Salta i links e vai al contenuto

La fine improvvisa di un amore

di Loredana
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Loredana.

14.073 commenti

Pagine: 1 535 536 537 538 539 1.408

  • 5361
    Lilly -

    Ciao Naty. Ho dimenticato di chiederti…..vero che un pò di ironia, due sorrisi, fanno stare un pò meglio? Fanno quasi venir voglia di alzarsi dal letto (reale o metaforico che sia) e mettere il becco fuori per vedere se il mondo è sempre un grande vespasiano super frequentato o c’è ancora qualche essere umano, come te (e come noi, mi azzardo a dirlo…..) che non è stato trasformato dai Visitors in una figura mitologica mezzo uomo (o donna) e mezzo rifiuto organico?

    Ps. dove la metà umana è l’aspetto esteriore e la metà rifiuto organico è l’aspetto interiore!!!!!

    Maia: non conosco la tua storia con lui ma dalla descrizione che hai fatto della tua ex cognata posso solo dirti che per essere all’altezza di certa gente non bisogna essere delle Wonder woman. Anzi…..basta essere alte circa 35-40 cm. ossia la distanza che separa il pavimento dal cerchione de water che queste persone sono.
    Ho giustappunto davanti un water e vedo che è il più maestoso tra tutti i sanitari. Fiero, slanciato, con un non so che di eroico.
    Ed è vero!
    E’ eroico il suo essere lì pronto a ricevere, tutti i giorni (o quasi) un cumulo di m….che può essere anche notevole.
    Certa gente, probabilmente, porta negli occhi la fierezza della consapevolezza del poter portare dentro di sè un quantitativo enorme di mer…..senza esserne soffocata…..
    perchè per loro è un elemento naturale.
    Un pesce crepa se finisce in acqua? Certo che no!!!
    Ops….è quasi l’ora di cena. Scusate il tenore gastrointestinale del mio post ma quando ce vò ce vò…azz.

    Ciao ciao. Un bacione!!!

  • 5362
    LUNA -

    MAIA: capisco il tuo stato d’animo, e perché ti sei sentita di sostenere quello sguardo, perché era importante per te.
    Ma ora non tormentarti pensando a quello che ha pensato lei, e con questa faccenda della vittoria, che davvero, sai, non ha senso.
    Riflettiamo un attimo insieme, se vuoi.
    Non perché tu non possa essere incazzata nera nei confronti di questa qua, che non ti piace, e a quanto racconti ne hai ben donde, ma perché tu stai implodendo in un concetto di “vincente/perdente” che fa male a te.
    Prima di tutto non lo sai cosa le è passato per la testa, mentre ti guardava. Davvero non lo sai. Puoi leggerle nel pensiero?
    Lei può leggere nel tuo? NO.
    Lei può pensare anche una caterva di cazz.te e scegliere di pensarle lo stesso, anche che tu sei bionda mentre sei mora, o viceversa (magari sei rossa, ma è uguale 😉 qualsiasi sguardo tu abbia. Su questo non hai controllo.
    Terribile? No, fantastico, perché ti libera dalla necessità di stressarti per farle cambiare idea.
    Le sue idee sono un problema suo. Può aver pensato a qualsiasi cosa. Se hai letto uno sguardo di sfida nei suoi occhi probabilmente ci sarà anche stato…
    ma, sinceramente… che tristezza. Che tristezza per lei aver bisogno di lanciare sguardi di sfida alle ex di suo fratello, se così è, e mettersi in competizione giudicando se sono alla sua altezza oppure no e facendo funesti pronostici, e essere contenta se ci azzecca…
    Lo dici tu che nessuna delle ex del fratello secondo lei erano all’altezza… ma, dico, sarà mica un problema suo questo?

    e poi… all’altezza di qualcuno… che frase del cacch… ma che vuol dire? è una frase assurda di per sè.
    non obiettiva non solo nei confronti delle ragazze che lui ha avuto, ma anche nei confronti di lui.
    Ma in generale è una frase che non ha senso. Le persone non sono più o meno all’altezza delle altre.
    Tu hai avuto la sensazione di poter essere “scoperta” perché ti senti scoperta, ti senti ancora “quella lasciata”, cose così, e quindi in posizione di debolezza.
    Ma in realtà questa lotta tra le leonesse non esiste.
    Non esiste questa sfida aperta.
    Esiste se tu l’accetti. Altrimenti lei può fare tutti gli sguardi del mondo, ma poi,frustrata, fingere che stava cercando un detersivo, perchè sta guardando nel vuoto, perché la sfida è caduta nel vuoto.
    Come quando saluti qualcuno dall’altra parte della strada, alzando il braccio, e ti accorgi che quello non ti ha proprio visto… e allora fai ehm ehm, e abbassi il braccio, o fingi che ti stavi grattando la testa 😉 o ti fai una risata.
    Se tu ti rendi conto che, per te, non ti interessa questa sfida automaticamente la battaglia delle leonesse non esiste.
    E allora non diventa più un problema abbassare gli occhi, e quindi pensare di aver perso, o sostenere lo sguardo, per dimostrare di non aver perso, ma dirti che tu sai che lei ha vinto…
    perché il concetto vincente/perdente non esiste più.

