La fine improvvisa di un amore
di
Loredana
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Mah…..lì a disperarvi comme dannate e poi alla prima occasione utile ci ricascherete come polle.
Con lo stesso o con un altro ma con le medesime identiche frignate e frignacce!
Ringraziate per consigli che poi non seguite.
Riempite pagine su pagine di disperazione chiedite aiuto e continuate a disperarvi.
I buoni consigli andrebbero seguiti oltre che sollecitati, apprezzati e ringraziati.
Svegliatevi!!!!!!!!!!
SILVY ogni storia e’ diversa, e l’esito non lo puo’ sapere nessuno
cosa avrebbe succeso se avessi…, se fosse…, se, se, se.
La verita’ e’una sola. se si e’ reso conto di aver sbagliato, torna indietro ammettendolo, io l’avrei fatto, direi scusami ho sbagliato, sono stata cretina (come dice ALICE), e mi manchi.
Ma io sono quella lasciata e inoltre ho l’impressione che sono stata una semplice ”spettatrice” negli ultimi giorni. Siccome era una storia a distanza, non ho potuto vedere i segnali prima (anche se l’ultima volta che eravamo incontrati cioe’ 4 settimane prima della rottura, era tutto stupendo).
Lui negli ultimi giorni era chiuso, non mi ha lasciato spazio, non avevo la scelta di reagire, pare che era gia’ deciso anche se ”sperava che e’ una cosa momentanea”
Forte ANNA10, è davvero come dici”….noi cambiamo il nostro modo di essere, ovvio e menomale, ma ci fanno inevitabilmente evolvere, e il passato non basterebbe più. O comunque non sarebbe più la stessa cosa….”. Hai proprio ragione, dopo i primi 5 minuti, (se tornano), si comprende che non è più come prima , qualcosa ci sfugge, è cambiato. Un piccolo senso di disagio, un fastidio e infine la consapevolezza che era finita e non volevamo accettarlo, ma è davvero finita e non c’è più niente che si possa o voglia recuperare. E’ il ciclo vitale: tutto nasce e infine muore, da se. Ciao MAH, sei un essere(?)… acuto! Tutto giusto, e sottoscrivo quanto affermi: Siamo solo stupidi, vogliamo essere consolati, cerchiamo consigli, ma alle prime smancerie dell’ex ci ricaschiamo. Hai capito tutto, più ci maltrattano, più li amiamo! Farà parte della natura dell’uomo? Non siamo stupidi, sappiamo che ci comportiamo così. MAHHHHHH spiegaci PERCHE????????? Ciao a tutti. P.S. MAH sei maschio, vero?
@ silvy :”Alonso quanto tempo ci hai messo per ritrovare te stesso e la tua serenità? (parlare di felicità mi sembra troppo…). Non senti anche tu a volte il peso della solitudine?”
ciao Silvy,ho impiegato un po’ certo,sicuramente la velocità di ripresa è aumentata nel momento in cui ho deciso di cancellarla e di non aver più nessun contatto con lei.
In quel momento ho scommesso su di me cercando di lasciar perdere il dolore nel quale mi ero rannicchiato per proteggermi,ma che non era altro che uno stare immobili senza nessun costrutto.Ho iniziato a uscire,conoscere persone,ritrovare amici ma soprattutto a non pormi nessun tipo di limite.Lasciar libero sfogo alle passioni e alla vita stessa.Ricercare ogni giorno qualcosa di nuovo, qualcosa di stimolante…a sforzarmi di uscire anche quando non ne avevo voglia perchè “rattristato”,è stata davvero un’ottima palestra.E quello che ho trovato è qlcs di più che serenità,è consapevolezza di cosa voler essere o diventare.E’ forza e certezza di non ricadere negli stessi errori.Se mi sento solo?beh,a volte capita,è innegabile ma ho imparato anche a stare meglio con me stesso…e cmq mi son circondato di un sacco di nuovi amici con cui condividere alcuni pezzi della mia vita.In conclusione a mio avviso c’è un’unica soluzione:agire.
l’ho letta poco fa,per caso mentre cercavo un’altra cosa..:)
« Solo quando ci siamo perduti, in altre parole, solo quando abbiamo perduto il mondo, cominciamo a trovare noi stessi, e a capire dove siamo, e l’infinita ampiezza delle nostre relazioni. »
(Henry David Thoreau, Walden)
AlonsoQ io ho sofferto un …bel po’…, ma sento di esserne quasi uscita e ho seguito più o meno il tuo percorso. La differenza è che amo stare da sola, non mi va affatto di fingere di essere simpatica e felice, così me ne sto per conto mio,( a volte mi dà fastidio anche mio figlio).Odio uscire e le compagnie troppo allegre, forse è solo un ripiegarmi su me stessa, ma non mi dispiace affatto, anzi! Si può sopravvivere ad un abbandono improvviso e mai spiegato, io ne sono la prova vivente. Ciao a tutti, un forte abbrax:P
@Mah…: lì a disperarvi comme dannate e poi alla prima occasione utile ci ricascherete come polle.
Con lo stesso o con un altro ma con le medesime identiche frignate e frignacce!
Vero il fatto che alle volte ci si perde nei propri circoli viziosi di pensieri ecc e non si fa entrare “aria”, che siano consigli, altri punti di vista, ecc, permettendosi di metabolizzare altro oltre, appunto, ai circoli viziosi. Liberare un po’ la mente per scegliere cosa fare entrare, da fuori, a parte il solito tran tran mentale ed emotivo (non parlo di relazioni, parlo del circostante in generale, smettendola di essere come macchinine a carica bloccate contro un muro). Darsi, infine, una possibilità, di essere, di vivere, di pensare, di sentire, al di là del dare una possibilità ad un rapporto morto, o comunque “sbagliato”.
