La fine improvvisa di un amore
di
Loredana
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“Mi sono semplicemente resa conto che il male fa meno male quando dovendolo subire e sopportare lo si guarda da più prospettive”.
Ciao LILLY! Questa tua frase mi piace molto, perché è vera e dà una speranza. Sempre dovremmo guardare le cose da più prospettive e, anche se è difficile, pensare per esempio: non capisco perché mi ha lasciato. Se mi ha lasciato una ragione ci sarà, anche se io non la conosco (e sarebbe stato meglio conoscerla, almeno). Spesse volte, infatti, chi è innamorato (e abbandonato) la “ragione”, la spiegazione, dall’altro l’ha avuta, ma non vuole ascoltarla e accettarla…
Sforzarsi di mettersi nei panni dell’altro (anche in generale, intendo) e/o anche dirsi – quando non si capisce – persino va be’, rinuncio a capire, può aiutare molto.
Ciao belle :DDDD
Giusy: @qualcuno potrebbe suggerirmi di andar via ma fuggire da cosa? Nella vita mi hanno insegnato ad andare verso qualcosa!
Cara Giusy, io dico spesso che le parole sono importanti. Sono importanti perché spesso il modo in cui ci diciamo le cose fa la differenza. Non è solo un modo in cui esprimiamo il nostro sentire ma è anche un messaggio che ci diamo.
L’altro giorno si parlava con una mia amica della sua situazione lavorativa, del suo periodo di crisi a riguardo etc, in una serata in cui abbiamo mangiato, riso, ascoltato musica e anche parlato di questa cosa che ovviamente le stava molto a cuore.
Alla fine della serata lei parlava della stessa cosa, i fatti erano uguali, ma le parole erano diverse.
Aveva iniziato sentendosi succube di una situazione, alla fine della serata il suo atteggiamento era diverso.
E alle volte l’atteggiamento parte anche dalle parole.
La sua situazione lavorativa è complessa e a te non servirebbe neanche l’esempio concreto, quindi ti risparmio i particolari. Ciò che mi interessava evidenziare è che uno dei punti era: in sostanza se all’inizio il suo restare sul posto di lavoro era una resa e andarsene era una fuga, alla fine il suo restare era “una scelta finché va bene anche a me per questo e quest’altro motivo” e andarsene era una scelta per questo e quest’altro motivo. E meno bloccata nel passato, che la fa incazzare, o in un presente non del tutto soddisfacente, ma più proiettata verso il futuro e in un presente “potenziale” lei stava molto meglio e aveva più carica. Perché l’energia non girava in tondo.
Ad un certo punto quando mi ha detto: “vuoi sapere quanti soldi mi deve quello stronzo?” io ho detto no.
“Cioè – le ho detto – se ti fa bene dirmelo dimmelo, ti ascolto. Ma tu sai quanti soldi ti deve quello stronzo. E mi chiedo, ripetertelo ancora una volta ti fa stare meglio?”.
“In effetti no – mi ha detto – me lo ripeto continuamente e non mi fa stare meglio, dirlo mi stressa e basta”.
Perché ti dico ciò? (giustamente forse dirai: a me pare che non centri una cippa)
Perché tutto quello che provi rispetto alla situazione è assolutamente normale, e appunto ciascuno ha i suoi tempi di rielaborazione e sente dentro di sè cosa lo aiuta nella rielaborazione e cosa invece gira il coltello nella piaga, e queste sono cose che uno trova dentro di sè, anche per tentativi, non fuori, anche se il fuori spesso può essere un confronto con gli altri (in senso positivo, si intende, come stimolo) o un suggerimento di chi ci sta passando o ci è già passato.
Il dolore è quello che è, la delusione produce dolore, e non è che uno si mette davanti allo specchio e si dice: non fa male, non fa male! e il dolore passa.
Ma il punto è che alle volte ci incastriamo noi stessi nel dolore, oltre a provarlo. Sembra la stessa cosa, ma non lo è.
Quello che possiamo fare, per esempio, è arieggiare. Dare aria alla mente, prima di tutto. Liberarla un po’ dalle tante parole che usiamo anche per definire noi stessi rispetto ad una situazione.
Parole che ci fanno, per esempio, sentire non protagonisti, ma succubi. Arieggiare non è anestetizzare. E’ un incontro, spesso con il nuovo, che sta dentro di sè, a volte anche con il “vecchio”, messo fa parte dal dolore.
Come si fa ad arieggiare? Ognuno sa per sè. Cammini con dolore nel petto e nel frattempo arieggi.
