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La fine improvvisa di un amore

di Loredana
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14.073 commenti

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  • 7091
    LUNA -

    http://www.youtube.com/watch?v=BuygRMq5j5M

    un po’ di musica non guasta mai.
    Non sono autoreferienziale :PPPP
    Mi piace Gianni Togni.

    ANNINA2010: 🙂 sì, anch’io.
    Un grande abbraccio, buon lavoro e buona giornata 🙂

    ELENA: non so se LAD mi lascia citare questo, da un libro, mi sa di no, ci provo.

    “Sono confuse al punto da non poter reagire in alcun modo. La confusione genera stress. Fisiologicamente lo stress è massimo quando si è immobilizzati e in preda ad una grande incertezza. Spesso dicono che a suscitare l’angoscia non sono tanto le aggressioni dichiarate, quanto le situazioni in cui non sono sicure di non essere in parte responsabili”.

    “(…) Allora gli scrive. Cerca di fargli capire che soffre per questa situazione e che vuole trovare una soluzione. La prima volta, dopo aver appoggiato la lettera sul tavolo, aspetta che lui gliene parli. Dato che lui non vi fa alcun cenno, trova il coraggio di chiedere cosa ne pensi. Lui risponde freddamente: “Su questo non ho niente da dire”. Lei si convince allora che probabilmente non è stata abbastanza chiara. Gli scrive una lettera più lunga che trova, il giorno dopo, nel cestino della carta. Cerca, innervosendosi, di ottenere delle spiegazioni. Lui risponde che non ha il dovere di rispondere alle domande di un’esaltata come lei. Qualsiasi cosa faccia non viene ascoltata. E’ il suo modo di esprimersi che non va bene? si chiede. (…) Questi tentativi di dialogo fallito suscitano in lei collere che, non potendosi sfogare, si trasformano in angoscia… Dopo molti tentativi di dialogo falliti si instaura uno stato d’ansia permanente, “congelato”, preludio di uno stato di apprensione e di anticipazione cronica (…) i disturbi psicosomatici non sono effetto diretto, ma del fatto che il soggetto non è in condizione di reagire. Qualsiasi cosa faccia ha torto, qualsiasi cosa faccia è colpevole”.

  • 7092
    LUNA -

    ELENA: non so se LAD mi ha lasciato citare, al caso parafraserò. Il punto è che vederlo scritto nero su bianco, non parafrasato, visto da un punto di vista totalmente esterno, forse rende maggiormente l’idea.
    Nn è qcuno che sta ascoltando e magari non riesce a capire, fino in fondo, la tua situazione specifica, ma dice che le dinamiche sono sempre quelle, più o meno, per quanto ogni storia sia a sè. Stringi stringi.
    Mi vengono delle osservazioni, che possono essere sbagliate, ma, se per te va bene, vorrei portartele.
    gli amici sono meravigliosi, e capisco la loro importanza in questo momento, nel cercare di dare un punto di vista esterno e nell’accogliere la tua confusione e il tuo trauma. sarebbe bello, però, paradossalmente, che con i tuoi amici (lo spero) tu parlassi anche d’altro, di cose che non c’entrano con questa tua confusione, con le questioni che ti palleggi in testa no stop. Lo dico perché conosco il procedimento anche di “fissazione” che queste situazioni producono. Si sviscera il problema da 300 lati, parlando da soli, peraltro, perché l’altra persona (lui, intendo) è il grande protagonista e il grande assente. A volte la distrazione fa uscire invece l’intuizione, la percezione del sè, che questo tipo di dinamiche addormentano.
    Dici che da fuori le persone non possono capire fino in fondo. Lo dicevo, nel mio post, sul concetto dello spiegare. Sono una persona estremamente riservata ecc e che comprende il tuo concetto su vivere dentro una situazione/conoscere meglio. D’altra parte però se è vero che nei casi come il tuo è difficile spiegare anche solo l’incastro emotivo, il percorso emotivo per cui vi si è giunti, il perché di certe dinamiche e il loro effetto, l’angoscia/dipendenza/astinenza è anche vera una cosa, e te la dico di cuore: dall’esterno le persone, non standoci in mezzo, ne colgono però gli effetti elementari. Cioè: ciò che fa male fa male qualsiasi sia il motivo o la provenienza. Il senso di colpa che è provi è anch’esso un sintomo

  • 7093
    LUNA -

    ELENA: @In tutto questo tempo, come fu allora, nella nostra relazione, intervennero gli amici di lui, che immancabilmente dettero consigli sbagliati e che lui assimilò, solo perchè gli tenevano man forte e gli diedero ragione, al posto di invitarlo a prendere decisioni sagge.

