La fine improvvisa di un amore
di
Loredana
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Loredana.
14.073 commenti
Pagine: « Prec. 1 … 772 773 774 775 776 … 1.408 Succ. »
Pagine: « Prec. 1 … 772 773 774 775 776 … 1.408 Succ. »
Lascia un commento
Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.
Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.
▸ Mostra regolamento
I commenti vengono pubblicati alle ore 10, 14, 18 e 22.
Leggi l'informativa sulla privacy. Usa toni moderati e non inserire testi offensivi, futili, di propaganda (religiosa, politica ...) o eccessivamente ripetitivi nel contenuto. Non riportare articoli presi da altri siti e testi di canzoni o poesie. Usa un solo nome e non andare "Fuori Tema", per temi non specifici utilizza la Chat.
Puoi inserire fino a 2 commenti "in attesa di pubblicazione" per lettera.
La modifica di un commento è possibile solo prima della pubblicazione e solo dallo stesso browser (da qualsiasi browser e dispositivo se hai fatto il Login).
Leggi l'informativa sulla privacy. Usa toni moderati e non inserire testi offensivi, futili, di propaganda (religiosa, politica ...) o eccessivamente ripetitivi nel contenuto. Non riportare articoli presi da altri siti e testi di canzoni o poesie. Usa un solo nome e non andare "Fuori Tema", per temi non specifici utilizza la Chat.
Puoi inserire fino a 2 commenti "in attesa di pubblicazione" per lettera.
La modifica di un commento è possibile solo prima della pubblicazione e solo dallo stesso browser (da qualsiasi browser e dispositivo se hai fatto il Login).
sapete che vi dico?
quando la vita viene travolta da un cambiamento che non abbiamo voluto, e il presente è diverso da come lo avevamo immaginato quando si chiamava ancora futuro, l’errore più grande è continuare a remare contro la vita…
remare contro la vita continuando a ripetersi: non doveva andare così, io volevo delle circostanze diverse…
io non la voglio una vita diversa da quella che avevo immaginato…
però la tua vita è comunque una sola, e se ti fermi per strada, a continuare a dire così, va avanti lo stesso, anche senza di te…
è solo con le carte del presente che si può giocare, con quello che è…
quello che è nel senso di guardare la realtà, per prenderne atto, anche dei cambiamenti e dei sogni e dei progetti infranti, del fatto che la strada non è stata uguale a come ci si aspettava che fosse… ma anche per rendersi conto che la vita è più ampia di un sogno caduto… e che di strada non ce n’è una sola, che se finisce con un cartello di vicolo cieco sei fottuto, e devi per forza fermarti.
Perché la mappa è molto più grande vista dall’alto, se non ti fermi a guardare soltanto il cartello di vicolo cieco…
è così ampia che non lo sai quante strade ci sono, perché molte le scopri solo camminando.
quando la vita ti fa un fallaccio, non c’è molto da fare, se non guardare la realtà con coraggio, soffrire, ma anche ricordarsi che la vita va avanti comunque e tanto vale cercare di viversi il meglio possibile, anche nel dolore e nelle difficoltà.
In questo momento la mia vita per tanti versi è molto diversa da come l’avevo sognata e progettata quando il presente si chiamava ancora futuro. I problemi che ho da risolvere oggi un tempo mi sarebbero stati inimmaginabili. Ed è per questo che a volte mi spaventa l’idea che possa succedere di peggio, perché sono stanca. Ma al contempo so che posso solo prendere atto del presente, per quello che è, e cercare di risolvere le cose allo stato attuale. Cercando di essere sincera con me stessa, per risolverle in un modo che mi somigli veramente, il più possibile. Non possiamo controllare gli altri, i loro pensieri, il loro sentire, e il loro modo di concepire la vita, e quello che accade. Non possiamo farlo mai.
Per noi, però, qualcosa possiamo fare. Cercare dentro di noi una chiarezza che gli altri non sono in grado di offrire o non vogliono offrire. Prenderci la responsabilità (in senso costruittivo) delle nostre scelte, per noi, per il significato che noi diamo alle nostre scelte,
scegliendo anche di non restare in balia dell’irresponsabilità degli altri, al caso.
