La fine improvvisa di un amore
di
Loredana
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Ciao, irei sera su sua esplicita richiesta del giorno prima tramite sms ho accettato di uscire con lei, ho accettato perchè volevo mettermi alla prova, si volevo vedere il grado di avanzamento lavori mentali, bene sapete cosa vi dico, che tutto sommato credo di averla passata abbastanza bene.
Sono riuscito a stare con lei per qualche ora senza esternargli sofferenza ma mostrandomi più sicuro di me stesso e determinato, tanto che lei a fine serata mi ha detto, pensavo di trovarti peggio psicologiacamente.
Le ho detto che sta crescendo dentro di me la consapevolezza che lei non sia la donna con il quale vorrei vivere, si perchè ora che vivo da solo e che ho tempo per riflettere e con l’aiuto della mia psicologa sto capendo cosa voglio da una donna e sopratutto di cosa io abbia bisgono.
Voglio una donna che sappia amarmi e che sappia esternare il suoi sentimenti, volgio una donna che abbia voglia di farsi una famiglia e intendo dire un figlio, e tu, gli ho detto, questo non lo sei.
Gli ho fatto capire che non sono più li ad aspettarala ma che sto lentamente guarendo dal mal d’amore nei suoi confronti.
Lei ha detto che è in confusione che non vive bene con se stessa che sta soffrendo, ma mai ha detto che mi ama e che mi vorrebbe ancora lei, almeno non adesso.
Io gli ho risposto, che sono io che non voglio più lei, le ho detto ch per lei provo ancora una forte attrazione fisica, ma le ho anche detto tutto quello che in questi anni lei non ha spauto darmi e che da ora in poi cercherò di ricostruirmi una vita con una donna che sappia darmi ciò di cui ho bisgno.
Sarei falso se vi dicessi che oggi sono guarito, ma vi dico che sono sulla strada giusta e che piano piano sto ritrovando me stesso e frose anche una parte di me che avevo in nome dell’amore represso.
Lei cmq è sempre bellissima e quando la vedo mi scatena senzioni forti, ma quelle sono fisiche, oggi devo lavorare molto di più su quelle mentali.
Ciao
Luna: Dare importanza ai nostri di perché, a ciò che per noi è fondamentale, e a non restare appesi a quelli degli altri. Perché è anche questo che abbiamo fatto, forse, secondo me. Abbiamo chiesto fuori, senza domandarci dentro cosa per noi era buono o no. E cosa ci somigliava davvero.”.
E’ verissimo Luna. E’ proprio così! Concordo e approvo. E mentre sto spaparanzata in mezzo ai grilli che saltano rifletterò sulle tante cose che sono saltate fuori in questi giorni. Tutte utili. Tutte porte che si aprono.
Ps……..per fortuna che eri “rincog……”. C’è più chiarezza nei tuoi post che in una fabbrica di lampadari di Murano.
Ciao bellissima. Buon mare.
Lilly ma è possiile che sono oramai 20 giorni che mi sono lasciato con la mia ex ragazza dopo due anni che ci conoscevamo e 3 mesi che siamo stati insieme e sto ancora male? come è possibile il tempo non dovrebbe far guarire le ferite chi lo sa se anche lei stara come me o peggio, strano che piu passa il tempo e piu mi manca è cosi in tutti voi o sono io che sono strano? Ciao.
MAX: 🙂 stai facendo un viaggio importante dentro te stesso e i tuoi bisogni, e la tua visione della vita, intesa come ciò che per te è importante, ciò che ti fa stare bene, o ciò, potremmo dire ancora, vedi simile a te 🙂 andare incontro alla propria intelligenza emotiva, secondo me, è sempre un ottimo investimento 🙂
ci permette anche di farla collimare con la nostra intelligenza, quella più “pratica”, più razionale. L’intelligenza emotiva è spesso la strada su cui poi l’intelligenza razionale può dare vita e costruzione ai progetti che partono da dentro e sentiamo come nostri, veramente. In altri momenti della vita invece queste due intelligenze si scontrano in continuazione, ed ecco che proviamo un disagio, e che anche l’intelligenza razionale sembra quasi averci abbandonato. Ci sentiamo stupidi o in balia, pur non essendo affatto stupidi, e non capiamo perché, ma cominciamo a dubitare di poterci fidare di noi stessi.