    Carissima Elena, io non conosco ovviamente la tua storia, e non so come siano questi suoi amici, nè sono come sia lui, nè cosa sia accaduto ecc ecc…
    e mi è anche capitato che gli amici altrui avessero influenza negativa… però mi verrebbe anche da dirti due cose, anche piuttosto banalotte.
    La prima è che gli amici non entrano se non si permette loro di entrare, ed entrano nella misura in cui si permette che entrino.
    La seconda è che uno gli amici se li sceglie. E che quando si va da una persona a raccontare una cosa, anche a chiedere un consiglio, in qualche misura, istintivamente, si sa anche abbastanza bene da chi si va… e che genere di impostazione, se non di risposta, ci si può aspettare. se si va da chi tende al libero arbitrio, chi ha convinzioni radicate di un certo tipo, chi tenderà alla conservazione di certi schemi, chi andrà in opposizione, chi vede la pagliuzza negli occhi altrui e non la trave nella propria, chi, già precedentemente, aveva dimostrato di stare più da una parte che dall’altra… Magari non in maniera così smaccata, ma se parliamo con qualcuno con cui abbiamo un vissuto comune conosciamo anche in un certo modo il suo tipo di tendenza, se non di risposta, o perlomeno un po’ la sua forma mentis.
    So che fa male l’ingerenza di persone che sembrano portare ancora più confusione, casini, concetti e consigli “sbagliati” (virgoletto nel senso della relatività del concetto di giusto e sbagliato, nel momento in cui si sta parlando dell’emotività altrui…), ed è pure vero che esistono dei bei “mescolacacca” al mondo o persone non informate sui fatti che dicono la loro. Ma è pure vero che ai suoi amici, più che i fatti, interessano le sue parole, la sua percezione

  • 7094
    LUNA -

    e la sua versione. Con questo voglio dire che è vero che una persona in confusione può essere più facilmente influenzabile, ma non sottovaluterei il fatto che, nel momento in cui lui sceglie di confrontarsi (o di non confrontarsi) con persone di un certo tipo, o che lo invitano a muoversi in una determina direzione, sta comunque scegliendo proprio, di base, con la sua di testa, comunque. E che magari persone che gli danno una risposta diversa lui non le vorrebbe ora come amiche.
    A suo tempo il mio ex cercò di andare dai miei amici a cercare appoggio (che peraltro emotivamente aveva sempre avuto, pur essendo lui chiuso loro non si erano schierati perché la vita era la nostra, anche se certo per loro il mio benessere era al centro, ma non per questo desideravano il suo malessere, semmai il benessere di entrambi,nella migliore delle ipotesi) ma in un certo modo, di controllo, appunto. I miei amici non si schierarono dalla mia parte, furono aperti, poiché volevano bene anche a lui, ma non gli diedero ragione, non su cose che loro sapevano benissimo erano frutto di un suo revisionismo storico, non al fatto che lui puntasse l’attenzione su alcune cose per sfuggire da quelle centrali, non che cercasse di passare per vittima quando non lo era. A quel punto, pur non trovando ostilità, loro per lui diventarono tutti degli stronzi, ciechi, che ce l’avevano con lui per partito preso. Questo perché, lui, fondamentalmente, aveva anche cercato aiuto, ok, ma non aveva nessuna intenzione di mettersi in discussione, neanche un minimo. Cmq la responsabilità doveva essere tutta esterna. Se il tuo uomo è un adulto che gestisce così le sue relazioni, ho l’impressione che tu continui a responsabilizzare troppo te e a deresponsabilizzare troppo un uomo che comunque non va verso una comunicazione, riflessione paritaria e costruttiva. E non perché ha una pistola puntata alle tempie. E che vuole restare com’è, perché è più comodo, x quanto ciò possa anche causargli sofferenza.