Possiamo fare più di quello che pensiamo. Forse non possiamo farlo nell’ambito in cui ci sentiamo in un vicolo cieco, ma nella mappa più ampia della vita sì.
Forse anche lì possiamo fare poco, meno di quanto vorremmo, ma è comunque qualcosa di cui talvolta non sappiamo riconoscere le potenzialità, perché ci neghiamo le nostre.
Oggi ho parlato con una mia carissima amica, e ho capito che sta continuando a sbattere la testa contro il muro di una relazione che non la rende felice, non necessariamente perché lui sia una brutta persona, ma perché la loro relazione viaggia su un binario fatto di insicurezze, gelosie, controllo esasperante e nocivo.
Vivono in continua frustrazione, tensione, sono infelici perché prima sono stati infelici, altrove, e il terrore di poter esserlo nuovamente fa sì che si sentano sempre, almeno lei, come chi non riesce a godersi niente, per paura che se si distrae due minuti qualche pentola sul fuoco esploda. D’altra parte quando lei si rilassa due minuti lui ha il terrore che lei possa troppo bene anche senza di lui. Diventa geloso, inquieto. Quando lei è tesa, invece, è come se sentisse che ha più bisogno di lui.
Lei ha appena rinunciato a partire per le sue ferie (dovevano farle separati per forza, per i tempi che non combaciano) per correre, ancora una volta, a controllare il fornello.
– Non mi sarei rilassata comunque – mi ha detto.
Ha rinunciato per rassicurare se stessa, non tanto lui, che pure le ha buttato l’ansia addosso.
il problema è che lui comunque, poi, si farà le sue ferie. Lei avrà perso le sue ferie, tornerà a lavorare stanca, e mentre lei sarà tornata a lavorare lui si farà le sue. Così, per ansia da controllo, lei non avrà riposato prima, e ne aveva bisogno, avendo il coraggio di fare qualcosa per se stessa, e quando lui andrà in ferie lei comunque starà male perché si sentirà frustrata dal fatto che lui farà delle ferie separate. e probabilmente si sentiranno cento volte al giorno e litigheranno. Ma litigando, pur detestandolo, avranno la sensazione di stare più vicini, di essere di più nella vita l’una dell’altro. In realtà vivono la relazione a privazione, in un modo egoista verso l’altro, ma privo anche di benessere personale. Si chiudono in una bolla d’ansia, e ci nuotano insieme, sempre più lontani dalla pienezza della vita. Non la vivono per se stessi, nè insieme.
LUNa hai perfettamente ragione. la sua è una sorta di ribellione adolescenziale. Lei mi ha visto come punto di riferimento molto più dei proprio genitori che non si fanno sentire praticamente per nulla, o quantomeno non intervengono nelle situazioni che contano ma magari fanno storie per cazzate. All’inizio mi vedeva come un punto di riferimento, qausi un posto nel quale rifugiarsi quando si hanno dei problemi, poi nel tempo ha maturato la certezza che questo posto era sicuro si ma non troppo comodo. Io le volevo bene, cercavo di aiutarla ad andare avanti ma alla fine ho ottenuto l’effetto contrario. Adesso si diverte con chi non la fa pensare per niente ed è questo ciò che le serve adesso ma prima o poi le cose cambieranno…purtroppo per lei. Sicuramente adesso vedo le cose un po diversamente da prima che ero decisamente più coinvolto. In fondo credo che una persona senza il minimo equilibrio non possa avere una relazione con un’altra in quanto il suo stato di tranquillità dipenderebbe troppo dal partner e credetemi è un problema davvero grosso. Sono molto demotivato in questi giorni. Solitamente sono un vulcano di idee, pensieri, sentimenti ma ultimamente (avrete notato che ciò che scrivo è sempre poco attento e forse svogliato) non ho quasi voglia nemmeno di sentire. Sentire è proprio questo che mi manca. Partirò pre le vacanze e non saranno le solite spensierate e divertenti ma confido nella mia forza, nella consapevolezza che son tenace e nella fiducia in me stesso che ha ricuto s un bruttissimo colpo ma adesso comincia a rifarsi sentire. Lei ha ormai cambiato “partito” adesso è passata alla concorrenza e credo si diverta molto a fare le cose fanno le 16enni. Questa è la sua nuova veste, niente pensieri, niente responsabilità ma solo cazzate. Peccato che io la vedevo come una persona tranquilla, pacifica e serena ed invece ahimè ho proprio preso un granchio. eppure sono un osservatore, mi muovo con cautela e cerco di scorgere i segreti dell’altro ma evidentemente o i miei sensi mi hanno ingannato accecati dal calore del cuore oppure è stata brava a fare il suo gioco. Ringrazio tutti per la compagnia e vi rileggero con impegno e spero maggior entusiasmo al mio ritorno.
