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Mia figlia ha scelto il ragazzo sbagliato

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Lettera pubblicata il 27 Maggio 2023. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 209 commenti

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  1. 201
    Rapunzel -

    Purtroppo,sono ancora con questo enorme grave problema irrisolto,nonostante le varie litigate con mia figlia per farle capire come potrà andare a finire,non sente e non vuole sentire nulla,siamo sempre più disperati,ha fallito l”esame che doveva dare a settembre e ottobre,possibile che non ce modo di dissuadere?Noi ,io e mio marito andiamo avanti ma senza nessuna voglia di fare nessuna cosa,era tutto improntato per lei,ma non le interessa nulla ,cosa possiamo fare a questo punto?

  2. 202
    rossana -

    Rapunzel,
    scusa la crudezza: secondo me, tu e tuo marito dovreste cominciare con l’andare avanti innanzitutto per voi stessi.

    Non servirà a niente continuare a insistere nell’imporre a vostra figlia la vostra visione sulla sua relazione. Potreste, semmai, ottenere proprio l’effetto contrario.

    In alcuni casi bisogna sbagliare e farsi male per capire e… imparare.

  3. 203
    Ana -

    “di tutte le persone italiane,si sia trovata un ragazzo straniero e con.una merea di problemi che ho spiegato”
    Anche a me lo dicevano quando frequentavo lo scozzese divorziato con 2 figli. Gli ho spiegato che lui aveva tante cose che le persone italiane che volevano mettermi davanti non avevano. Ho fatto le valige e me ne sono andata a Londra.

    @Solnze
    Vero, anche io ho rotto con questa cultura del cavolo. Mia suocera ungherese ha detto che in Italia sono rimasti al padre padrone e che ho fatto bene a sposarmi suo figlio

    @Rapunzel Con certi genitori come voi non lamentatevi se fanno le valige e se ne vanno. Se mi capitava una madre come te, scappavo a Londra prima di quando sono scappata. Mi mettevo anche a pulire i cessi. Le mie ex compagne di scuola si sarebbero suicidate. Loro avevano genitori che facevano tutto quello che dicevano loro.

  4. 204
    Max -

    Al di là dei termini forse un po’ troppo forti di Ana, le cose credo stiano proprio così. I figli non sono nostri, ma hanno una vita propria, sulla quale noi genitori non abbiamo alcun potere. Se capisci l’inglese, ti suggerisco di ascoltare la canzone dei Beatles She’s leaving home, che parla di una ragazza che al mattino presto, mentre i genitori ancora dormono, se ne va di casa per incontrarsi con un “lui” col quale spera di ottenere non si sa bene che cosa. Al mattino i genitori, quando scoprono ciò che è avvenuto, si domandano: Perché? Cos’abbiamo fatto che non andava? Le abbiamo dato tutto ciò che il denaro poteva comprare. E la fine della canzone dice: L’amore era l’unica cosa che il denaro non poteva comprare. Voi per vostra figlia a vostro modo l’amore l’avete dato, ma lei non l’ha percepito e in questo ragazzo, onesto o mariuolo che sia, ha trovato la risposta a cose che le sono mancate.
    https://www.youtube.com/watch?v=VaBPY78D88g

  5. 205
    rossana -

    Max,
    ottimo commento. Dolce e poetico, che, forse, in qualche modo, riguarda anche la mia scelta di sposarmi in giovane età, con un uomo che, giustamente, non godeva dell’approvazione dei miei genitori.

    In famiglia non mi è mai mancato nulla di materiale ma, essendo nata quando i miei genitori avevano intorno ai 40 anni, dopo aver superato un’epidemia di spagnola e due guerre mondiali, crescendo due figlie, è stato come se fossi un addentellato di famiglia di scarso valore. Immerso in un ambiente emotivo stanco, dove dell’amore che vent’anni prima aveva animato una coppia non esisteva più neanche l’ombra.

    Tutto tranquillo ma severo, non sereno; ordinato in ogni aspetto, come in una piccola azienda ma privo di slanci, di gioia, di tenerezze.

    Per me è stato istintivo andar a cercare qualcosa di totalmente diverso. Ben più della norma…

  6. 206
    Solnze -

    Ana, guarda, io sono sconcertata. Tuo marito è metà ungherese? Come va con la suocera ungherese?
    In merito al post io credo che i genitori in generale cerchino di dare suggerimenti ai figli in modo da far avere loro una vita semplice, questo sempre in molta teoria perché ci sono consigli tipo:”Trovatene uno ricco e sposalo”che è più facile a dirsi che a farsi.
    1. Lo devi incontrare
    2. Gli devi piacere
    3. Lui ti deve piacere e non solo sul piano fisico, ma proprio come persona. Io non riuscirei a stare con uno solo per soldi, anche se fosse direttore di banca.

    Sai dove molte slave conoscono gli italiani benestanti? Lavorando al night. 🤦🏻‍♀️ Pare che il lavoro del night si limiti a vestirsi sexy e parlare con i clienti, niente sess*. E siccome le consumazioni costano, chi va lì è quasi sempre ricco. Però maggiormente hanno altri problemi, estetici, di età, mentali, relazionali.

  7. 207
    Solnze -

    Alla fine siamo sempre lì, se si ricerca la perfezione non si concluderà mai niente. Certo, frequentando gli ambienti “in” (per frequentare i quali bisogna avere una famiglia monetata alle spalle o nada) e facendosi andare bene solo gli italiani, perché a me personalmente non hanno mai presentato un ricco russo o un ricco inglese o un ricco tedesco, benché fisicamente si avvicinino molto di più ai miei canoni estetici, allora sì.
    A me è capitato solo di conoscere un ricco del sud a cui piacevo, ma era davvero un cesso allucinante nonché mezzo maniaco sessuale, tanto che si prese anche una denuncia per stalking da una straniera in un paese estero. E la famiglia provava ad insabbiare tutto.
    Poi suo padre (quello che guadagnava bene) fu anche licenziato anni dopo, poi non so che fine abbiano fatto.

  8. 208
    Agostino -

    I Xènos portano guai i sacri proverbi non si sbagliano mai!

  9. 209
    Max -

    Ciao Rossana e grazie infinite per il tuo apprezzamento al mio commento. Effettivamente la tua storia e la canzone dei Beatles parlano di qualcosa di assai evidente: qualcosa dentro, che è stato sempre denegato, per così tanti anni… Quella è una canzone che va ascoltata, sia per la delicatezza della melodia e dell’arrangiamento, sia per ciò che esprime il testo, che valeva allora come può valere oggi. Il contrasto fra la convinzione, in totale buonafede, dei genitori di aver fatto tutto il meglio e di essersi sacrificati per il bene dei figli, e la percezione dei figli di non aver avuto ciò che avrebbero desiderato e di doverlo andare a cercare al di fuori. Anche rischiando di farsi male, ma è una dinamica inevitabile.

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