Al mondo le persone hanno anche esigenze e visioni della vita diverse, e non è che alcune, diverse, debbano per forza essere l’una giusta e l’altra sbagliata, ma a volte ci ostiniamo anche ad andare contro noi stessi per poter stare per forza nella visione della vita di un’altra persona, o siamo perennemente frustrati perché quella persona non vuole entrare nella nostra. Come se volessimo a tutti i costi far entrare, nel gioco di legno dei bambini, la stella nel buco per i tondino o il quadrato. A volte qualcuno fa così con noi. Poi un giorno capiamo che siamo una stella o un tondino, incontriamo chi è stella o tondino, pur con le sue differenze, perché nessuno è uguale, ed ecco che ciò che pareva così complicato di colpo non lo è più.
lei sarà disorientata forse da queste tue esternazioni, Max, anche perché, probabilmente, era abituata ad un te molto più dipendente da lei e meno in contatto con i propri (tuoi) bisogni. “Pensavo di trovarti peggio psicologicamente…”.
Tu lavora per stare meglio, che non sbagli mai 😀
A volte noi esterniamo quello che pensiamo, che abbiamo capito, ed è importante anche farlo, per noi, ma sentiamo anche che l’esternarlo è comunque meno importante di quanto lo sia stato capirlo dentro noi stessi. Allora, a quel punto, se ne va anche una certa “compulsione” ad esternare ogni pensiero, ogni sofferenza. Perché è innanzitutto a noi stessi che stiamo parlando, in modo più nitido.
Ho l’impressione che sia quello che è accaduto a te, quando hai messo lei al corrente di ciò che è vero per te. Anche se tu non lo avessi fatto, se non lo avessi verbalizzato, questa tua verità dentro di te ci sarebbe stata comunque. Sono tue verità, probabilmente, su cui stai lavorando innanzitutto per te stesso 🙂 per te stesso e per chi poi può aver voglia di camminare accanto a te, se il benessere è reciproco, però, facendo collimare le due intelligenze, di ciascuno. Sono contenta che stai meglio 🙂 Un bacione 🙂
LILLY: ciao tesora 🙂 grazie a te per le osservazioni e riflessioni sempre stimolanti 🙂 Bacini bacini, mi piace l’immagine relax tra i grilli salterini 🙂
EMANUELE: scusa se mi intrometto, che stavi parlando con Lilly: sì, è possibile. Non sei strano. Il tempo aiuta, ma a parte che è presto, devi dare anche tu una mano al tempo, prendendoti cura di te, “arieggiando” un po’ le tue giornate e pensando un po’ a te, in senso buono, cercando di dirottare un po’ le energie che adesso se ne vanno nel chiedersi cosa sta sentendo lei. Se non sbaglio (forse sbaglio) sei il ragazzo che quando lei ti ha lasciato e poi si è fatta viva poco dopo non ha risposto. Lo sai tu se era orgoglio o se ti sentivi di non rispondere, perché vedevi qualcosa che non andava in questo cambio repentino di umori e idee su un tema così importante come i suoi sentimenti per te. Di fatto lei ti ha disorientato e ferito dicendoti che era finita. Ed è giusto che tu ti prenda i tempi che senti. Forse volevi che lei fosse certa di quello che diceva. In un verso o nell’altro. Baci 😀
Ciao Emanuele! Sono dell’idea che il tempo curi tutte le ferite solo nell canzoni per fare rima con qualche altra frase d’effetto…..
Il tempo non cura un tubo di per sè.
E’ che con i giorni si presentano nuove occasioni in tutti i campi, nuovi poli che attraggono la nostra attenzione, la voglia di non stare così male, di dare la prevalenza a sè stessi piuttosto che all’altro, la voglia di uscire da una gabbia in cui, a volte ci si chiude con ostinazione nell’assurda idea che ‘sta cacchio di gabbia garantisca l’essere lì quando l’altro tornerà.
