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La fine improvvisa di un amore

di Loredana
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14.073 commenti

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  • 5851
    Joe S. -

    Ciao Max. Quelli che vanno in direzioni opposte sono cuore e cervello. Lavorano esattamente al contrario. Sappiamo dentro di noi che il cervello ha quasi sempre ragione, ma diamo retta sempre al nostro cuore. Facendo così si vivono momenti bellissimi, che poi possono trasformarsi in orrendi. Mentre, dando retta alla testa la vita non è piena di alti e bassi, ma è come una linea piatta. Sta a noi decidere come vivere la nostra vita. Io propendo più per la seconda ipotesi.

  • 5852
    Lilly -

    Ciao Emanuele, ciao Max, ciao Joe (quanti maschietti….) ciao Luna, Mary, Lulu, Naty, Ciao a tutti.
    Non so di preciso quanto persone ci siano al mondo…5 miliardi (butto lì…) beh allora ci sono 5 miliardi di personalità diverse.
    Però cresdo che tutte siano riconducibili a tre categorie:
    Gli irragionevoli
    I ragionevoli
    I potenzialmente ragionevoli.
    Con i primi è praticamente impossibile avere un dialogo. Qualsiasi cosa tu dica scopri che è sbagliata e che magari sarebbe stata la cosa giusta se detta un secondo prima o due secondi dopo ma non in quel momento lì.
    Con i secondi si tratta di trovare una quadra ed il discorso parte e va.
    I terzi vanno “educati” al dialogo. Vanno portati pian piano verso una piccolissima realtà: se non parli, se non dici, se non ti esprimi c’è il rischio che dia al tuo silenzio un significato ben diverso da quello che ha. Con tutte le conseguenze del caso.
    Si, ok. Ci si può capire con uno sguardo e saper leggere il silenzio però se ci si parla saltano fuori mille spunti per diecimila riflessioni.
    Alla terza categoria (quella dei potenzialmente ragionevoli) si può appartenere per la giovane età, per timidezza, per diffidenza da esperienze passate, per indole, per carattere, per temperamento e chi più ne ha ne metta.
    Ma se si riesce a trasformare la potenzialità in realtà il rischio di essere stritolati da un trattore in discesa libera con alla guida un PERCHE’ gigantesco che ti punta il dito e dice I WANT YOU prima di investirti….beh…..si riduce.
    Spesso i perchè che ci attanagliano dopo sono quelli che abbiamo sottovalutato prima.
    Quando l’altro era lì e ci sembrava impossibile che se ne potesse andare. Talmente impossibile che non ci siamo curati di approfondire, di chiedere, di sapere. A volte sembra che ci sia così tanto tempo, che ci siano così tante occasioni….
    Luna ha detto una cosa importante qualche post fa. Gli altri possono farci tanto male quanto noi gliene lasciamo fare.
    Per i PERCHE’ vale lo stesso.

  • 5853
    Lilly -

    E’ per questo che avere un dialogo è fondamentale. Per conoscere, per poter prevedere le reazioni, per gestire il rapporto in modo tale che non ti frani addosso all’improvviso senza che tu non possa fare altro altro che dire “PERCHE’, è impossibile, non avrei mai creduto, non me lo sarei aspettato”.
    Ora….capita, a volte, che all’altro parta il cervello e cambi atteggiamento, come se fosse stato rapito dagli alieni e trasformato in un’altra persona.
    Capita solo a volte, però…..spesso l’altro non cambia mentre se ne va. Spesso resta sè stesso. Il fatto è che lo conoscevamo “solo un pò”. Conoscevamo solo la parte che ci faceva comodo conoscere per stare bene o che ci faceva soffrire di meno o che ci piaceva di più.
    Poi a volte se ne vanno e una ragione, un perchè non c’è.
    E’ difficile che le strade si separino senza un motivo.
    Ma può accadere.
    Però se noi conoscessimo veramente l’altro attraverso le mille domande che non abbiamo fatto e le altrettante risposte che non abbiamo avuto potremmo “preventivare”, mettere in conto, sapere anche questo.
    Che lui (lei) potrebbe andarsene così, senza una ragione.
    E ci sarebbe un gran dolore da affrontare. Il dolore che conosciamo bene qui.
    Non anche lo sgomento, la paura, il senso di vuoto, di impossibilità di incredulità che ci “regala” un killer di nome WHY pronto a colpirci in ogni istante.
    Un killer che noi stessi abbiamo inconsapevolmente pagato per colpirci.
    Mi sarò spiegata? Boh!
    L’intenzione era di scrivere una cosa utile….
    Ciao a tutti.

