La fine improvvisa di un amore
di
Loredana
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MAYA e LILLY: ciao tesore belle belle 😀
il punto sta forse nel fatto che a volte il concetto di “carpe diem”, cogli l’attimo, o vivere il presente, viene letto in un modo diverso da quello che, credo, sia il senso di queste parole.
O perlomeno il senso che possiamo dare a queste parole per vivere meglio, o perlomeno non viverci “contro”, che di per sè già racchiude un vivere meglio.
Contorto? :O forse sì 😛
Concordo con Lilly, nel senso che penso che vivere il presente non abbia nulla a che vedere con “ogni lasciata è persa” o “essere obbligati a vivere le cose”… vivere il presente significa avere presenti se stessi e i propri desideri, essere lì, come si è lì.
Baciare se si ha voglia, non farlo se non si ha voglia.
Ascoltarsi, nel qui e ora, e dire di sì e di no, a seconda di come ci si sente.
Non dire di sì perché dire di no sembra significare il non vivere un presente.
I gatti quando hanno il mal di pancia non saltano e non giocano, nè, presumo, vanno in cerca di una gatta per fare… quattro salti (o cinque gattini). Vanno a riposare e a cercarsi delle erbe per curarsi lo stomaco.
Cerca quelle erbette dentro di te, Maya, e con calma. Nessuna bocca ti corre dietro, con un dovere tuo di dimostrarti qualcosa.
L’importante è stare bene.
Se hai capito che questa non è la strada per stare bene, che stai tirando troppo il motore, forse vale la pena di capire qual è.
E arieggiare non significa per forza uscire con un uomo, e soprattutto per farci qualcosa.
Besos
MAX: che dire se non che sono d’accordo con te?
Ma già lo sai che sono d’accordo 😉
@no non conviene cercare di capire quello che neppure lei ha mai capito, ci si esce pazzi.
Ancora di più se la persona non ha fatto nemmeno un centesimo dello sforzo che noi abbiamo fatto per capire cosa passava per la testa e lei o lui e in più pure quello di dipanare la matassa che si aggrovigliava nella nostra di testa mentre facevamo questo lavoro di tentata comprensione globale.
Ma, infine, dovendo fare in qualche modo sempre i conti senza l’oste.
Pure avendolo davanti.
Somme, sottrazioni, moltiplicazioni, parentesi quadre, rotonde, equazioni con 35 incognite… e le equazioni con 35 incognite sono le peggiori 😉 sempre ‘ste azzo di incognite e una soluzione mai…
e vai, a rifare l’operazione…
e ancora, e ancora, e ancora…
con sto quadernone a quadretti gigante, fogli che volano…
me la vedo la scena… camminare con in mano quadernone, calcolatrice, compasso, righello, pallottoliere… tipo, hai presente, quando vai a fare la spesa convinto che comprerai solo un litro di latte, e poi fai una spesa da carrello pieno, ma senza avere preso il carrello… ed è così, con quelle 20 cose in mano, che rischiano di cadere ogni due passi, che vai alla cassa, e non vedi l’ora di appoggiare tutto là, finalmente,perché ti si sta pure addormentando un braccio…
Poi, sai, magari accade pure che sono le inezie che ti illuminano… alle volte se sei in grado di coglierle, altre a posteriori…
pensi ad una frase che in fondo se non una risposta, un perché, tanto cercato, racchiudeva l’essenza… l’essenza del male di vivere di qualcun altro che però arrivava in faccia a noi.
l’essenza anche del perché – nostro – per cui in quella vita, alla fine, stavamo male, e non era questione di equazioni, ma era perché, effettivamente, c’era un’altra persona che pure faceva i conti senza l’oste, noi, ma non perché noi ci eravamo sottratti alla questione!
Ma per quel cambio di direzione.
Mi ha colpito il post di Maya. Mi ha colpito quella parola: “una tortura”.
Già. A volte vivere diventa una tortura.
“Grazie” alle molestie morali di cui parla tante volte Luna vivere può diventare un incubo.
Ti ritrovi con la testa tra le mani incapace di pensare. Con una domanda che ti martella il cervello: “cosa faccio ora?”. Ma lui non c’è per darti una risposta.
E tu senza lui sei senza baricentro, sei completamente in disequilibrio. Senza più una personalità. Lui te la sfilata via, l’ha buttata e ridisegnata. Come se fosse stata una bozza così mal scritta da non meritare neppure di essere corretta.
