La fine improvvisa di un amore
di
Loredana
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@LORENZO,
Anch’io odiO la compassione, io me ne andrei in Australia per non sentire: “Come va?”;” Ma che è successo?” ecc, ecc, ecc.
@ANGIE,
No, non abbassare la guardia, il sano odio è una gran bella difesa!
ALICE: credo che ciò di cui parli sia: lasciare andare 🙂
e quindi togliersi un peso.
io credo che sia importante ammettere la propria rabbia, con se stessi, ma che alla lunga logori e mantenga una dipendenza, è vero.
ci sono persone che rimangono arrabbiate, con qualcosa e qualcuno, anche per ben più futili ragioni, per lunghi anni o per tutta la vita.
che logorìo è?
di fatto, quando quella rabbia se ne va, ci si sente molto più leggeri.
certo, ripeto, bisogna anche ammettere di essere arrabbiati. Spesso la depressione è proprio questo, rabbia, verso se stessi e gli altri. che magari esplode anche dopo una lunga compressione.
l’atteggiamento del vichingo è utile, per rimettersi in asse e non andare alla deriva. lo conosco. e in certe cose mi somiglia pure. e in certi casi ho anche ecceduto, nel senso di essere così riservata da chiudermi troppo in certe mie modalità clint istvud nonfamalenonfamale.
magari per me lo vedo meno improntato sulla dipendenza dagli altri però. Capisco l’istinto di protezione anche per non farsi scaraventare dagli altri l’emotività aggiuntiva e domande aggiuntive rispetto alla fine della propria storia, tipo coltello nella piaga, capisco il senso dell’operazione, di distacco e ripresa, ecc, anche per fare da contraltare alla sensibilità a palla e per il fatto di mettersi nell’ordine di idee che quando si chiude si chiude (sì, è più sano. Poi magari riapri, ma quando si chiude bisognerebbe chiudere davvero, perché i limbi sono una chiavica). Però bisogna anche stare attenti a non vederla come una dipendenza dagli altri …che non pensino che sono un debole… uno può benissimo stare male per la fine di una relazione e conservare tutta la sua dignità senza per questo dire che era una cagata pazzesca e che non fa male per niente, e che figata saltare da un letto all’altro, che palle l’amore ti prego, blè…
e si può suscitare anche empatia, eh, soprattutto negli amici del cuore, e non necessariamente compassione nel senso in cui dici tu… e parli con una che è riservatissima, e che col caz che ci sta a farsi compatire, quindi il concetto che esprimi mi è chiaro, però a volte quando diamo troppe spiegazioni all’inverso in realtà ci stiamo comunque giustificando… forse basta non toccare l’argomento, stoppare se qualcuno è invadente, e dire un semplice “sto bene così”.
l’altro giorno ho incontrato un amico, conoscente diciamo, ma ci conosciamo bene e ci siamo simpatici. Si è lasciato con il suo grande amore un anno fa. E’
partito facendo il vichingo e poi invece mi ha detto la verità.
E non era una verità assolutamente patetica, ma normale. Da uomo intelligente che ha vissuto una storia comunque considerandola importante. che è andato avanti nella vita, e non autocommiserandosi, ma non per questo negando la sua verità rispetto ai sentimenti, che è fatta di tante cose, anche in contrasto. Onestamente non mi è venuto da commiserarlo proprio per niente, anzi, ho trovato equilibrato il suo modo di raccontare anche i suoi contrasti, e di ammetterli.
Lui ha chiuso, intendiamoci, ha chiuso veramente con lei, ed è stata lei a lasciare lui. Ha trovato la sua strategia interna per andare avanti e funziona. questo mi pare la cosa cosa importante, non cosa ne possano pensare gli altri. che poi quello che sappiamo, veramente, dentro di noi comunque e sempre noi lo sappiamo.
Se avesse parlato solo da vichingo, però, temendo il mio giudizio, non ci saremmo persi una conversazione sincera che comunque non ha fatto male a nessuno dei due?
certo, ha testato il terreno, anche istintivamente, prima di aprirsi, e comunque mi conosce… non è andato a parlare con chi di fronte non ad una debolezza, ma di fronte a quel che è, lo avrebbe preso per il culo perché non fa il gradasso menefreghista.