Nel mio caso è passato un anno e mezzo e ancora penso a lui. Probabilmente ci penserò per tutta la vita perchè è stato veramente importante per me e non voglio sacrificare le mie emozioni passate sull’altare dell’amnesia.
Penso a lui (o meglio alla storia vissuta insieme) e alle quattrocentomila cose belle brutte e amorfe che possono capitare nel corso della vita dal primo giorno di scuola al primo bacio all’esame di maturità alle rate delle imposte da pagare….
Penso a lui con sempre meno dolore.
Quinsi….non preoccuparti se pensi a lei e stai male per lei. E’ normalissimo, è una tappa del percorso.
L’importante è che tu mentre stai male per lei e pensi a lei tu stia bene per altre cose e pensi ad altre cose. Ed è importante che tu non riduca l’importanza di tutto ciò che ti circonda perchè il pensiero di lei ha la precedenza su tutto.
Arieggia, come dice Luna.
Pensa a lei mentre sei una spiaggia a giocare a pallavolo con i tuoi amici, mangiando un ghiacciolo e diventando un macho dall’abbronzatura perfetta.
Ps. credo (ma è un’ opinione discutibilissima) che tu ti stia mangiando le mani per esserti negato quando lei si è fatta viva…..una sorta di “se potessi tornare indietro….”.
Si dice che del senno di poi siano piene le fosse. Se ci si potesse comportare in passato alla luce di ciò che accadrà in futuro tutto andrebbe meglio.
Ma non è possibile. Quindi non perderci troppo tempo……
…..(se lo stai facendo, s’intende).
Caro Emanuele non massacrarti il cervello in troppi “se avessi fatto, se avessi detto” e affronta le situazioni man mano che accadranno con le meningi fresche e riposate.
Max: Bravissimo!
Luna: insostituibile Luna!
Ciao a tutti.
ciao a ttt
è da un pò che nn scrivo e se ora lo faccio e che sono di nuovo incasinata: mi sto frequentando con un uomo da un pò di tempo, ma fino ad adesso nn c’è stato assolutamente niente perchè io nn riesco a lasciarmi andare, e poi l’ho già scritto nn mi piace molto dal punto di vista fisico, ma mi trovo bene sul punto di vista intellettuale, soltanto che lui sta diventando molto esigente anche perche nn sta cercando un amica ma da me vorrebbe qualcosa in più, quel qualcosa in più che io nn riesco a dargli.
Durante la giornata mi capita di pensarlo sessualmente ma poi quando siamo insieme e lui ci prova mi viene solo da piangere e allora mi domando e mi chiedo perchè continuo a uscirci o a cercarlo se lui nn mi chiama? Per paura forse di rimanere da sola? Forse è cosi nn lo so ma so che lui nn mi aspetterà in eterno so che è una spendida persona e so anche che posso contare su di lui per qualsiasi cosa nonostante abbitiamo molto distante l’uno dall’altro, so anche che è molto paziente e premuroso ma so di nn provare niente anzi certe volte mi domando e mi chiedo ma come faccio a uscire con lui?Eppure continuo a chiamarlo e continuo a vederlo, anzi sono sempre io a propormi per uscire insieme.
Ho provato a nn vederlo ma dopo un pò vedendo che lui molto discretamente si è messo da parte con una scusa qualsiasi l’ho richiamato perchè mi mancavano le sue attenzioni ma nn lui.
Sto continuando questo macabro gioco da troppo tempo convinta che prima o poi dentro di me sarebbe scattato qualcosa ma niente di niente anzi nn so nemmeno se ancora ho un cuore ma nello stesso tempo lo tengo a debbita distanza solo che ieri mi ha detto che si deve voltare pagina in un modo o nell’altro perchè lui si sta innamorando di me, che gli piacerebbe sposarsi ed avere una famiglia che lui nn mi chiamerà ma mi lascia una settimana per pensarci ad iniziare una storia alrimenti di lasciarlo stare di nn cercarlo più per nessun motivo
Sono passati 3 giorni da una parte lo chiamerei i
Maya: ti dico le mie impressioni, che magari sono tutte sbagliate.
