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La fine improvvisa di un amore

di Loredana
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14.073 commenti

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  • 7341
    ANNA2010 -

    Bubu, lui cambia idea di sicuro. Te lo do’ 90 a 100. Forse leggere questa mia “predizione”, ti fara’ stare piu’ serena. Se non riesce a sostituirti e tu non aprirai mai piu’ bocca sui suoi comportamenti, potrai avere a che fare con lui finche’ vorrai. In fondo, ti chiede SOLO di poter fare quel che vuole, quando non vuole far qualcosa con te, mica si parla di un miracolo…
    Anzi, se poi torna e vuoi vedere del suo meglio, mollalo tu e digli che lo ami mentre lo fai. Vedrai che risultato! In un mese o due ( quelli che si terra’ cari per far con maggior liberta’ d’ animo cio’ che desidera ), ti ritroverai un uomo piangente e quasi distrutto per la perdita di te. Il tutto dura una settimana ( se va bene ).
    Se invece ti sostituisce, tranquilla comunque, tornera’ lo stesso, prima o poi ( ma stai un po’ attenta perche’ per ottenere il gran risultato dovrai essere veramente discretissima e mai rompiscatole ). Sara’ in qualche sera che non sa che fare, che ti incontra per caso, che si annoia. Poi se ne andra’, di nuovo, dicendoti che “tanto tra voi non andava”, che tu non lo meriti, che meriti di piu’, e giu’ con la trafila di solite cavolate.
    Puoi scegliere, Bubu, ma non dimenticare quel che sai benissimo: quel che lui ti da’ non e’ amore alla pari e ti fa solo male, anche se a te sembra un male minore di quello che provi ora.
    Su questo non mi ripeto perche’ Luna e’ stata magistrale nello scrivere tutto cio’ che c’e’ da dire.
    P.S. Non mi detestare per la crudezza ma conosco benissimo queste dinamiche e cerco solo di proteggerti.

  • 7342
    LUNA -

    BUBU: certo, potresti migliorare. Perché non sei degna di lui.
    Potresti fare anche il triplo salto mortale, potresti imparare, perché no? Potresti diventare perfetta (nessuno lo è, ma ci sono casi in cui bisogna assolutamente diventare perfetti).
    In fondo perché non dovresti andargli incontro sempre, anche quando sbaglia lui? Lui, che ha bisogno di un cruciverba facilitato.
    Lui che sa sempre quando e come sbagli tu.
    Lui che ti concede di esserci quando sei come è giusto, e che ti allontana quando non sei come è giusto (secondo quale schema? il suo).
    Lui che ti dice: io ti amo, se solo tu non fossi sbagliata, accidenti a te.
    Lui che ama. Che poi anche ami, lui, ma ami male che differenza fa?
    Lasciamo stare che esiste gente che sostiene di avere pedinato, anche ucciso la moglie per amore (esagero? sì, sono estrema, ma è per dirti che dire ti amo non basta, perché c’è anche chi ama attaccarsi la corrente elettrica ai zebedei, ma non è che piaccia a tutti, il mondo è vario).
    Tutti abbiamo dei difetti e possiamo migliorare.
    E io non conosco quest’uomo e non so se tu sia l’arpia e lui san germano. Ma i conti non mi tornano quando parli di questa storia.
    C’è qualcosa che non va.
    Che sia pure che il bisogno di decompressione non stia per forza da una parte sola.
    A ributtarti dentro questa storia senza prendere aria e riflettere mi sa che tra poco, pure vada bene per ora, che lui torni, tra un po’ ci rivedremo qui o forse non ci rivedremo, ma tornerai a farti le stesse domande, glissarne altre, darti le stesse risposte e non dartene altre.
    Quindi?
    Quindi io ti leggo e credo assolutamente al tuo punto di vista. Ed è per questo che mi preoccupo, infatti. Sa dialogare quest’uomo? Intendo dire, sa mettersi lì, invece di scappare via, indifferente dicendo cosa e come, o di mettersi là a pontificare come dovresti essere tu? Si mette in discussione quest’uomo, alla pari