  • 5854
    Emanuele -

    Cari Ragazzi allora penso che quello che abbia detto lilly sia una cosa molto giusta ed importante.Però come ha detto lei ci sono persone che hanno caratteri diversi, addirittura persone che quando litigano non vogliono sapere niente piu dell’altra persona senza neanche voler affrontare un dialogo. Mi trovo in questa situazione, ho imparato che se una delle due persone non vuole assolutamente avere a che fare con l’altra/o bisognerebbe far passare tempo in modo tale che il tempo nella sua potenza riuscisse a far dimenticare e a far riflettere sulle cose dette,che si possa creare un quadro della situazione, solo li allora uno si accorgerà di cosa abbia voluto significare veramente quello che è stato detto un pò di tempo fà, xkè a volte molte persone dicono le cattiverie o altro senza pensarci e solo dopo si rendono conto di quello che hanno fatto o di quello che hanno sbagliato. Faccio un esempio se io litigo con la mia ragazza, mi lascio, solo dopo capirò chi veramente stava dalla parte della ragione o dalla parte del torto, anche colei/lui che saprà di stare dalla parte del torto ovviamente non lo dirà ma almeno lo capirà e cercherà di poter aggiustare situazioni che sembrano perse. In ogni caso nella vita non bisogna mai buttarsi giù, purtroppo essa riserva cose bellissime,belle,eccitanti,cattive,disastrose questa è la vita. Ho 18 anni ma per le esperienze che ho avuto sia belle che cattive mi hanno aiutato a crescere in maniera tale da sapere cosa è giusto fare e cosa non è giusto, quel che conta e che non bisogna mai abbassare la testa uno sbocco si trova sempre in qualsiasi caso. Vorrei aggiungere che una delle cose fondamentali nella vita è tenersi stretto gli amici ma ancora piu stretti i nemici, capirete il perchè. La felicità non è difficile da ottenere basta trovare le persone giuste quelle che veramente danno il cuore per te e allora vedrai come è facile guadagnarsi la felicità avendo il vero amore al tuo fianco ciao a tutti raga.

  • 5855
    LUNA -

    MAX: ah io ti credo, non ho nessun dubbio in proposito :DDD
    JOE: non è vero che esistono solo questi due estremi… ma è quello che si pensa, quasi sempre, dopo una bella batosta. Anche perché quel teorico piattume sembra la strada per preservarci da ogni emozione, con il suo possibile rovescio della medaglia.
    In realtà a fregarci, sai, a volte è il cervello… anche perché, al di là dei sentimenti, quelle immagini, i ricordi, a cui associamo le emozioni, è nel cervello che stanno. E’ nel cervello che pensiamo che un’emozione, anche di rabbia, di frustrazione, di dolore che proviamo, nelle budella, sia per sempre. Ed è nel cervello che cerchiamo soluzioni spesso drastiche come: mai più.
    Dunque quale sarebbe la scelta? Non vivere più emozioni, non fabbricare più ricordi?
    L’istinto non ci frega, perché l’istinto, quando qualcuno ci randella, anche se ci dice che ha delle ottime ragioni per randellarci, ci dice: uè, ma ci spostiamo o no? Guarda che qua so’ mazzate! –
    E l’istinto è immediato, è quello che ti fa spostare nel qui e ora dalle mazzate. Poi magari parliamone, magari mi stai randellando perché soffri o perché io non mi sono reso/a conto di averti fatto qualcosa, ma intanto, se mi stai randellando, nel qui e ora, io mi sposto.
    Se la gente si spostasse, quando cominciano le randellate, se si spostasse in modo sano, ci sarebbe più gente che randella di meno. Perché si troverebbe a randellare il vuoto. O a chiedersi se forse non c’è qualcosa che non va nel suo modo di rapportarsi con gli altri. O forse non se lo chiederebbe mai, comunque, ma perlomeno l’altro non si farebbe randellare.
    Chi randella pensa sempre di avere una buona ragione per farlo, che sia difensiva (vera o presunta) o offensiva.
    Di solito, chi randella per “professione”, peraltro, è bravo a dire byebye quando il randello arriva dall’altra parte, magari perché la frustrazione sale oltre il limite.
    Cos’è il randello? è ogni cosa che ci fa male.
    Siamo ipersensibili e ci fa male anche che

