La fine improvvisa di un amore
di
Loredana
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MARCO: intanto mi verrebbe da dire che mi pare positivo che da questa storia ne sei fuori tu.
Heidi
ho deciso di chiamarmi solo ADO dato che sto lavorando sulla mia rinascita.
Le tue parole sono molto sagge. Grazie. La non contemporaneita’ crea problemi. Sono stato anche dall’altra parte ossia quello che lasciava cercando di non far male all’altra persona e allo stesso momento di non cadere nell’errore di rimenttersi insiem per pieta’ o compassione.
Capisco meglio ora quando abbia sofferto l’altra parte e capisco che doveva andare a finire cosi.
Nel mio caso capisco che razionalmente e’ finita ma sono oppresso da momenti di sconforto specialmente la sera e la mattina.
Mi ha accusato che il mio modo di aver dato cosi’ tanto amore era inappropriato. Comunque seguonil tuo consiglio. Ci sara’ qualcuno che apprezzera’ il mio modo di esere. Per un po’ pero’ lavoro su me stesso. Il problema e’ che sono talmente abituato ad avere la persona che amo nella mia mente e a condividere la mia vita con lei che adesso mi sento come se fossi meta’ Forse mi fa paura la solitudine?
ADO: mi pare assolutamente naturale che tu ora ti senta emotivamente spaesato, anche se razionalmente puoi avere tratto le tue conclusioni.
una parte di paura della solitudine può esserci, come no. eri anche abituato (mi si passi il termine) a guardare il mondo in due, ora lo guardi di nuovo da solo.
gli esseri umani sono comunque “animali” tendendi alla socialità, quindi una parte di paura della solitudine esiste in tutti noi, poi se sia una paura dovuta ad una fase di passaggio, equilibrata o al livello di saltare da una relazione all’altra, come da un treno all’altro, senza fermarsi mai…
ma non mi pare il tuo caso.
Oltre alla non contemporaneità esiste anche la non compatibilità, e a volte ce ne dimentichiamo.
è vero che due persone, anche molto diverse, possono trovare un ottimo equilibrio in una relazione, io ci credo anche, perché l’amore è anche qualcosa per cui istintivamente anche i difetti possono diventare meno eclatanti e si possono cercare delle vie comuni…
però la non compatibilità, caratteriale, nel guardare la vita, anche la propria casa comune, anche nel modo di vivere la vicinanza e l’affettuosità esiste, e può anche sorgere nello svolgersi di una relazione, non necessariamente all’inizio, anche perché nel corso di una relazione si affrontano anche situazioni, “temi” diversi, e comunque le persone non sono statiche anche se di base portano con sè una visione dei rapporti con gli altri e della vita, che può essere più radicata o più malleabile…
intendo dire che ci sono relazioni che ci aprono anche a nuovi modi (si spera in positivo) di guardare noi stessi, gli altri, scoprendo anche che delle nostre convinzioni radicate potevano in realtà mutare o ampliarsi, però in generale che ci sono delle cose che caratterizzano gli individui e non cambiano è anche vero… sto dicendo banalità. comunque il senso è che è anche possibile, come giustamente noti tu, che il tuo modo di amare 100 da lei fosse vissuto come 1500, troppo. E non necessariament
per un disinteresse da parte sua (certo, a volte, in generale può essere anche questo il motivo) ma anche per una questione di incompatibilità.
ci sono (esempio così) persone che adorano chiamarsi venti volte al giorno, a vicenda, e per le quali ciò non è troppo.
altre che si chiamano una volta al giorno, e per loro quello è dare 100, comunque.
è chiaro che se una persona da chiamo venti volte al giorno si mette con una che chiama una volta, pur mettendoci tutta se stessa, l’effetto sarà che quel cento verrà percepito in maniera molto diversa.
d’altra parte l’istinto ha un suo perché.
e in fondo penso che siamo abbastanza capaci di riconoscere se il modo di amarci di qualcuno, al di là della sua sincerità, è effettivamente un modo di amare che collima con il nostro. se ci sentiamo sereni, appagati e felici, sia nel dare che nel ricevere, o se ci sentiamo abbandonati o oppressi, o costretti a tenere il freno a mano, o continuamente in corsa, magari per riempire i nostri vuoti o nel tentativo anche di riempire spasmodicamente quelli dell’altro.
