La fine improvvisa di un amore
di
Loredana
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Luna…hai perfettamente ragione, dovrei mandarlo a quel paese, ma lui comunque mi tiene in qualche modo legato a lui!
comunque mi cerca, mi chiama, mi dice di vederci..poco fa mi dice che non vuole piu illudermi,e ke è inutile ke lo chiamao ogni dieci minuti..ma non capisce che
mi sta rovinando la vita e la salute….gli ho detto se mi stesse dicendo addio, elui dice che non lo sa…è confuso, ma confonde anche me…allora gli ho detto che mi sta perdendo
davvero, che se è un addio mi deve dimenticare,lasciarmi andare..perchè è egoista quando mi cerca, xkè sa ke cosi mi destabilizza e allora che vuole?senz’altro mantenere un legame in modo tale
da non perdermi per sempre e intanto risolvere tranquillamente e beatamente la sua confusione..NON ESISTE!dopo questo sms non lo cerco più…sarà lui a farlo, lui a dimostrarmi, a dirmi qualche parole, a fare passi verso me..
sono nervosa, ho gli esami d maturitò e piango sui libri, mi chiudo in camera, fumando sigarette e piangendo…..l’altro ieri appena mi ha detto che quando eravamo li, sulla spiaggia, ci sarebbe stato tutta la vita e che quando mi ha salutata
non vedeva l ora di vedermi…mi ha detto che gli mancavo, che mi amava ancora, che con me ha fatto cose che forse non rifarà mai…..tutto questo piangendo, tenendomi la mano….non capisco piu nulla, sl ke questo vivere in bilico è lacerante, fa male..tanto male…
e mi rendo conto che sto davvero prendendo una botta di vita, xkè sono innamorata veramente ed era un sogno stare con lui…poi questa, si è messa in mezzo?????L’ho pure trattata come una sorella….ma lui capirà ke per lei è una cotta, lo capirà e allora si dovra vergognare di aver messo in ballo
un sentimento con una stupida cotta..
ANNA: uh, stellina, scusa, non avevo capito 🙁 mi sono un po’ persa. Ma come???
ho detto un sacco di minch… non avendo capito che eri tu?
Un abbraccio grandissssssimo.
MARCO: guarda che non dicevo “aspettative” dei suoi in senso per forza negativo. Però mi ero fatta un po’ l’idea che le cose stessero come racconti…
Due anni per fare la tesi si può stare, a me non è capitato, ma capita, ed è pure vero che se sei bloccato o comunque in ritardo sulla laurea e i parenti anche lontani ti rompono i maroni la tensione sale… ma è anche vero che non ci si laurea per gli altri, ma per se stessi… poi il fatto è che sei i tuoi genitori hanno investito su di te soldi per 10 anni e tu ad un certo punto dici: mollo, la cosa non è molto semplice… ma il punto è perché era in crisi? era una cosa momentanea o trascinava da anni una cosa che non sentiva?
Due anni fa una ragazza che conosco, e che era sempre stata una “spada”, ha deciso che non avrebbe fatto l’esame di stato. Si era laureata, tutti si aspettavano anche che facesse (e superasse) quell’esame, ma non era quello che voleva lei. Grande crisi. Pensa che lo ha detto a me, che non le ero tanto vicina, proprio perché ero la persona meno coinvolta del mondo. A me (carattere a parte) non cambiava proprio nulla che lo facesse o no, mentre le sue amiche più care avrebbero potuto dirle qualcosa, io che ero più lontana, non avrei giudicato, no? Di fatto, comunque, ha fatto solo lo scritto, se non erro, ed è pure passata, ma aveva già rinunciato a fare l’orale, dopo aver comunicato ai suoi genitori la sua decisione. “per me questa cosa è un incubo”, diceva “razionalmente dovrei, ma io non ne posso più. Io voglio avere un figlio, tenermi il lavoro che ho già, e di continuare con questa storia di giurisprudenza non ne posso più. Non ho mai contrariato i miei, a mio padre verrà un colpo”. Invece dopo essersi logorata alla fine la cosa si è conclusa con una serata di chiarimento con i suoi. Punto. Tutto tranquillo. Ora ha
un figlio, e – ti farà ridere – è anche tornata… più antipatica, com’era prima della crisi 😛 alle sue impostazioni di default. Ma comunque sia lei ora è contenta così.