Io non ti suggerisco di andartene da lì, ma provo a girarti la questione così: se domani Giusy decide che a lei va bene restare, resta, e non è che non accetta una fuga. Valuta che per lei va bene così. Comunque va verso qualcosa: se stessa. Se Giusy domani decide che vuole andarsene, perché le va bene così, non fugge. Va incontro alla se stessa che sente che è meglio andarsene da un’altra parte.
Forse non riesco a spiegarmi, ma quando sento la parola “fuga” quando si tratta di ascoltarsi mi viene da dire: la parola è incontro, con sè. Fuggire, inteso come “spostarsi da” non è mai una resa. E’ consapevolezza dei propri bisogn
Io sono appena “fuggito” ho lasciato la mia casa ove sono i miei ricordi, appena 5 anni l’avevamo comperata, arredata come ci piaceva e voluta fortemente, dopo 23 anni di rapporto con lei (oggi ho 40 anni) e di assoluta fedeltà e rispetto nei suoi confronti ho dovuto farlo.
Sono mesi che lei mi teneva in una attesa logorante, dicendomi che non sapeva più cosa provava per me, che non aveva voglia di fare l’amore con me, che non voleva buttare via 23 anni della sua vita, ma in questi mesi mai un cenno o tentativo di riprovare ad amarmi, sono stato via di casa più volta per qualche giorno sperando di mancargli ma niente, non le mancavo prorpio, però continuava a dirmi che non sapeva cosa fare, poi a luglio se ne andata per un mese in affitto da sola cercando le risposte, ma l’altro giorno alla mia domanda se aveva capito mi rispose ancora no.
Io non ero più dipsosto a vivere con lei in quella casa, lei sta per tronare a casa, come è possibile vivere con una donna che ancora ami e diesideri quando questa vive dentro una sfera di cristallo, dove tu puoi solo guardarla ma non toccarla.
Quindi ho deciso di andarme io, ora vivo da qualche giorno in un appartamento in affitto, ma è dura, molto dura, nel frattempo lei non si è più fatta sentire, neanche per chiedermi come va.
Che dolore, che tristezza, che delusione che ho dentro, ma devo tenere duro la vita è un bene prezioso e non è giusto buttarlo via per una donna che al improvviso a smesso di amarti.
Non un litigata non un segnale e un bel giorno lei ti dice non so più se ti amo, assurdo ma terribilmente reale, io amo e ho amato con tutto me stesso e ora soffro per questo.
Avrei tante altrea cose da dirvi alle quali in questi mesi ho dovuto reagire, mi sono sentito umiliare mortificare e preso in giro ma credo che sia una cosa comune a tutti quando un amore finisce, gli ho dato tutto compreso gli ultimi mesi della vita di dolore e soffernze ma non è servito a nulla.
pazienza cercherò di ricostruirmi un vita
Salve a tutti. Vi racconto brevemente la mia storia.
4 anni fa ho conosciuto la mia ragazza lei aveva 19 io 21. Ci siamo innamorati, siamo diventati amici, eravamo un tutt’uno…fino a 2 mesi fa. Le cose andavano male da qualche tempo, lei diceva di sentirsi troppo dipendente da me, ma cmq diceva di amarmi, stava sempre male. Poi 2 mesi fa (dopo aver trovato lavoro guardacaso) mi ha detto che era meglio prenderci una pausa. Io sapevo cosa stava succedendo ed ho preferito lasciarci. Io la amo ancora da impazzire, l’ho sentita ieri dopo 3 settimane che non ci sentivamo e mi sembrava un altra persona. Non aveva mai avuto il coraggio di dirmi “non ti amo più” ieri l’ha avuto. Ho scoperto che mi dice pure bugie, cosa che prima non faceva mai, era sincerissima, così come me. Ho passato il secondo mese decentemente, ma adesso sto da schifo non so perchè. Ieri le ho fatto capire che sono andato a letto con un altra (cosa non vera) lei non ha quasi fatto una piega…come cambiano le cose, 2 mesi fa si sarebbe uccisa. Io sono stato sempre sincero, rispettoso, educato e disponibile, ho fatto di tutto per lei, anche litigare con i suoi genitori x noi 2. alla fine penso che il problema è che lei con me è cresciuta tanto, mi somiglia infatti, non si è fatta una sua personalità. Questa cosa le è pesata molto, infatti credo che il suo non sia stato vero amore, ma una forte infatuazione (per lei era la prima esperienza). Io darei la mia vita per lei, anche adesso…e ieri sera gliel’ho detto. Ha eliminato tutto delle mie cose, senza scrupoli, vuole andare avanti. So che queste cose possono capitare, ma non me lo sarei mai aspettato da lei. Grazia, sappi che ti amo tantissimo, ma sei stata tu ad allontanarmi dalla tua vita, magari un giorno te ne pentirai, ma io non sarò più qui per te.
