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La fine improvvisa di un amore

di Loredana
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14.073 commenti

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  • 5701
    LUNA -

    MARKOS: io ho l’impressione che Lilly ti abbia già risposto, ma che a te la risposta non piaccia. Cioè, ti piace moltissimo quello che dice Lilly, nel senso che le riconosci sensibilità empatia intelligenza e moltissime qualità, e una sincera partecipazione alle tue pene…
    ma quello che non ti va di sentire adesso lo salti a piè pari… (che è una cosa piuttosto naturale, eh!)
    Questa la mia impressione, magari sbaglio e poi stai parlando con lei, e non con me, quindi mi puoi anche spedire…
    Ti diciamo VIVI, vivi come se lui non tornasse, se in effetti non sta tornando, e se pur sapendo che tu ci sei non si fa sentire, abituati all’idea che lui non tornerà. Se tornerà ci avrai guadagnato in indipendenza emotiva, comunque avrai continuato a vivere, e avrai cominciato a risanarti dal malessere che senti.
    Se uno sta male sta male, non è che fa finta.
    E se uno deve superare una delusione d’amore non è che la volontà toglie il dolore trikketrakke come un’antidolorifico. Chi lo dice? nessuno. Anzi, raccontarsi palle non giova mai. Ma vivere non è raccontarsi palle. E’ non bloccarsi più di quanto già non si sia quando una delusione d’amore ti arriva sulla capoccia e sul cuore come una valanga.
    Ma se uno dice: voglio stare meglio, bene, e far entrare la vita e respirare la vita anche se ho ora ho una narice tappata e cammino gobbo, è diverso da dire: io, in nome dell’amore, voglio restare con una molletta sul naso e voglio camminare gobbo.
    Così tu capirai che io ti amavo davvero quando mi vedrai camminare gobbon gobboni in asfissia.
    Non sto dicendo che tu stia dicendo questo ma chi ha una visione molto appassionata, ma anche dipendente dell’amore (senza di te io sono morto, o giù di lì) ha l’impressione che un po’ di indipendenza emotiva tolga il sale ai sentimenti, che non li faccia più vivere in tecnicolor…
    in realtà le due cose non sono assolutamente in contrasto.
    Tu ci dici che soffri perché lui non torna, e quando ti diciamo che quando uno non torna

  • 5702
    LUNA -

    o mette un muro, o mette uno stop indipendentemente perché lo fa, lo dice, cosa ci sta dietro, questo sta facendo e questa è la realtà oggettiva su cui ti puoi basare (una storia si fa in due e in questo momento sei da solo qui a parlare per due, indipendentemente se lui è trattenuto dalle sue paranoie, da sua madre, da sua zia Jole, dal fatto che non stia ancora accettando la sua omossessualità, da un problema di salute, dal fatto che ami pure troppo o no) e ti diciamo che l’unica è vivere, tu ci dici che noi non capiamo quanto questa storia sia speciale.
    Ma vedi Markos, come dice Lilly nessuno di noi può conoscere la tua storia, e nessuno di noi è il Mago Amelio o la Maga Amelia, però che sia pure una storia specialissima rimane il fatto che lui ora non c’è, che stai parlando da solo di lui non con lui, perché lui non sta parlando con te…
    sempre quella è la realtà oggettiva: non siete insieme adesso.
    Chiamarlo, non chiamarlo, mandargli una cosa a casa, aspettare ecc. solo tu puoi sapere cosa fare, a maggior ragione visto che tu conosci la vostra storia.
    Però indipendentemente dalle ragioni che lo hanno spinto ad allontanarti lui ora è lontano.

    SONIA: una bella serata è una bella serata. (sono contenta che tu abbia trascorso una bella serata :D).
    Se sei stata bene sei stata bene.
    Se questa persona in quel momento ti ha colpito ti ha colpito.
    Se ha una ragazza ce l’ha, sino al momento in cui non la molla.
    Se vede un’altra vede un’altra sino al momento in cui la vede.
    Oppure non ce l’ha e non la vede o è solo un’amica, ma non capisco bene cosa vuol dire “so che frequenta un’altra ragazza”, nel senso cosa sai di questa frequentazione.
    A me non colpisce particolarmente, come a Markos, il fatto che lui non ci abbia provato.
    A me cmq non sembra frenato, piuttosto intraprendente invece.
    Ove intraprendente non è un giudizio in negativo o in positivo, ma che abbia creato un incontro in modo intraprendente mi pare, leggendo, che sia così…

