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Lettera da una cittadina italiana allibita

Buongiorno,
sono una ragazza di 25 anni, semplicemente attonita da quello che succede nel paese in cui mi ritrovo a vivere.
Non importa specificare se sono lavoratrice o studentessa, sono una cittadina italiana.
Ritengo di essere una persona educata, cioè ho ricevuto e dimostro senso di civiltà nel mio comportamento quotidiano.
Non esiste educazione in tante sfere della nostra società, me ne sto rendendo conto ogni giorno che passa.
Abito a Genova da più di sei anni, non è la mia città natale, ma ho imparato a conoscerla e ad innamorarmi del centro storico più grande d’Europa, forse anche uno dei più pericolosi.
Amo una città dove se imbocchi il vicolo sbagliato puoi ritrovarti in quel che si dice un “vicolo cieco”, anche se è l’ora di pranzo.
Amo una città dove in quei vicoli, il venerdì sera, in mezzo a migliaia di giovani che animano la città e la sostengono economicamente, per scelte politiche non ci sono forze dell’ordine che rispondono ad una chiamata di aiuto quando non trovi più il portafoglio nella borsa, quando ti attaccano ad un muro con un coltello da macellaio, quando ti mettono le mani addosso, quando ti stuprano.
Allora un giorno, per strada, ho fatto una domanda ad un uomo in divisa: ”Ma perché nei vicoli il venerdì sera non c’è vigilanza? Eppure è evidente che ci sia bisogno di qualcuno che controlla.”
E mi è stato risposto questo: “Perché c’è troppa gente che non gradisce la nostra presenza, perché se passano degli uomini in divisa in mezzo ai ragazzi che si fumano le canne veniamo insultati, perché se c’è un qualsiasi scontro e uno di noi interviene facendo del male a qualcuno veniamo denunciati e passiamo dei guai.”
Ecco, sono rimasta allibita.
Mi sono messa nei panni di chi indossa una divisa e ho pensato che non dev’essere facile fare quel lavoro senza provare paura per la propria incolumità, però il difensore della legge dovrebbe proteggere prima di tutto l’incolumità altrui, altrimenti non ha senso scegliere un lavoro simile.
E poi mi sono messa nei panni dell’onesta cittadina che studia o che ha un’attività commerciale o che semplicemente abita in quei vicoli, e ho pensato che non sia giusto non poter ricevere a priori una mano d’aiuto solo per questi motivi.
Vorrei che le forze dell’ordine fossero davvero per l’Ordine.
Ma soprattutto vorrei che i giovani come me potessero credere che chi ha una pistola e un manganello in mano li userà solo in nome della legge, che è uguale per tutti, solo per l’onestà del ruolo che riveste e non per il delirio di onnipotenza che spesso e volentieri si manifesta.
Sono a favore della Giustizia.
Un giovane che insulta un uomo in divisa soltanto per il gusto di farlo o un uomo in divisa che picchia un giovane solo perché si sta fumando una canna o perché ha le treccine in testa è un deficiente, dal latino deficiere, cioè mancare, in questo caso di senso civile.
E non c’è alcuna differenza, perché siamo tutti uguali, indipendentemente dal lavoro che facciamo, dal colore della nostra pelle, dalla nostra religione, dallo sport che tifiamo: uomini e donne che hanno diritto a vivere la vita che gli è capitata nel rispetto del prossimo.
Se ci fosse più attenzione all’educazione, al pensiero che guida l’azione umana, alla qualità e non alla quantità sarebbe meglio per tutti.
È inutile parlare tanto di quei bambini che allo stadio erano spaventati e non capivano cosa stesse succedendo se poi non si prendono delle serie decisioni in materia di educazione ed istruzione.
Tra 20-30 anni forse quelli che sono i bambini di oggi potrebbero diventare cittadini educati, sia che si mettano una divisa addosso, sia che non lo facciano.
Ma c’è qualcuno in questo Bel Paese che sappia guardare oltre il proprio piccolo cortile, il proprio giro d’affari e interessi?
C’è qualcuno che pensa che il futuro si costruisca più educando i piccoli che mettendo l’esercito in giro per l’Italia?
Certo, chi sta facendo del terrorismo o del bullismo il suo pane quotidiano deve essere punito, senza alcun dubbio, perché si diventa brave persone grazie alla pazienza di chi ci insegna che certe cose si fanno e certe altre no, ma grazie anche ai castighi e alle sculacciate dopo un errore.
Mi viene tristemente da pensare che forse, perché qualcosa migliori, si debba arrivare a rendere la punizione una moda del momento, pubblicizzata su ogni cartellone, in ogni canale televisivo, con un audience invidiabile.

