La fine improvvisa di un amore
di
Loredana
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Francy1: anche io come Angi dopo 1 mese e mezzo ho cambiato quasi tutte le password che ovviamente ricordavano date importanti o che avevano a che fare con lui, gli ho ridato tutte le sue cose… ma questo non serve a ridimensionare il dolore… io sto più male che all0inizio perchè sta arrivando la consapevolezza (forse) che non tornerà davvero più…
Sto forse passando dalla parte del torto? E’ molto strano. E’ meglio che non scriva più niente, altrimenti finirà a schifio… verrà fuori qualcuno a dirmi che aveva ragione lei, la mia ex!… perché non è stata lei a non voler comprendere me ma io a non voler comprendere lei.
Come se il primo dovere di un amante sia studiare psicanalisi e fare lo psicanalista…
Io credo che in coppia, o in compagnia, o sul lavoro, o con chiunque, in qualsiasi situazione ci si debba comportare correttamente e basta. E che se uno fa il bastardo non esistano scuse. Punto.
Di lei poi era proprio questo che più mi faceva incazzare: faceva l’angioletto con tutti tranne che con me. Somigliava a quegli impiegatucci perbene che in ufficio sono educati, gentili, cortesi, efficienti, precisi, perfetti, e poi, quando tornano a casa la sera lasciano uscire la bestia, e massacrano di botte moglie e figli.
Delle spiegazioni ci saranno pure… la psiche è una cosa complicata, nel caso della mia ex potrebbe essere stato il fatto che è stata molestata da piccola, per esempio, ma io credo che se uno vive una storia d’amore, abbia il diritto di essere felice, senza doversi sbattere a fare lo psicanalista all’altro. C’è chi ha la vocazione per farlo, io no. Credo che se uno ha problemi psicologici debba imparare a risolverseli da solo, se ha un briciolo d’amor proprio, di dignità e di forza interiore, e non farli pesare sugli altri.
Lei poi non aveva nessuna intenzione di farseli risolvere da qualcuno.
Il suo ritornello era “Sono fatta così e basta. Non cercare di cambiarmi.”. E questo taglia la testa al toro, direi.
Credere a lui e’ stato bello. Mi ha portato in quel mondo che sognavo da sempre. La perfezione dell’ amore, per come io lo vorrei, se mi chiedessero come lo voglio. Avevo tutto. Passione, condivisione, comprensione, appoggio.
Un mostro che ti mangia: ora so cosa ho avuto davvero nella mia vita.
Uno che poi ti prende l’ anima e la vende per il salvare il suo vero mondo, che il mio non e’. Provo pena per lui e strazio per me.
Questa ferita e’ affondata bene. E’ un doppio, triplo tradimento. E’ tradimento di qualunque cosa. E’ uno schifo e, se non muovo un dito per andare ad urlarglielo in faccia, e’ solo perche’ so che non servirebbe a niente, che farebbe male solo a me. Ma chi e’? Se e’ quello che io credevo, anche solo un po’, e’ destinato all’ infelicita’ eterna. Se invece e’ quel che vedo oggi, ringrazio Dio che non ci sia piu’ perche’ mi avrebbe ucciso. Poi ci penso, ci penso bene.Penso alle maschere che traballavano, alle bugie impietose, vergognose, guardinghe e penso un’ altra cosa: un debole. Un uomo fragile. Tutto li’. Ma poi no. Non e’ tutto li’. E’ di piu’ e’ un uomo fragile ma astuto, calcolatore, egotico, molto manipolatore (e non uso la parola perche’ si usa tanto in questo forum, la uso perche’ e’ adatta e realistica).Avra’ i suoi traumi, come tutti i manipolatori seriali, ma porco cane, a me non ha proprio risparmiato nulla!!! Ma fanculo, va’.
Sono settimane che taccio. Solo risposte telegrafiche per questioni pratiche ormai totalmente smaltite. Ho mollato su tutto. Soldi, beni, recriminazioni morali. Un muro di assenso. A qualunque cosa, solo dei gran “va bene, fai tu, e’ lo stesso”…Li’ ho capito la vera natura. Se io avessi dovuto a lui cio’ che lui deve a me, sarei uccisa dal senso di colpa. Oltre al male ( che non si rimborsa con nulla ), anche lo squallore del vil denaro. Ma di che mi stupisco? E’ per quello che se ne e’ andato.Che schifo ancora!Mi ha fatto cadere dall’ alto, come se gli stessi levando un rene, una cifra RIDICOLA (tipo il valore medio di un mio paio di scarpe) che io accordai con lui per evitare che mio padre, in fase furia cieca, gli smantellasse la casa, lasciandolo in mezzo alla strada tout court. Una transazione penosa da me voluta solo per proteggerlo senza pero’ fare proprio la figura della Madre Teresa di fronte all’ offesa. Ma lui sa, cavolo se sa, cosa io abbia fatto per lui e senza rinfacciare mai. Noblesse oblige, signori si nasce, la classe non e’ acqua: sara’ anche vero pero’ non so se sia un affare.