  • 5856
    LUNA -

    che l’altro abbia detto “a” e invece di “b”? se ci spostiamo, comunque, e ci chiediamo, onestamente, perché nella panza sentiamo un vuoto quando dice “a” o “b” probabilmente avremo comunque tutto da guadagnarci.
    Il dialogo è fondamentale, sono d’accordo. Il dialogo chiarisce, aiuta a vivere meglio, evita che i malintesi facciano mucchio sotto il tappeto, fa anche sì che due persone si conoscano, non solo di pelle, ma anche di testa, di idee, e che possano trovare, se c’è la possibilità, una via comune per far coniugare due mondi.
    Il problema è che il dialogo presuppone che a parlare, a comunicare, a volere il dialogo, a sapere avere un dialogo, si sia in due.
    Se così non è anche se stiamo lì a cercare il dialogo per 24 ore al giorno, anche se inondiamo una stanza di perché, i nostri o i perché che cerchiamo di sapere dall’altro, rimarrà comunque un soliloquio.
    Ci sono persone che non sanno dialogare, altre che scelgono di non dialogare, perché semplicemente di dialogare, di mettersi anche in discussione, non gliene importa una banana. Che vogliono vivere in un modo, e non gli interessa di spiegare il perché, perché non lo sanno, non vogliono andare a capirlo, perché è così e basta. O anche magari perché hanno capito che, non dialogando, e lasciando l’altro nel soliloquio, si tolgono lo sforzo di spiegare, e tengono in scacco l’altro, che comunque non se ne va, aviluppato in una marea lattiginosa dei perché che, disgraziato, si ripete nella capoccia da mane a sera, cercando di rispondersi da solo.
    “Perché fai così?”. Perché mi va bene fare così.
    Se qualcuno non vi risponde ricordatevi: gli va bene fare così.
    La spiegazione più vera spesso è quella, purtroppo, più semplice.
    Gli va bene perché ha avuto dei traumi? perché sta male?
    Ah, lo sappiamo, con l’amore che si prova si è disposti ad aiutare più che mai a riguardo. Ma il punto è che se uno è chiuso e non vi apre, e se gli va bene così, quale sia il motivo, non c’è una cippa da fare.Solo da farsi randellar

  • 5857
    Lilly -

    Luna: “Se così non è anche se stiamo lì a cercare il dialogo per 24 ore al giorno, anche se inondiamo una stanza di perché, i nostri o i perché che cerchiamo di sapere dall’altro, rimarrà comunque un soliloquio.”.

    Giusto. Ma almeno sai che stai autorizzando qualcuno a darti una randellata quando (e se) ti massacrerà con un atteggiamento a cui non saprai dare una risposta.
    Non so spiegarmi bene (e poi è solo un’idea mia che magari fa ridere i polli….)però a parità di randellata ho come la sensazione che il dolor sia meno intenso se viene da me.
    Faccio un esempio. Ho fretta e zompo come un daino in mezzo alla strada accettando il rischio che mi becchino in pieno. All’ospedale mentre bestemmio di dolore mi riconosco una colpa e non volendo processarmi e condannarmi la chiudo lì dandomi della cretina.
    Passeggio tranquillamente camminando sul marciapiedi. Un paio di fari mi punta, assesta bene il tiro, controlla bene di essere nella mia traettoria, mi centra e scappa. All’ospedaòe mentre bestemmio di dolore mi frullerò la capa con centomila “perchèperchèperchè????”.
    Non vuoi dialogare con me? Bene! Ne prendo atto e sulla base dell’esperienza personale metto in conto che da te posso aspettarmi di tutto.
    Ma se non provo neppure ad instaurare un dialogo come faccio a sapere se non mi parli perchè non vuoi parlare o non mi parli perchè parleresti ma stai zitto? E se lo instauro ma poi lo pianto lì sul più bello perchè “ma andiamo tanto d’accordo così…..perchè andare ad infilarsi in un ginepraio di considerazioni inutili in questo momento”?
    Se al mio tipo avessi chiesto come si sarebbe comportato se, per esempio, mi fossi accorta di essere incinta…..sono sicura che lui avrebbe risposto la verità. Quella che poi mi ha detto (quando c’è stato il sospetto che fossi incinta) “devo essere informato se questo evento non programmato, non concordato si trasformerà da ipotesi o realtà perchè tu non lo sai ma se ho paura posso diventare un grande str…..”!

  • 5858
    Lilly -

    Se lo è detto da solo…..ed io sono rimasta malissimo per quelle parole.
    Se ne avessimo parlato mi sarei fatta un idea più realistica su di lui.
    Non ne abbiamo parlato perchè ho voluto così. Perchè ho scelto di scegliere solo argomenti in cui lui apparisse come la luce che illumina un raggio di sole.
    E la randellata che ho ricevuto mi ha fatto molto male. Un male che io ho autorizzato. Un male che avrei potuto, entro certi limiti almeno, limitare.
    Il mio dolore più grande sono stati e i perchè senza risposta.
    Ma la risposta potevo conoscerla ed attenuare il dolore.
    ………..per il futuro sarò più accorta!!!

