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Lei non c’è più

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Lettera pubblicata il 11 Settembre 2010. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni - Gay - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 16 commenti

Pagine: 1 2

  1. 11
    Elle -

    Caro Riccardo,
    ti ringrazio di cuore per le tue parole. Fa così male. Ogni giorno mi sveglio cercando
    di trovare uno scopo, un senso ai miei gesti. In realtà tutto ha perso significato. Sto
    buttando via tutto, il tempo, questi ultimi due mesi che nessuno mi ridarà più, gli
    studi. La testa è sempre per aria; mi scordo le chiavi ovunque.
    Devo cambiare, lo so. E’ l’unica cosa da fare. Devo ricominciare a inventare me. Ma
    per farlo ci vuole tanta di quella forza. Io ora mi sento a terra e non so se e quando
    riuscirò a tornare su.
    Elle

  2. 12
    Riccardo Paicher -

    Ciao Elle. Il fatto che io non ti abbia più scritto non vuol dire che mi sia dimenticato di te, vuol dire solo che non sapevo cosa scrivere. Il punto è che quando tieni davvero a qualcuno non sai mai cosa dire, perché tutte le parole che ti vengono in mente ti sembrano inutili o banali. Allora, ho deciso di non dire niente anche stavolta. Se vuoi, sarai tu a parlare.
    Come stai? O come ti senti?! E’ tornato a splendere un po’ di sole?! Sei pronta ad affrontare la stagione più fredda e romantica dell’anno? Ciao, rispondimi se hai voglia. 🙂

  3. 13
    Elle -

    Ciao Riccardo,
    mi fa piacere che tu sia tornato a scrivermi. E’ passato già un mese da quando
    scrivevamo di un amore che non ha più – e non aveva nemmeno allora – ragione
    di esistere.
    Ho fatto un lungo e dolorosissimo lavoro su me stessa. In realtà, lo sto facendo
    ancora. Mi sono imposta di chiudere il rubinetto delle emozioni, almeno per
    qualche tempo. Perciò mi sento meglio. Non piango più. Non guido più per ore e
    ore senza nessuna meta. Non faccio più scenate. La guardo mentre felice percorre
    la vita e la strada del suo nuovo amore, e non provo niente. La ascolto mentre
    parla con lui, e non provo niente. Ora non so se questo sia un bene o un male. So
    solo che ero stanca di piangere, davvero stanca.
    Mi sono completamente immersa in uno dei miei hobby: la lettura. Qualche
    settimana fa ho scoperto che è l’unica cosa che facendola, mi impedisce di
    pensare ad altro. Perciò divoro libri dalla mattina alla sera. Forse quando smetterò
    di leggere così tanto, allora sì, che starò davvero BENE. Ma sai? Leggere non è poi
    così male, anzi.
    Baci

    PS. Certo, il mio amore è ancora tutto qui. Io lo so che c’è, dentro di me, anche se
    volutamente cerco di ignorarlo. Ma so anche che a volte l’unica cosa da fare è
    rassegnarsi.

  4. 14
    Riccardo Paicher -

    Cara Elle, mi fa davvero piacere sapere che stai meglio. Hai un coraggio enorme, di quelli che a parole abbiamo tutti, ma che, poi, nella vita reale, in pochi riescono a mettere in pratica. Tutto ciò che fai, o hai fatto, l’ho sempre trovato, nella sua unicità e specialità, assolutamente normale. Quando era il momento delle lacrime, hai pianto, quando era il momento di lottare, hai lottato e anche ora sei… semplicemente perfetta. Leggere è un’ottima distrazione, in fondo è un po’ come amare, solo che ora l’oggetto del tuo amore sono i libri. Comunque, quando hai voglia di raccontare a qualcuno dei tuoi progressi e delle tue sensazioni, puoi farlo a me. Anzi, ti lascio la mia e-mail: ricky_paicher@hotmail.it . Forse ti starai chiedendo il motivo di tanto affetto da parte mia. E’ giusto, me lo chiederei anch’io. Il fatto è che in questo momento sto soffrendo per amore e le tue parole mi danno coraggio e speranza. Ciao cara. 🙂

  5. 15
    fadeAway -

    Elle,
    hai scritto una cosa molto triste ma, ahimé, molto vera.

    “a volte l’unica cosa da fare è rassegnarsi”

    ed è la cosa più difficile per chi invece, non smette mai di lottare
    perché, semplicemente (una parola incredibile), ci crede.

    Spero tu stia meglio

  6. 16
    Elle -

    fadeAway,
    ti ringrazio per il tuo affetto, ma purtroppo, questo dolore che sento va e viene. A
    volte è più forte, altre sopportabile, ma ancora, non sono mai riuscita ad ignorarlo.
    Sono un’ingenua, una “buona”. Vedo sempre il bello delle altre persone, forse anche
    per questo, come hai detto tu, non posso fare a meno di crederci. Questa è un po’ la
    mia salvezza, la mia condanna. Perché ancora non ho capito come si fa a
    rassegnarsi.

    Elle

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