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La fine improvvisa di un amore

di Loredana
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14.073 commenti

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  • 5941
    LUNA -

    …e se si è convalescenti in due, poi, sai che bel mix? 😉
    ho riso molto per il frantoio, ahaha.
    E la canzone di Bisio, nel suo, rimane una canzone che ha il suo valore storico-culturale 😉

    @Tanti di noi sono stati picchiati a sangue da tante domande rimaste senza risposta, da tanti silenzi a cui abbiamo dato una voce che ha detto parole sbagliate.
    Non generiamo altro silenzio, altre parole inventate in modo sbagliato, altra confusione che si aggiunge alla confusione.
    Apriamoci e tuteliamoci. Sappiamo come fare. Dobbiamo solo credere in noi.

    già!
    e io credo che in fondo l’istinto, al di là della paura, nota molto bene certe “stonature”. Nel senso che se una persona si avvicina e si allontana serenamente, o invece in modo difensivo, l’istinto lo percepisce.
    E’ verissimo che chi ha vissuto in troppa confusione, di parametri, di avvicinamenti-allontanamenti ha voglia di tranquillità e trasparenza. E che il motivo per cui (e il modo in cui) ci avviciniamo agli altri, o teniamo la distanza, racchiude molte cose, può essere il sintomo di tante cose, personalità, fase di convalescenza, ferite che saltano fuori, modo di essere. In quel momento. Poi che sia un modo di essere così strutturato da non poter cambiare sul lungo termine o modo di essere momentaneo sempre modo di essere, nel presente, è.
    E allora credo sia importante dire: ho notato questo, è vero? quando io noto questo lo percepisco così e mi fa sentire così. Io mi sento così se…
    poi può darsi che l’altra persona non possa farne a meno di avvicinarsi o allontanarsi come fa (lo stesso vale per noi) ma parlarne credo sia importante, mettere le carte in tavola.
    Apriamoci e tuteliamoci, sì, credo sia la strada.
    Personalmente, al di là delle mie ferite, credo di non essere totalmente scema. Intendo dire che, forse perché l’ho visto già accadere, sono sensibile non tanto al fatto che un uomo si allontani serenamente, nel senso di tenere uno spazio proprio serenamente (perché io ho bisogno dei miei spazi

  • 5942
    LUNA -

    e quindi so benissimo che si possono avere i propri spazi e tenere comunque moltissimo alle persone) quanto piuttosto al fatto di usare lo spazio o alcuni atteggiamenti a “dimostrazione di”.
    Una sorta di competizione.
    Qualcosa tipo (mi è stato detto, infine): tu mi piaci molto perché sei così, che bene sto qui! però… accidenti, ma aspetta un attimo… io mi accorgo che sto così bene qui con te, quindi il centro sei tu, e probabilmente io non avrei bisogno neanche di mangiare, dormire se potessi stare qui sempre, potrei dimenticarmi di ogni cosa, metterti al centro del mondo…
    però tu puoi stare bene anche da un’altra parte? Anche senza di me? quindi tu sei molto importante per me, ma io sono altrettanto importante??? Mi parli anche di altre persone… sì, sì, lo so che tu incontri molte persone al giorno… sì, sì, lo so che tu con la gente non parli solo di che tempo fa… che le persone ti interessano e ti colpiscono, che crei continue relazioni con gli altri…
    ma io non ci credo che si possa volere bene a tutta questa gente, O forse sono geloso, perché mi sento uguale a tutti gli altri, allora.
    mi piace questo di te, anche questo… però io sono come tutti gli altri, allora? Io con te parlo come non parlo con nessuno, ma tu così parli con tutti?
    allora sai che facciamo? ora dimostro subito a te, e anche a me stesso, che io senza di te vivo benissimo!!! eh, no, non penserai mica che io adesso molli tutto per te! E poi che faccio?
    Questa relazione è troppo impegnativa! Tu vuoi che io sia totalmente soggiogato ma magari poi mi fai ciao con la manina perché passa uno più intelligente o bello rispetto a me?
    No, tu non avrai i miei spazi, bella mia!!!
    Anzi, mi stai pure un po’ sulle palle se penso i rischi che corro!
    E ora ti dimostrerò che anch’io incontro un sacco di gente interessante, ecco! Ho visto la mia ex l’altro giorno, te ne ho mai parlato? E h vado, che HO DA FARE IO! Non esisti solo tu!!!!!!