Ma posso dire? spesso quelli che fanno tanto i gradassi menefreghisti, troppo, sono proprio quelli di cui pensi che sono ancora là con la testa.
ognuno ha la sua vichingaggine comunque, ed è buono che sia così.
condivido assolutamente, cmq, il discorso base di darsi un positivo calcio in culo sano quando si sta scivolando nella propria autocommiserazione. Il che ripeto non significa non accettare il proprio dolore, emozioni, delusioni, anche senso di sconfitta ecc ecc, nè che non si possa vivere un periodo in cui il dolore esplode in blackout. Neanche l’autocommiserazione è una debolezza, è un sintomo. Ma quando si sente che si sta andando troppo alla deriva, che l’atteggiamento di rinuncia alla vita sta diventando cronico, che più che amore è fissazione (è vero, l’amore va alimentato in due), bisogna darsi un po’ di ordine da soli (o cercare aiuto, non è una vergogna, se non ci si riesce).
se non ci fossimo dati ordine anche da soli non avremmo finito neanche le elementari. Non c’entra niente, ma intendo dire un po’ di forza di volontà, positiva, per il proprio bene, quando ce vo ce vo. sopratutto quando il pensiero in fissazione crea immobilità e paralisi interna.
D’accordissimo con Lorenzo.
La mia storia è un pò particolare perchè io e lui eravamo migliori amici e lo siamo stati per 12 anni…finchè lui diceva di essersi innamorato…ed io gli ho anche creduto. pensavo che SE avesse voluto solo passare del tempo non lo avrebbe fatto con la sua migliore amica. invece dopo due anni mi ha lasciata. il giorno dopo la mia laurea. Per questa ragione non lo perdonerò mai. ma posso capire che non tutti abbiamo la stessa sensibilità, soprattutto Almeno è stato sincero una volta nella vita….naturalmente lui dice che mi ha lasciata per non ammalarsi di gelosia( era gelosissimo) ma secondo me non è questa la soluzione logica quando si ama e si è gelosi.
Oggi stiamo cercando di recuperare l’amicizia di un tempo. Ma io ne sono innamorata. e ne soffro. Ho fatto l’errore di farglielo presente ma lui dice che non mi ama più e può solo essermi amico, poi il giorno dopo mi dice che sono importante nella sua vita e che è ancora attratto da me. E’ da gennaio che mi mangio il cervello dietro a questo bambino. un giorno mi ha baciata e abbiamo avuto rapporti sessuali, gli ho chiesto se almeno mentre fa l’amore un pò mi ama ancora( CHE IMBECILLE SONO!!!!!)e lui mi dice” ma certo….” 😐 L’amore è cieco e stupido…. proprio non vuole sentire ragioni! Eppure comincio a credere davvero di sparire completamente. lo perderò anche come amico…evidentemente non era neppure amicizia…. voi che ne pensate?
Meglio in ogni caso tagliare i ponti? che se torna bene e viceversa ci siamo portate avanti nel lavoro(…)
Mi guardo allo specchio e mi trovo più bella e migliore. Lui non se ne accorgerà mai forse….ma io MI VOGLIO DARE DI PIù, merito di più, posso avere di più. in ogni caso meglio soli che star così….
ALICE quanto sono vere le tue parole, quanto hai ragione! mi ritrovo
moltissimo in ciò che scrivi perché anch’io ho fatto come te…quasi
due mesi di domande, di sensi di colpa, di tentativi di capire, di
sistemare, di riavvicinarsi a lui…rabbia, amore, delusione e
soprattutto incapacità di accettare la realtà e di tagliare i ponti.
fatelo subito se ci riuscire, non voltatevi indietro..anche se forse
queste sono tutte fasi da cui bisogna passare. elemosinare, fingere di
aver accettato la rottura, ricascarci dentro più di prima e alla fine
capire che non c’è più niente da fare. non ci sono più domande nè
risposte. è finita e lui non tornerà indietro e bene o male bisogna
andare avanti, perchè la vita è questa. sarà dura ma non c’è altro da
fare…
un bacio a tutte, oggi decisamente non è una buona giornata…
@luna: sempre mitica… si intendevo dire esattamente lasciarsi andare… e via tutto: via la rabbia, via il magone, via i pensieri, le domande, dove sta e perchè ci sta e poi perchè quel giorno mi ha detto questo o fatto quest’altro… io ho messo tutto da parte… sembra assurdo ma non so come ci sono riuscita.
