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La fine improvvisa di un amore

di Loredana
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14.073 commenti

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  • 5761
    LUNA -

    ma grazie a chi sa sempre perdonare sulla porta alla mia età.
    Certo che facile non è mai stato,osservavo la vita come la osserva un cieco,perché ciò che è detto può far male, però ciò che è scritto può ferire per morire.
    E che la vita ti riservi ciò che serve e spero
    che piangerai per cose brutte e cose belle e spero
    senza rancore che le tue paure siano cure
    e l’allegria mancata poi diventi amore
    anche se è perché solamente il caos della retorica, confonde i gesti, le parole, le modifica e
    e perché Dio mi ha suggerito,
    ti ho perdonato e ciò che dice lui va ascoltato”.

    spesso dobbiamo perdonarci il fatto di non aver saputo volare bene, durante il terremoto. E abbiamo il dolore di chi “è morto, ma nessuno se n’è accorto”, perché andavamo avanti lo stesso, camminando con un dolore incastonato in mezzo al petto, e alla panza, e camminavamo con due gambe rotte.
    Senza saperlo neanche noi quanto.
    Quanto te ne accorgi fa un certo effetto. Ma è meglio.

    Un abbraccio.

  • 5762
    Lilly -

    Luna:”Quando te ne accorgi fa un certo effetto. Ma è meglio”.
    E’ vero Luna. Fa effetto.
    E l’effetto maggiore, a volte, sta nello svegliarsi senza essersi accorti, però di essere stati addormentati…..
    Sta nel capire, nel rendersi conto, nell’accorgersi di aver camminato ma di non essere andati avanti. E con uno zavorrone in mezzo ai piedi che avrebbe potuto farci lo sgambetto all’improvviso e farci precipitare giù nel precipizio.
    Fa impressione sia il poter riprendere in mano la nostra vita sia il rendersi conto di averla persa di vista per un pò.
    Questo mi è capitato un pò di tempo fa, quando ho cominciato a vivere, come hai scritto tu, tante emozioni in modo diverso dentro di me.
    Poi ci sono i vari dolori che saltano fuori con un cucù che, lì per lì, destabilizza.
    Non ho più la falsa sicurezza di quando non percepivo perchè mi ero bloccata come un giocattolo a molla finito a gambe all’aria.
    Però ho la certezza che quei dolori vanno vissuti, per non farli diventare ancora più grandi di come appaiono.
    Non sempre il volo durante il terremoto va a buon fine. Anzi, spesso se ne esce semi spennati gridando un quaquaquaaaaaa terrorizzato.
    E anche se è stata “colpa” nostra iniziare quel volo, anche se avremmo potuto evitare di iniziarlo o fermarci prima del previsto non dobbiamo darci addosso.
    Se quel viaggio ha fatto male solo a noi, se solo le nostre penne sono state bruciacchiate, se il quaquaquaaaaa terrorizzato è uscito solo dai nostri becchi l’unica cosa che possiamo fare è farci il muso per un pò ma poi perdonarci, guardare nel fondo del pozzo, vedere tutto il nostro dolore, affrontarlo, viverlo, metterlo nel nostro personalissimo libro delle esperienze ripartire ed andare avanti. Magari piangendo un pò, magari ridendo e piangendo contemporaneamente.
    Ma con la certezza di non aver abbandonato o perso niente di noi.
    E’ questo che ho capito in questi mesi in cui sono andata avanti e indietro per il mio percorso alla ricerca di tutti i

  • 5763
    Lilly -

    miei “pezzi”. Anche quelli più malridotti.
    Sono tutti pezzi miei, souvenir del mio viaggio che meritano di non essere dimenticati nella toilette di un autogrill mentale o panzifero.
    Il testo che hai riportato, Luna, è bellissimo. Piace molto anche a me.
    Lo leggo come una sorta di invito a non congelarsi dentro pur di non soffrire, pur di non provare paure, pur di non dover affrontare il dolore, pur di non arrendersi alle nostre fragilità, ai nostri punti deboli.
    Un invito a perdonarci quei punti deboli, quelle fragilità e ad aiutarci a uscire vivi dalle situazioni senza trasformarci in qualcosa di diverso da ciò che siamo.