Era una personalità sbagliata. E come tutti gli errori andava eliminata e sostituita .
Ma la “sostituzione” è stata opera sua, un suo regalo, una sua elargizione.
C’è chi andandosene porta via tutti i regali fatti.
Lui si è portato via il tuo nuovo mondo interiore, il tuo nuovo “dentro”, quello che lui ti ha costruito sopra (demolendo il sotto) .
Con tutto l’egoismo che può avere chi se ne va e andandosene non vuole lasciare tracce del suo passaggio.
Hai perso chi eri, ti ha sottratto chi sei diventata…..cosa sei ora? Un ammasso di carne senza scheletro, piegata su te stessa, schiacciata da tante domande senza risposta.
Ti senti nuda in un posto affollato. La gente parla ma tu non sai cosa rispondere. Non sai cosa stai pensando in quel momento. Non sai cosa stai provando. Lui non è lì con te ad importi le parole che devi dire, che devi pensare.
Non è solo una questione di amore, di sofferenza per l’essere stati lasciati.
E’ panico. E’ paura.
Lo stesso panico, la stessa paura che provavi quando stavi insieme a lui. Ma la sua presenza ti spaventava e ti rassicurava al tempo stesso. Lui ti dava una traccia, uno spunto, un’imbeccata.
Una carezza: la risposta giusta.
Una scenata: la risposta sbagliata.
Tante scenate: tante risposte sbagliate e la convinzione sempre più forte di non poter vivere senza di lui. Senza il depositario di tutte le verità
Dopo è facile domandarsi “come ho potuto lasciare che capitasse……io che ero così forte, così determinata”.
Dopo capisci che il suo rumoroso amore per te è stato un amore per la sfida.
“Ti sfido a dimostrare di essere più forte di me…..lo vedi? Sei rimasta al tappeto…..non eri forte, non eri determinata. Eri una brutta farsa, un teatrino vivente, una montatura. Rivoglio indietro i soldi del biglietto. Mi hai fatto perdere troppo tempo, troppe occasioni stupida ombra di donna senza un perché.
Me ne vado senza darti una risposta perché non c’è una risposta. Tu sei un niente con fattezze femminili, un contenitore vuoto con un grosso buco sul fondo che rende inutile ogni parola che potrei dire per riempirlo”.
Non ha importanza se questo pensiero corrisponde alla realtà o è la traduzione sbagliata del suo silenzio.
E’ l’unico pensiero che riesci ad avere.
“Ho sbagliato. E’ per questo che lui se n’è andato….”!
E’ così difficile rimettersi in carreggiata dopo essere stati tamponati e buttati fuori strada così violentemente.
Ti ritrovi con tre ruote su quattro in bilico sul precipizio e l’incapacità di sapere che manovre fare per non cadere giù.
Io ci sono riuscita a tornare su strada. Dopo più di un anno.
Guido con prudenza, mi fanno paure le curve, le strade in salita, quelle che costeggiano i baratri.
Ma intanto guido e vado avanti.
Ho ricostruito il mio mosaico. Ho aggiunto tanti tasselli che non sapevo che esistessero.
Alcuni tasselli, invece, non li trovo più.
Ed è in quei buchi, in quei vuoti che, ogni tanto, si nasconde la paura. Ma è solo per poco.
Il vuoto di un tassello sparito non è mai così grande come tutto il mosaico.
Lui è stata un’esperienza.
Bella e brutta. Ed io voglio ricordarmi tutto. La paura e la felicità.
E’ la mia personalissima sfida con me stessa.
Vorrei riuscire a dimostrare di poter vivere senza alibi.
Senza doverlo eleggere a Sua Altezza Reale Bastardo I Imperatore di Stron…..landia.
Un qualcuno, un qualcosa del
Dicevo……Un qualcuno, un qualcosa del passato, un qualcuno che va ricordato tutto e per intero ma che non deve impedire di vivere il presente.
Non un errore da smacchiare via con la candeggina.
Non un flagello mentale con cui mi frusterò per tutta la vita per aver sbagliato.
Insomma: un’esperienza bella e brutta. Un po’ di ani della mia vita. Una fetta della mia esistenza.
Ciao a tutti. Un bacione
Buongiorno a tutti, non riuscivo piu’ a connettermi, sia con il pc che….di testa. Appena avro’ un po’ di tempo da dedicarmi leggero’ tutti i vostri messaggi. Estate calda, che da’ alla testa, (parlo per me), ricordi che riaffiorano, “visioni” che fanno male, eppure sono ancora qui. Certo e dove accidenti dovrei essere?!