  • 5703
    Ada -

    Ciao a tutti.
    Mi scoraggio.
    Non capisco neppure se sono io a volermi girare e rigirare nel dolore. Boh. Che ne so, non riesco ancora ad accettare la cosa… cavolo, ormai è da 11 mesi che ci siamo lasciati.
    L’ho visto l’altro giorno (noi abbiamo tantissimi amici in comune, dopo 9 anni insieme è normale), lui è nella nostra città in ferie. Si è arrabbiato perchè non l’ho salutato e ho fatto finta di non vederlo, senza mai guardarlo in faccia (ci siamo ritrovati seduti allo stesso tavolo in un locale!). Ad un certo punto della serata è venuto verso di me, serissimo, dicendomi “Ehi, comunque ciao!”… mi sono sentita aggredita… gli ho risposto “ciao” con un filo di voce. Durante i giorni successivi ho pianto tantissimo.
    Per lui è assurdo che io non lo saluti neppure, dopo tutto quello che c’è stato…. ed è assurdo infatti! So che il mio è un atteggiamento infantile, solo che io proprio non ci riesco, mi irrigidisco appena vedo che c’è lui, ci sto male. Mi manca.

    Per lui è normale, lui ha la sua vita, tra di noi è finita da un bel po’, per me prova affetto. Fine. Lo capisco.
    Per me non è così. Io mi faccio ancora pianti pazzeschi. Io ancora lo penso, scrivo di lui. Io ancora non riesco ad accettare le cose.

    E adesso è arrivata la sua nuova ragazza per fare le ferie con lui. Lei…. che dormirà a casa dei genitori di lui….
    E io tremo al pensiero che inevitabilmente li incontrerò in questi giorni (per dirvi: due sere fa, loro erano con uno dei miei + cari amici e io con il fratello di questo amico… e non ci siamo incrociati solo grazie all’intelligenza di questi!).
    Ho letto tante volte di molte di voi…. di chi ha l’ex che vive vicino con la nuova fiamma/fidanzata…. mamma mia, ma se questa sera li incontro a me viene una crisi isterica…..

  • 5704
    markos -

    LUNA hai centrato il punto…proprio tirato una freccetta e centrato il bersaglio.
    lo so tutti questi ragionamenti vaneggiamenti supposizioni costruzioni sono mie…solo mie perchè purtroppo non sono nella sua mente nè nella sua vita e non so nulla di ciò che lui sta provando: come dice laura pausini chissà se stai ancora pensando a me.
    le sue fasi: ti amo da morire
    mi è crollato il mondo addosso
    non mi separerei mai da te
    voglio stare solo
    non te ne andare
    sono malato
    non so nulla per il futuro non spero nulla
    vai avanti ti ho amato e ti amerò per sempre ma non soffrire per me
    non so non sento non spero
    non insistere
    stai lontano mi fai stare male voglio stare bene
    non stiamo più insieme
    al momento è così (tra lacrime e pianti)
    sono tutte queste fasi a cui io non ho preso partecipazione che mi hannos convolto, ha fatto tutto lui, decide quanto posso soffrire o no, si ostina scappa è depresso riesce..boh!
    io vivo LUna con difficoltà ricadendo spesso nel pianto nei ricordi e nella disperazione nell’ansia e nel dolore ma cerco ogni giorno di fare qualcosa che mi aiuti ad andare avanti nella speranza un giorno di risorgere a prescindere da lui.
    in una relazione normale vi avrei detto si stancò di me e del tipo “bambino bisognoso che sono” ma in questo caso la sua patologia “servile ammiratore” si è incastrata con la mia e quindi abbiamo costruito una relazione deviante e altalenante che ho condotto io con i misi sbalzi e che ora conduce lui con i suoi silenzi, forse un giorno guariremo e ci metteremo in pari…nel mentre cerco di crescere e di fidarmi di me.
    ma che posso fare se ci penso? era la prima storia seria ed è finita con un incognita: come se io fossi giusto ma lui no, non può si deve trattenere e calare la testa!
    prego e spero…chissà cosa succederà.

  • 5705
    Lilly -

    “Ti diciamo VIVI, vivi come se lui non tornasse, se in effetti non sta tornando, e se pur sapendo che tu ci sei non si fa sentire, abituati all’idea che lui non tornerà. Se tornerà ci avrai guadagnato in indipendenza emotiva, comunque avrai continuato a vivere, e avrai cominciato a risanarti dal malessere che senti.”