    Baci a tutti.

  • 5859
    LUNA -

    LILLY: credo di aver capito cosa intendi dire. Tu ti spieghi bene, sono io che sono un po’ rinco di sono oggi 😉 tra un po’ vado a relax-mi al mare un paio d’ore 🙂
    provo a rispondere, con il beneficio del dubbio della mia rincoglionaggine 😉
    Naturalmente il discorso sul dialogo ha anche le sue sfumature.
    Ci sono occasioni in cui non parlare significa far finta di niente, tenersi un nodo in gola, e accumulare sotto il tappeto polvere di malintesi, frustrazioni, o, come dici tu, voler parlare solo di certe cose per evitare di sentire delle cose che non vogliamo sentire.
    Perché sono quelle che, di fatto, probabilmente sono così centrali che tutti gli altri dialoghi su le conseguenze di quel centro non sarebbero più… centrali.
    Di fatto potremmo chiedere a uno/una: ma tu mi ami o no? Hai intenzioni serie con me?
    sapendo che potrebbe addentrarsi in discorsi tipo:
    “amore… cos’è l’amore? filosofi di magna fama non hanno saputo trovare una risposta, dunque come potrei io, ora, risponderti?”.
    “tu mi parli di intenzioni, ma lo sai che io non posso che vivere nel tempo presente… posso vivere una relazione solo se penso di non viverla… come diceva Spinoza nella sua discussione riguardo la teoria di Cartesio… blablabla”.
    Dunque – stringi stingi – no?
    “Cosa sono le parole sì o no? sono apostrofi non rosa tra le parole domanda e risposta”.
    EH???????

    Ci sono volte in cui il dialogo, se così possiamo chiamarlo c’è, nel senso che mentre uno ti dice delle cose “brutte” e tu, di fatto, in qualche modo stai intervenendo, il dialogo di fatto c’è, dal punto di vista del fatto che in qualche modo si parla in due anche se uno in realtà “comanda” e l’altro incassa.

    Ci sono delle volte in cui davvero si sta discutendo a vuoto, perché se ciascuno si sposta un attimo magari dopo cinque minuti la questione che pareva epocale (magari perché in ufficio è stata una pessima giornata) si sgonfia e finisce a veri tarallucci, vino e coccole.

    Mi è successo, mi è successo di avere

  • 5860
    LUNA -

    dialoghi in cui volavano bombe a mano. Una bomba feriva? partiva una risposta ancora peggiore. Arrivava a bomba peggiore? e via così… quello non era un dialogo. C’erano due persone ferite, ferite perché ferite da qualcuno che, reciprocamente, rappresentava il bene, non il randello, che sparavano in proporzione al dolore per la bomba ricevuta. Mi ricordo che in mezzo a quel lancio di armi sempre più potenti ad un certo punto io ho detto (e ancora con l’elmetto in testa, il fucile carico, il mitra in mano e un coltello alla rambo tra i denti, come il mio interlocutore), andando oltre quello che stava succedendo: “ora scendo, perché qua volano bombe senza senso. Tra venti minuti ci vediamo lì? Andiamo con due macchine”.
    Onestamente mi aspettavo che l’altro bombardiere mi dicesse: no, ti odioooooo!
    e invece mi ha detto, ancora vestito da rambo: ok!!!
    e io ho detto: a meno che, scesa da qua, non cambio idea e mi rendo conto che non ti voglio vedere manco dipinto. O che succeda a te.
    “Ci sarò – mi ha detto – Non tirarmi un bidone tu”.
    In sintesi ci stavamo spostando dai randelli, come dicevo ieri. Indipendentemente perché ci fossero i randelli quelli erano randelli.

    Una volta una persona mi ha detto: il punto non è che un giorno ti è arrivato un tram addosso, che non ti aspettavi, il punto è che sei ancora là, dopo anni, a chiederti e a chiedere perché quel tram ti sia arrivato addosso.
    Dobbiamo stare attenti a chiedere ciò che realmente abbiamo bisogno di sapere, Lilly, è vero. E’ fondamentale. E quando non riceviamo risposta, però, capire anche che una non risposta è già di per sè, in quel momento, una risposta che produce un effetto dentro di noi, e considerare quello che sentiamo. Dare importanza ai nostri di perché, a ciò che per noi è fondamentale, e a non restare appesi a quelli degli altri. Perché è anche questo che abbiamo fatto, forse, secondo me. Abbiam chiesto fuori, senza domandarci dentro cosa per noi era buono o no. E cosa ci somigliava davvero.

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