Mi siete mancati, tutti quanti, ho visto che ci sono delle “facce” nuove, benvenuti, e ben ritrovati a tutti gli altri. Un abbraccio Lulu.
LILLY: ebbè se le hai descritte bene le molestie morali… quello che fanno…
e ognuno poi trova la sua strada, non solo per riemergere, ma per stare bene, di nuovo, anche meglio di prima, prima che arrivassero.
anche se a volte pare impossibile quando giri ancora con tre ruote.
è da tempo che voglio raccontare una cosa, poi per un motivo o per l’altro – anche il fatto di rispondere – non ho l’occasione…
Tempo fa entro in un negozio. La tipa del negozio, sui 45, l’ho vista un paio di volte, ma c’è stato un bel feeling di chiacchiere e spiritosaggini. Torno lì dopo diverso tempo, e lei, simpatica, mi dice: ma sei proprio tu? dov’eri finita?
Ho un po’ di tempo, per cui, oltre a provare una maglietta, finisce che chiacchieriamo ogni volta che i clienti escono e prima che ne arrivino degli altri.
E ad un certo punto, chissà perché, chissà per come (lei non sa nulla di me nè di questo forum…) mi racconta la sua storia.
In realtà parte dal suo presente, il suo nuovo amore, come ci sta bene, come l’ha conosciuto. Quando era già single. E aveva ricominciato una nuova vita, con sua figlia.
Al momento dice solo: ero separata. Lui, il mio nuovo amore, all’inizio per me era stato trasparente. Non ero pronta. Qdo l’ho visto davvero è stata un’onda di emozioni. Di colpo. Come se avessi 15 anni…
Ma poi, spontanea, decide che vuole dirmi anche il prima. 20 anni di matrimonio, apparentemente la famiglia cuore, bella casa, belli loro, bella figlia, tutto bello.
Ma in realtà…
“Sai, violenze psicologiche… è difficile spiegare cosa siano”.
E allora mi parla di cose che conosciamo molto bene, e dei loro effetti. E anche del perché ci siano voluti 20 anni per capire che da quella porta bisognava uscire. E da quella vita.
Di come davanti a sua figlia aveva sempre cercato di recitare la parte della famiglia cuore, anche senza rendersene conto, come compito quotidiano, per proteggere sua figlia, ma anche se stessa, probabilmente, dal dover capire che bisognava andare via.
Ma quello che volevo dire è questo: se ne va di casa, senza niente, e tutti che le dicono se è diventata matta, lei. Lui le dice: senza di me dove vai? Ma ti vedi?!?
Saranno tre lustri che non lavora, perché nella famiglia cuore non ce n’era bisogno. E per 20 anni si è sentita dire che non capisce niente. Che non è buona a niente. Che non vale niente. Ma mentre lui le urla che lei da sola morirà, e tornerà con la coda tra le gambe, lei pensa che non le importa se dovrà alzarsi alle 3 del mattino per pulire i bagni della stazione, lei che viveva in un paradiso (artificiale) che era un inferno, e che bisogna almeno provare a vivere. Questione di sopravvivenza. Ha qualche soldo e prende una casa in affitto, e trova questo lavoro. Questo lavoro in cui tu, se entri in quel negozio, la vedi felice, solare e capace. E mai penseresti che qualcuno, un giorno, le ha detto che era un’impedita che non sapeva neanche legarsi le scarpe. Facendole dimenticare, per 20 anni, chi era davvero. E chi poteva essere, se avesse vissuto invece di morire.
Oggi dice che anche sua figlia sta bene, e che sa di avere spezzato una catena portandola via da lì.
E dice anche: “Lo so che può sembrare pazzesco, dopo quello che ho passato, ma poiché è stato, non si può cambiare, io dico che se non fosse successo io non sarei chi sono oggi. E io sono contenta di essere chi sono oggi”.
E poi, sorridendo, mi ha detto: “Era da secoli che non parlavo di questa storia, non lo faccio mai… chissà perché proprio oggi 🙂 Ma non mi fa male parlarne. Fa parte di me, ma è ieri”.
La sua storia è simile, purtroppo, a milioni di altre. Ma ha un lieto fine, e per questo volevo raccontarla.
