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La fine improvvisa di un amore

di Loredana
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14.073 commenti

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  • 6931
    met -

    De Marco – è difficile darti una risposta su due piedi, anche perchè sei tu a conoscerla.
    Sto passando un momento simile al tuo, dopo 4 anni ci siamo lasciati e so cosa significa
    aspettare una chiamata o un sms che non tarda ad arrivare.
    Ti consiglio di andare avanti e limitare al massimo queste tue aspettative.
    Sono insane.
    Le donne hanno la capacità di girarsi e dimenticare ciò che è stato per perdersi subito
    nell’amore di qualcun’altro.
    Raramente tornano.
    So quanto sia bello pensare ad un suo ritorno, pensare ad un suo abbraccio condito con
    qualche parola dolce. Ciò nonostante sperare in amore non è bene.
    Coltiva le tue ambizioni e cogli questo momento per crescere ulteriormente.
    Apriti alla vita e quel che sarà sarà.

  • 6932
    LUNA -

    @Io non gli ho dato la sicurezza e la stabilità di cui lui in quel momento aveva bisogno, e così ha trovato altro. E io sola!

    Poverino, è vero. Cosa poteva fare? Magari non chiedere, in modo così autoreferenziale, che la sua compagna fosse una madre rassicurante?
    Magari, visto che si parlava di avere un figlio, dimostrare di essere un uomo, su cui anche tu avresti potuto contare, e non un adolescente?
    L’hai scampata bella, per come la vedo io. Ma, torno a dire, soprattutto perché la questione è esplosa prima di mettere su famiglia.

    Proviamo a girare la questione:
    forse tu in quel momento non eri tanto sicura?
    e lui come ti ha dato sicurezza? Dicendo che tu dovevi darla a lui, e prendendo la prima che passa correndo e che gli ha detto che era bravobellofotomodello?
    Ok, Kikkai, è vero, bisogna anche saper combattere per il proprio amore.
    Ma non mi pare che la questione qui sia che non hai segnato abbastanza il territorio.
    Scusa se sono così terra terra, ed è vero che i rapporti vanno coltivati, giorno dopo giorno. Ma è pure vero che la questione:
    dall’altra una che per la prima volta si allontanava da lui per provare a camminare da sola prima di renderlo Padre, non è una questione da poco.
    Tu in quel momento avevi quel bisogno, e lo hai espresso. L’avrai espresso male? Avresti potuto esprimerlo meglio?
    Ma pensi davvero che poteva giovare soffocare quella parte di te? Quello che aveva da dire? Anche su un rapporto basato su certi schemi che, per qualche ragione, hai sentito non più adeguati. Fosse anche per il fatto che appunto provavi il desiderio di diventare madre. Di crescere, in modo più autonomo, forse di affrancarti da un ruolo in qualche modo più dipendente sapendo che per mettere al mondo un figlio è meglio conoscersi meglio. Non solo la coppia, intendo se stessi.

  • 6933
    LUNA -

    Avete trascorso dieci anni insieme, e le persone, in dieci anni, crescono, o comunque cambiano.
    Non è detto certo che cambino come se fossero arrivati gli alieni a fare un lavaggio del cervello, ma tutti noi, credo, anche chi ha vissuto storie di lungo corso, ha assimilato una serie di esperienze, di mutamenti interiori, di scoperte, anche di piccole (a volte grandi) crisi interiori.
    Tutti noi cambiamo un po’ pelle ogni tanto. Alle volte la cambiamo in modo così poco eclatante che quasi non ce ne accorgiamo. Ce ne accorgiamo magari con il senno di poi, e non è stato traumatico.
    Avevi 20 anni, se ho capito bene, ora ne hai 30.
    I miei genitori stanno insieme da quando avevano 16 anni. Ne hanno 40 di più. E stanno bene insieme (e spero che continuino a stare bene insieme). Sono sempre gli stessi e al contempo no. E’ impossibile che siano gli stessi di quando avevano 16 anni. Dunque perché non si sono persi?
    Per amore, forte compatibilità, capacità di attraversare i cambiamenti, esterni, e interiori, l’uno vicino all’altra, grazie al dialogo, il coltivare il rapporto, l’incontrarsi a metà strada, negoziare.
    Anche per gli assestamenti di equilibri. Anche rompendo le palle a me, anche attraverso una sorta di esclusività tra loro. Anche sapendo essere al contempo molto uniti, e prendendo ogni decisione insieme, ma conservando ciascuno anche una propria fetta di autonomia, per cui se si lasciassero domani nessuno dei due avrebbe il culo, almeno materialmente, per terra.
    Non ti sto descrivendo una coppia ideale, magari si mandano a ca.... domani (ovviamente spero di no), e nessuno dei due ha un carattere perfetto, anche perché il carattere perfetto non esiste.
    Però stanno in equilibrio, si amano, e fino ad oggi hanno guardato davvero sempre nella stessa direzione.
    Se ti parlo di loro è perché loro sono una coppia di lungo corso che non si è persa per strada.
    Fortuna, affinità, impegno da una parte e dall’altra.
    Capacità di superare le crisi. Non sempre accade.

