La fine improvvisa di un amore
di
Loredana
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sapete cosa è uscito dalla seduta con la psicologa?
che io carico di responsabilità gli altri che mis tanno intorno. io penso che nella quotidianità di un rapporto ci si scambia gioie dolori ansie paure speranza scherzi risate amore baci urla, comunicare condividere a volte fondersi(anche se sbagliato). la mia responsabilità che ho fatto ricadere su di lui non si sentiva nel corso della relazione perchè è stato inconsapevole automatico e forse normale..ma nel momento in cui lui ha detto: ok voglio anche io la puasa che chiedi. lì ho sentito tutta la forza che mi dava lui in un secondo era crollata, e che avevo creato una dipendenza senza accorgermene.
PERCHé?
la psicolaga dice che io non riesco ad avere un rapporto con me stesso, che ho tanto dentro di me che ho una grande personalità ma siccome ho paura della solitudine per avere rapporto con me cerco altri canali, e con lui avevo trovato il canale preferenziale per parlare con me. insomma sembra così che sono un narciso egoista che guarda solo a sè. ok ci sta ma io davo anche tanto e per la prima volta amore questo nessuno l’ha detto, l’ho anche io reso felice e fatto stare bene amato e coccolato, poi ci sono alti e bassi momenti no e si ma SI LOTTA per amore e io ho lottato anche per superare i miei limiti lui no. ora però a quanto pare mi rendo conto che amavo lui perchè volevo amare me stesso e che di lui mi manca solo la compagnia perchè tutto il resto a quanto pare potrei farlo da solo.
quindi?
1 ricostruire me stesso,
essere sicuro non grazie agli altri ma grazie a me
2 non scaricare la mia insicurezza e paura della solitudine sugli altri che poi scappano
3 trovare eprsone alla pari con cui condividere amare e scambiare.
p.s. nel caso di specie lui non è scappato perchè incastrato, non è così intelligente, rimane un mistero sempre fuso tra: ricatti familiari passato strano, voglia di instabilità, rapporti brevi, fuochi di paglia,voglia di sesso forse con altri, depressione e disperazione.
CONTINUA..
rimane il fatto che io l’ho amato non per soldi sesso o convenienza ma perchè era ciò che volevo e desideravo in quel momento che ora crescendo maturando e riscoprendo me stesso capisco che non dovrebbbe essere più ciò che voglio…è un percorso dal quale voglio uscirne nuovo e pronto a nuove vere esperienze, chissà se tornerà mai lui e vedrà come sarò diventato.
baci a tutti
Ciao Markos. Premetto che mai e poi mai contesterei le parole di un/una professionista…..però (leggendo quanto scrivi) mi sembra che lui sia scappato non tanto perchè gravato da troppe responsabilità che gli avresti scaricato addosso ma per un puro attacco di vigliaccheria.
Credo al dialogo tra le persone civili.
Credo che se Tizio ha un problema che ritiene generato da Caio nulla impedisce a Tizio di dirlo.
Anche senza tanti convenevoli “scusa caro, grazie caro” …..anche in modo brusco “Ehi cocco, stai esagerando! O cambi musica o mi costringi a portar via le palle per questo quello e quel problema!!!!” !
Però si dovrebbe parlare. Dire chiaro e tondo quali sono “questo, quello, quel problema” per consentire all’altro di cambiare atteggiamento, spiegare i suoi perchè, sapere che le cose rischiano di precipitare.
Se io mi presento a casa tua tutti i giorni e tu mi accogli con un sorriso e mi offri il caffè cosa cavolo ne so che appena giro l’angolo mi tiri quattrocento accidenti perchè ti ho rotto e sono invadente?
Certo!!!! Posso immaginarlo! Ma allora il dialogo cos’è? A che serve?
Non voglio cadere nella banalità del “chi scappa ha torto”.
Magari ha centomila ragioni.
Ma le vanifica tutte nel momento in cui risolve il problema scappando anzichè affrontandolo di petto per poi andarsene via con calma e con piena ragione.
Anche io mi ero fatta una scaletta delle “cose da fare” per riprendere il possesso della mia esistenza.
Non l’ho mai seguita.
C’è un istinto naturale che ti porta a riemergere anche se non segui passo a passo la scaletta.
C’è un qualcosa che ti porta a trovare la riva anche se anzichè dire 1-2-3-4-5-6 etc dici 2-8-9-6-4-1.
Dici: “Ricostruire te stesso”!
Io direi “riprendere atto di te stesso”.
Tu sai come sei. Lo sai dentro di te.
Poi c’è un’immagine che ti si è creata intorno ma che è sfalsata dagli eventi che ti sono capitati o che hai provocato.