    😉 😉 😉

  • 5943
    LULU -

    ….e poi, visto che gli altri ti guardano faro’ di tutto per farti diventare un c..so, e poi visto che sei cosi’ considerata nell’ambiente di lavoro ti faro’ credere che in fondo vali poco, e poi visto che io sono bello ti faro’ vedere quante donne ho….e poi visto che io non combino mai niente di buono ti faro’ vedere che grand’uomo sono e poi siccome i miei amici ti adorano ti mettero’ in ridicolo davanti a loro alla prima occasione….blablablabla….. insicurezza?!narcisismo?!competizione?!non lo so proprio certamente un rapporto malato, malato grave. Allora e’ vero ci vuole chiarezza, subito fin dall’inizio, come si dice “nel bene e nel male”, tanto perche’ poi non intervengano malintesi, dubbi, paure.

    Siete fantastiche care amiche, ho fatto questo percorso, ancora decisamente non terminato, di guarigione con voi accanto, e quando nei momenti piu’ terribili mi sentivo persa accendevo il pc ed era come essere li vicina a voi….le vostre parole mi facevano dimenticare il momento di “defaianz” (ma come accidenti si scrive) e mi facevano rientrare in carreggiata, con una voglia ritrovata di lottare… BAAAAAAAACI!!!!Lulu

  • 5944
    LUNA -

    http://www.youtube.com/watch?v=N-Sgoe0yI6g&feature=related

    Ekkime, prima non avevo più spazio, per spiegare cosa intendevo dire con l’esempio.
    Ora ufo, ma sono appena tornata da una bella serata con amici, ekkime e poi nanne 😀 zzzzzzzzzzzzzzzzz
    Ovviamente quelle sensazioni si possono provare eccome, in generale la paura di sentirsi troppo vicini e di bruciarsi se abbandonati, il timore di essere dipendenti da quello che una persona rappresenta per noi e noi per lei, la paura di non essere veramente importanti nella vita di qualcuno, e quella paura può derivare anche dalla sensazione, de panza, basata su dati concreti, che l’altro non ci fili per niente.
    Ma il senso era di dire che a volte parlando in modo diretto si evita anche di entrare in un loop.
    Nel loop di farsi le domande, di darsi le risposte, del travestire le proprie paure con delle reazioni che l’altra persona può non riuscire a dipanare. Perché un allontanamento brusco è diverso da un allontanamento sereno che comunque presuppone una vicinanza di fondo.
    La vera, serena, indipendenza interiore unita all’apertura e allo scambio è diversa dall’aggressività. Non so se riesco a spiegarmi bene, ma io credo che siamo in grado di sentire la differenza. Di certo i monologhi, se la relazione è a due, non portano a granché di buono. Lo abbiamo visto quando siamo stati costretti a monologare tra i perché, e/o quando ci siamo ritrovati di fronte a persone che si facevano un loro film in testa, che riguardava anche noi, ma in cui non avevamo modo di intervenire, ma di cui potevamo solo vedere/subire i “risultati”, incoerenti e destabilizzanti.
    Io credo che se le persone si parlano, veramente, se c’è buona fede a due si possono risolvere un sacco di problemi. Poi, certo, a volte anche le nostre paure possono sfasare le nostre percezioni, le nostre manifestazioni. Idem per chi abbiamo difronte.
    Io so una cosa: ho dovuto girare con la sfera di cristallo, e non mi va più.
    E per l’aggressività idem.
    NO.