Ciao a tutte,
grazie Naty, Lilly e Luna per aver accolto la mia richiesta di aiuto!!
Ho letto con attenzione i vostri post e come sempre le vostre parole sono un dolce balsamo per l’ anima.
Sì, sono incastrata, imbottigliata nel mio passato e nelle parole che mi ripeto continuamente nella mia mente, parole di vittimismo e di sconfitta. In questo momento ho bisogno di “arieggiare”infatti mi attanaglia spesso un senso di soffocamento.
Cara Luna,la tua idea di fuga come incontro con noi stessi, come consapevolezza dei nostri bisogni credo che sia alquanto giusta e ti sei spiegata benissimo sia a tal proposito sia riportando l’ episodio relativo alla tua amica.
Cara Lilly,col tuo “vestire i defunti”,dar loro vita ,ancora una volta hai dimostrato la tua profonda sensibilità.
“Trovare il lato buono”, crearlo come una favola poichè esiste anche se ben nascosto:quello che dovrei fare è guardare il tutto da altre prospettive.
Navigare come mi sa sosteneva Luna in qualche post precedente, navigare e non girarmi, contorcermi , avvilupparmi su me stessa come una trattola poichè è così che sto facendo.
Giro e rigiro su me stessa come se attorno non vi fosse altro, nessun “pianeta”, niente che riesca a distogliere la mia attenzione da “me”.
Vi ringrazio di cuore e mi auguro che anch’ io possa trovare quella serenità di cui ho veramente bisogno.
Buona giornata a voi tutte care.
MAX: ciao 🙂
ho presente… piuttosto bene, purtroppo.
e anche se nessuna storia è uguale, nel massimo rispetto della tua sofferenza, mi viene da dirti: secondo me hai fatto la cosa migliore scegliendo di vivere e non di stare appeso a quel filo della “sfera di cristallo”. Sono cose che logorano, veramente.
Logorano anche l’amore che si prova, pure se si continua a provarlo.
E, soprattutto, logorano lo spazio che possiamo dedicare alla vita, al nostro amore sano per noi stessi.
Lei è in crisi, da tanto. Ma anche tu lo sei. Lo sei fin dal primo momento. Io me lo ricordo benissimo quel giorno in cui lui, come lei a te, ha detto di essere in crisi.
Quello in crisi era lui, ma anche a me era scoppiata una bomba dentro. Anche se io ero quella che sentiva la forza per capire che cosa stava succedendo, per avere pazienza, per aiutarlo a capire e a superare la crisi.
Oh, certo, una una forza così ce l’ha perché ama, e perché non vuole perdere quello che ha avuto e che vuole avere ancora, non vuole perdere il suo sogno, non vuole perdere una parte di sè che per tot anni ha guardato il presente e il futuro in un certo modo.
Non vuole che qualcuno se ne vada perché non vuole andarsene, lei per prima.
Sono tante le cose che entrano in circolo in situazioni come la tua.
Ma in crisi c’eri anche tu. Quotidiana. Dolore misto alla pazienza e alla perseveranza.
Lo eri perché di conseguenza questa situazione in cui ti eri ritrovato a vivere non ha potuto che minare il tuo equilibrio, nel quotidiano.
Di cuore, Max, mi dispiace tantissimo che tu stia soffrendo, e comprendo molto anche cosa ti ha spinto a rimanere. Ma non posso che essere contenta per te (anche se la parola “contenta” ora non potrà che sembrarti impropria) per il fatto che tu abbia finalmente trovato la spinta per allontanarti da una situazione come quella in cui ti eri trovato a vivere. Queste si chiamano fughe sì, da un forte pericolo per l’equilibrio. Il tuo è un sano spostarti, anche se ora fa così male.
JOE: un saluto anche a te 🙂
dici che avresti dato la vita per lei, che la daresti.
Se scoppiasse un incendio entreresti in una casa a salvarla, guarda, ti credo.
Ma il punto è che non è scoppiato un incendio, lei ti ha lasciato.
E il dare la vita per è eccessivo.
No, non fraintendermi, ho capito quello che vuoi dire.
Capisco il senso profondo che dai a queste parole, credimi.
Il punto è che non è necessario dare la vita per qualcuno in una storia d’amore. Si vive con qualcuno, semmai. Si vive la propria vita accanto a qualcuno che vive la propria vita, e insieme si costruisce una vita a due.