@valinda: per me è stato un percorso… se non l’avessi fatto non la pensereri ora cosi’. nel senso: non me lo sono imposta, è stato il risultato di tante cose. di questa benedetta rabbia, di tutte queste domande e dubbi, di tante perplessità e ci metto anche di questa incapacità di ritrovarsi sola dopo tanto tempo di botto. parlo sola senza lui. perchè a me del resto del mondo importava poco. e alla fine ci ho messo un pò di tempo. l’ho perso a piccole dosi. trovando scuse spesso per rivederlo e sentirlo. ma è stato il mio percorso. non ce l’avrei fatta a tagliare di netto. non è per me. avrei recuperato due mesi ma chissà se sarei arrivata a questa calma piatta. e calma piatta non significa che non sto bene. anzi. cara valinda pure per me oggi non è una bella giornata. saranno gli umori femminili ma staccherei dall’ufficio e mi catapulterei a casa sua. quella casa in cui abbiamo condiviso tante cose. mi ci attaccherei tipo koala. e resterei abbracciata a lui tutta la notte. come vedi non sto bene. ma so che è la realtà e che domani andrà meglio. che sentirò sempre meno la sua mancanza. che ci saranno giornata migliori.
bisogna avere pazienza ed abituarci alla nostra nuova vita. è una parola difficile ma ce la si può fare.
un abbraccio a dopo
Ciao a tutti mi trovo dopo più di un mese da quando ho lasciato la mia ex per via di un suo tradimento a scrivere ancora che ogni tanto mi riprende la malinconia di lei delle sue emozioni che provavo delle cose belle come posso dimenticare e voltare tutto ? io caratterialmente sono una persona che prima che assimilaa decisione i mette molto infatti anche questa volta passera molto tempo ma io voglio velocizzare il tutto.
Eppure esco ho tanti amici, anche di nuovi ho vari hobby il mio lavoro ma é come se ci fosse un tarlo fisso nella mia mente nn mi sento libero.
caro ikaiser,
innanzi tutto benvenuto in questo forum.
voglio farti una domanda: ma pensi che sia sbagliato stare male?
dici che ogni tanto ti prende la malinconia delle emozioni provate con lei. MENO MALE. saresti un alieno senza questa malinconia. è passato poco più di un mese. siamo esseri umani. ti ha tradito e il tradimento è difficile da digerire. piano piano con tanto tempo. ma prenditi tutto il sacrosanto diritto di provare malinconia. non conosco bene la storia. ma cavolo, era la tua ragazza, la amavi presumo. e vuoi non provare malinconia? il fatto che si sia comportata male non cancella automaticamente i nostri sentimenti e soprattutto le nostre emozioni, quello che abbiamo provato o sentito per chi ha camminato con noi per qualche tempo. dimenticare no. non puoi e non devi farlo. perchè non sei una macchina. devi solo elaborare cosa è successo: il tradimento, la fine di un sogno, di una vita assieme, di coccole, tenerezza ed emozioni. anche star male è un’emozione. non la reprimere. vivitela. e piano piano farai il tuo percorso. se leggi la mia storia capirai che ci vuole del tempo e che ogni giorno sarà un giorno in più per provare cose nuove e diverse. non ti reprimere. se ti vivi la perdita senza obbligarti di dimenticare, volterai pagina automaticamente. e te lo dice una che si sentiva morire.
ciao a tutti
Marianna: che dire? Mi verrebbe da dire così, banalmente: che se lui vuole un’amicizia e tu l’amore tenere in piedi un rapporto di questo tipo, ora, equivale, per te, solo a stare sulla graticola.
Anche se la sua fosse l’amicizia più chiara, limpida e recoara del mondo, tu avresti tutto il diritto di spostarti e di far calare la tua emotività e tornare quando sei in grado di avere un’amicizia.
Non saresti certo una stronza che non accetta il suo tipo di affetto nei tuoi confronti, quasi che non amarti fosse una colpa (a volte c’è chi la cosa la mette così, più o meno direttamente) ma un essere umano che giustamente sceglie cosa è in grado di reggere o no. Non staresti rifiutando lui come se ti avesse fatto lo sgarbo di non amarti, bensì faresti una cosa sana per te.