@ LORENZO,
si argomentava sul chiarire i motivi dell’addio.
Solo tu sai come sono andate le cose fra voi e se e quanto lei fosse str*a. E’ sicuramente giusto recidere un legame che non soddisfa, anzi opprime, avvilisce, e non solo in una storia d’amore.
Capisco la tua rabbia, perchè è ugale a quella di tutti noi qui: non aver capito chi fossero davvero i nostri ex.
Infine ci siamo trovati di fronte degli alieni, irriconoscibili rispetto a quelli che avevamo un giorno amato.
Scusa, non volevo assolutamente dire che hai torto, solo che per un cruccio personale, pensavo fosse stato giusto, quantomeno, spiegare i motivi della rottura. E’ chiaro che il tormento di chi lascia e di chi è lasciato, se ancora innamorato è uguale .
un abbrax 🙂
cari amici e amiche,
vi leggo spesso… sono stata molto indaffarata…
un consiglio alle nuove… sapete qual’è il segreto per andare avanti? non covare rabbia… sembra una frase banale ma non lo è. il modo migliore per sopravvivere e guardare in faccia la realtà. non guardare in faccia loro, i loro modi, come ci hanno lasciato, cosa ci hanno detto, cosa, invece, non ci hanno detto (nuovi amori, nuove donne). non è un consiglio stupido. è il consiglio di una che ci sta passando per la seconda volta ed essere arrabbiati è solo un modo rimanere attaccati a loro. si perchè fossilizzandoci sui loro atteggiamenti, su quello che ci hanno fatto rimarremo sempre (o perlomeno per un bel pò) ad aspettare o pensare che lo capiscano. che lascino l’altra seduta a un tavolo di un ristorante per correre da noi con un mazzo di cento rose rosse perchè FINALMENTE HANNO CAPITO COSA CI HANNO FATTO! sono balle. oddio può succedere, alcune lo sperano, perchè no. ma il mio augurio piu’ grande, e lo faccio anche a me, è di liberarmi io per prima del male che provo. ma non perchè mi ha fatto questo o altro. ma perchè LE STORIE FINISCONO. questo è il modo per liberarsi di tante frustrazioni. io per mesi mi sono sentita una cretina a soffrire per le cose che mi erano state dette e fatte. ma la verità è ben diversa. certo gli atteggiamenti che fanno da contorno non sono i migliori, anzi, forse per molte sono i peggiori. però è finita. e passa, vi assicuro che passa. ci vuole solo tempo. si devono attraversare tante fasi. che saranno sempre diverse. un giorno andrà meglio e magari il giorno dopo ci sentiremmo di nuovo uno straccio ma passerà. a ognuno di noi serve tempo. tempo per elaborare una perdita non per elaborare la rabbia. io personalmente finchè sono rimasta arrabbiata non sono andata avanti. avevo sempre qualcosa da dire o magari, quando pensavo di aver detto tutto dopo un’ora mi ricordavo che avevo dimenticato un dettaglio. e rimanevo appesa. con lui che, un pò per carattere e un pò perchè era finita, non sapeva mai cosa altro dire. mi facevo solo male. male perchp non capiva, male perchè non voleva capire. perchè non è il momento di capire. lasciare andare una persona è difficilissimo ragazze, è una delle cose più complicato. ma il bello per voi sarà scoprirvi in questa assurda e ardua impresa. la vita ci riserverà delle soprese se ce le sapremmo prendere. bisogna imparare da queste cose. io ho imparato tanto, ho capito tante cose di me.
a presto un abrraccio
LORENZO e HEIDI: scusate se mi intrometto (o non scusatemi, se non vi viene 😉 – sono rimasta un po’ stupita leggendo il vostro scambio di battute perché io avevo l’impressione che foste dalla stessa parte, di chi cerca il dialogo, e ci crede, e non lo trova, di chi di fronte alla prepotenza si chiede se deve continuare (e infine continua o decide di lasciar stare), ma che per qualche oscuro motivo, forse Heidi di identificazione con la donna, e con chi viene lasciato, non con la dinamica della storia, è nato un “quiquoquà”.