    Markos, al dolore si può sopravvivere. Si deve sopravvivere per noi stessi. Perchè è la nostra vita nel piatto e non possiamo dire “cameriere, il cibo fa schifo, butta tutto nel bidone della spazzatura. Porami qualcos’altro”.
    Non c’è un altro piatto nel menù….Ne abbiamo solo una di una di vita e se le facciamo fare i volteggi che un pizzaiolo acrobata fa con un pezzo di pasta che poi si spiaccica miseramente a terra che famo?????
    L’indipendenza emotiva è la cosa più bella che ci sia, secondo me. E sai perchè?
    Perchè ti consente di costruire un rapporto (un rapporto di qualsiasi genere) in termini di parità, senza un padre severo e un figlio insicuro, un padrone e un servo, un tiranno ed un tiranneggiato, un carnefice ed una vittima.
    Tu ed un altro sullo stesso livello, con gli stessi diritti, la stessa capacità di trasformare la dialettica in un dialogo.
    Mi chiedi:”amare è lasciar liberi di andare?
    amare è rispettare accettare aspettare e vedere al di là di tutto?”.
    Come dice Luna la risposta l’ho già data……
    E aggiungo che amare è, prima di tutto, volere bene a sè stessi in modo che il dolore, il rancore, lo scazzo, la mostalgia, l’ira, lo sconforto (e chi più ne ha ne metta….) non ci si rovescino addosso.
    Il resto è una conseguenza. A volte è un prendere atto di una situazione su cui non puoi intervenuire in un benemerito cippo di modo…..

  • 5706
    Lilly -

    Non si tratta di “lasciar liberi di andare”.
    Lui se ne può andare senza che nessuno glielo possa impedire.
    Per ora l’ha fatto…..
    Sta a te prendere atto questa “andata” in modo più o meno “cattivo” nei tuoi confronti.
    E (occhio), non è menefreghismo, non è superficialità….io non credo (più) che la capacità di amare, l’intensità di ciò che si ha provato per qualcuno sia direttamente proporzionale al dolore che si prova, allo struggersi, all’impedire all’altro di andarsene o (se se ne va) all’impedire che il suo dolorosissimo ricordo riempia le nostre giornate 48 ore su 24.
    Urca!Se n’è andato. Per ora è così. Poi si vedrà. Nel frattempo chi è rimasto???? Toh! Sono rimasto io…..e allora che faccio? Mi prendo cura di me.
    Se poi torna mi troverà in forma smagliante e cominceremo un discorso NUOVO! Se non torna sarò comunque in forma smagliante ben conscio che sulla Terra c’è addirittura un problema di sovraffollamento….evidentemente lui non è l’unico!
    Markos….i miei sono semplici pareri che la mia esperienza personale mi porta a scrivere qui.
    Poi ognuno è liberissimo di comportarsi come ritiene opportuno. Ovvio!
    Nessuno ti dirà mai che sei un cretino perchè hai fatto questo anzichè quello. Non sia mai!!! A presto!
    Ciao Mary! Passati un bel weekend alla facciazza sua!
    Ciao Luna, ciao Lulu, ciao a tutti! Passatevi un bellissimo fine settimana.

  • 5707
    Naty -

    LULU, sono contenta di vederti molto meglio!

    Ciao a LUNA LILLY e tutti

  • 5708
    LUNA -

    ADA: non è infantile, si chiama difendersi.
    Non è che tu non lo saluti facendo il muso tipo “mi stai sulle palle – te la voglio far pagare”, tu abbassi gli occhi perché alzarli su di lui ti fa stare male. E quindi istintivamente ti difendi.
    E ne hai il diritto. Lui può anche restarci male, ma rimane il fatto che mi pare abbastanza ovvio che non può pretendere che tu sia quello che non sei perché ha deciso come dovresti salutarlo.
    Magari tra un po’ lo saluterai guardandolo in faccia, sorridendo, ma mi pare evidente che ora dovrebbe rispettare i tuoi tempi.
    Non mi pare che tu gli stia facendo un ricatto morale salutandolo come lo saluti, ma che tu stia facendo quello che senti.
    Ti riconosci parte debole e quindi ti proteggi, come puoi.
    Al contempo, cara Ada, sì, può darsi che tu stia un po’ girando, come una fettina da appannare, in questo dolore, ma non crogiolandoti, rigirandoti.
    E al di là della sofferenza che sicuramente provi io ho l’impressione (sarà stracampata in aria, sarà una cazzata micidiale,eh!) che uno dei motivi per cui questo dolore ti pesa di più sia anche che continui a vederti come colei che è stata lasciata mentre lui si è rifatto una vita, colei che può incontrarlo per strada con lei e stare male…
    ora, tu mi dirai, questi sono i fatti: sono stata lasciata mentre lui si è rifatto una vita, e se lo incontro con lei io sto male.
    Sì… ma pensare continuamente a degli scenari in cui loro corrono felici con i capelli al vento sulla spiaggia tipo in un film anni Settanta e giocano a bocce con gli amici comuni, mentre riservi a te un’immagine da sceneggiatura da film gotico in bianco e nero, tipo Ada-l’abbandonata che deve camminare rasente il muro per non incrociarli non credo ti faccia tutto questo gran bene.

