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La fine improvvisa di un amore

di Loredana
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14.073 commenti

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  • 6051
    Naty -

    Solo per un saluto a voi tutti! 🙂

  • 6052
    ANNA -

    Sonia, ciao !!!
    Vorrei tanto scriverti e parlarti ma oggi ho l’ inferno catapultato dentro il mio ufficio.
    Ho letto te, ho letto Luna e vorrei raccontarti un po’ di me…
    Domani ti scrivo !
    Un bacione grande 🙂
    P.S. Luna sei una grandissima.

  • 6053
    SONIA -

    Luna ti leggo e piango..si perche’ anch’io ti voglio bene, nonostante non ti conosca..a te come ad Anna( di cui domani aspetto la risposta:-)))..per questo sono qui da voi..forse un po’ dure le tue parole..ma quelle he mi merito..credo..forse quello che dovevo sentirmi dire..so di aver spostato il baricentro fuori di me, so di pensare a cio’ che meglio per lui e forse non per me..
    Ma non risco, credimi, a fare diversamente..
    E probabilmente appena starà meglio, un bel grazie e mi saluterà mentre se ne va con la biondana di turno..che prenderà il meglio..
    Probabilmente andrà cosi’..magari lui adesso mi cerca solo per egoismo, perchè ha trovato cmq una spalla..e anche se magari adesso ha capito che per me è molto di piu’, neanche se ne frega piu’ di tanto..perche’ quando uno sta cosi’ tende a pensare solo a se stesso..
    Pero’ che dovrei fare, certo non cambiare gruppo, e adesso neanche ignorarlo o lsciarlo solo..non credi??
    Anche stamttina ero a lavoro..mi manda il buongiorno con un sms..
    si fa piacere , ma non vuol dire che s’innamorera’ di me, non vuol dire che gli interesso..io lo so..e neanche gli sono accanto con secondi fini..
    mi chiedi “ma perché ti sottoponi a una tortura giapponese relegandoti al ruolo di amica con qualcuno che ti interessa?”..
    IO QUESTO NON LO SO..
    Perche ‘ non riesco a stargli lontana??
    Perche’ in fondo in fondo spero che anche in lui ci sia un altro interesse???
    Perche’ non voglio lasciarlo solo adesso???
    Non lo so..DIMMI, TI ASCOLTO..

  • 6054
    LUNA -

    SONIA: ma figurati se io penso che TU ti meriti delle parole dure, tu ti meriti carezze non parole dure, come tutti noi.
    Sono stata ruvida, però, è vero. Ma quando dicevo che ti vedo andare con il grembiule dal forno al tavolo io provavo tenerezza, protezione.
    Con il tono che ho usato (se ti ha fatto male mi dispiace tanto) volevo veicolare il messaggio: meriti di più, di più delle briciole, di più dei mille perché che ad un certo punto rischiano di girarti nella capoccia a circolo chiuso, più del chiedere scusa se dai un bacio, più del domandarti perché uno non ti fila, o non capisci se ti fila o no…
    Tu meriti di più, meriti di stare bene, di guardarti allo specchio la mattina e mandarti un bacio.
    Questo in generale. Sempre. Indipendentemente da chi sia dall’altra parte.

    E perché ho un tono veemente? Be’, ovvio, perché so cosa vuol dire spostare il baricentro, ah se lo so… l’ho spostato molto peggio di te in vita mia. E se fosse arrivato qualcuno a dirmi che lo stavo spostando io avrei detto “Sì, ok” ma poi mi sarei sentita in colpa se non lo spostavo abbastanza. E evitiamo anzi i tempi condizionali, perché è successo. Un discorso sul baricentro per me era ostrogoto. Sei milioni di chilometri più avanti di me.

    Ora, vedi, io non sto dicendo che lui sia una brutta persona, chi lo conosce? Non posso certo sapere cosa gli passa per la capoccia.

    E il perché fai una cosa o un’altra io non lo posso sapere, ciascuno ha il suo perché, e se si ascolta di solito anche lo sente.
    E uno può anche dire: mi sta bene così.