Ovviamente non sto dando torto o ragione a nessuno, il dialogo è liberissimo, portavo solo la mia percezione leggendo Lorenzo e il vostro scambio di battute.
Naturalmente tutti noi, qui, leggiamo solo una campana… non conosciamo il punto di vista della donna di Lorenzo, dell’uomo di Heidi, eccetera. Lorenzo è arrivato con la premessa che, essendo chi aveva lasciato, forse sarebbe risultato, almeno all’inizio, antipatico.
Perché per la maggior parte, le persone che qui scrivono, sono state lasciate… ma in realtà, se pure quello è un tema, la sensazione dopo essere state lasciate, che qui si incontra spesso e che è fonte di grande dolore, e destabilizzazione, in realtà qui si racconta spesso di storie di tira e molla devastanti e di storie che ancora esistono, ma non si sa che sono, in una grande ambiguità o di storie finite che però, paradisi, non lo erano manco prima, prima che lui o lei se ne andasse.
Molto spesso chi scrive qui con una storia dolorosa ancora in ballo scrive che vorrebbe avere il coraggio di lasciare, o meglio, nel caso di una storia ambigua ancora aperta, di lasciar libero il cuore, finalmente da qualcosa di non chiaro e che dà più dolore che gioia.
Al contempo il fatto stesso di non riuscire a lasciare sembra dare il senso di un coraggio nel riuscire ancora a tenere una porta aperta.
E’ molto vero quello che dici sul dialogo Heidi, il dialogo è fondamentale… il problema è che se uno solo parla e cerca il dialogo si chiama monologo. E anche se uno solo parla e l’altro deve ascoltare solo e per forza le sue ragioni si chiama monologo. E anche la compulsione di cercare di spiegare 800000 volte ad una persone le stesse cose è un monologo. E se uno dopo 800000 spiegazioni fatte in 100mila modi diversi, e anche con un disegnino e una guida turistica nelle intenzioni continua a non capire due possono essere, credo, le ragioni: o è un deficiente o non vuole ascoltarle e capirle, perché gli va bene così. Oppure
mi sta bene, può essere che la tensione sia troppo alta e non sente… troppo rumore e brusio intorno. Va bene. Allora però insistere non serve comunque a niente. Meglio dare e darsi spostamento e tempo.
Un rischio? come no.
Ma anche continuare a parlare con il muro e stare in una storia (magari per entrambi) come una macchinina contro il muro con le ruote che fumano è un rischio, dai costi elevatissimi. E le lettere che leggiamo qui dimostrano quanto è alto.
Non conosciamo la storia di Lorenzo, ma il suo punto di vista è quello di un uomo, una persona, che dice di aver subìto della violenza psicologica. E il fatto che dica di aver avuto il coraggio di andarsene fa di lui una persona che è riuscita a salvarsi da delle dinamiche incompatibili che comunque lo facevano stare male.
O forse l’ho letta io così, perché così è se mi pare. Ma in ogni caso io trovo importante che ci si metta in testa che la questione spesso non è solo in chi lascia e viene lasciato (anche se il come è fondamentale) ma in cosa avviene dentro di noi quando ci rapportiamo con una persona. e se avviene che ne siamo distrutti allora il punto è innanzitutto quello.
Scusami Heidi, il mio discorso è generale, è solo la mia opinione, e spero di essermi spiegata bene.
La tua domanda: sei sicuro di averle detto tutto, di esserti spiegato, ci stava, nel senso che ci preoccupiamo, giustamente, per chi viene lasciato e se tutto il possibile è stato fatto.
Ma leggendo Lorenzo, essendo io su un’altra lunghezza d’onda in quel momento, ho percepito la sua difficoltà nel lasciare una persona nella quale aveva creduto ma con la quale si era reso conto di vivere una relazione disfunzionale. e nel fatto che dopo essere stato stringato nel dire la sua storia lui ci abbia spiegato perché ha lasciato quella donna, della quale pure ci aveva detto di essere stato molto innamorato, oltre che giustamente un raccontare a noi, uno sfogo o un resoconto, a me ha fatto pensare quanta difficoltà deve aver fatto Lorenzo a decodificare quelle situazioni, estrapolandole anche dal suo ideale d’amore e comprensione, e a dare importanza al suo sentire rispetto a qualcuno che riusciva a mettere in primo piano il proprio. Forse, ripeto, la mia è proiezione assoluta. Ho bisogno io di vederla così la storia di Lorenzo, ma così io l’ho letta e ho letto il suo punto di vista.