Quando capitano troppe cose si annebbia tutto. E rischi di vederti
non per come sei ma per l’immagine che mandi non solo all’esterno ma anche all’interno di te.
Ti è mai capitato di dire “io non sono così….” in tua difesa quando qualcuno ti attacca e muove delle accuse?
O di pensare che non avresti mai potuto pensare che avresti potuto arrivare al punto di agire così o subire così?
A me capita ogni volta in cui devo fronteggiare le conseguenze di una situazione che è nata nel periodo in cui avevo perso la bussola e agivo diversamente da come svrei agito in condizioni di normalità.
Mesi fa sono finita a terra, massacrata, calpestata, priva di ogni forza, di ogni voglia, di ogni energia. Ed è stato ancora più massacrante il rialzarmi ed il ripartire.
L’assurdo è che in quelle condizioni ci sono finite non per lo scarso amore per me ma perchè mi stimavo così tanto da avere la pretesa poter provvedere a tutti. A me, a quell’altro etc.
Non era così! Così mi sono ripresa possesso di me, mi sono ridimensionata, mi sono parlata ma sopratutto ascoltata.
Non avevo più un dialogo con me non perchè mi serviva la bocca di un altro per parlarmi ma perchè pensavo di non aver bisogno di parlarmi, di aver raggiunto un intesa così intensa con me da capirmi con uno sguardo.
Non so se per te è la stessa cosa.
Però credo tantissimo nella spontaneità degli atteggiamenti e credo che da questi emergano centomile cose.
Scrivere parlando di sè, raccontandosi e raccontando, confrontarsi, chiedere, rispondere credo sia sintomatico del fatto che ci si ami, si voglia uscire da una situazione che provoca dolore e disagio, si sia instaurato o reinstaurato un dialogo con sè stessi e si smanetti in tutti i modi per ricavalcre l’onda.
Con tutte le ansie, le cadute, le impennate, le tragedie, le esaltazioni che il riprendere il pieno possesso della propria esistenza comporta.
Bye!
lily ci siamo capiti al volo se tu dici ti amo da morire, sei la mia ragione di vita, sei il mio respiro, vorrei realizzare tutto con te e poi crolli uscendo con la scusa: non sento più nulla, ci sono piccole cose su cui sono passato sopra ma che ora, ma solo ora mi dici ti amo.
ma insomma sei pazzo? io sono stato così con i miei difetti limiti pregi e cose positive dall’inizio, rinforzandomi sempre di più e prendendo tuttò ciò che c’era di bello.
il problema non sono io, perchè dopo che ha detto queste cose cominciò a uscire con le frasi: ho amato solo te ma ti prego vai non voglio che soffri per me devo stare solo, poi sono malato e il resto lo conosci ormai fino a quando non mi ha detto mi fa male averti vicino. il problema è lui è ciò che di strano gli sarà capitato.
perchè un vero e sentito sentimento non crolla in una notte, e se crolla si lotta perchè ci si crede.
è difficile riprendere possesso di me perchè per quanto vorrei avere il coraggio e la forza di ricominciare passo roe a piangere a eltto eprchè mi manca lo status di uomo felice e completo in cui ero. anche se lui non era la persona giusta, anche se mi calava sempre la testa, anche se io lo rifiutavo etc etc comunque stare con quella persona mi faceva stare bene.
e ora? sono caduto in un fosso però riguardo la montagna dalla quale ero caduto e mi dico: risaliamo, e stavolta superiamo il punto dove ero arrivato eprchè non era la cima ma merito ancora di più.
sono convinto che la vita sia un film e sono convinto che dopo aver provato tanta felicità e aver amato in modo così folle e puro anche se contorto posso avere altre mille possibilità da vivere alla luce di quest’esperienza.
ce la voglio fare.
un giorno magari quì tutti scirveremo di come siamo di nuovo felici.
è durissima perchè non voglio dimenticarlo ma lo sto esaltando troppo cmq,non voglio piangere ancora ma tornare a ridere anche se morto dentro e con mille ricordi bellissimi.
spero di farcela.
neanche a me va di intromettermi in una seduta 😉 anche perché il luogo terapeutico è molto privato, personale, e si basa su un tipo di dialogo differente, e soprattutto il percorso non è fatto soltanto dalle due sedute, per dire, a tot cadenza, con un buco di giorni in mezzo, ma anche dalle rielaborazioni/riflessioni/sensazioni tra una seduta e l’altra.
In cui, per esempio – dico in generale – una frase che al momento può averci colpito in un modo – e possiamo averla trovata lontanissima da noi, o possiamo avervi visto un “giudizio” che non c’è – assume per noi via via un altro significato. Qualcosa, intendo dire, si muove.