Più che a debita distanza forse quest’uomo tu te lo tieni a debita vicinanza. Ma la vicinanza che è quel tanto che basta per fare da scudo fra te e gli uomini. Gli altri, quelli per cui potresti provare qualcosa di più, quelli per cui potresti sentire, e con cui potresti aver voglia di un’intimità reale.
Invece lui è l’uomo cervello e l’uomo mani, mani che danno, uomo generosità, uomo presenza, uomo coccola, uomo s.o.s, uomo cerotto, uomo cuoco e autista, ma anche uomo mani che non possono prendere. Lui è l’uomo assessuato. Quello che magari, quando non c’è, può pure farsi proiettare addosso qualche fantasia sessuale tua, ma tua nel senso che quella parte tua che è fatta anche di passione e desiderio ovviamente c’è, solo che al momento se ne sta in luogo protetto.
I desideri non invecchiano con l’età, diceva Battiato, se non erro, e qui non è manco questione di vecchiaia o età, ma di batosta presa. Ed ecco che il desiderio, di per sè, quella parte vitale anche erotica, scorre comunque sotto, come un fiume. Poi arriva lui, si avvicina e piangi…
Ora si potrebbe dire anche che piangi perché lui in realtà ti piace, ma sei bloccata, in questo momento (il che è possibile, perché magari, semplicemente non è il tempo, per te, di lasciarti andare ad un’intimità fisica, e ciascuno deve e può rispettare i suoi tempi… può darsi semplicemente che tu non sia ancora pronta ad affacciarti alla vita da quel punto di vista, ora). Ma al di là del pianto, si potrebbe dire che tu non ti lasci andare con lui perché semplicemente di lui, da quel punto di vista, non ti frega un tubo.
E allora te la prendi con te perché, ma porcaccia la miseria, trovo uno che mi va così bene per questo, per quest’altro, ma fisicamente non mi attizza manco un po’. Ma, sai, anche a me sono simpatiche un sacco di persone, ma se ci provassero cortesemente si prenderebbero un bel no cortese, e se ci provassero scortesemente potrebbero
prendersi in faccia una padella. Ma non è perché sono bloccata, e che semplicemente non mi interessano da quel punto di vista. Non mi ricordo come sia esattamente la faccenda della distanza tra gli esseri umani a seconda del grado di intimità… quella cosa per cui si sta a una certa distanza gli uni dagli altri a seconda che si sia in fila allo sportello delle poste, con un conoscente a parlare della crisi dell’euro, con un amico a pigliarsi un caffè, con un fratello a scambiarci un abbraccio o con qualcuno per farsi coccole o ancora con qualcuno per fare sesso. Ma insomma gli esseri umani tendono ad essere anche inconsapevolmente ad essere molto sensibili alla distanza/vicinanza. Ora, però, è anche vero che quando le altre intimità si fanno di un certo tipo le distanze si accorciano e anche la pacca sulla spalla non è più quella che ti fa il mister prima della partita, ma è quella della persona che ti piace.
Dici di accorgerti del gioco in atto. Anche un gioco di controllo, forse, nel senso che dopo una relazione in cui qualcuno si era – per te, questa era la tua sensazione, che ti aveva destabilizzata- preso il controllo lasciandoti fuori, e tu tentavi di mantenerlo in vari modi, attraverso il blog per esempio, adesso in una qualche misura ti prendi quello che vuoi, controllando la distanza, solo testa e sue attenzioni, chiamando tu, chiamando tu se lui prende il largo, desiderando quando sei sola, rifiutando quando è. Questo gioco in qualche misura lo hai tenuto perché ti fa comodo (lo dici tu stessa, o perlomeno te lo chiedi), e quando dico “comodo” il mio non è un giudizio, tantomeno morale, ma penso alla funzione che la cosa può avere per te. D’altra parte lui, che è fuori da te, e dalle tue funzioni, pensa a quello che vuole lui. Lui vuole te, gli piaci, ti ricopre di attenzioni, ma da te cerca altro. Come spesso accade in queste situazioni neanche lui vuole perdere il poco che ha da te (poco rispetto alla totalità che vuole) per non perdere tutto.