  • 7095
    elena -

    Ciao LUNA 🙂 grazie ho compreso e afferrato il concetto dello scritto.
    Paradossalmente mi viene da scrivere: qualsiasi cosa io faccia e mi metta in condizioni di reagire, per lui non và mai bene. Questo perchè in lui, scatena la dinamiche del voler sempre avere ragione. Non si arriva da nessuna parte se non c’è un minimo di umiltà.
    Lui ha chiuso, lui si è preso il possesso come 7 anni fà, lui è tornato ed è sparito di nuovo. Come se, i sentimenti fossero una molla su chi giocare: ora la premo e salto, al contrario, rimango fermo e la molla non si piega.
    Diciamo che, tutto questo andare e vieni, mi ha messo ancora una volta, in posizione di rigetto. Come se avessi mangiato e salito su un’ottovolante subito dopo.
    E il problema che tutto questo io lo sò, sono perfettamente a conoscienza di come ci si stà in questa posizione e mi viene rabbia.
    Io ho avuto un grande risultato in questi anni: ho visto tornare due persone, quest’ultimo ed un’altro. Son tornati da me, chiedendomi aiuto. Grande soddisfazione, perchè chi siede ad aspettare i cadaveri passare, li vede!!!!!
    Devo smettere però di fare la parte della crocerossina e risolvere i problemi loro, quando quest’ultimi prima ti lasciano e poi tornano perchè stavano bene nel rapporto e si accorgono di cosa hanno perso.
    Però mi viene anche da pensare che, se ritornano, io non li sò tenere e allora dov’è che sbaglio? ci sarà pure un qualcosa che li fà scappare di nuovo.
    Mannaggia che caos…..

  • 7096
    LUNA -

    @io ho avuto un grande risultato in questi anni: ho visto tornare due persone, quest’ultimo ed un’altro. Son tornati da me, chiedendomi aiuto. Grande soddisfazione, perchè chi siede ad aspettare i cadaveri passare, li vede!!!!!

    @Però mi viene anche da pensare che, se ritornano, io non li sò tenere e allora dov’è che sbaglio? ci sarà pure un qualcosa che li fà scappare di nuovo.
    Mannaggia che caos…..

    Capisco il concetto, Elena, anche il concetto del ritorno, ok, però, pur non conoscendo assolutamente la storia, le storie, potrei, se vuoi, spararti la mia. Che ovviamente puoi rispedire al mittente 😉
    cosa non va, forse, in ciò, in queste due frasi, in qualche modo correlate, è la dipendenza.
    Mi spiego, il fatto che due che se ne sono andati male tornino può pure darti un certo tipo di soddisfazione, della serie “ti sei reso conto di quello che hai perso, ah?” e varie, anche una sorta di ipotetico ritorno emotivo della fatica spesa ai tempi… ed è anche molto probabile che sì, si siano resi conto, dopo, di cosa hanno perso.
    Ma… il grande risultato, dopo due storie sofferenti (la prima non so, ma la seconda che hai raccontato principalmente qui, a meno che io non le abbia confuse, il che può darsi) non sarebbe stato farti la TUA vita e fregartene se il cadavere passava oppure no? Non restare neanche ancorata al concetto: tornerai, ah sì, e te la farò vedere, o ciò mi dimostrerà qualcosa?
    Qualcosa tipo: allora non ero io che sbagliavo? non ero io quella sbagliata? ero io ad avere ragione e te ne sei reso conto, ah, alla fine?
    Per quanto riguarda la seconda domanda che ti poni ho un’altra (forse cazzata) da sparare, riguardo il tuo dilemma-caos…
    Hai perso questi uomini per strada, forse ti hanno lasciato loro, forse la storia è finita e basta, capita, o anche perché tu hai manifestato il fatto che non ti andava bene com’era e quindi chi voleva dettare le sue regole ha visto ciò come un’insurbodinazione intollerabile uguale: non posso amarti se non fai come dico