Ciao a tutti,
ciao Luna , sai tra tutti i tuoi commenti che finora ho sempre letto e sui quali molte volte mi sono soffermata a riflettere quello di cui sopra credo che possa considerarsi l’ epilogo di un lungo cammino, di un lungo percorso che ha portato te e attraverso te molti di noi in questo “presente diverso da quello che avevamo immaginato quando si chiamava ancora futuro.”
Mi ritrovo anch’ io in questa vita diversa da quella immaginata; ho remato contro di essa , contro la realtà per moltissimo tempo e cosa è cambiato??? Nulla.
La vita va avanti, il mondo continua a ruotare benchè come tu sostieni noi rimaniamo immobili dinanzi a quel cartello di vicolo cieco.
Perchè è così difficile giocare con queste carte del nostro presente??
Forse perchè pensiamo che i Jolly non facciano più parte del mazzo e che le carte migliori le abbiano prese gli altri e noi ci ritroviamo con poche carte di seme diverso e non riusciamo a fare nemmeno una canasta??
Grazie cara Luna per questi pensieri che in una sera di agosto incontrano la solitudine del mio cuore ma nello stesso tempo incontrano una Giusy che vive il presente seppur con quelle poche carte che erroneamente quella stupidina di donna crede di avere:)
Un abbraccio a te dolce Luna e a voi tutti.
Scusate se mi intrometto pur avendo letto poco delle ultime vicende. Ho già scritto qui, un paio di settimane fa, Heidi si dovrebbe ricordare, sono quello che ha lasciato una donna sudamericana dopo aver fatto un sacco di sacrifici per lei e subìto per mesi, come ringraziamento, mille torture psicologiche. Non voglio fare commenti ma solo cercare di alleviare la rabbia scrivendo, forse funziona. Già, perché sebbene cerchi di giorno di pensarci più, di notte mi ritrovo a non potermi addormentare, perché “quella” mi torna in mente, con la sua faccia di ghiaccio (il culo era molto meglio), i suoi atteggiamenti da generalessa, i suoi modi villani con me e melliflui con gli altri, la mostruosa ingratitudine, i suoi meschini interessi e il suo lurido mestiere, nonostante il quale si sentiva in diritto di farmi prediche e darmi lezioni di spiritualità. Allora il cuore mi batte forte per la rabbia, e se l’avessi di fronte la stritolerei. E magari potessi, mi dispiace che si sia resa irreperibile! Ma se la becco è facile che le rompo il muso. E già, perché non lo sapeva lei, nè nessun altro prima d’ora, ma il problema è questo: non è stata una bagatella giovanile ma per questa bastarda mi sono bevuto la vita, rovinata a un punto tale che non guarisce più, e perfino passarla tutta in carcere ormai non mi sembra peggio che vivere libero ma fottuto. Cosa intendo dire? Che per lei non solo ho perso delle amiche che mi desideravano e con ua qualunque delle quali avrei potuto essere felice; per aiutarla mentre era malata ho trascurato il lavoro al punto di perderlo, e ora a 40 anni chi me ne dà un altro? E ho anche preso soldi che non mi appartenevano, di mio padre, per comprarle le medicine e pagarle le bollette mentre era in convalescenza e non poteva lavorare. Perfino il computer le ho comprato, mentre io vado avanti sempre col solito vecchio catorcio! Mi sono messo in mutande per lei… non per avere qualcosa in cambio, ma per amore, per aiutarla e poter continuare la nostra storia. E finché le sono servito, lei è stata un prodigio di bontà. Poi, quando è guarita e non ha avuto più bisogno di me, ha saputo bene come ricambiarmi. Col male! Ma non il male nel senso di violenza, inganno, tradimento. Un male a piccole dosi, ben distribuite giorno dopo giorno. Un male subdolo e astuto che prima non sapevo potesse esistere. Silenzi, rifiuto di ascoltare, rifiuto di capire, contraddizioni e capovolgimenti, una inesorabile tirannia quotidiana, continui gesti di disprezzo…