  • 7343
    LUNA -

    ?
    E poi c’è un’altra cosa che voglio dire.
    La differenza tra voglio e vorrei.
    Vorrei è già meglio di uno stato di paralisi.
    Ma voglio è un’altra cosa.
    E non perché sia una mera questione di parole.
    Ma perché voglio presuppone azione e strategia.
    Vorrei no.
    BUBU, ALICE, volete che vi scriva quando mi sale l’onda?
    Volete che vi parli di quello che devo riparare ancora?
    Dell’ansia e delle false idee?
    Io ho deciso di raccontarla diversamente la mia storia. E’ stata una scelta de panza, d’istinto, quando sono arrivata qui. E ho capito che leggere le mie onde, nero su bianco, a me non avrebbe fatto meglio. A me, siamo tutti diversi.
    Io ho scelto di raccontarla attraverso quello che capisco, sento quando sono centrata, non quello che non capisco o quando vedo la madonna che arriva portandomi un moment. Attraverso la prospettiva della guarigione, non della malattia. Eppure è stato sempre enormemente difficile riuscire a dirmi: stai male tu, ora, e ancora ti chiedi come sta lui e perché. E cosa potresti fare tu per quel sogno che per te doveva poteva restare in piedi. E quante volte mi sono fatta i dialoghi in testa, perché dovevo parlare da sola. E quante volte ho negato la mia rabbia, perché io non sono una che prova rancore. Ed è vero, non provo rancore, ma se qualcuno ti pesta i piedi puoi pure riuscire a camminare comunque ma sempre male ti ha fatto. “Io non sopporto di fare del male” ho detto, ed è vero. Anche se inconsapevolemente pure possiamo farne. “Ok, ma gli altri possono farne a te?”. Una frase apparentemente così banale mi ha fatto restare zitta.
    Si può combattere nella direzione sbagliata, e fa enormemente la differeza. L’adattamento è una brutta bestia, che trasforma le proprie risorse in una botola che ti costruisci sotto i piedi.
    Fossi stata una mezza pippa non avrei resistito degli anni in un campo di battaglia. Non siete deboli, è la direzione sbagliata, azzo.http://www.youtube.com/watch?v=2wJFb_eHyY http://www.youtube.com/watch?v=lqDtGMPnLio

  • 7344
    Bubu -

    Scrivo di getto dopo avervi letto e fumato l’ennesima sigaretta (vedo
    che è un vizio comune), scrivo con le lacrime agli occhi. Perchè sento
    delle cose talmente forti qui che non so spiegarle. Io che ho sempre
    creduto che le parole fossero ciò che può spiegare tutto, l’esplicito
    e l’implicito.
    Mi sento morire, ma non nel senso di morte suicida (almeno credo, bhe
    un pò di ironia mi è rimasta), ma morire come quell’acacia ferita di
    cui parla Montale, l’avete presente? “Non recidere forbice quel
    volto…” Io sono così scossa, non pensavo di poter vedere in uno
    specchio, uno specchio umano, fatto di altre persone, di altre donne,
    le mie emozioni e le mie angosce. Non pensavo che qualcuno potesse
    sapere.
    No, avete ragione lui non può sostenere 1 dialogo alla pari,
    all’inizio ci provavo, ma ho smesso, perchè riesce a cambiare sempre i
    punti di vista, alla fine, ne guadagnavo solo rabbia, perchè non
    riuscivo a esprimermi. Non ho mai avuto problemi a parlare, di me e di
    ogni cosa, anzi proprio noi due ci siamo innamorati dopo tante e tante
    conversazioni fiume. Ma parlare di lui, o dei suoi sbagli e’
    impossibile. A me bastava l’emozione. Pensavo (penso?) che spesso non
    ci si debba spiegare. Una volta gli ho detto “mi basta che tu abbia
    davvero capito il male che mi hai fatto”. Ma a quanto pare non è
    bastato.
    Oggi è stata l’ennesima giornata-gabbia. Non vedo l’ora che arrivi la
    notte, e finalmente dorma, di quel sonno profondo e senza sogni che
    dormo in queste notti. Io che avevo sempre problemi a dormire, o
    facevo incubi, ora dormo come un angioletto. I risvegli sono dolorosi.
    Voi…bhe mi sembrate così forti, così “brave”, io non sono così,
    anche se l’ultima frase di Luna mi ha lasciato di stucco “non avrei
    resistito degli anni in un campo di battaglia. Non siete deboli, è la
    direzione sbagliata”.
    Sono 4 mesi che vado da una psicologa, ma non mi ha mai fatto sentire
    cose simili. Lei mi ascolta e basta fondamentalmente…A dire il vero
    non so se serva molto.