  • 5945
    LUNA -

    In questi mesi ho vissuto gomito a gomito, e rapporti profondi, con persone che avevano problemi grossi, ma veramente grossi, mentre io avevo problemi grossi. Non che prima non ci fossero stati anche problemi concomitanti, ma quest’anno è stato veramente significativo, roba da togliere il fiato. Ma non ci siamo “pestati” sebbene feriti, spaventati, addolorati… perché?
    per l’affetto profondo che ci univa, certamente, ma anche perché quelli erano rapporti armonici già prima. Nella buona e nella cattiva sorte. rapporti tra persone che comunque tendono al positivo, non al negativo.
    Rapporti di profonda vicinanza, ma anche fatti di rispetto degli spazi reciproci, rapporti di apertura e di scambio reciproco, rapporti in cui non ci si vedeva o non vedeva a dimostrazione di, ma seguendo un sincero, spontaneo sentire, e un dialogo diretto, rapporti in cui ognuno può anche dire di avere una giornata del cavolo (nel senso, però: ho una giornata del cavolo, dei problemi, e sono “autorizzato” a sentirmi come mi sento, impaurito, incazzato, triste, anche a parlarne, ma non giustificato per questo ad aggredire, scaricare sugli altri come fossero pungiball… come purtroppo avviene in molti rapporti non veramente democratici).
    Se io penso a questi mesi vedo invece il fatto che tutte queste persone, giustamente lavorando per mantenere un equilibrio il più possibile sano innanzitutto individuale e anche nei rapporti con gli altri, hanno messo quello che potevano, di buono, anche in una specie di conto comune, a cui tutti potevano attingere.
    Mai come in questi mesi ho sentito la differenza tra le buone e le cattive sensazioni di panza, lo stare bene con chi e dove, male con chi e dove, tra i vampiri di “energia” e chi non lo è. Tra chi è costituzionalmente aggressivo e chi non lo è.
    Tra chi tende all’armonia o alla disarmonia.
    Nessuno è perfetto, e non lo è il mondo. Ma, in condizioni estreme, ho visto cose buone, che non sono un caso. Ho paure e ferite, ma so anche questo.

  • 5946
    Lilly -

    Ciao a tutti. Ciao Lunina. Il discorso che hai riportato (quello che comincia con:”tu mi piaci molto perché sei così, che bene sto qui! però… accidenti, ma aspetta un attimo… “)è significativissimo per me.
    Ho assistito a scene simili per mesi. O meglio…. per mesi ho assistito al gran finale aggressivo.
    Ero, invece, completamente estraniata dal crescendo di scazzo che precedeva il gran finale e che si svolgeva interamente nella mente.
    Era una scena del tipo:
    -fase 1:sorriso sornione e sguardo ammirato
    -fase 2: stop al sorriso sguardo sull’incazz. andante
    -fase 3: sguardo da killer e aggressione con (scusa Luna se ti rubo buona parte del post ma non potevi usare parole più azzeccate):”ora dimostro subito a te, e anche a me stesso, che io senza di te vivo benissimo!!!Anzi, mi stai pure un po’ sulle palle se penso i rischi che corro!”
    Ecco! Dallo sguardo ammirato al “mi stai sulle palle” in 5 secondi netti senza essere invitati a partecipare al concerto di note stonate che generavano il crescendo di scazzo…..
    Tutti i giorni anche più volte al giorno….

    E je credo che sò sbroccata…..

    C’era una sequenza malata di dialogo a cui seguiva un monologo mentale che sfociava in un monologo urlato.

    Ora mi si dira? E tu stavi lì a sentirtene dire di tutti i colori?
    Non nego si aver pensato qualche volta “ma tu sei tutto scemo, hai caricato il cervello su un aereo e ti sei scordato di salirci anche tu…..”. Ma poi scattava il mio grido interiore: “io ti salverò”.
    Ma lui non stava dicendo “aiuto” stava urlando “vattene” per poi gridare “ritorna”.
    Vatteneritornavatteneritornavatteneritorna.
    Alla fine non ho più capito un tubo!!!!!