HEIDI: forse amiamo troppo quando, per esempio, amiamo anche per l’altro, tocca a noi fare anche il lavoro emotivo, prendere l’impegno che l’altro non prende, e finiamo con il dimenticare che la relazione è a due, e quindi anche l’altro ha la sua parte da fare per portare avanti una relazione, non è che sta lì seduto in poltrona, metaforicamente, e va in sciopero o ci disorienta di continuo e tocca a noi saltare come dei grilli o girare come criceti nella ruota affinché la relazione prosegua. e siamo soli, mentre ci diciamo avanti che siamo in due. quando non vediamo che l’essere se stesso dell’altro schiaccia il nostro essere noi stessi, che noi dobbiamo fare dei costanti compromessi mentre l’altro non usa neppure la più normale autocritica. o quando pensiamo che se una relazione non è ad alto tasso di tensione non è amore, perché non siamo più abituati alla serenità, che è comunque caratteristica di una relazione sana
ho l’impressione che la mia storia d’amore sta per finire… lo sento
distante, non sembra più che gli importi di me, ma sono sicura che era cosi
non capisco cos’è cambiato all’improvviso, so solo che non ho più voglia
di vivere, non senza di lui, senza l’emozioni che mi dava e che so per
certo che solo lui può darmi.. era diverso dagli altri ed è questo che
lo rendeva speciale, mi ha rubato il cuore e ora senza motivo non lo
vuole più… perchè????
x Luna
“forse amiamo troppo quando, per esempio, amiamo anche per l’altro, tocca a noi fare anche il lavoro emotivo, prendere l’impegno che l’altro non prende, e finiamo con il dimenticare che la relazione è a due, e quindi anche l’altro ha la sua parte da fare per portare avanti una relazione, non è che sta lì seduto in poltrona, metaforicamente, e va in sciopero o ci disorienta di continuo e tocca a noi saltare come dei grilli o girare come criceti nella ruota affinché la relazione prosegua. e siamo soli, mentre ci diciamo avanti che siamo in due. quando non vediamo che l’essere se stesso dell’altro schiaccia il nostro essere noi stessi, che noi dobbiamo fare dei costanti compromessi mentre l’altro non usa neppure la più normale autocritica. o quando pensiamo che se una relazione non è ad alto tasso di tensione non è amore, perché non siamo più abituati alla serenità, che è comunque caratteristica di una relazione sana”: Luna, parole sagge, parole sagge…
x Marco
Non so come tu sia riuscito a controllarti e a non sclerare innanzi alla tresca intessuta dal tuo amico/collega con la tua ex…allucinante,da brividi!!hai tutta la mia solidarietà
Ciao a tutti/e,
è un bel pò che non vi scrivo… ma vi ho sempre letto e, nel mio modo, vi sono stata vicina ai vecchi e ai nuovi… Luna, Lilly siete fantastiche.
Certe volte mi chiedo come fate ad avere questa lucidità, quanto lavoro avete fatto, quanto ancora ne devo fare io. Per chi non si ricorda i miei commenti sono a novembre 2009.
Bè che dire… Io sono stata veramente molto male. Ho passato diverse fasi. La prima quella di non rendermi conto di cosa fosse successo, andavo a cento all’ora fortemente convinta che non era finito un bel niente, ma che potevo fare qualcosa, che potevamo tornare assieme. Diciamo l’attesa speranzosa che si accorgesse di aver sbagliato. In realtà non avevo realizzato affatto l’accaduto. Perchè purtroppo l’esperienza mi insegna, che per realizzare ci vuole tanto tempo.
La seconda è durata circa tre mesi ed è stata la più difficile. Perchè è stata quella del masso sul cuore fisso, dell’apatia, della solitudine, della mancanza e dei pianti, quelli che ti escono dalla pancia, di rassegnazione e di male male male.
Poi sono passata alla terza fase, quella in cui stavo meglio, mi mancava ovvio ma di meno, non era più il mio pensiero fisso, c’era voglia e curiosità di andare avanti. Mi ricordo che a Natale quando neanche un messaggio di auguri mi ero detta “senti meglio cosi’, sto sulla strada giusta”. Poi ovviamente lui si è rifatto vivo, che tempismo… e chissa per quale motivo poi….