Ne parlava, mi sembra, anche Lulu tempo fa 🙂
uno psicologo non parla di colpe e non dà etichette come “egoista e narciso”, che non credo Markos abbia sentito pronunciare dalla sua terapeuta.
@la psicolaga dice che io non riesco ad avere un rapporto con me stesso, che ho tanto dentro di me che ho una grande personalità ma siccome ho paura della solitudine per avere rapporto con me cerco altri canali, e con lui avevo trovato il canale preferenziale per parlare con me.
questa frase di per sè non vuol dire nè che uno sia egoista, nè narciso. Questa frase è centrata su Markos, ma non nel senso di togliere responsabilità all’altra persona, che vada o resti, che comprenda o non comprenda, o di dare colpe a lui, Markos, ma del percorso che Markos fa, personale, nel momento in cui va da uno psicologo. Per stare meglio LUI.
che è quello, mi pare, che stai cercando, caro Markos.
In tuo discorso cara Lilly ovviamente non ha nulla di sbagliato, non lo sto discutendo assolutamente. Quello che voglio dire è che se la persona con cui Markos ha avuto una relazione andasse da un terapeuta (se ne sentisse la voglia, lo stimolo, il bisogno) potrebbe parlare dei suoi perché.
Markos: scommetto che una tua paura è anche di non provare più tutte quelle emozioni che nel bene o nel male provavi con lui e che hanno reso la vostra storia unica e meravigliosa…..
Dico così perchè (mi accorgo di avere tanti punti in comune con te) questa è stata una mia paura finchè non mi sono resa conto che il provare un’emozione non dipende solo dall’altro ma anche (e tanto…) da come noi siamo in grado sia di provocarla che di percepirla.
E che quindi perdendo lui non avrei comunque perso il mio potenziale emozionale.
Certo! Loro sono stati unici, importantissimi, hanno sconvolto la nostra vita, hanno dato tanto e portato via altrettanto….ma se ne sono andati (per sempre nel mio caso….. per adesso nel tuo). Già se ne sono andati ma non si sono portati via nè noi nè le nostre potenzialità.
Certo che ce la farai Markos. Perchè non sei morto dentro.
Sei solo ferito, incazzato, spaventato, intimidito ma con tanta tanta voglia di risalire la montagna per vedere se dietro ne vedi spuntare una ancora più alta!
Tutte (o quasi) le persone che scrivono qui stanno salendo o stanno pensando comunque di farlo o sperano di avere la forza per farlo, prima o poi.
Io sto capendo che non c’è tutta questa fretta di arrivare in cima.
Che mentre si sale si può decidere anche di fermarsi per un pò, di guardare il paesaggio, rincorrere le farfalle, crogiolarsi al sole, giocare con l’eco, riposarsi, mangiare, bere e dormire per poi arrivare alla cima con le idee più chiare, il cuore sgombro da paure, rabbia, depressione e la panza piena di buoni propositi.
Pigliatela con calma e vedrai che il fosso in cui sei caduto ti sembrerà, pian piano, meno profondo di quanto avevi creduto all’inizio.
Un bacione.
Ciao ciao a tutti.
Ps.Come va????
Delle sue motivazioni, delle sue interpretazioni, dei suoi bisogni, delle sue scelte, del perché se ne va, del perché resta, del perché dice e non dice. Di cosa lui ha cercato in Markos.
Ma quando Markos va dalla sua psicologa ci porta se stesso.
Se stesso per stare meglio, bene, per ritrovare i SUOI strumenti.
Markos, non so se mi sono spiegata bene, forse no.
Quello che de panza posso dirti è che proprio perché leggo il tuo stato di confusione e sofferenza, come la tua voglia di uscirne, e proprio perché tu stesso, più volte, hai detto quanto questa persona non ti sia indispensabile quanto tale, ma comunque, in alcuni momenti, “indispensabile” per il tuo concetto di felicità, anche per il modo in cui c’è stata la vostra separazione, che ti ha lasciato, ovviamente, sgomento, e proprio perché, ovviamente, quello che hai dentro adesso sarà un po’ tutto e il contrario di tutto, io credo che tu, visto che hai sentito di fare questa scelta, andare dalla psicologa possa aiutarti a dipanare questa matassa anche di emozioni.
Che andandosene così, indipendentemente da che parte possano stare le ragioni e i torti, lui ti abbia scombussolato (parola impropria, che non rende, lo so…) e portato a sentire/pensare milioni di cose, anche a ridiscuterle dentro di te, è chiaro. Non potrebbe che essere così.
D’altra parte così è. Lo ha fatto e tu ora stai male.