    Io dicevo un’altra cosa, dicevo: mi pare che tu abbia spostato il baricentro. Non importa il perché, importa che sei ha spostato il baricentro, e questo non ti fa stare bene, puoi notare che è spostato e riassestarlo, già un po’. Nota se è così

    Mi dici: non ho secondi fini.
    Secondi fini non è per forza una cosa brutta, a volte è solo una speranza. Il problema è quanto ci costa quella speranza rispetto al presente.

  • 6055
    LUNA -

    Mi dici: non posso lasciarlo solo…
    certo che puoi. O ridurre un po’ l’ampiezza della disponibilità. Ora, usciamo dal bene e dal male, intendo dire, certo che si può. Non perché si è stronzi, ma perché esiste anche il non poter reggere.
    Anche il non poter reggere di stare in regime di ambiguità, e dare più di quello che un’amica darebbe, perché non ci si sente un’amica, o di dare quello che un’amica darebbe, forse, ma non riuscendo a vivere la cosa in armonia con la PROPRIA serenità e i propri bisogni.

    Oltre al meccanismo già citato, ce ne sono tanti nell’amicizia… ambigua…
    es: il motivo per cui io non posso reggere la sua costante vicinanza o il modo in cui lui mi sta vicino e ciò che mi chiede e ciò che non mi dà è che lui per me non è solo un amico (che può essere un dato di realtà) dunque poiché non è colpa sua se per me non è solo un amico io mica posso piantare uno solo perché, poverino, parla con una che ha secondi fini… quindi, a dimostrazione di correttezza, io gli darò anche più di ciò che darei ad un amico…
    non posso mica chiedergli quello che non è in grado di darmi…
    Bene, ma perché tu invece devi dare quello che non sei in grado di dargli? E cioè esserci, ma esserci in un modo che è lesivo per te?

    Perché in fondo in fondo speri che lui provi interessi per te?
    Be’, mi viene in mente una spiegazione abbastanza banale… perché lui ti piace. Perché ti piace lo sai tu, ma direi che se qualcuno ci piace speriamo che lui provi lo stesso per noi.
    Il problema non sta tanto in questa cosa, banale, ma in quanto investiamo, come, e come ci rapportiamo con il presente e mettiamo sulla nostra bilancia le nostre sensazioni, i nostri pro e i nostri contro.

    Ancora una volta, Sonia, il problema non sta tanto nei perché, e nei suoi soprattutto. Sta in te: cosa vuoi, ora, da quest’uomo e cosa ricevi ora? E riesci a reggere questa ambiguità? Se riesci a reggerla perché in questo momento la tua bilancia dice sì allora bene, sennò il tiro va riaggiustato

  • 6056
    ANNA -

    Eccomi.
    Cara Sonietta, sei dentro al “guaio classico standard”.
    Lui ti piace e ha bisogno. Il cocktail perfetto per chi ama dare e darsi agli altri.
    Forse hai ragione : nn puoi fare diversamente perche’ tu sei cosi’. Io ti capisco e, al posto tuo, so che nn mi tirerei indietro.
    Lo so perche’ mi e’ gia’ capitato e nn sempre e’ stato per grandissimo amore. E’ stato anche perche’ mi sentivo utile e perche’ in fondo speravo che cosi’ sarei stata, magari nn dico amata, ma almeno considerata molto piu’ di altre.
    Riconosco la grande stortura mentale e la bassissima autostima che sta dietro a questo modo di comportarsi. Sono anche loro parte di me e me ne rendo conto. Li accetto come miei limiti.
    Quello che mi sono imposta negli ultimi anni e’ stato pero’ il “nn contarmela su” e l’ essere onesta verso me stessa.
    Pormi un limite alla sofferenza ed allo spingersi oltre il confine del rispetto che, io prima degli altri, mi devo.
    Ricordi quel ragazzo che mi era vicino prima che arrivasse il mio AMORE? Ricordi cosa scrivevo di lui e cosa feci quando capii che nn mi poteva dare cio’ che volevo? Nn fu facile ma lo dovevo fare.
    Nn dopo una settimana o un mese. Ci ho messo un anno ma alla fine sono stata fiera di me.
    Ho aspettato, compreso, accettato ma solo fino ad un certo punto.
    Il massacro no.
    Nn sono stata li’ ad aspettarlo inerme e proprio da li’ ho tratto la forza per affrontare il fatto che nn ci fosse piu’ perche’ io piu’ nn lo volevo.
    Ora questo ragazzo e’ partito per gli States. Mi scrive. Mi ha chiamato prima di partire. So che mi stima e che mi vuole bene ed io so di aver meritato tutto questo.
    Nn sarebbero bastati tutto il tempo e le cure del mondo per farlo innamorare come io, al tempo, avrei voluto.
    Nn e’ colpa mia, nn e’ colpa sua, nn e’ colpa di nessuno.
    Parla chiaro, Sonia, e quando ti sentirai, sii sincera.
    Senza paura e senza vergogna.
    Sei piu’ forte di quanto credi e la tua forza verra’ fuori proprio quando ti servira’. Ti abbraccio.