Cosa hai sbagliato? Non c’ero e non so 😉 a leggere la tua verità, quella che scrivi, a me verrebbe da dire che invece hai avuto un buon istinto. Perché se il matrimonio era per lei una via di fuga dall’affrontare la responsabilità di prendere una decisione che riguardava lei stessa, cercando un alibi, hai fatto bene a invitarla invece a capire quale fosse il vero problema. Non potevi crescere al posto suo, Marco, no?
ANNA: mi ero persa dei post. Tu sai che io penso che la tua delicatezza d’animo sia un valore, un pregio, e no, non ti ci vedo a urlare in piazza… però di fatto loro erano separati ed è vero che non ha senso ferire le persone di proposito, e che si può tentare di fare meno male possibile, ma nascondere l’esistenza di un’altra donna, quando una storia è conclusa, è non affrontare le proprie paure innanzitutto, non quelle dell’altra persona. Tu ti sei trovata a gestire/subire una situazione che, mettiamo anche in buona fede, quest’uomo ha messo in un modo che poteva solo esplodere, e nel quale, mi pare, tu con l’umiltà che ti contraddistingue, sei stata un passo indietro, non essendo un’ex moglie, non essendo una madre… ma non è una questione di punti-diritto. la coppia eravate voi due, nella vostra relazione. Tu hai amato e accettato suo figlio, e anche le sue difficoltà, ma la sua ex, mi spiace, non era un problema che doveva ricadere su di te nelle proporzioni in cui, già durante la storia, avveniva. Smettila ti prego con questa cosa dei punti/diritto. E ho le palle piene, per te, che tu sia la “salvezza”. Sei una bellissima persona, ma la gente si salva, innanzitutto, sempre da sè. Tu metti i cerotti agli altri, ma stringi i denti quando ti fanno male, anche senza saperlo, non per forza per cattiveria, anche solo per ignoranza, egoismo, o perché sei troppo delicata per dirlo.
NN darti colpe MARCO.TRE. Non sei tu il problema, ma lei, in quanto non riesce a distingure che cosa voglia da se stessa.
Forse non era la strada giusta il laurearsi, forse ha cambiato idea e si è sentita addosso il peso della responsabilità, e che tutti compreso i suoi si aspettavano.
Tu hai fatto il necessario per andarle incontro, per capire. Non è una questione di maturità, ma di scelte. Non di fiducia, ma di comprensione nell’accettare che in quel momento, lei aveva difficoltà estreme a presentartele.
Non mi fraintendere, non desidero colpevolizzare nessuno/a, tantomeno lei. Sono una serie di considerazioni mie. E’ importante capire che puoi aiutare te stessa e gli altri soltanto se accetti che anche tu hai bisogno di aiuto. Cerca di non cadere nel tranello di sentirti superiore se gli altri confidano in te e se progredisci nel tuo sviluppo personale. Potrai aiutare veramente gli altri a capire e ad accettare se stessi soltanto se non perdi di vista il tuo bisogno di aiuto.
Ciò che vale per il fisico vale anche per la psiche, nel senso che una sofferenza di vecchia data può continuare ad influenzarci facendoci sentire insicuri, paurosi, inadeguati, pieni di vergogna o vulnerabili. Il senso più profondo di queste forme di sofferenza può essere compreso soltanto a livello individuale.
Il tuo collega ha trovato solo del terreno fertile su cui lavorare.
Mi spiace per l’inconveniente e per te.
Luna, Luna, Lunaaaaaaaaaa…….io sono stata, DI NUOVO, presa in mezzo in un ingranaggio perverso. Amore per bisogno. Stavolta non solo mio. E il fatto e’ che e’, e resta, amore vero, solo affetto dal particolare di essere MALATO.
Mi ( ci ) ha ricoperte di balle. Si e’ attaccato a me come se fossi un’ ancora perche’ non ce la faceva piu’ a vivere quell’ infelicita’. E ci credeva! Quello e’ il peggio. Si e’ separato, abbiamo fatta quella maledetta casa da zero, abbiamo fatto vacanze, Natali e Pasque, tutti insieme, tutti e TRE.
Io, lui, il bimbo. Le nostre famiglie. Gli amici.
PAZZESCO. Cambiato citta’, residenza, tessera sanitaria, TUTTO.
CI CREDEVA.
Io non so se siano stati rimorsi o scrupoli, se ora sia che non ha altra scelta….
Il casino, cmq, alla fine, l’ ho fatto io ( scusate l’ anacoluto ).