E se da un lato è vero che il dolore non può che fare il suo corso, qualcuno che, dal di fuori, possa aiutarti a dipanare la matassa, secondo me (è solo la mia opinione, ovviamente) può alleggerirti dei carichi che porti ogni volta che ti fai dei botta e risposta mentali, o tu stessi ti accorgi di oscillare tra risposte opposte che ti tolgono tante energie.
Il centro della cosa mi pare il tuo stare bene, intanto.
Vedere chiaro va in proporzione,secondo me.
Baci.
Luna di certo la psicolaga mi sta aiutando molto, ma non inganniamoci è ovvio che ce la potrei fare da solo, potrei risalire e andare ancora più sopra perchè so che se mi metto di impegno sono un vulcano pieno di emozioni sentimenti e voglia di vivere (elementi che hanno colpito molto il mio lui) ma purtroppo vuoi o non vuoi mi manca come ero prima.
ma la beffa sai qual’è?
che in fondo ho avuto ciò che chiedevo. perchè gli dissi se rimanevamo solo amici. ora tutti mi potrete dire che lo dicevo perchè quindi mi trovavo male e la volevo troncare o che ero immaturo e non capivo io invece vi dirò che glielo chiedevo perchè mi piaceva vederlo lottare per me. è vero spesso lo trattavo con sufficienza in questi momenti, so che ci è stato male, e che soffriva tanto, ma è il mio carattere era la mia invincibile forza che mi portava ad allontanarlo a volte, forza che alla fine veniva da quel rapporto in cui al di là ora delle pause etc c’era tantissimo altro, c’erano i miei slanci improvvisi d’amore nei suoi confronti, la ricerca per renderlo felice, la voglia di vivere tutto insieme a lui, baciarlo amarlo. ovviamente poi è carino tirarsela un poco e giocare su questo, già giocare per alimentare il rapporto che ogni giorno rinasce e si reinventa, per quanto lui possa dire non provo più nulla e ci sono cose che non vanno se aveva veramente quel sentimento dentro di se così forte come diceva lui, si fermava e si diceva: lui è sempre così, viziato?immaturo?strano?altalenante?ok, ma io mi sono innamorato di lui, e lo accetto così o se ne parla.
quindi epr quanto la può dare a bere a tutti con le cavolate che dice io so che c’è qualcosa di fondo di strano. amici genitori famiglia droghe etc, che hanno portato il mio lui ad essere così.
non lo riconosco e non so se fermarmi a chi ho conosciuto io o vedere questa realtà così strana che porta uno come lui così fragile a non mandare manco un sms dopo tutto quello che ho fatto.
troppo strano e non smetterò di dirlo mai.
lily hai perfettamente ragione, la vediamo uguale. ho paura che non mi possa innamorare di nuovo, lo so che succederà con il tempo, ma il primo amore è il primo perchè è quello che ti ha fatto scoprire questo sentimento che non conoscevi, io sempre gli dicevo io non so se ti amo ma se amare vuol dire pensarti voler stare con te avere sogni e speranze con te e starti sempre accanto, ok allora ti amo, forse ho sempre cercato la razionalità in un sentimento che ha solo una base di illogico.
ed è così l’amore è folle, è tutto è guerra è lotta è sofferenza ma anche se soffro e piango (anche ora scrivendo) ringrazio il cielo per tutto ciò, meglio questo che non averlo mai provato.
sto idealizzando troppo lui perchè magari ora come ora l’avrei già lasciato, può darsi perchè non mi dava in fondo tutto ciò che chiedevo, però era la prima volta e l’ho resa unica e tale perchè per me già era per sempre già era futuro era tutto, e forte di questo andavo avanti.
ci ho provato ho visto un altro ragazzo ma niente, per quanto può essere un bisogno anche fisiologico ma non ci riesco, non se se il mio lui frequenta altri ma capace, solos esso e null’altro questo la vita gli ha sempre dato io ero il primo che l’ha amato e si è sentito amato. non riesco a frequentare un altro ma non perchè non voglio nel rispetto suo ma nel rispetto del mio sentimento che lento è maturato dentro di me, il suo era tutto subito e perfetto e forse è svanito così, ma il mio è vivo e vero come tutto in me.
l’onestà e la sincerità pagano?la ruota gira? mah!
eppure tra malattie presunte e tradimenti e famiglie avverse sento che in fondo era sincero nei miei confronti e uno come lui così “servizievole” non mi avrebbe mai voluto fare ciò con cosìtanta ostinazione non è un vedere B dietro A ma la realtà, lui non è questo, chissà perchè l’ha fatto, perchè escludermi tagliare tutto in poco tempo e sparire….mistero.
anche se tornasse non sarebbe bello come i miei sogni. la soluzione è andare avanti ma è dur