  • 6057
    LUNA -

    ANNA: ciao cara 🙂 tu sei grandissima, come sempre 🙂

    Grande stortura mentale…
    capisco il senso che dai a queste parole, credo, e capisco l’importanza di dire: accetto i miei limiti.
    Sì è importare riconoscere le varie parti di se stessi.
    Perché è sapendo chi siamo, risorse e debolezze, possiamo vivere secondo noi stessi, facendoci più bene che male.
    E la vera autostima probabilmente è l’obiettiva percezione di sè, obiettiva, non eccessivamente autocritica, non prendendo tutto come una gara o una sfida, non un darsi la pagella. E’ vivere. Accettarsi, riconoscersi, è dire, metaforicamente parlando, anche io se prendo un refolo di vento ho il mal di gola, mi becca subito, quindi devo stare attento dove c’è giro d’aria. Non è detto che sarà sempre così, magari un giorno avrò delle difese immunitarie maggiori e potrò stare anche nel giro d’aria, magari mi è già successo di non prendere un raffreddore in circostanze in cui avrei potuto prenderlo, perché stavo così bene con me, ma veramente, da avere uno scudo naturale.
    Il mio esempio deriva dal fatto che davvero per me è così. Io ho la gola delicata, e se non sto attenta so’ cavoli miei, quindi me ne frego se qualcuno mi dice: esageri? Non esagero un tubo. D’altra parte mi è capitato di pigliare freddo, pioggia, vento e di non avere nessun mal di gola, perché in quel momento ero più forte. Da dentro.
    La mia macchina perfetta – il mio corpo – funzionava meglio.
    Mi è capitato, invece, di avere un sacco di tonsilliti di fila l’anno in cui c’era una situazione che mi pressava, e purtroppo, oggettivamene, non mi potevo spostare. Era l’ultimo esame all’università, con una brutta stronza. Anche se avessi rimandato prima o poi avrei dovuto farlo. A lei stava sulle palle proprio il fatto che, sino a quel momento, io non avessi MAI avuto problemi all’università. Così giocava al gatto col topo.
    Avessi potuto l’avrei stroncata in 10 secondi. Non potevo. Potevo solo alzare uno scudo spaziale. Alzare lo scudo spaziale, mentre

