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Letteratura Fantasy

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Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 21 Dicembre 2006. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 17 commenti

Pagine: 1 2

  1. 11
    Franco Martinelli -

    Su questo ci intendiamo. Ma credo tu abbia fatto confusione: io non sono l’autore della lettera :-), ho solo seguito la discussione e mi sono inserito a metà. Su quell’affermazione dell’autore della lettera (S.C.) non posso che dirmi in totale accordo con te! Che il fantasy sia morto con Tolkien è impossibile. Sarebbe corretto dire che “Il Fantasy moderno è NATO ANCHE con Tolkien, (ma certamente non è morto con lui, anzi!)” Quella invece di Bonfanti a proposito di Omero, credo voglia essere una provocazione, che sta a significare che il fantasy è un genere che si rifà alle antiche saghe e poemi epici, mentre oggigiorno viene visto come una cosa da ragazzini tutto ciò che sia “avventura”, e non tratti di temi seri o drammatici. Insomma tutta la “fiction”, stessa cosa capita anche all’horror e alla fantascienza. In questi termini io trovo l’affermazione di Bonfanti sottile (non ho ancora letto il suo libro, ma da quanto ho capito è un autore piuttosto ironico e “fuori dalle righe”). Certamente la sua affermazione non sarebbe corretta di per sé, hai ragione, in quanto per i greci il mito aveva, come dici, un valore differente. Anche se è vero che Omero, di fatto, si scosta dai miti come quelli che possono essere quello di Teseo o di Castore e Polluce. L’Odissea, in particolare, oltre ai valori del mito somma in sé alcuni canoni propriamente NARRATIVI che la rendono in alcuni aspetti molto simile a un romanzo moderno di avventura. Quello che voglio dire è che se l’autore ha parlato proprio di Omero, e non in generale dei miti greci, volesse fare riferimento non ai mostri e prodigi che popolano tali miti, ma (sto supponendo, eh! :-)) alla struttura narrativa caratterizzata da un viaggio, da una successione di avventure con un eroe centrale, spinto dalla curiosità magari, come nel caso di Odisseo, che affronta vari pericoli e nemici, E con la presenza di prodigi vari. Certo, bisogna tenere conto per i greci i prodigi erano cosa vera, reale, e quindi non certamente “fantasy”!
    Per finire, sono totalmente d’accordo con te nel creare una analogia tra gli autori che citi (Verne, Burroughs, Eddison), anch’io vedo Tolkien più o meno negli stessi termini: un autore che aveva il dono di inventare libero da schemi mentali.
    Ciao.
    Franco

  2. 12
    Franco Martinelli -

    p.s.
    sugli scopi narrativi di Omero, comunque, mi pare difficile disquisire… dopotutto non sappiamo neanche se sia esistito 🙂 sapere se lui credesse che quello che scriveva fosse “fiction” o realtà, è un po’ difficile! possiamo solo leggere la sua opera e, come dicevo, indubbiamente considerare molte analogie con i romanzi moderni. che come giustamente diceva leo, si ritrovano ance nelle saghe nordiche da cui attinse Tolkien.

  3. 13
    Simone -

    Piccola parentesi
    Gli scopi narrativi di Omero saranno irrilevanti, ma gli scopi di chi lo leggeva lo erano tutt’altro. E noi conosciamo benissimo come la pensavano…
    Parentesi Bonfanti
    Vorrei chiedere all’autore, se avrà modo di leggermi, perchè non si è rivolto a un editore convenzionale. Il fantasy, anche se di pessima fattura (Troisi e Paolini docent) sono sulla cresta dell’onda adesso.

  4. 14
    Franco Martinelli -

    La tua piccola parentesi in realtà è molto intelligente e interessante, perché tocca un punto molto importante: gli scopi di chi leggeva (meglio, ascoltava) l’Odissea quali erano? Il divertimento o la didattica? Probabilmente in questo differisce l’opera di Omero dagli altri miti. Perché a mio avviso si tratta di un lavoro scritto con l’idea di intrattenere, e questo traspare dal gusto narrativo che permea l’opera. Invece, per quanto riguarda le CREDENZE di chi ascoltava Omero, (quasi) certamente essi erano convinti si trattasse di cronache realistiche o quasi. E in questo, non “fantasy”.
    Sulla questione editoriale in effetti sarei molto curioso anch’io. Il fantasy è in effetti di gran moda. Hai ragione.

  5. 15
    mari -

    consigliatemi dei libri da leggere ve ne sarei grata

  6. 16
    S.C. -

    accetto le critiche rivolte all’affermazione che il fantasy sia “nato e morto con tolkien” della mia prima lettera. si trattava però di un’esagerazione, non certo di una cosa da prendere alla lettera, tant’è vero che io stesso sono un lettore accanito di pratt-de camp, come già dicevo, e di burroughs. quello che intendevo dire, e di questo fatto resto convinto è che gli “emuli” di tolkien (gemmel, jordan & co.) non abbiano “aggiunto” nulla alla grandiosa opera di tolkien. è come se in qualche modo il filone-conan, e quindi la heroic fantasy, che aveva presupposti diversi da quelli di tolkien, non sia più stato portato avanti. mentre il fantasy “alla tolkien” abbia dato vita al “fantasy moderno”, che però, come dicevo, raramente ho trovato di mio gusto. la mia affermazione quindi voleva significare che tolkien è stato a mio avviso colui che ha dato il la al fantasy moderno (e non al fantasy inteso come letteratura fantastica), genere che poi non si è più sviluppato in particolarmente, ma spesso ricalcando quanto già scritto da tolkien (tolti spesso gli aspetti allegorici-metafisici).
    che poi il fantasy non sia assolutamente “nato” con tolkien è verissimo.e la frase di bonfanti significa a mio avviso proprio questo, come giustamente coglievano franco e leo: che il fantasy affonda le sue radici nella notte dei tempi, in beowulf, nelle svariate saghe vichinghe, nel folklore, nelle chanson de geste, per arrivare appunto ai poemi epici greci. che al di là della diversità di mentalità di fronte all’elemento fantastico, di fatto costituiscono le basi su cui poi si è costruito, le basi di molte dei quelle cose che ora sono fantasticherie, il nostro “patrimonio immaginario”.

    mari, ce ne sono talmente tanti di libri che non saprei da dove iniziare… io ti consiglierei la saga di conan, a partire dal “papà” howard e “la spada della fenice”. sono racconti avvincenti e divertenti, di lettura rapida, che hanno un’atmosfera e una magia magistrale.

  7. 17
    Daniela Bigottà -

    A Mari consiglierei di leggere il mio, di recente pubblicazione. S’intitola “Belinda Victoria” e il sito è http://www.belindavictoria.com. E’ stato definito ‘fantasy-realistico’ e pare che alcuni brani facciano anche un po’ ridere. Chi l’ha letto ne parla fin troppo bene. Io mi astengo dal commentare.

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