Che poiché tu ora vuoi altre cose rispetto all’amicizia da lui dirti che ti dispiace spostarti perché perderesti anche l’amicizia (che non sei in grado di vivere comunque come rapporto ora) è in realtà forse una balla per tenerlo nella tua vita illudendoti che le cose cambino (facendoti malissimo nel frattempo, visto che probabilmente non cambiano finché tu sei comunque lì, e lui ha comunque il tipo di rapporto che va bene a lui e non si capisce da cosa dovrebbe avere questa illuminazione divina, visto che sei chi sei e lo vede benissimo, come prima).
Che la sua amicizia ambigua, dove c’è posto anche per il sesso, o per dirti che sei centrale nella sua vita, non è amicizia. Semmai somiglia all’amicizia di mutanda, che può andare bene se due vogliono spensieratamente un’amicizia di mutanda, e così è se pare loro, ma tu non vuoi un’amicizia di mutanda e quindi questa ambiguità è per te solo fonte di frustrazione.
che se tu ti piaci e lui non se ne accorge puoi piacerti comunque, anzi bene che ti piaci, e che vuoi di più dalla vita di un ex amico ex moroso ora amico buh quando tu vuoi un moroso mi sembra sacrosanto ed equilibrato. Molto più di questa cosa che trascini o ti trascina ma che ti fa evidentemente male.
Se sei importante per lui ci fa piacere, a tutti, ma tu vuoi essere importante per lui in un altro modo, e avere con lui una vita di coppia normale, non questo ibrido. Ed è tuo diritto non volere un ibrido quando vuoi una vita di coppia e basta.
Le ragioni del cuore non saranno razionali, ma, banalmente, se entri in un negozio di elettrodomestici cercando una mela è difficile che tu possa trovarla e uscirne contenta.
Ora vorrei dire una cosa che c’entra e non c’entra, in generale, e vorrei sapere cosa ne pensate. Parliamo ora del timore delle reazioni a catena. di come ci si trova in una posizione per cui si ha allo stesso tempo la sensazione di non poter fare niente di veramente attivo rispetto al rapporto con chi tiene sotto controllo il rapporto, attraverso l’ambiguità, attraverso critiche, andate e ritorni, attraverso il suo silenzio, attraverso la fuga, ma al contempo ci si sente nella posizione per cui solo a muoversi di un millimetro, a non stare paralizzati o farsi 2670790 seghe mentali ansiogene e invece aprirsi alla vita in genere, sembra che possa cambiare chissà che cosa. Perdere una persona che di fatto non c’è, o dice di non esserci. Ottenere da parte sua una reazione da Otello o colpevolizzazione morale, mentre di base è menefreghista. Vedersi destabilizzare dal ritorno di Gigiopino o Gigiapina che fino a che non è stato mosso il millimetro pareva in letargo o impegnato a fare altro e che, una volta rassicurato, tornerà beatamente a farsi i c.... suoi o comunque in consueta modalità.
Io sono stanca di leggere di queste paralisi e timori di reazioni a catena. Non stanca di leggere voi, ovvio, ma del concetto. Il concetto per cui sembra che il controllo stia sempre da una parte e dall’altra il timore di perdere il proprio controllo o di creare nuovi squilibri, maggiori, in situazioni da tempo o da sempre squilibrate. Quando molti qui si chiedono perché stanno fermi si sono mai chiesti se oltre al male d’amore ci sia questo bel timore appreso? Questo stare appesi, senza poter fare una cippa all’interno della relazione per darle ordine, ma essere accusati di dare disordine non appena qualcosa dentro scatta nel dire “echecazzo! Io non la voglio una storia che funziona così! Io voglio un rapporto alla pari”. Questo cercare di far entrare un quadrato nel buco di una stella (il PROPRIO CONCETTO DI COPPIA) in perenne stato di frustrazione. Se è vero che sul serio non avete voglia di aprirvi alla vita o se temete che non appena vi aprirete alla vita, dopo una dose di dolore conseguente al distacco ecc, vi renderete conto che non siete più disposti a stare in quel gioco? Che esserne nauseati è anche normale. Che non è possibile stare sempre lì a fare cruciverba facilitati quando si sta parlando dell’ovvio. E cioè o che due stanno insieme, o stanno divisi. E che persino se stanno divisi perché in mezzo c’è un continente esiste l’aereo. Qua ci si perde a piedi.