    Markos: è naturale che soffri, e quando esci dal pingpong dei pensieri dovuti anche all’ansia e ti calmi un po’ scrivi anche in modo diverso… nel senso che comunque ci sei, c’è la tua sofferenza per questa prima storia importante che

  • 5709
    LUNA -

    che ora sta andando (non andando) così ti provoca, ci sono anche i tuoi ragionamenti su voi due, c’è, voglio dire, il naturale lato emotivo (cosa posso farci se? niente, il lato emotivo fa la sua strada, anche in sfogo e rielaborazione, ed è naturale che sia così, anzi meno male), eccome, ma c’è più Markos, Markos con le sue risorse… Markos che sta vivendo.
    un Markos non meno appassionato, forse neppure meno sofferente, ma meno dipendente, più lucido nelle sue risorse (che non vuol dire più razionale, ma anche più al volante della propria intelligenza emotiva). un Markos che guarda anche il suo lato bambino bisognoso e gli incastri della dinamica della storia, ma in modo costruttivo…

    Non so se mi sono spiegata. Comunque, ecco, era una cosa bella, anche se non si capisce :O 😉 😛

    LILLY: @L’indipendenza emotiva ti consente di costruire un rapporto (un rapporto di qualsiasi genere) in termini di parità, senza un padre severo e un figlio insicuro, un padrone e un servo, un tiranno ed un tiranneggiato, un carnefice ed una vittima.
    Tu ed un altro sullo stesso livello, con gli stessi diritti, la stessa capacità di trasformare la dialettica in un dialogo.

    :DDDDDDDD BACISSIMI, BUON UIKEND A TE E A TUTTI BACIONIIIIIIIIIIIIIIIII

  • 5710
    sara -

    Luna, pulce, Lilli e Sonia: scusate se le vedo solo ora le vostre risposte. mi è accaduta una cosa starna (o no?): rimozione. No, calma, magari avessi dimenticato e cominciato a stare meglio. La cosa assurda (o no?) è che quell’opera instancabile di rielaborazione (quella in cui si avvicendano chiavi di lettura continue e presunte illuminazioni) che ho fatto per la mia storia finita ho comimciato a farla per me, su di me.. E non ne esco. Per un attimo pensavo di stare meglio, starne uscendo, poi hanno prevalso stanchezza e confusione, così vivo apparentemente in apatia ma dentro di me c’è un dialogo costante: chi sono? che ho fatto finora? mi riconoscerò guardandomi allo specchio? cosa mi motiva a stare bene se nemmeno so chi sono? Sarò di nuovo capace di “sentire” le cose, sentirmi vicina agli altri, distrarmi, pensare al quotidiano, o resterò prigioniera di questa torre d’avorio in cui il mondo mi scorre di fianco e io lo guardo con stanchezza? Passerà questa fatica? Depressione: questa è la parola. Ed è una parola che mi fa paura. PErché, santo dio, io adesso lui non lo vorrei più. Ma continuo a stare male, confusa, persa, senza punti di riferimento. Perché? Perché se ho preso un calcio in faccia è me che metto in discussione, e non chi me lo ha dato? Razionalmente fila, emotivamente… meno. Anche io ho iniziato una terapia, non potevo farne a meno, ma non passa la paura di non uscire da questa crisi di identità e di motivazione. PAsserà? E’ capitato a qualcuno di voi finire così avviluppato nei propri pensieri a fare continui bilanci, dimenticando la casua originaria dle dolore ma non il dolore? A me pare assurdo. Ma ci sono dentro, in pieno. Domani andrò in vacanza con un’amica (a proposito di forzarsi e farsi violenza..)- Quindi vi leggerò al mio ritorno. Ma grazie delle vostre risposte. Sono di due settimane fa e mi sembra già che sia passato tantissimo… Finirà questa tempesta emozionale che mi fa andare il cervello a mille e rende le giornate così lunghe?

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