Capivo che i conti non tornavano e sono andata a casa ( nostra ) quando non avrei dovuto.
Quando la ex moglie non avrebbe dovuto esserci, ma arrivare dopo 2 ore per il figlio, e ho parlato con lei e poi con lei e lui insieme. Uno schifo. Sembravamo 3 malati di mente ( io un po’ meno degli altri ma ero quella piu’ distrutta perche’, forse, l’ unica sincera nei sentimenti )
Povero bambino. E’ stato un gioco degno dei pazzi. Loro vanno dallo psicologo. Io non ci andro’ ( stavolta ) perche’ non ho niente da capire. Ha toccato il mio punto debole: DARE A CHI HA BISOGNO. Ci siamo trovati. Lei non ha mai nemmeno detto in giro di essersi separata ( non accetta il concetto a priori ), lui si sente indegno come padre ( oltre che, sec me, anche povero di soldi ).
Ma le bugie, Luna???? Tu non hai idea…
Autogiustificazione immediata : “ le ho detto che c’eri, poi che non c’eri piu’ per vedere come avrebbe reagito, se davvero tenesse a noi ( loro due ) o se fosse solo gelosia. Perche’, se lei ci crede ancora, anche se io non la amo ( ma non la odio piu’ ), devo provare per mio figlio.”
Ha giocato con la testa della gente per i suoi comodi. Che si autoassolva fa parte dello schema. Lui adora far sentire in colpa gli altri. Mi ha fatto sentire una merda perche’ ho cercato la verita’ da sola. Perche’, da sola, ho capito che lui non l’ avrebbe detta mai ma, anzi, avrebbe cmq rimaneggiato il tutto per uscirne pulitissimo e con un parterre di gente macchiata di onte.
Tutti e due ( li’ nn si poteva mentire, anche se lei avrebbe pagato per farlo ) mi hanno detto che in questi ultimi mesi di tentato riavvicinamento non si sono toccati con un dito e secondo lui, io dovrei, da quello, cogliere rispetto per me.
Ma quale rispetto??? La verita’ e’ un’ altra. La poveretta credeva che lui avesse CHIUSO con me ( tipo trombamica di passaggio ) da prima di Natale e che, in tutto, fra noi, ci fossero state due/tre uscite serali con notte di sesso. Il Mercoledi’ prima della Domenica della verita’ io ero beatamente con il mio fidanzato in un fighissimo hotel ( per rifarci della Pasqua con figlio e relativa e senza me ) a vivere la mia vita d’ amore e bugie. E’ stato bellissimo, come sempre. Rispetto??? NO. Voleva tutto.
Non e’ cattivo, solo uno che ha perso se stesso e chissa’ quante altre volte si perdera’.
Io conosco me stessa. So cosa nn va in me e cosa nn andra’ mai. Ci convivo da 35 anni. Qui c’e un figlio amatissimo ma portato in una follia ( ripeto : povero il mio piccolino ), una ex moglie cui non e’ mai stata data nemmeno una chance di rifarsi una vita perche’ “tenerla li’” era piu’ fruttuoso e una persona come me amata ma anche tanto USATA.
Lei mi chiedeva “Ma dici che torna da me? A te l’ ha detto? “ A me????? Se non sono impazzita li’, quel giorno,non impazzisco piu’.
ELENA: ciao 🙂
ho letto…
e purtroppo le cose che racconti, quelle dinamiche di induzione della dipendenza e del controllo non mi stupiscono :(((
è anche difficile spiegare, a chi non sa, come sia possibile anche restare invischiati in certe forme di controllo… eppure avviene, e non certo in un giorno. Non è che una persona ti chiude a chiave subito, che sia in senso fisico o in senso morale, espressivo, emotivo…
il processo non è così immediato, altrimenti sarebbe più facile accorgersene e non permetterlo.
Si può avere pure l’impressione che quel bisogno di controllo sia una cartina di tornasole dell’entità del sentimento, in realtà il bisogno di controllo nasce da una sicurezza e da un caos interni, non da un oggetto esterno. E dico oggetto non a caso, perché il controllato viene percepito come un oggetto, purtroppo.
Ciò non toglie che una persona possa anche amare, mentre lo fa, ma comunque sia ama male.
Quello che non ho capito bene bene è a che punto stai ora.