    Morale della favola: aiutare gli altri (se si è in grado) è bellissimo. Aiutare chi si ama è splendido. Ma se vuoi che ti aiuti lasciami entrare nella tua confusione e spiegami ciò che ti sta capitando. Se urli, se aggredisci, se mi scambi per uno step su cui salire e scendere per scaricarti i nervi,

  • 5947
    Lilly -

    io mi sposto un pò più in la.
    E non per cattiveria, non perchè “è facile parlare ma al primo momento di difficoltà smammi, brutta str….”, non perchè sono “diventata cattiva o insofferente o indifferente”.
    Ma solo perchè ho imparato a conoscermi, a conoscere i miei limiti e a capire quando devo dire basta perchè scatta l’autotutela.
    C’è differenza tra chi grida aiuto per davvero e chi lo grida per attirarti con l’inganno, afferrarti la mano e trascinarti giù nel suo stesso inferno da cui non vuole uscire.
    C’è gente che carica energie negative, si nutre di queste e non rinuncerà mai a loro perchè sono una linfa vitale.
    E c’è gente positiva che ti da carica, che versa il proprio apporto di energia buona su un conto corrente aperto a tutti e che quando preleva non prosciuga il conto come un ladrone con sacco, pistola e mascherina. Prende ciò che serve in un rapporto di mutuo scambio, di collaborazione, di cooperazione bellissimo.
    Capita tante volte qui, in questi post tra sconosciuti che si danno una mano come se fossero amici da una vita.
    Concordo con te, cara Lulu, quando parli di amicizia.
    Non so chi siete, che facce avete e se vi incontrassi per strada magari mi stareste fisicamente sulle palle (e viceversa)….SCHERZO!!!!…. ma qui ho trovato tantissima energia buona. E per un sacco di tempo ho ciucciato per riprendermi, ora vorrei cominciare ad apportare.
    Come fa Luna. La dolcissima Luna che alle quattro del mattino passa di qui a portare un pò di allegria e di positività.
    E come fanno tutti quelli che mandano baci, abbracci, rimbrotti affettuosi e pacche sulle spalle virtuali.
    E quelli che per adesso gridano “aiuto” e facendolo ti testimoniano che parlare, ascoltare, ribattere, dialogare serve veramente a qualcosa e che è bellissimo trovare nell’amicizia (anche quella tra perfetti sconosciuti) delle sensazioni che non credevi di poter più provare perchè ti vedevi persa mentri eri solo intontita…

    Ciao a tutti!!!!!!

  • 5948
    LUNA -

    Lillina, ma ti pare che io possa dire a te:
    @Ora mi si dira? E tu stavi lì a sentirtene dire di tutti i colori?

    Ti riporto solo uno scambio di battute:

    – Non dirmi queste cose, per favore, guarda che a una donna fanno male!
    – Tu non sei una donna.

    Ora io mi rendo conto che una persona sente questo scambio di battute e dice: vabbè, e tu hai pensato che era tutto scemo e gli hai riso in faccia, giusto?
    poi sei scesa, e sei andata per i fatti tuoi, pensando “ma guarda ‘sta gente, ahò! se ne incontrano di cretini! ma pensa te, sto poveraccio!!!”.
    (ndr: l’aereo con il cervello partito da solo è meraviglioso, e tu sei un genio, “sallo”, Lilly 😉

    no, non gli ho riso in faccia. sono rimasta di pietra.
    sono rimasta di pietra, esattamente dov’ero. e mi ricordo anche che tempo faceva. E mi sono chiesta se non aveva ragione.
    forse anche perchè a dirlo era lui, proprio lui, non lo so.
    e dietro quella frase c’erano anni insieme. ed eravamo appena andati a vivere insieme. E quella frase era arrivata in un contesto in cui io, vero, diceva lui, avevo dato prove quasi di genialità in altri campi della vita, vero, ero solare, avevo tanti amici a cui piacevo un sacco e mi volevano bene, vero questo e vero quello, vero pure che ero sensuale, ma alla fine, nelle cose che contano veramente quanto valevo?
    Il tuo lavoro è cosa tua, a me che me ne frega?
    in sintesi il messaggio era “che me ne frega se poi per i lavori di casa fai pena? come si può amare una persona così?”.