  • 7345
    Bubu -

    Io…non riesco ancora a recidere il filo che mi lega a lui. In parte
    so che è male, in parte so che è bene.
    E’ male per tutti i motivi, purtroppo veri, che avete spiegato, è male
    perchè la nostra vita insieme potrebbe essere, anzi, è, finita, è male
    perchè la mia vita è rimasta ferma (come spiegava così bene Luna),
    ferma a 2 anni fa, mi sono bloccata nelle mie cose, e non riesco a
    uscirne, nè con lui, ma neanche senza di lui.
    E’ bene perchè credo che potremmo farcela. Perchè potremmo essere più
    forti.
    Ma ora vorrei solo tornare in superficie e respirare.
    Non c’è attività che mi faccia boccheggiare almeno.
    Ho elaborato una mezza strategia, intanto domani sera esco con un paio
    di nuove amiche. Non sarà eccezionale, ma non voglio vedere le solite
    facce, gente che mi conosce, che mi può chiedere o tampinare di
    nostalgia. Amici ne ho sempre avuti tanti, ma quasi tutti in comune
    con lui. Poi è da 2 mesi che non vado in palestra, il tornarci
    potrebbe essere un diversivo.
    Incrociate le dita per me, io lo farò per voi, vi terrò nelle mie
    preghiere. E vi prego non lasciatemi sola, mi sento stupida a dirlo,
    ma è così, il conforto e l’aiuto, e spero anche la forza, che sto
    trovando con voi è l’unico e unico.
    Un abbraccio sincero, commosso.

  • 7346
    alice -

    “E poi c’è un’altra cosa che voglio dire.
    La differenza tra voglio e vorrei.
    Vorrei è già meglio di uno stato di paralisi.
    Ma voglio è un’altra cosa.
    E non perché sia una mera questione di parole.
    Ma perché voglio presuppone azione e strategia.
    Vorrei no.”
    lunaaaaaaa fantasticaaaaa ma esisti davvero?? posso chiederti quanti anni hai? quanti anni di saggezza dentro te?
    @bubu: allora io sono stata in grado di fumare venti sigarette in un giorno senza manco cenare… sono cose non solo comuni, ma che accadono. domani è un altro giorno. ma sta a te farlo essere un giorno migliore. alzati con il sorriso, metti il rimmel, truccati e sistemati al meglio. sembra una cazzata. ma allo specchio ormai ti vedi tu. fidati. io mi sto impegnando. e ti assicuro che io ero ferma quando stavo appresso a lui. quasi a mettere tutte le energie in quel che riguardava lui e la nostra storia (che poi era solo mia). comincia a pensare alla TUA di vita. organizzati. scegli un viaggio… apri la tua mente… mandalo via. fidati che io la pensavo diversamente fino a pochi giorni fa. poi mi sono aperta la testa e ho visto un sacco di cose che voglio e posso fare senza di lui. e che mi riescono pure meglio. una bella canzone di gigi d’alessio dice “mi regali un altro giorno in più di nevrosi e di tabu’ con le solite ossessioni” bene, ti garantisco che nonostante faccia male, liberarsi di certe persone aumenta la probalità di non sentirsi pià come dice gigi. un abbraccio notte