… insomma, tutte le tecniche di manipolazione e svilimento dell’altro così come vengono descritte nei manuali psicologia! E che nel mio candore, io non potevo conoscere né comprendere, perché in vita mia non mi era mai passato per la mente di usarle nei confronti di una donna. Le implicazioni erano chiare: l’alternativa era essere uno schiavo ubbidiente e disprezzato (questo era l’amore per lei), o andarmene. E me ne sono andato, ridotto in braghe di tela, senza recuperare niente di quel che le avevo dato. A gridare vendetta non è certo il valore materiale di tutte queste cose, sarà un migliaio di euro in tutto, ma il valore morale, l’atto d’amore che per me rappresentavano; ora che so che per lei erano qualcosa da ricevere con soddisfazione mista a segreto disprezzo. E soprattutto l’aver perso l’amor proprio, l’essermi ridotto in malora, senza più speranza nel domani. E bravo co......, proprio con quella hai giocato le tue carte più alte! Avevi 38 anni quando l’hai incontrata, e con tutta la tua esperienza ti sei comportato come uno sbarbino di 18. Questo penso! – e aumenta la mia rabbia. L’altra notte ho avuto un terribile incubo. Ero inseguito da un mostro gigantesco, nero come una nube, informe, che emetteva infernali latrati. E’ durato ore. Io non sono certo un cacasotto né un piangina, ma al risveglio sono rimasto terrorizzato e sconvolto per ore. Facile da interpretare, il mostro è la stessa carica di rabbia distruttiva che si è accumulata nel mio inconscio, e deve essere davvero pericolosa, se si considerano casi come quello del pugile ucraino che tutti abbiamo sentito in tv. Tra i ricordi, quello che mi esaspera fino al delirio, è proprio quello, di cento situazioni in cento salse eppure sempre identico, di come lei si sia sempre rifiutata di ascoltare, di comprendere quanto mi agitasse e mi umiliasse il suo comportamento gelido, il suo fastidio verso il fatto stesso che io avessi sentimenti per lei, il suo disgusto della tenerezza, il suo essere legnosa, rocciosa, tutta di sasso: l’amore per lei era starsene immobile e annoiata mentre io dovevo fare tutto secondo le sue istruzioni non scritte… servire fedelmente, ascoltare i suoi sproloqui, accettare i suoi programmi, obbedire e tacere: se sbagliavo in qualcosa dovevo solo sentirla urlare che ero un incapace, e senza protestare. Infine sborsare – per la comune causa. Bastasse piantare in asso certe persone per liberarsi di loro! L’influenza malefica che hanno non si interrompe per questo…
GIORGIO: grazie a te per la compagnia e… a proposito di
@avrete notato che ciò che scrivo è sempre poco attento e forse svogliato
da quello che scrivi traspare il tuo stato d’animo, anche perché sai descriverlo molto bene, in senso di trasmetterlo, intendo, e che tu ora sia un po’ svogliato, in generale, direi proprio che in questa fase di delusione, rielaborazione e ripresa ci sta…
ma (anche se ovviamente tu conosci i tuoi “standard”) ti percepisco attento… nel senso che a volte il nostro stato d’animo, congiunto allo stato di stress, ci fa anche sentire… più “rinco” (scusa la parola poco fine… giuro non me ne veniva una migliore!) di quello che effettivamente siamo, o di come gli altri ci percepiscono.