Io dopo cosi’ tanto tempo mi farei viva solo se avessi fatto un percorso ed avessi maturato delle decisioni importanti (visto che non siamo ventenni), quindi, ovviamente, ho agito con la mia testa. E invece cari amici/e il mondo è bello perchè vario.
Cmq ve la faccio breve: ci siamo rifrequentati per non approdare a nulla, se non a rendermi conto che chi ha investito nuovamente e con il cuore sono sempre e solo io, perchè il risultato è che lui non vuole star con me.
Ora non voglio aprire un dibattito sulla psicologia di questo individuo che può sembrare alquanto strana e ambigua. Anche perchè non riesco a dire che è un cretino, cioè in realtà lo dico, ma non mi aiuta.
Il problema è che ci vuole tempo. Ho perso 2 anni della mia vita. E mi sento di aver perso un sacco di cose in questi anni. Ho visto amici/e sposarsi, andare a vivere con i rispettivi/e, fare figli, comprarsi una casa, una barca, una casa al mare e ASSIEME. Io ho perso solo tanto tempo.
E sono ferma, oltre che ormai sola. Perchè tutti hanno la loro vita, i loro amori, la loro casa da condividere.
Vi abbraccio a tutti/e e spero di sentire i vostri commenti presto
Ciao alice, ciao a tutti,
anche io della vecchia guardia (autunno 2009). Solo che io all’epoca avevo già chiuso la mia storia, il “ritorno” c’era stato a fine estate e come è successo a te non siamo approdati da nessuna parte.
Come te ho attraversato diverso fasi: una prima di standby durante la quale avevo rimandato qualsiasi decisione in attesa di un suo ritorno… che poi c’è stato (vedi sopra); una seconda in cui passavo momenti di euforia ad altri di totale apatia e sconforto; ed una terza (l’attuale) in cui molto faticosamente sto riacquistando un equilibrio, ma la solitudine si fa sentire ed è sempre più assordante!
Anche io ho la sensazione di aver perso tempo e anche io nello scorso anno ho visto persone sposarsi, fare figli, comprare casa, andare a convivere… ed io ferma al palo!
Non ti nascondo alice che a volte passo proprio dei brutti momenti e il peso della solitudine è schiacciante, ma sto cercando di lavorare su me stessa, di migliorarmi e di curarmi. Con un enorme fatica sto cercando anche di essere più aperta verso glia altri, ma non è facile perché sono ancora ferita e disillusa.
Spero che ci sia una quarta fase per noi tutti in cui potremo finalmente dire di stare bene.
Ti sono vicina, un abbraccio a tutti.
Non è stato semplice affrontare la situazione che è venuta a crearsi con la ex ragazza e l’ex amico-collega; forse è così assurda da non sembrare neanche reale. Quello che posso dire con certezza è che ho sofferto l’evento, cercando una spiegazione, ma soprattutto ho cercato di viverlo come un segno del destino: probabilmente lei, che pretendeva da me continue e strane dimostrazioni d’amore, in realtà era proprio lei a non provare quell’amore dichiarato per mè…
E’ bastato che una persona la facesse sentire più importante, meritevole di amore e attenzioni (è quello che fà chiunque vuole abbordare una donna che sta vivendo un rapporto in crisi) per lanciarsi in questa nuova avventura sotterrando i 12 anni passati insieme, i progetti, gli obbiettivi ecc.
Quello che naturalmente ha provocato un dolore fortissimo è stato il tradimento da parte dell’amico-collega. Dopo aver ricevuto per otto anni fiducia, aiuto ,nel momento del bisogno, sincerità, non ha esitato ad intrufolarsi tra me e la ex, in maniera subdola, sfruttando l’inganno, in quanto gli parlavo dei miei problemi, ma anche delle gioie che stavo vivendo con la ex.
Frenare l’impulsività che mi avrebbe portato a spaccargli la faccia, neanche è stato facile, il dispiacere per il tradimento alla mia amicizia, si contrapponeva alla rabbia…., inoltre ho dovuto anche tener conto della posizione professionale che poteva essere compromessa da un mio comportamento violento.. (sono un poliziotto)
Comunque sono passati 5 mesi dalla scoperta della tresca e sento che man mano la stretta allo stomaco si allenta, me ne faccio una ragione.
Spero di poter colmare presto questo vuoto con la figura di una persona più meritevole della mia sincerità e dei miei sentimenti.