  • 7347
    ANNA2010 -

    Cosi’, Bubu, mi commuovi tu 🙂
    Noi ti sembriamo forti? Beh, io mi levo dalla lista e lo faccio non per umilta’, solo per amor di verita’. Io sono forte solo nel sopravvivere e delle consapevolezze che ho duramente acquisito nel passato. Se so come ti senti o, almeno riesco ad immaginarlo, e’ perche’ lo provo anche io e l’ ho provato gia’ anni fa.
    Il video che ha pubblicato Luna mi ha fatto pensare tanto. Sono tutte cose che so ma rivederle li’, con la musica, su uno schermo che te le fa leggere nero su bianco mi ha fatto tornare indietro a questo ultimo disastro, al perche’ mi sia distrutta di nuovo. Troppo concentrata a risalire, avevo un attimo rimosso le ragioni. Che schifo! Mi e’ venuto in mente il “come”, i mesi passati nel limbo del ricatto emotivo, i giorni in cui sono stata infarcita di sensi di colpa che non mi spettavano e poi, vabbe’, le bugie ( ormai le do’ per scontate ). E’ proprio vero: si giustifica tutto pur di non dire “ma che bel pezzo di str…o “. E ci attacchiamo all’ amore, ai sentimenti, al passato, senza vedere IL MALE che, invece, c’e’. Se chiedessi ora adesso subito e di nuovo “perche’?” mi direbbe che davvero non sapeva che fare. E magari e’ persino vero ma intanto ha ben marciato sulla pelle altrui. Sfogare le proprie frustazioni ( giuste o sbagliate che siano ) su una persona che ti ama e che e’ leale, e’ una forma di violenza che stende. Io ho sofferto PER LUI a causa di cose MAI ACCADUTE, perlomeno non nel modo in cui me le propinava. Stavo sveglia la notte a trovare una soluzione buona per tutti, pronta a sacrificare anche quello che sarebbe stato francamente TROPPO, mentre lui stava macchinando uno scenario ben diverso. Ho gia’ perdonato, lo sapete, ma quel video mi ha riportato ad una realta’ anche mia. E dirsi SCEMA da sola non e’ un granche’ ma non posso esimermi 🙂
    SPOSTARSI. Sempre quella e’ la risposta, tanto non serve altro. Siamo a pezzi. Tutte o quasi. Ammettiamolo e tiriamoci su le maniche.
    Buonanotte ragazze. V.V.B.

  • 7348
    LUNA -

    BUBU: anch’io mi sono commossa. E ho visto uno specchio in te, perché anche se le persone e le storie sono diverse gli effetti della violenza psicologica sono gli stessi.
    Ed è di questo che stiamo parlando.
    E non lo dico perché questa espressione faccia paura, ma perché dobbiamo imparare, non con il rancore, non con gli anticorpi impazziti, ma con un percorso verso una maggiore serenità interna, che possa ricucire i propri strappi, e dare anche risposte a domande che, altrimenti, non ci saremmo mai fatte, a rifiutarla.
    Ma per rifiutarla, sapendo che è giusto rifiutarla, da chiunque venga, che sia consapevole o inconsapevole, dobbiamo chiamarla con il suo nome.
    E riconoscere cosa fa respirare e cosa toglie il respiro.
    Forse ti parlo di cose che non sei pronta ad ascoltare, e se è così mi dispiace molto. Perché io, come te, sono una persona ferita, e quindi vado a braccio.
    La tua psicologa fa il suo lavoro, sa come farlo.
    Il tuo percorso con la psicologa è assolutamente personale, e può darsi che altre cose, insieme a quel percorso, che seguirai, interromperai, continuerai come ti viene, ti facciano sentire la tua strada.
    Per me è stato così, e non sono più forte di te.
    Perché il mio percorso è stato, ed è, lungo. Anche se ho riconosciuto ogni scatto. A volte nell’immediato, a volte a posteriori.
    A volte scatti positivi, a volte scatti negativi, di cui in quel momento forse ho avuto bisogno.
    A volte sentendomi incompresa cercando di spiegare ciò che avevo capito, via dai luoghi comuni, cercando di capire cosa stesse succedendo sul serio, fuori e dentro di me. A volte scontrandomi con l’ignoranza, perché temo che della violenza psicologica, ancora oggi, si sappia troppo poco, anche se qualcosa si muove. A volte lacerandomi dentro perché mi venivano dette cose che non ero pronta ad ascoltare. E magari da persone che, al contempo, capivano i fatti con una chiarezza senza sconti che io non ero in grado di avere, ma al contempo non potevano capire cosa davvero