A me sembra che tu sia chiaro e attento, nello scrivere, nel parlare di te, ma anche per riuscire a raggiungere gli altri.
Prenditi un po’ di riposo e relax 🙂
che comunque ti fa bene
ciao 🙂 un salutino a tutti
Io ho perso la mia amata circa 5 mesi fa….lasciato senza alcun motivo valido se non il fatto che come diceva non mi amava più. Ci sono stati diversi riavvicinamenti si, questo fino a metà/fine Giugno.
Sono stato bravo e uomo nell’ accettare tutto questo, anche perchè operativamente parlando c’ era poco da fare visto che lei praticamente ha boicottato qualsiasi mio tantitivo.
Ho fatto sempre silenzio, ma non per farla tornare ma semplicemente perchè avevo capito che la mia strada era aimè lontana da me.
Mi riteneva e mi ritiene ancora un ragazzo bellissimo, un grande uomo, pieno di valori, pieno di qualità…ma anche con alcuni difetti (nessuno determinante ai fini della separazione) ma tutto questo non è bastato, compreso il grande amore che “provava” per me a farla rimanere.
Il bello è che nonostante lei abbia messo la parola fine, continua a cercarmi…ogni 7-10 giorni, talvolta uno si e tre no, con o senza sms, a volte anche con appostamenti sotto casa, telefonate, e si informa costantemente della mia vita neanche fosse innamorata più di quanto non lo fosse in passato.
In tutto questo a partire da fine Maggio mi ha informato dell’ interesse per un altro. Preciso che fu lei ad informarmi, e che io non l’ ho mai cercata da Maggio in poi.
Un 25 gg fa se ne usci addirittura che mi rivoleva, al tempo si appostò sotto casa mia….la cacciai via, poi mi chiese di ascoltare…lo feci per rispetto, e perchè volevo ascoltarla…
Negli ultimi giorni, ho finalmente visto l’ ultima scena che un “lasciato” deve vedere….e cioè lei con un altro….
Il giorno successivo mi ha detto che vedermi le ha causato un malore….e che tutto quello che avevo visto : lei infelice (apparentemente) ma mano nella mano con lui, era una mia invenzione, nel senso che la mano se la tenevano tanto per tenersela.
Ovviamente non ho chiesto spiegazioni ma è stata lei a chiamarmi ad oltranza fino a quando credendo fosse un mio amico ho risposto, poi le ho chiuso il telefono in faccia e poi mi ha mandato un sms.
Stanotte altre chiamate.
Non so …forse non sta bene, ma mi preoccupa più la mia infelicità.
Ciao LUNA preziosa come sempre e ciao a tutti 😀
eccomi qua a dirvi che la vita va avanti che ce la possiamo fare. io
non piango più, non fumo più come un turco, ho ritrovato il piacere di
mangiare e di dormire. faccio fatica certo ma mi sento meglio, più
serena almeno. ogni tanto si affacciano ancora su di me i se e i ma,
se avessi fatto o detto, se fossi stata più dolce e meno nervosa,
se….ma che potevo fare con uno che si è comportato nel peggiore dei
modi? che potevo fare io di più? proprio niente. io lo adoravo, mi
piaceva molto, gli volevo veramente bene. lui no. ricordo che
nell’ultimo periodo gli parlavo ma lui non mi seguiva…sembra che se
ci sono o no per te è lo stesso gli dicevo. era vero! ora vedo chiare
molte più cose, molti dettagli, i conti mi tornano. i miei nervosismi
per il lavoro ecc sì ma anche perché non mi sentivo amata…e infatti
non mi amava l’ha dimostrato ampiamente direi 🙂 io avrei capito,
sistemato, scalato l’everest per lui e per noi. lui no, lui dopo due
ore era con un’altra, lui si diverte, lui non si è più fatto sentire.