Grazie per l’attenzione.

Federica Noberini.
(La Spezia)

Lettera pubblicata il 13 Novembre 2007. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 5 commenti

  1. 1
    heidi81 -

    Ciao Federica, io una divisa la indosso perchè faccio parte di una associazione di volontariato e volere e volare in situazioni di emergenza anche in certi vicoli ci andiamo, anche se qualche ubriaco extracomunitario ha cercato di prendere a calci le nostre ambulanze io ad allungare le mani sulla mia divisa.
    E non percemiamo stipendio alla fine del mese.
    “Vorrei che le forze dell’ordine fossero davvero per l’Ordine.”hai espresso il succo della questione.
    Un abbraccio.

  2. 2
    Raffaele -

    Anch’io ci andavo allo stadio, erano gli anni 90, finale d’andata di Coppa Uefa, beh, non ho mai avuto tanta paura come in quella occasione, tifosi deficenti della fiorentina a petto nudo che ci insultavano, con catenacci di ferro e ci lanciavano lattine vuote. Eravamo nei distinti, ed a dividerci da tali cretini c’era solo un piccolo cordone di poliziotti che scendeva dall’alto al basso lungo le gradinate.
    Dovette intervenire Antognoni dal campo “armato” di microfono per calmare gli animi. La partita non era ancora iniziata e questi gia facevano casino.
    Ora con le nuove leggi sul calcio prima di Pisanu, dopo di Amato per la sicurezza negli stadi vediamo che le cose non cambiano lo stesso.
    Chi è nato cretino rimane cretino, c’è poco da fare, i teppisti vanno in curva a vedere la partita di solito, perchè chi vuole vedere il calcio va in altre posti dello stadio, chi ama il calcio non va a vedere una partita in curva, quindi la mia proposta sarebbe quella di mettere tutta la polizia in curva e bastonare il primo drogato o cannato che inizia a fare casino invece di osservare la partita e starsene calmo.

  3. 3
    Laura -

    Vorrei che la giustizia fosse Giustizia, vorrei che chi esce in divisa per protteggerci sia protetto dalla legge ( e non oggetto su cui scaricare ogni responsabilità di una società che fa acqua da tutte le parti per colpa di una politica sbagliata o per raccogliere le simpatie dei possibili elettori,e peggio ancora, per falso buonismo)e che il suo lavoro non finisca invano nelle facili scarcerazioni o indulti del cavolo….Non so se ho capito bene ma in alcune delle vostre porole ho letto risentimento per le Forze dell’ordine…nel caso mettetevi veramente nei loro panni!!
    Loro non hanno alcuna colpa e se ne hanno pagano di persona, sono messi alla gogna, e pagano anche le loro famiglie…un rom ubriaco che ammazza dei ragazzi in motorino ora ( neanche sei mesi fa) ora farà il modello per una casa di jeans!!!! E’ VERGOGNOSO!!!!!!!!!!!
    C’è qualcosa che non torna nella nostra società….dove stiamo andando??????

  4. 4
    Raffaele -

    Sono d’accordo Laura, i delinquenti diventano personaggi famosi televisivi, come il marocchino della strage di Erba, ex spacciatore.
    L’Italia non va bene perchè ci sono ancora troppi televisori accesi, non guardate più la televisione, è veramente pericolosa ed infernale.

  5. 5
    federica -

    concordo più che pienamente sul fatto di spengere i televisori perchè attraverso quelli le persone sono manipolate…
    è un mezzo con cui si trasmettono solo determinate cose e idee, che solitamente ritengo siano spazzatura!
    io non la guardo quasi mai, solamente se passano qualche film che mi piace, ma tutti i programmi che ci sono mi fanno schifo!!!
    un esempio? la de filippi!!! ma come si fa a guardare quelle boiate??? eppure c’è tantissima gente che la segue…
    e ci fosse solo lei! è solo la punta di un iceberg… purtroppo!
    buttate la televisione!

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