  • 7349
    LUNA -

    si incasina – volendo usare un eufemismo – in una persona che subisce la violenza psicologica.
    E come possa sentirsi una persona normale quando si ritrova in una situazione di questo tipo.
    Dico una persona normale non perché esista un concetto di normalità stabilito da uno schemino, e perché il mondo è bello anche perché è vario, ma lo dico perché voglio rigorosamente sottolineare che queste sono cose che possono capitare ai vivi.
    via da cose che forse abbiamo sentito dire a chi sparava dei luoghi comuni, o che forse ci siamo dette (o detti, perché la violenza psicologica non è prerogativa esclusiva di un sesso solo) facendoci del male quando ci guardavamo allo specchio e percepivamo la perdita dolorosissima di noi stessi. Magari chiamandola con un altro nome.
    Magari chiamandola inadeguatezza. Sofferenza d’amore. Incapacità, nostra, d’amare.
    Il punto è che tutti abbiamo dei difetti, e non sempre le relazioni funzionano, nei sentimenti in senso più ampio. Possiamo essere dei gran rompipalle, incontrare delle persone con cui abbiamo un’incompatibilità… succede, come succede invece che le persone si incontrino e restino insieme può accadere che le persone si incontrino e si perdano. Esiste il dolore, esiste la paura dell’abbandono, penso in tutti noi. Esiste il fatto di lottare per qualcosa in cui crediamo. Esiste la pazienza o la mancanza di pazienza. Nella vita si rischia, si perde, si vince, si casca, ci si rialza.
    Ma quando una relazione ti dà la sensazione di restare fermo, nel senso in cui si diceva, cara Bubu, quando si ha la sensazione di perdere il nucleo di se stessi, quando lo stato di tensione, angoscia, inadeguatezza, è costante, quando le risorse BASE sembrano andare perdute, e allora c’è qualcosa che non va.
    E allora vale la pena di sentire cosa succede dentro di noi, ma veramente, per stare meglio, se siamo a pelle di leone, prima di domandarci cosa succede dentro l’altro. E non è mancanza di empatia. Sono riuscita a spiegarmi? Non lo so. bacin

  • 7350
    Bubu -

    Strano ma vero, svegliarmi è un incubo. Ho solo voglia di piangere, di
    scrivergli. L’altro ieri gli ho mandato un sms lungo, gli dicevo che
    le cose sarebbero andate meglio, che non deve avere paura, che ci
    amiamo, che non dobbiamo buttare tutto via. Gli ho detto di non
    rispondermi, di prendersi del tempo per riflettere. Lui non ha
    risposto. Lo so che non approverete, ma volevo che lui sapesse che la
    porta è aperta.
    Stanotte o meglio domattina, fa 1 settimana. E i giorni sono delle
    agonie lunghissime. Lo stomaco a morsa. Sono chiusa in casa e non
    riesco a combinare una cippa, solo vedere dei film mi fa per un
    secondo distrarre. Come vi ho detto stasera esco. Non ne ho voglia, lo
    faccio non so perchè, e tanto so già che sarà uno strazio. Tornerò a
    casa e piangerò a dirotto.
    Lui secondo me è via. Non so eh, perchè nessuno dei nostri amici
    comuni si è fatto vivo, e neanche i suoi mi han chiamato da sabato.
    Il giorno dopo come al solito lui si è fatto vivo con indifferenza
    chiedendomi di fare gli amici, di uscire a pranzo coi suoi. Ogni volta
    ha fatto questo. Non so come ragioni francamente. Io invece sono
    sempre sparita, non voglio la sua amicizia. Poi tornava e lì non era
    amicizia ovvio.
    Cmq dicevo secondo me è partito. Un suo amico andava all’estero e
    secondo me si è unito.
    Stamattina volevo scrivergli di nuovo, ma poi non sapevo cosa, mille
    sogni sul futuro, i nostri ricordi, cosa faccio, cosa fa lui, non
    sapevo proprio: che senso ha? Lui non mi cerca. Come si fa a lasciare
    una persona in 2 minuti dalla notte alla mattina, ok il litigio, ok
    tutto, ma poi cancellarla, come se nulla fosse successo, e chiederle
    amicizia, ma dicendo di amarla?
    La mia mente è rimasta a casa sua. Rivedo ogni piastrella. Gli amici a
    cena, i suoi mille regali, le sue sorprese, le sue telefonate
    continue, i suoi messaggini. E poi, d’un tratto, il nulla. Niente. Mi
    sento inglobata in un buco nero. Voglio uscire. Voglio uscire da qui.
    La testa mi scoppia.

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