è questa la differenza. eppure mi manca, ma mi manca quello che
pensavo che fosse non questo qua. c’abbiamo provato, siamo stati bene?
forse sì. ma io, come ha già scritto qualcuno, ora non riesco ad amare
neanche il suo ricordo. e vedere lui e l’altra o i suoi amici per
locali mi schianta il cuore. essere nella parte della cornuta e
mazziata non piace a nessuno, neanche a me. ma è la vita e io – anche
se le ferite fanno ancora male – sono fiera di quello che sono anche
cornuta e mazziata perché ho amato con sincerità e profondità e ho
sofferto perché i miei sentimenti erano autentici. il cammino è duro
ma bisogna vivere il presente..solo questo. ora mi sento svuotata,
anestetizzata a livello emotivo..mi sembra di aver dato tutto e di non
aver più nulla dentro. mi sembra che tutte le mie storie siano
destinate al fallimento e che i matrimoni, i bambini e la felicità
siano solo per gli altri. è che sono stanca, sono stati mesi
estenuanti per me…ma finalmente la luce riesce a entrare e mi sento
di nuovo IO, io, io, io, io.. ho pensato troppo e solo a lui, alla
fine non sapevo più dov’ero io in tutto questo casino. mi ero come
appiattita ai suoi orari, al suo modo di essere e di fare. tiravo il
carro solo io, mentre lui era già sceso e salito di corsa su un altro.
fa male ma è bello averlo capito, avere il coraggio di dirlo a voce
alta e a piccoli passi anche averlo accettato.
un abbraccio a tutti
LEGGENDA: il non amare più, di per sè, è un motivo più che valido per chiudere una relazione, visto che l’amore dovrebbe essere il suo principale fondamento…
lo dico nel senso che però prima di dire “non ti amo più” una persona dovrebbe essere parecchio sicura di ciò che sente e dice.
Perché c’è una sostanziale differenza tra dire: sono in crisi mia, sono in crisi per certe cose che riguardano la relazione (sinceramente, ovviamente, non per fare dei fumogeni mentre invece la questione è un’altra) o dire non ti amo più, che ha un effetto devastante… e che fa pure deporre “le armi” se uno o una volesse combattere… quando si combatte lo stesso è perché si sente o valuta (o si vuole credere) che l’altra persona stia dicendo non ti amo più intendendo un’altra cosa, che lo dica per rabbia, esasperazione, ignoranza, pure, guarda…
però forse è molto più sano lasciare all’altro la responsabilità del peso delle sue parole.
perchè quando una persona ti dice che non ti ama più ti sta togliendo la relazione, il suo stesso fondamento, cambia le carte in tavola su una cosa troppo importante…
ovviamente sai tu, nella tua storia, perché hai deciso di no, che potevi anche ascoltarla ma non “sentirla” più, e quanto ti abbia scaraventato addosso la sua crisi nei mesi passati (e cosa significhi che ha boicottato ogni tentativo). Posso comprendere che sentirsi dire: non ti amo più sia devastante.
Sembra, da quel che dici, che lei stia facendo di tutto per riavvicinarsi, ma che tu comunque non vuoi più saperne, e appunto sai tu perché ti ha deluso, allontanato fino a questo punto. Forse anche e proprio per come ha messo giù la questione, sin dall’inizio.
Forse anche per via di atteggiamenti nei tuoi confronti e di un’incoerenza sua precedente alla faccenda dell’interesse per l’altro.
Se dici la tua felicità prima, e non vedi nel suo riavvicinamento la tua felicità, forse questa donna, che pure soffrirà magari davvero intensamente ora, che si sarà pentita, anche solo di avere usato le parole sbagliate, ti ha fatto soffrire più di quanto ti era ed è tollerabile.
O forse non è il momento ora, comunque, di farla entrare. Perché hai la sensazione che sia uscita dalla porta, per tentare di rientrare dalla finestra, ma chi? chi è che sta bussando insistentemente alla finestra?
Sai tu perché non vuoi, e perché ti fa stare più sereno non ascoltare una persona che hai comunque amato molto.
Quello che hai visto forse non è la questione, ma punta dell’iceberg?
ciao 🙂