  • 6934
    Kikkay -

    Grazie Luna. Lo so, lui si è comportato proprio da adolescente.. e dice a me che non so stare sola.. lui invece sa stare solo? non appena io sono uscita dalla porta, lui ne ha fatta entrare un’altra.. il destino. Forse doveva andare così, ma non mi consola. Ti ringrazio tanto per le tue parole. Sembravamo così forti, così uniti.. alla prima crisi siamo crollati. Alla prossima..

  • 6935
    Met -

    LUNA – aggiungo qualcosa all’invidiabile storia dei tuoi genitori e di tutta la loro generazione: avevano ed hanno le palle, spirito di sacrificio e valori.
    Qui c’è gente che alle prime avversità manda tutto a rotoli perché non ha voglia di
    combattere e di sacrificarsi. Non parlo di situazioni di evidente incompatibilità, ma di casi in cui si sta da 10anni con progetti per il futuro e poi pufff… Si corre dietro alla prima gonna che passa ( x gli uomini) o al primo macchinone (x le donne).
    Diciamocelo, una relazione costa, richiede impegno e spirito di adattamento.
    Ora, nell’era del tutto e subito e di Sex and the City in pochi hanno voglia di sbattersi e secondo la mia esperienza sono soprattutto le donne.
    Io esco da una relazione di 4 anni, abbiamo chiuso perché eravamo sotto diversi aspetti
    poco compatibili e non più felici come un tempo. Tuttavia della mia lei ho sempre
    ammirato la serietà e il desiderio di costruire una famiglia e qualcosa di duraturo.
    Tra di noi non avrebbe funzionato, ma questo è un altro discorso.
    Io continuo a vedere 35 enni ancora fare i cretini in discoteca o ragazze con lo spessore morale di un foglio di carta velina.
    Questo scarso spessore inevitabilmente si riflette nelle relazioni con conseguenti danni.
    Vuoi sposarti? Tanto se non va c’è il divorzio! Vuoi una relazione? Non ti preoccupare tanto nessuno ti vincola e anche se tradisci non è grave. Vuoi un figlio? Un bel cesario e non soffri!
    Si sceglie sempre e solo la via più semplice, quella che richiede il minimo sforzo.
    E’ vero, ci sono delle eccezioni, però queste eccezioni, peccato che non incrocino la mia strada da tempo.
    Quasi quasi mi unisco alla massa..

  • 6936
    Gionni -

    Cara Loredana , l’ amore non è qualcosa che finisce ma dura per sempre
    io la penso cosi. Quindi se questa persona ti ha detto che non ti ama piu
    è perchè non ha cuore. Mi dispiace dirlo ma è cosi. Anche io ho sofferto
    per amore ma non serve farsi male quando gli altri non lo meritano.C’è sempre
    di meglio nella vita. Non innamorarsi delle persone strafottenti ma di quelli
    che hanno un cuore pieno d’ amore.Lo so è difficile ma bisogna andare avanti

  • 6937
    man -

    x Met

    “Io continuo a vedere 35 enni ancora fare i cretini in discoteca o ragazze con lo spessore morale di un foglio di carta velina.”: bella frase!!!!

  • 6938
    LUNA -

    MET: non volevo dire che i miei sono invidiabili, la mia riflessione nasceva dal fatto che tempo fa, quando insieme guardavamo delle foto degli ultimi 40 anni, ho notato questa cosa che dicevo, il loro essere riusciti ad attraversare 40 anni insieme, riuscendo a riassestare, bilanciare gli equilibri, a trovare un modus vivendi comune. Come? Lo sanno loro. Spesso il famoso dentifricio strizzato male, per cui la gente sembra lasciarsi oggi, è solo un simbolo, o un catalizzatore di altri sensi di esasperazione. Di parole non dette, di domande non fatte, di un senso di frustrazione, di quanto si aveva idealizzato l’altro… Quello che dici è vero, ma anche no. Noto anch’io, sì, il fatto che sembra esserci una maggiore superficialità nell’affrontare il concetto di unione… è vero che le separazioni sono in aumento… eppure le storie finiscono anche tra gli ultracinquantenni o gli ultrasessantenni. Spesso dopo battaglie emotive devastanti, che siano a colpi di parole o di silenzi. Ma la mia esperienza non è quella di persone che hanno preso un divorzio o una separazione come una via facile. Non nel senso di averla pagata comunque molto in termini di salute, e vita emotiva, di senso di fallimento, di un trauma da sciogliere. Poi, certo, esiste anche la gente che dici tu. Ma spesso se ti fermi a parlare con persone che sembrano prese dai “lustrini” o anche dal sesso mordi e fuggi, ti accorgi che hanno un nodo di insicurezza e di paura. Poi la paura e l’insicurezza possono generare mostri, e idee che, se ne fai il tuo stile di vita, di pensiero, nel rapportarti con gli altri, possono diventare te stesso (generico) e fare danni in mezzo a gente che fa danni, o danni in mezzo a gente che invece non vorrebbe farne, a costo di perderci le budella.