    Markos. Guardala la realtà. Guardala, piangi, soffri, asciugati le lacrime e non scappare solo perchè la realtà ti sta facendo male.
    L’altra sera sono stata malissimo perchè la realtà, in quel momento, mi ha beccato nel buio e mi ha dato una randellata inaspettata.
    Ma la realtà del presente un secondo dopo è già passata, è già diventata un qualcosa non da vivere ma da ricordare. E tu ti accorgi che sei ancora vivo, che l’onda è passata, ti ha sbattuto sugli scogli, ti fa fatto tanto, tantissimo male. E’ vero…. è stata un’onda stronza, un’onda senza un perchè. Ma sei vivo e pronto ad andare un pò più in là con la consapevolezza di aver affrontato quell’onda e e di aver resistito.
    Ciao a tutti! Un abbraccionone!! Vi voglio BENISSIMO!!!!

  • 5764
    LULU -

    Luna, e ben venga la scuola materna. A volte e’ davvero importante, anzi necssario rinascere.
    Markos, anche io non credo che il problema venga dal fatto che tu non eri una fidanzata. Scappa, scappa da una situazione simile. Scappa a gembe levate, ma che razza di vita avreste potuto fare con un adulto che vive in simbiosi con la sua famuglia di origine? I genitori i figli non li fanno per se stessi, e’ loro la vita. Non possiamo volere che i nostri figli facciano cio’ che non abbiamo potuto noi. Piangi, urla, sfogati, ma credimi, ti accorgerai prima che credi di quello che avresti rischiato.Vorresti un compagno manipolato dai genitori?! Non credo, credo tu voglia un compagno che per mano ti accompagni nella vita, affrontando con tenacia o con dolcezza ogni tuo giorno.
    Lilly, perdonati, perdonati per prima cosa. I momenti che hai decsritto cosi’ bene era come vederli nello schermo di una tv. Capita, nei momenti nei quali meno ti aspetti. Piccole cose i fanno rielaborare ancora una volta quel dolore, latente, che pare ogni volta li’ pronto a fare capolino. Ma come tu stessa potrai constatare, ogni volta e’ diverso, piu’ attenuato, meno nitido, piu’ offuscato. Certo ogni volta fa ancora male, ma non come allora, e’ diverso Forse piu’ malinconico, collegato ad altre cose, non necessariamente al “mostro” che lo ha scatenato. Curati le piccole ferite, causate dallo sbattere sugli scogli. Anche queste guariranno, ogni volta piu’ velocemente. Ti rialzerai, con piu’ forza, piu determinazione. Non diamoci mai piu’ la “colpa” di aver deciso di iniziare quel volo, diamoci la colpa casomai di non esserci amate abbastanza. Con tanto affetto Lulu.

  • 5765
    LULU -

    Cara Mary, niente ripaga l’amore e la stima di un figlio. Credo che quando la tempesta sara’ definitivamente passat, ci potremo godere ancora di piu’ il “bene”, capiremo che nonostante tutto siamoo state davvero molto fortunate.
    Naty, grazie, grazie di cuore. I tuoi interventi mi mancano. Ma sappi che capisco benissimo se non sei nella vena giusta di farlo. Ti sono vicina. A presto.
    Luna, ho parlato con la mia terapeuta di questi miei dialoghi con voi. Mi ha detto che, sicuramente, questo scambio di opinioni, questo raccontarsi le nostre storie non mi fa altro che bene!!!!!!!Ne sono mooooolto felice, grazie per l’aiuto e’ stato davvero il mio primo scalino verso la “riririnascita”. Spero faccia lo stesso a tutti voi.Lulu

  • 5766
    mary -

    Ciao Lulu,
    Anche secondo me i nostri figli sono la nostra salvezza…non potremo avere bene più GRANDE!!!!
    Anche io sto andando da una Psicologa e anch’io le ho raccontato di voi….
    E mi ha detto le stesse cose la tua terapeuta ha detto a te!!!
    Grazie a tutte voi di esserci!
    Un abbraccio FORTISSIMO