Ne abbiamo appunto parlato molto qui.
Il tuo intento era spronante?
se così è le scosse ci vogliono, anche.
E’ anche vero che la difficoltà ad aprire “le finestre della testa” (prima ancora che del cuore) viene spesso non solo da quello che a te forse pare blocco vittimista, o volontario, autocommiserazione, ma da tutta una seria di dinamiche avvenute all’interno delle relazioni o posttraumatiche. detto ciò, una volta stabilito che il malessere viene anche da questo, e accettando il fatto di non poter fare il mondo, un mondo nuovo, in pochi giorni, è vero anche che bisogna darsi appunto quella possibilità di non sentirsi per forza incastrati nel proprio stato di malessere. Prenderne atto, ma non darlo per scontato. E uscire dai perché senza senso in circolo vizioso, verso magari una metabolizzazione diversa e sana che permette, con onestà verso se stessi anche (non giudizio, non tribunale) di metabolizzare veramente, appunto per capire i propri perché.
Per quanto riguarda il fatto di ricascarci come polle, per forza, con lo stesso o un altro ecc può accadere, ma non è scontato.
Se è vero che certe relazioni vanno a toccare certi punti deboli, è anche vero
che in certi casi si è di fronte ad una certa serialità, in certi atteggiamenti, nel scegliersi certi tipi di persone piuttosto che altre, nel fatto di vivere i rapporti in un certo modo, ecc, ma spesso la storia “bomba” non era stata preceduta, nè per forza sarà seguita da stesse cose, come dici tu.
Soprattutto se metabolizzata in modo sano, pur nelle sue indubbie “brutture”.
Ci tengo a dire questo perché è importante sottolineare che non è vero che le vittime delle relazioni caratterizzate da dinamiche di molestie morali e violenze psicologiche sono per forza persone che sempre hanno avuto relazioni di questo genere. Spesso non ne hanno avute affatto, molto spesso non ne avranno più. Nel momento però in cui capiranno ciò che è successo. Nel senso però di capire dove si è inceppato il meccanismo per cui le difese non hanno funzionato rispetto a dinamiche violente, che spesso non si palesano nella loro completezza da subito, ma in maniera strisciante.
Laddove non parliamo di violenza psicologica vera e propria, una storia vissuta come importante, tanto più se di lungo corso o con in gioco una forte progettualità, può lasciare, è umano, un senso di disorientamento ecc. Che si supera. Ma è umano che dopo una storia importante, per esempio di 11 anni come racconta Silvy, una persona non possa che avere delle ferite emotive da suturare, superare, e che si faccia anche delle domande di riassetto di identità ed esistenziale. L’importante è che non siano domande che fanno solo male, ma funzionali al ritrovare un equilibrio e un proprio modo, anche aperto, di percepire se stessi e il mondo.
SILVY: io girerei la questione sul “forse se non ci siamo sposati c’era un motivo”. Nel senso che potevate non sposarvi per tutta la vita e stare bene così, ma evidentemente (per come la vedo io, magari sbaglio, certo) c’è stato un momento di svolta che ha portato i nodi al pettine. conosco persone che si sono sposate o hanno fatto figli e poi sono esplose, perché i nodi c’erano già.
Secondo me, MAH è solo un maschio arrabbiato con una sola donna e cataloga tutte noi come polle,pensando solo a lei. Certo secondo me ha ragione, a volte ci fossiliziamo su qualcuno e lo vogliamo e rivogliamo a tutti i costi, a costo anche di lasciarci il cuore e le penne, (e scusate la cacofonia). Ma a me la sua spontaneità piace, forse è un po’ troppo forte, ma…. efficace. Caro Mah, sono sicura, che anche tu hai sofferto per amore(altrimenti non saresti finito in questo forum), sento che sei molto arrabbiato e mi sembri tanto un mio amico che mi consiglia e mi redarguisce spesso, ma se non ne usciamo da soli non c’e nulla da dire o da fare, per farci cambiare idea.Anche tu , se parli in questo modo è solo perchè pensi a una persona in particolare. Forse però mi sbaglio. Mah mi piaci perchè somigli ad un mio amico
No, non sono un maschio.
Sono una femmina ex polla ex frignacciara, ex frignona, ben lontana dal considerarmi “guarita” e dal vedermi come salvata.
Ed è proprio per questo che vi dico: OCCHIO!!!!
Uscirne è uno sforzo titanico ma ricascarci è più semplice e veloce di uno starnuto in pieno inverno!
Anzi: vi dirò di più!
Sono una ex polla recidiva.
Dopo uno sforzo immane per uscire da una storia finita male mi sono rituffata da un trampolino più alto ancora per spiacciccarmi ancora più in basso.
E poi di nuovo.
Fino a dire: BASTA. Sei ridotta ad una poltiglia! E perchè? Perchè ti sei riempita la testa e la bocca di belle parole che, poi, hai sistematicamente IGNORATO!!!!
Per questo vi dico…ok, va bene tutto. Vanno bene i consigli, il recepirli, il ringraziare, la rendicontazione sui miglioramenti, sulle ascese discese e riascese.
Ma non crediate che il capire e condividere un consiglio sia farlo proprio e seguirlo!
Pollo non è = scemo.
Pollo è = fragile, fragilissimo, vetro soffiato convinto di essere diventato acciaio temprato!!!!