La morte con l’amore che c’entra?
L’amore non ha bisogno di questi estremi, pure se sembrano così romantici perché assoluti.
Qui non si tratta più di una vita da costruire insieme, nell’amore.
E’ orribile per te, lo so. Ma lei ha deciso di prendere un’altra strada, e l’ha fatto con la caparbietà di chi quando decide decide.
Parli di dipendenza, un tema che in questa lettera, con varie sfumature, ricorre spesso.
La sua dichiarazione di indipendenza pare non abbia proprio sconti, da quel che dici. Lei si è staccata. E ora lo ha fatto di netto. Perché? Lo sa lei. Ma è caparbia in questa sua scelta. E non puoi farci niente. Mente pure. Anzi, forse il fatto che tu parli di dare la vita, che è dipendenza, non fa che farle pensare che ha fatto bene.
Al di là del perché lei non abbia avuto una sua personalità o abbia sentito di non averla nella vostra storia.
Ovviamente io non posso sapere quanto questa situazione di dipendenza (di interdipendenza, mi pare, dalle tue parole) sia stata creata da una persona tra i due, magari più forte di carattere, quanto nella situazione stessa. Ma sicuramente mi viene da dirti: invece di pensare che daresti la vita per lei dalla a te.
E la prossima volta vivi una storia d’amore con qualcuno che non abbia bisogno di te per crescere o che si affidi totalmente o quasi totalmente a te. Perché sai spesso queste situazioni vanno a finire così.
Luna grazie per le tue parole, so che mi aspetta un periodo della mia non certamente entusiasmante fatto di soffernza solitudine senso di vuoto, ho lasciato tutto quello in cui credevo, ma so anche che il tempo guarirà le ferite lasciando le cicatrici ma quelle saranno molto meno dolorose.
Lei mi diceva che mi voleva un bene dell’anima e che ero e sono partte della sua vita, ma da quando me ne sono amdato lasciando tutto non si è mai fatta sentire, neanche per sincerarsi se sia ancora vivo.
Che strano modo di voler bene alle persone, io sono una persona molto sensibile e buona d’animo e vedere che esiste gente al mondo così fredda e cinica e che una di questa e la donna nel quale avevo riposto la mia vita per più di 20 anni e nel quale sino a qulache mese credevo nel futuro, be fa un male che non auguro nenanche al mio peggior nemico.
Grazie ancora pre la tua comprensione ciao Max
Ciao Max. La crisi dell’altro ti scoppia entro come una bomba. Ti trovi davanti ad un muro in cemento armato e non c’è dinamite che riesca a buttarlo giù. Anzi il muro cresce di giorno in giorno. Come in quel giochino in cui i pezzi cadono dall’alto e tu devi girarli per il verso giusto, incastrarli altrimenti si accatastano e….. ……game over! Ti sembra di schiacciare tutti i tasti possibili ma i pezzi non si girano e cadono giù veloci, alla rinfusa ed il game over è inevitabile. Nonostante tutti i tuoi sforzi.
La riposta ai tuoi perché resta al di là di quel muro. Insieme a lei, agli anni passati insieme, a tutte le belle promesse e le bellissime speranze.
Ma al di qua di quel muro ci sei tu.
Tu che non vali meno di lei
Tu che non sei perso anche se resti senza di lei.
Non c’è niente di peggio dell’omissione, lo so.
Non dirmi solo “non ti amo più” caz…..dimmi anche il perché.
Però a volte il perché non esiste. Non c’è colpa, non c’è ragione, non c’è motivo. L’amore finisce e stop.
(Io mi sono sentita dire una frase memorabile anni fa……”E’ la Nemesi che ha voluto così”…….)
A volte il perché non sembra così importante da……
A volte il perché perde importanza con il tempo. Ad un certo punto vince la vita.
Non si può morire per un “perché domanda” rimasto senza un “perché risposta”.
O meglio, non si dovrebbe morire….ma a volte capita. Uccisi da un grosso punto interrogativo cascato sulla testa all’improvviso…
Ma che storia è una storia in cui lei c’è ma è dall’altra parte di un vetro infrangibile?
Chi merita di subire una storia così?
Chi merita una dedizione di questo genere?
Tu non sei “fuggito”, Max. Tu hai semplicemente voluto bene e scelto te stesso.
E hai voluto bene e rispettato lei e le sue necessità. L’hai lasciata libera. Non molti ci riescono.
Io non ci sono riuscita. Mi sono fatta buttare fuori ed il “perché domanda” si è mangiata un anno della mia vita.