    con il senno di poi pure io mi chiedo com’è possibile che quella frase mi sia rimasta in testa, nella panza, con le proporzioni con cui ci è rimasta.
    E come sia possibile che io mi sia dimenticata che era vero, lo ammetto, che non ero una donna che si cimenta nel cucinare dodici tipi di lasagne fatte a mano, ma che io pranzi e cene me li sono cucinati da sola già da quando ero ragazzina.
    che è vero che per me la casa non è un museo, ma un posto in cui si vive, e che ognuno ha il suo concetto di ordine,

  • 5949
    LUNA -

    ma allora io non sono riuscita a fare un collegamento così lucido con una serie di altre cose e soprattutto con l’equazione più semplice:
    tutto partiva dal fatto che, proprio quando eravamo appena andati a vivere insieme, mi era arrivata una proposta di lavoro che mi avrebbe potuta portare lontano e quella proposta era venuta da un uomo. Una proposta a cui avevo detto no, perché io volevo stare dov’ero, e non importa se avrei avuto più soldi, più prestigio, ecc ecc. E per quanto riguarda l’uomo era il mio lui ad essere convinto che io avessi avuto un’idillio per cui non ero scappata dalla finestra solo perché avevo troppa paura di cambiare la mia vita. Sua fantasia. Non l’avevo fatta vedere a nessuno per avere quella proposta e nessuno mi aveva molestata, altrimenti si sarebbe preso un cazzotto in faccia.
    Ora se il mio grazioso lui mi avesse posto delle domande dirette io avrei potuto rispondere per rassicurarlo anche nel dialetto della tribà dei wazzabungo. Avrei imparato il dialetto, veramente.
    Ma che quella era l’equazione io lo ignoravo completamente. Io, serena e contenta per la mia vita lì dov’ero, ad un certo punto mi ero sentita dire “non ti amo più” e che non mi amava più con motivazioni che sembravano quelle per cui un datore di lavoro licenzia una colf. “le sembra che questo bagno sia pulito bene? Lei avrà pure una laurea, signorina, e saprà parlare tre lingue, ma questo è il suo senso di accudimento? le sembra di essere una donna? Lavora anche lei tutto il giorno? Io vedo solo una che se ne frega. Il lavoro è tuo, ma questo lavabo è cosa NOSTRA”.

    se io avessi fermato uno che passava di là correndo e gli avessi detto: ehi, scusa, secondo te sono una donna?
    (e tra parentesi, in un momento in cui avessi avuto più padronanza del mio sense of humor probabilmente avrei anche potuto fare una scena del genere).
    Lo sconosciuto corridore probabilmente mi avrebbe detto: vedi te, ah, fiuuuu fiuuuuu (fischio).
    Ma il mio lui avrebbe detto: lui non sa chi sei.

  • 5950
    Joe S. -

    ragazzi…ormai la mia storia è finita da 3 mesi (dopo 4 anni). Ho scoperto diverse cose di lei. Praticamente è 1 anno che ha dubbi e non mi ha lasciato solo perché aveva paura di rimanere da sola. Dice di non amarmi più, di aver buttato 4 anni e che io sono sbagliato, che penso sempre male delle persone e non va bene. Cioè fino a 3 mesi fa questa ragazza pendeva dalle mie labbra, com’è che adesso è cambiata così tanto? posso mai credere che ha davvero gettato nel cesso 4 anni? no. Secondo me deve auto convincersi che ha fatto la scelta giusta, le persone che frequenta ora (che conosce da 2 mesi) sono diventate in un tratto meglio di me, loro sono quelle giuste, io quello sbagliato. C’è qualcosa di strano. Sarò sincero, io non tornerei mai con lei, quello che mi da profondamente fastidio è essere lasciato da una ragazza che hai cresciuto tu ed è stata sempre dipendente da te. Adesso capisco che tutto ciò è errato, ma rimane una ferita nell’orgoglio immane. Mi sento proprio inutile, che brutta sensazione. Mi ha proprio deluso quando ho visto che ha cambiato completamente idea su di me…non era la persona speciale che credevo, era solo un pupazzo creato da me ad immagine e somiglianza della mia ragazza ideale. Brutta storia

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