E poi perché mi ha colpito questo, che non ci siamo incontrate in un centro per donne maltrattate, a parlare di questo, ma in un negozio, dove la nostra complicità era nata ridendo, scherzando.
Nulla di lei e nulla di me poteva dire che sapessimo cosa fossero le molestie morali.
Eppure è andata così. Forse ci si annusa.
RAGAZZEEE scusate se sono scomparso ma tra viaggi e sofferenza non ho aperto più il cell. novità? bè nessuna rilevante. le mie amiche sono andate a parlarci e al solito lui ha dett tutto e il contrario di tutto, immobile fissando un punto dice che non può dare una ragione che cerca tranquillità, che io devo andare avanti farmi la mia vita non soffrire +, e poi che ha fatto come capire che io l’ho amato solo dopo, che ora lui vuole stare così…insomma al solito nn si capisce, malato o non pazzo o non, certo una cosa è sicura nei suoi occhi non si legge menefreghismo indifferenza e distacco ma si legge una persona disperata che nn sa più che fare…in tutto ciò la sua perversione l’ha portato ad aggiungere dopo mesi su facebook uno che ci provava con me. quasi sicuramente ormai ho cpt che fa sesso con un altro…ma non è questo il punto ma è la ragione di tutto ciò? la ragione che porta due innamorati a separarsi con uno che rinnega butta colpe piange è disperato e alla domanda delle mie amiche: allora noi ora torniamo a casa che gli dobbiamo dire a markos? non ti interessa +? lui zitto…e loro: allora se lui va avanti e si trova un altro? lui: STATEGLI VICINO ME LA VEDRò IO…
cioè qui siamo sul paranormale mi ha lasciato senza una ragione senza che io capissi spacciando una malattia e poi da queste frasi ma nel mentre se la fa con altri e tra 20 giorni parte per l’egitto come volevano i suoi genitori…
fa la mia vittima come se io l’avessi costretto e soffocato mentre stavamo isnieme quando invece lui e io eravamo lo specchio della felicità…
non so cosa c’è dietro forse qualche profonda perversione e disagio di fondo…so solo che spesso leggo al spiegazione di lily sule persone malate e coincide con lui…ma nn so che malattia abbia perchè quella che mi ha detto non è vera… ho provato a frequentare altri ma cn lui ero l’incastro perfetto e nn lo dico per nostalgia ma vero era così l’unica cosa che mi portò ad allontanarlo era la sua accondiscendenza…
e in tutti questi mesi mai una chiamata un emssaggio un sentirci anche solo per un come stai come se io fossi il mostro che gli ha rovinato la vita, eprchè così mi vuole far apparire forse ma dentro sa bene che nn è vero, noi ci siamo conosciuti epr come siamo dentro veramente e sappiamo entrambi che nessuno dei due vuole questa situazione…altrimenti l’avrebbe detto chiaro e tondoù: è facile buttare un non sento + nulla perchè è così al momento è così e scappare via…codardo vigliacco imbroglione? me lo sono chiesto + volte…sul dopo l’inizio di questo strano epriodo nn so dirvi più perchè per quanto ci penso ogni interpretazione è possibile ma sul prima sono sicuro che mi amava e si sentiva amato…poi può essere che si è stancato, reso conto di un abbaglio…ma per me c’è qualcosa di + profondo che porta una eprsona a cambiare profondamente e passare dal: ti amerò epr sempre perchè sei la mia ragione di vita a un non sento nulla mi fa star male averti accanto a un mi hai amato solo dopo o se tornerò me la vedrò io…ok scopa con un altro…ma sarà sesso non riesco a pensare che sia amore perchè lo sappiamo bene che non è così….
io non posso fare nulla mi ha voluto cancellare e escludere, secondo me molto forzato, gli hanno fatto il lavaggiod el cervello e tanto che si è represso che alla fine mezzo emzzo ci crede e il sentimento l’ha perso…e ora cosa può concedersi se non brevi rapporti sessuali? siccome l’unca relazione che gli ha dato la felicità l’ha dovuta sospendere. non ha lottato? io penso che nei suoi occhi si legga un profondo sconforto senso di eprdizione e vuoto..non leggo + quella gioia che c’era quando stavamo insieme….ha preso una strada forse obbligato forse voluto e per scaricarsi accusa velatamente me, ma manco in modo concreto perchè sa che non è così…un giorno forse tornerà anche tra anni e mi spiegherà la ragione di tutto…