  • 6939
    LUNA -

    Quando parlo di insicurezza e di paura, bada bene, non sono buonista. Non intendo dire che la paura e l’insicurezza siano una giustificazione a delinquere, nè che ci sia uno sconto da praticare. Di fatto la mancanza di Q.I. nell’intelligenza emotiva, e spesso non rendersene neppure conto, è un deficit che pesa ben più, nei rapporti con gli altri, che un deficit di altre intelligenze. La mancanza di empatia, il fuggire di fronte ad una progettualità per paura delle responsabilità, di non essere all’altezza, l’insicurezza per cui appena le cose vanno storte devo cercare una nuova stampella, un nuovo specchio che mi rifletta facendomi sentire più sicuro di me, il vivere le relazioni come un antidoto a quelle precedenti, la non capacità di rielaborare le proprie responsabilità e i propri errori, il proprio stesso vissuto, scaricando la cosa, negandola, passando sempre oltre, cercando capri espiatori, travestire d’amore ogni semplice dipendenza, perseverare nell’ideale di coppia quando in realtà si è soli, seppure in due… tante sono le facce della paura. Spesso la paura di mettersi in gioco realmente, la paura di fallire, e forse uno dei problemi della nostra epoca, più di ieri, è il concetto di non sapere gestire le distanze emotive. Si oscilla tra il troppo lontano o il troppo vicino. Spesso scegliendo il lontano. Più l’altro è vicino e più potrebbe mangiarci. Più è vicino è più potrebbe scoprirci, e non accettarci, e noi uguale. Più è vicino e più potrebbe abbandonarci. O forse hai ragione tu, è una questione di gonne e di modelli di automobili. Ma temo che la questione sia un po’ più profonda. E che più che in superficialità le persone vivano in sofferenza, spesso senza saperlo. E anche causando sofferenza.
    Ma il discorso è complesso, ho sonno, e forse l’ho pure espresso male.
    Lillina, sono giorni che voglio mandarti un salutino, ma i caratteri non mi bastano mai, perché si sa che son di poche parole 😛
    Quello che dico, lo sai benissimo, io lo dico anche a me.

  • 6940
    clown -

    Kikkai…
    ti leggo e mi sembro io qualche tempo fà….
    ma la differenza è che io non ho mai guardato a lei…pensa che quando li incontro non mi interessa assolutamnete guardarla ma mi accorgo che è lei perchè mi sento osservata. Lei ha paura di uno scheletro che cè stato ben 13 anni. Ovvio però che penso anche io che li in quella casa cè una donna che dovevo essere io. Ma avessi continuato a epnsare solo così…è vero avrei vissuto la loro vita e nnla ma mia. Per tanto tempo mi dicevo: che starà facendo?oggi è festa saranno andati li?e mi logorvo nel saperli contenti, felici.Ma la vita di chi stavo vivendo??non la mia. Sai perchè guardare agli altri paradossalmente sembrava più facile piuttosto che sentire il dolore. Anche io mi sono dett: se avessi lottato…se avessi fatto di tutto perchè lei non lo circuisse. Ma poi mi dico: ma a che caspita mi servono questi sernsi di colpa che voglio costruirmi?forse a non accettare la dura realtà?e la realtà è che lui ha fatto la sua scelta. Non dico in modo sensato perchè uno che si ritrova con un figlio in un momento di smarrimento…boh insomma. Però a volte pesno a lui dicendomi che è fortunato perchè cmq si ritrova un figlio, una famiglia e dio trentenne solo cretini. Sai forse in questo momento ho bisogno di questo, di fare la scemetta con le amiche, tutte cose che mi sono mancate e qualcosina sono ancora in tempo per farla. Non ci sono sensi di colpa ma cè solo una realtà: lui ha scelto per una altra vita. E sai quante volte anche io mi son dett: ma come fa a guardarsi allo specchio?spero che mi incontri così il mio sguardo gli rovinerà la giornataTutte balle enormi balle. Forse un pò sarà stato anche vero…ma la vera verità è che ero io che non mi guardavo più allo specchio e nn mi rendevo conto che ero spenta in volto, che per me nulla aveva più sapore. Allora la domanda é: a cosa ti serve crearti il senso di colpa?questo si genera quando pensiamo di aver disilluso le aspettative di una altra persona. Ma sei così

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