniera molto attiva, manifestando una socievolezza e un fiducia nel mondo che non fanno parte del mio carattere, ma che in qualche modo mi hanno aperto alla trascendenza. E questo, considerando che negli anni a venire non avrei praticato la parrocchia, mi è servito a tenere vivo il senso di Dio. La figura di mio padre, al contrario, mi ha reso un’anima contemplativa perché i miei genitori sono molto diversi. Se mia madre avesse avuto un altro carattere probabilmente sarei stata una persona molto diversa, persa nelle sue fantasie, che avrebbe avuto bisogno di un’educazione che un tempo veniva assicurata dallo stato. Nei mie insegnanti era ancora ben visibile l’orgoglio dello scienziato. Anche in tv trovavamo una presenza massiccia di operatori della comunicazione che ti abituavano a stare al mondo. C’è sempre bisogno di queste figure… perché nella vita rischi di arenarti tutte le volte che ti trovi nella prova.

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