  • 5767
    ANNA -

    Nessuno, cara Lilly, ti sapra’ parlare meglio di Luna che, davvero ha tutta la mia stima per quanto riesce a stare dentro “i panni” degli altri e trovare sempre la parola giusta.
    Io vorrei solo rassicurarti su quel senso di alienazione che hai provato nel centro commerciale. Come lo conosco! Sapessi quanto mi e’ stato familiare! Io sentivo all’ improvviso una molotov scoppiare nel cuore a ricordarmi il concetto del “macosacifaccioioqui!!!!????”
    Lilly, presto ti sara’ caro anche quel sentire di oggi.
    Oggi fa schifo, domani ti piacera’ ricordarlo perche’ non lo sentirai piu’ e sara’ solo un ricordo della mente e non del cuore.
    Tu sarai sempre li’ ma fiera e vincitrice della tua battaglia 🙂
    A quel punto, sempre molotov saranno ma solo da far scoppiare per tener lontano chi non sa volare alto sopra ai terremoti e ci vuole solo tirare giu, sempre piu’ giu’…
    Bacio a tutti

  • 5768
    Ada -

    LUNA: “Quello che volevo dire io (solo un’opinione) sugli amici è di mettere appunto sulla bilancia ciò che per te, per il tuo benessere, ora è più importante.
    Perché ti dico questo? perché ci sono due piani e dipende su quale ti muovi………………
    il centro di non farti condizionare è di ascoltarti e di fare la cosa che è bene per te, non pensando a come lui ti condiziona o non condiziona”

    Si, capisco quello che vuoi dire.
    Ma per me la questione “amici” (allontanarmi/ non allontanarmi) è qualcosa che è proprio fuori discussione. Insomma, io non ci penso proprio ad allontanarmi da loro. Ma proprio per ME. Per me è più importante il mio rapporto con loro rispetto al fastidio per la saltuaria presenza di lui.
    A me non va di fare “tabula rasa” ogni volta che c’è un elemento di disturbo, diciamo così.

  • 5769
    LUNA -

    ADA: ti sei data la risposta, mi pare 🙂
    Vuoi uscire con i tuoi amici, questa per te è la priorità sulla bilancia. il piacere di stare con loro, non la questione di principio.
    Allora il piacere di stare con loro è preponderante rispetto al saltuario elemento di disturbo, che passa in secondo piano. Nel momento in cui ti prepari per uscire stai uscendo con i tuoi amici che hai voglia di vedere, e con cui stai bene.

    concentrati sul piacere, allora, piuttosto che sul disturbo.
    può essere un modo.

    Alle volte pensiamo agli estremi, tabula rasa o tutto, ma in realtà si tratta di decidere momento per momento.
    chiaro, non è sempre così…
    riguardo il lavoro, per esempio, posso sì prendere un permesso due giorni per es, ma è chiaro che non posso licenziarmi o farmi assumere un giorno sì e due giorni no 😉 così anche in altre situazioni.
    però riguardo gli amici la questione non è così drastica forse. perché il rapporto con gli amici è più elastico.
    si può uscire tre sere, due no, quattro sì. Non è che non uscire una sera vuol dire non uscirci più.

  • 5770
    LUNA -

    Se i tuoi amici andassero in un locale che a te fa schifo (faccio un esempio cretino, lo so) forse diresti: ah, no, stasera allora piuttosto me ne vado al cinema, ciao ragazzi, ci sentiamo domani 🙂
    nessuno penserebbe che stai rinunciando a qualcosa perché il locale schifoso ha invaso il tuo spazio vitale, o che abbassi il capo di fronte all’invadenza del locale, ecc ecc.
    Il centro sarebbe: cosa ho voglia di fare?
    non ti sentiresti condizionata in un verso o nell’altro.Un ex con la sua nuova ragazza non è un locale, me ne rendo conto. La questione è più complessa.
    però il centro sta sempre lì.
    come ti senti tu, cosa hai voglia di fare, cosa ti fa stare meglio o peggio, cosa senti bene per te.
    per esempio potresti dire di no una sera, farti un giro da un’altra parte, scoprire, allontandotene un attimo, che la questione per te è meno grave di quello che ti sembra quando ti concentri tanto sulla questione. e l’indomani andare fuori a cuore più leggero.
    da fuori (e posso ovviamente sbagliare e non aver capito una cippa) la questione estrema “tabula rasa” mi sembra non esista.
    naturalmente tu ti conosci e tu sai.
    cosa senti e cosa è meglio per te 🙂

    UN BACIONE A TUTTE/I 🙂

    ANNA: la stima è reciproca, e generale. Mi pare che se c’è qualcosa che non manchi qui sia l’empatia e la comunicazione come via di espressione e scambio 😀 😀 😀

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