Io non credo onestamente, per esperienza, che una dinamica di controllo come quella che racconti sia un modo di fare, ma di essere. E una visione della vita, oltre che una pulsione. Un modo di essere può cambiare? Può cambiare se curato, se è molto radicato, ma non credo possa andarsene semplicemente così, com’è venuto.
Il bisogno di autonomia in questi casi viene sempre percepito come un tradimento, non importa se in nessun modo influisce con la vita di coppia, se anzi potrebbe influire in modo positivo sull’individuo, e di riflesso anche sulla coppia…
peraltro la modalità di controllo di solito credo si attualizza in maniera che la persona si senta controllata sempre, anche nei momenti in cui non lo è, in una sorta di ansia generalizzata
Gli ho tolto il ruolo che adora : quello della VITTIMA di lei.
L’ ha fatta sentire uno schifo di madre e donna per mesi e ora, invece, porta su di se’ il ruolo che detesta, quello del COLPEVOLE. Ora deve rimediare perche’ di me ti puoi liberare, di lei, no.
Tanto lei lo vuole a priori e lui manipolera’ per far passare per “passabile”, il “non passabile”.
Tutti mi stanno vicini. I suoi amici, i genitori ( allibiti perche’ anche loro non sapevano NIENTE perche’ lui ha obbligato lei a nn dir nulla nell’ attesa di diventare PERSONE NUOVE ), i miei amici, la mia famiglia, ma, dimmi, Luna, si esce vivi da tutto questo?
Io sapevo che un bambino di neanche 3 anni ha dei diritti sacrosanti e che la sua mamma e’ una persona che non avrebbe mai potuto prescindere dalla nostra ( ??? ) vita ma, quel che e’ successo, per quanto mi riguarda, e’ l’ emblema dell’ egoismo piu’ puro che abbia mai conosciuto.
Io auguro il bene sempre. Spero che ce la facciano ma spero anche di farcela io perche’ il male che sento e’ affondato fino alle ossa.
Sunto dei sunti: vita difficile, quella del padre separato. Eravamo ” in prova ” tutte e due. Una con cui e’ sempre andato tutto male ma e’ madre di tuo figlio e da alimentare conguamente e un’ altra che gli ha dato AMORE. Stava “solo” cercando di capire cosa fosse meglio. Il “come” e’ lavoro da specialisti e non mio.
esattamente LUNA. la forma di controllo genera ansia, non ti senti protetta in certe situazioni, E’ anche vero che ogni individuo, ha bisogno dei propri spazi, dei propri: chiamiamoli così “segreti”.
In questo spazio, per me vitale, mi sono sentita defraudata, messa a nudo e invasiva. Non credo di aver mai avuto segreti in merito, ho cercato solo di avere forza per aprire un dialogo. Ma non puoi averlo serenamente, se si ricade in continui sensi di colpa. Credo che ciò avvenga in lui e sia da interpretare fin da una adelescenza infelice, dove la mamma controllava ed impediva un normale sviluppo formativo. Anche se all’epoca era entrato in terapia, non credo l’abbia mai assimilata ed è un lavoro lungo che richiede estremamente coraggio ad affrontare certe tipologie ben radicate. Anche il “senso di abbandono” credo non l’abbia mai assimilato: non riesce per un minimo istante a reggere da solo, cerca sempre alternative, mentre io in conpenso non ho avuto altre relazioni dopo di lui.
Mi chiedi come stò: stò abbastanza bene ultimamente, non nego che il primo mese è stato di nuovo deleterio dopo averlo rivisto. Ma decisamente ho voluto togliermi dal suo mirino, che immancabilmente era divenuto una sorta di “minaccia” per la mia incolumità e benessere psicofisico. Ero divisa, trà lui, la sua attuale ex ed io.
Anche se, e te lo ripeto, all’inizio l’ho cercato tanto dopo che lui ero tornato. ma più lo cercavo e più la spada di democle feriva, con insulti, parole e gesti da “fuori di testa”, minacciando me e l’altra.
Un pò di confusione il “ragazzo” l’ha fatta!!
Anche i miei si sono tolti dalla scena, che, ad un primo istinto erano stati piacevolmente sorpresi dal ritorno di costui. Mio fratello si era persino prestato a dargli una mano. Fatto stà che, se nei primi mesi aveva accettato di bon grado, ora si rifiuta.
Cmq fatto stà, che ha chiesto silenzio e silenzio ho dato. Sono due mesi che non ho più notizie.
Ah una cosa non ho detto: nel parlargli, mi accennò che si