  • 7097
    LUNA -

    io, lo capisci, vero?
    allora tu stai malissimo per questo tipo di risposta (che comunque sia percepisci come un rifiuto) e al contempo però cerchi di far capire (a chi non ha nessunissima intenzione di capire qualcosa di diverso dalla SUA verità) che non è vero che non può amarti se tu non accetti quelle regole, ma che forse lui potrebbe rivedere quelle regole, che l’amore è un’altra cosa, che sei disponibile ad amare e a farti amare, ma non così… (ovvio, faccio ipotesi, e magari dico cazzate, mica c’ero io lì…)… ma di fatto oggi che uno torna, sì, con le stesse dinamiche di prima, e pure peggio, ti stupisci del fatto che abbia le stesse o peggio? e la domanda che ti fai è: perché non riesco a tenermelo? Cioè perché non riesci a cambiargli i connotati del cervello, il modo di sentire e di vivere una relazione? Perché non riesci a farti amare al punto da compiere il miracolo di trasformarlo in un’altra persona, che guarda la vita e te in modo completamente diverso, sarebbe questa la domanda?
    E se fosse uno che ha la fuga interna saresti tu che non riesci a tenertelo? Se fosse uno a cui interessa il tuo lato crocerossino dimenticandosi che sei un individuo al di là saresti tu che non riesci a tenertelo? Forse parlo a vanvera, però io mi ricordo di avere letto che con questa persona tu, pur mettendocela tutta, e la buona fede, hai fatto una vita di mer… E la fai anche adesso, che è tornato. Dunque? Scappano loro o dovresti scappare tu da dinamiche altrui che ti mettono a disagio e con cui ti sembra di girare come un criceto sulla ruota, e che il coltello dalla parte del manico sia sempre in mano loro, perché il centro è che se producono un vuoto, anche di senso, ci cadi dentro (caos) a precipizio? Scusa, Elena, queste sono anche riflessioni mie, certamente, sul potere che lasciamo agli altri, intendo. Anche solo cercando un dialogo, civile, emotivamente normale, chiaro, quando uno usa il silenzio per destabilizzare… Per quanto mi riguarda qualcosa imparai..

  • 7098
    alice -

    ragazzi/e,
    vi leggo sempre… ma fa troppo male e non riesco neanche a scrivervi..
    vi sono vicina… cerco solo pace e invece mi sembra di non respirare.
    ieri dopo l’ennesimo chiarimento mi sono resa conto di quanto a volte nella vita si è impotenti.
    cioè stai lì che cerchi un appiglio o il modo per spiegare meglio un concetto, un desiderio, una intenzione di guardare avanti ancora assieme, come se imbastirla meglio fosse un modo per far cambiare le idee di chi ti lascia, di chi non ti vuole…
    questa è impotenza. credetemi me ne so accorta ieri a 33 anni. è stato una frazione di secondo quando con il cellulare in mano tentavo ancora di trovare parole giuste per spiegare me.
    e non ho scritto nulla. mi sono resa conto che non potevo fare più nulla.
    e che dovevo solo affogare nel mio dolore. e non so da dove cominciare.
    perdere tutto.. sapere che non lo vedrò più… per me è impensabile…

  • 7099
    LUNA -

    http://www.youtube.com/watch?v=bJSOHdWiZlc

    http://www.youtube.com/watch?v=RRW1zDyAPbI&feature=related

  • 7100
    elena -

    Perfettamente d’accordo con il tuo modo di ragionare cara LUNA.
    Sono scappata da dinamiche di controllo emotivo e relazionale, perchè amare come dici tu, è un’altra cosa.
    Un’analisi me la sono pure fatta, eccome. Non ho passato questi ultimi anni in solitudine, per non capire.
    Quando uno torna sui suoi passi, ma le dinamiche son sempre le stesse, se non peggio, una spiegazione te la poni.
    Ma cerco di mettermi sempre sul piano paritario, ossia, di capire me e chi siede di fronte a me, cercando un dialogo. Vero anche, come dici tu, che se uno lo vuole e l’altro lo respinge perchè vuole farti fare ciò che dice lui, non è un dialogo paritario, ma di forza.
    Purtroppo molte volte non è così. Parliamo italiano, ma non la stessa lingua. E’ un paradosso, ma è così.
    Quando uno usa la violenza verbale che oltretutto fà più male di quella fisica, non ci sono spiegazioni plausibili. Anche il chiedere scusa subito dopo aver causato dolore, per me è ingiustificabile. Si chiede scusa e si accettano le scuse, solo se uno capisce che è stato un momentaneo eroore dettato dalla rabbia. Ma se la cosa persiste, non credo che quel momento sia stato passeggero. E’ capitato anche a me, ma ho chiesto scusa e non ho ignorato l’incidente. Mi sono posta domande, per capire e non capitarci più.
    Piani diversi e diverse aspettative.
    Cmq ti ringrazio ancora, per farmi capire.

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