Però, ecco, se così si è sentito lui, io son contenta che appartenga alla categoria di coloro ke sono riusciti a lasciare 1 relazione disfunzional
lorenzo: scusa, io non volevo offenderti, pensavo solo che anche io, come la tua ex, tante volte ho sfogato la mia rabbia o il mio stress o i miei problemi di lavoro con il mio ex…soprattutto negli ultimi periodi e gli ho detto tante cose brutte che non pensavo…fino a farlo scappare! anche io con gli altri ero più dolce ma solo perchè pensavo che con lui potevo essere onesta sui miei problemi e che li avrebbe capiti, lo amavo e non era per offenderlo che mi sfogavo! Solo che lui mi diceva le cose con superiorità e senza dimostrare che mi capiva, a me sarebbe bastato solo un abbraccio e tutto sarebbe passato..apposta ti dicevo che magari qualcosa hai sbagliato anche tu, magari a non provare a fare o dire qualcosa in modo diverso..lo dicevo solo perchè pensavo a quello che ho sbagliato io…scusa.
alice: io se abbasso la guardia e faccio passare la rabbia ho paura che venga fuori il bene e l’amore e non posso permettermelo, stavolta lui non torna ma in passato appena mi calmavo e mi facevo passare la rabbia lui faceva di nuovo breccia nel mio cuore e ci ricascavo…non voglio smettere di odiarlo altrimenti dimentico ciò che mi ha fatto di male…deve sparire ciò che di bello resta di lui altrimenti non vado avanti…
Ottime parole, quelle di Alice. Essere arrabbiati con qualcuno significa attibuirgli un’importanza che non si merita. E magari il personaggio se ne compiace, sente ancora che sei in suo potere!
Mai dare soddisfazioni simili a certa gente. Un consiglio. Dopo che la storia si è chiusa, fate come se quella persona per voi non fosse mai esistita, a meno che i ricordi non siano tutti – o quasi – cari e dolci.
Se sono cattivi anche solo per metà, cancellate tutto, radicalmente, come si formatta un hard disk.
Poi un sorriso. E si va avanti.
Quanto agli amici, ai conoscenti comuni, di fronte a loro, dovete SEMPRE apparire come un hard disk formattato, in ogni caso. “Chi, quello? Sì, ma non è stato niente di particolare. Un episodio così e cosà, ora non ci penso più, mi annoia parlarne, guardiamo al presente, mi interessa X e esco con Y, ma il mio ideale sarebbe Z… perché non me lo presenti?”
Mai frignare, mai sospirare. Se non potete farne a meno, fatelo da soli, o al peggio su un forum anonimo come questo. Non fidatevi nemmeno delle “amicizie del cuore”. Poi, se c’è una cosa che io personalmente odio è la compassione altrui, bisogna davvero essere ridotti a cani infestati da vermi, per godere nel farsi compatire.
Niente debolezza!
A me piace chiamarlo il galateo del buon vichingo. Mostrarsi sempre sereno, coraggioso e sicuro di sé, anche se si ha una lancia piantata nelle budella.
E mai rimpianti. Se è andata come è andata, c’erano delle ragioni… abbiamo sbagliato? serva da insegnamento per la prossima volta. E stop.
Forse i miei principi sono troppo ottusamente maschili, ma funzionano. Provare per credere.
cara angie,
non intendevo abbassare la guardia. non conosco bene la tua storia ma volevo sottolineare la differenza e la confusione che si fa quano una storia finisce in malomodo. cioè, purtroppo, pur non volendo, si rimane appesi.
la rabbia non offusca l’amore. è solo un modo per nasconderlo per qualche tempo.
credo che puoi star serena di provare amore per qualcuno. anche se ti ha lasciato. però se sei consapevole che la storia è conclusa l’amore piano piano si appassisce. si perchè l’amore va coltivato e contemplato con l’altra persona. per cui, per forza di cose, dopo qualche tempo si affievolisce e poi diventa un sereno e magari malinconico ricordo. poi questa è solo la mia esperienza. ma sto di gran lunga meglio da quando ho smesso di essere arrabbiata. lo ricordo spesso e con il sorriso, sembra assurdo. piacevole malinconia. ma non mi lascio travolgere perchè so che passerà.
caro lorenzo, è vero spesso con i ns comportamenti continuiamo a dare all’altro una importanza ben piu’ grande di quella che si meritano. ma non perchè non si meritano nulla, ma per il semplice motivo che non ci devono più riguardare. ci hanno voltato le spalle. questa è la realtà.
un abbraccio