  • 6058
    LUNA -

    lei minava la mia autostima, apposta, in continuazione. Perché c’era, ovviamente, chi le permetteva di farlo. Non io, il sistema. Il sistema che sapeva benissimo che lei era una mina vagante. Tanto che quando altri come me sono arrivati alla laurea con un libretto in cui quel voto era incredibile nel contesto – so che è così – la commissione diceva sempre: ah, ma ecco perché, è lei…
    Sì, ma quella lei faceva quel c.... che voleva, con la “vita” degli altri. Ha giocato al gatto con il topo anche con un mio amico, il cui padre stava morendo di cancro. Lì ho capito che era una pazza. Una poveretta. Una che nella vita non doveva avere un bel niente. Ho capito che ero più forte io, di lei, e che avrei pagato proprio per questo. Quella sarebbe stata la mia croce, fino alla liberazione di una firma sul libretto.
    E ho capito che la sola cosa che potevo fare era alzare lo scudo, mentre portavo a casa un risultato, di cui, purtroppo, non potevo oggettivamente fare a meno. Alzare quello scudo mi è costato una tonsillite dopo l’altra, con antibiotici, linfonodi come meloni. Mentre studiavo la ventina di libri che quella stronza mi aveva dato. A memoria. Un professore mi aveva detto, mesi prima: lei è un genio. Lei mi diceva: è sicura di non avere un ritardo mentale? Forse dovrebbe farsi vedere.
    Mi bruciava la gola, credo, per tutto quello che avrei saputo dirle e non potevo dirle. Se io non avessi avuto autostima lei mi avrebbe uccisa. Se ho incontrato una molestatrice morale doc, nella vita è lei. Quella è stortura mentale, Anna, la sua.
    Alla fine le ho chiesto: ora posso sapere perché?
    “Lei mi ha preso in giro”, mi ha detto “un giorno ha mostrato interesse per una cosa che avevo detto in aula, le ho portato una fotocopia l’indomani, ma lei non c’era”.
    Insomma, la SUA autostima era così inesistente che io, una sconosciuta, non andando a un’ora di lezione, l’avevo fatta sentire una nullità.
    Io ne parlo, è vero, ma uscendo da lì mi sono sentita solo libera. Lei? Lei mai.

  • 6059
    Joe S. -

    L’ultimo contatto è avvenuto giorno 10 settembre, una mia email (visto che non mi ha risposto al cell). Le ho scritto quello che pensavo, che lei si è trasformata per cercare di piacere ed assomigliarmi, ha modificato il suo carattere ed il suo modo di essere. Questo l’ha distrutta dall’interno pian piano, in modo irreversibile. La colpa è stata di entrambi, sua perchè si è adagiata su di me e ha vissuto in simbiosi, io perchè non ho capito che tutto ciò era sbagliato. Una persona deve rimanere quella che è, non può cambiare per assomigliare all’altro e quindi avere cose in comune. Infatti all’inizio della nostra storia noi non somigliavamo, poi col tempo le cose sono migliorate, ma solo perchè lei si è avvicinata a me. Tutto ciò è stato sbagliatissimo, infatti appena lasciati (1-2 mesi dopo) lei è tornata ad essere come era prima in tutto e per tutto: sia come amicizie (non impegnative) che esteriormente.
    Tutto quello che sto dicendo a voi l’ho detto a lei.
    Mi ha risposto con 2 sms (al quale non ho risposto) dove mi ha detto: “ho un nodo alla gola, grazie per avermi capita…” e poi altre cose che non sto a scrivere. Ho compreso finalmente che la nostra storia non era così idilliaca come credevo, era lei che ci aveva fatto illudere, mentendo anche a se stessa. Sapere il motivo della separazione è una cosa liberatoria, ti fa completamente rassegnare e mettere il cuore in pace. Le ho promesso di non farmi più sentire, perchè capisco che per lei è distruttivo…le fa ricordare quella persona che non è. Ha recitato una parte per troppo tempo, adesso tornerà felice, ed io sono contento così…le voglio bene veramente. Adesso ho capito anche io che persona voglio vicino, persona che non assomiglia nemmeno da lontano (caratterialmente) a quella che avevo vicino. Ragazzi ricordiamoci che dietro ogni problema esiste sempre una possibilità. Vi voglio bene.

  • 6060
    Lilly -

    Ciao Joe S. Sono contenta di sentirti sereno. Sei una persona veramente splendida. Non è da tutti capire, accettare e mettersi il cuore in pace.
    Riprendere a vivere lasciando che l’altro viva.
    Mettersi alla guida della propria vita e non stare più al balcone, fermo immobile a guardare l’altro che passa per contestare il come il con chi e l’ora ora in cui passa…..
    La serenità fa meno male del rancore.
    Però, a volte, si è più disposti a farsi del male da soli attraverso l’odio che a farsi del bene attraverso la comprensione, l’accettazione. O la semplice presa di coscienza di una realtà che non si può modoficare anche se è (o sembra) di mer….
    Dietro ogni problema esistono milioni di possibilità.
    Si tratta di trovare quella che può portarci dentro la realtà dandoci meno dolore.

    Ciao Joe. Ciao a tutti.

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