  • 5363
    LUNA -

    Quando riuscirai ad uscire da questa percezione di te “perdente” rispetto a questa storia, rispetto ai pronostici di caia e alle idee di tizia, se anche incontrerai la famosa cognata quando lei ti guarderà negli occhi forse tu sarai impegnata magari a pensare alla scelta della marca dei surgelati. E il fatto che lei possa pensare che tu sia così, colì o colà, non ti interesserà più.
    Facile a dirsi, dirai…
    Ma il fatto è che, al di là del dolore che senti per la fine della storia, molto del tuo stare male, e sentirti chiusa tra quattro pareti, sta proprio nel continuare a dirti che sei “maia quella lasciata da”, “maia quella perdente secondo x”, “maia che non è riuscita a dimostrare alla cognata o buh che non avevano ragione”. E’ anche lo stesso concetto di rivincita (perché la rivincita presuppone restare ancorata al concetto di aver perso rispetto a qualcuno o qualcosa) che ti tiene ancorata, e che non ti fa sentire nello spazio più grande, dove sei Maia che vive, Maia che è, e basta, non Maia rispetto a lui e al corollario di persone che centrano con lui.
    Riesco a spiegarmi?
    Lo ripeto, so che non è facile, ma un conto, ripeto, è che stai male per la storia finita, un conto è questo carico che ti tieni addosso con il concetto perdente/vincente, e il dover dimostrare di non essere più perdente.
    Non devi dimostrare niente a nessuno. Nè al tuo ex, nè ai suoi parenti.
    Vuoi stare meglio tu, sentirti più serena tu, ed è un’altra cosa.
    Frasi come “loro hanno vinto” “io ho perso” non solo non ti aiutano a stare meglio, ma ti mettono psicologicamente anche in una condizione di inferiorità nella quale in realtà non sei assolutamente.

    Sei in condizione di fragilità, che percepisci, perché, dopo la fine di una storia, stai recuperando delle parti di te e la convalescenza ha i suoi tempi. Ma puoi recuperarti prima se invece di preoccuparti di cosa pensano gli altri di cosa è successo, o su chi sei o cosa provi, ti concentri invece su di te, in modo costruttivo.
    Quella storia è finita, Maia.
    Fa male, lo so.
    Ma, come diceva qualcuno, credo Raganella, mesi fa:
    costruisciti la tua città.
    Cioè uno spazio dove incominiciare, sempre più, a lasciar vivere maia per chi è al di là di questa storia finita.
    Non significa negare il dolore, o il senso di frustrazione, ma coltivare quel mondo più esteso che senti di desiderare.
    Anche per poco tempo al giorno, coltiva quel mondo in cui lui non c’è, non c’è più e in cui le persone che facevano da corollario a quella storia sono solo persone, tra tante persone al mondo, che ora non centrano più con il tuo presente.
    Mentre nel tuo presente ci possono essere nuove persone, anche da conoscere (intendo dire anche amiche), situazioni nuove, sensazioni nuove.
    Coltiva il mondo esteso come una piantina, annaffiandola ogni giorno, e al contempo cerca di togliere, almeno un po’ al giorno, l’acqua e il nutrimento ai pensieri erbaccia.
    Sperando che non accada, la prossima volta che incontri la cognata prova a non accettare la sfida, a distogliere lo sguardo, se ne hai voglia, ma non sentendo di abbandonare il campo, ma dicendoti che quello che pensa lei è un problema suo, non tuo. Perché tu sei maia che sta facendo la spesa, e sta vivendo la sua vita. E la tua vita, come va o non va, non è affar suo. Neanche come ti senti.

    Bacioni 🙂

  • 5364
    Naty -

    LILLY, ridere fa bene, sì! 🙂

    Un saluto a tutti!

  • 5365
    Iris -

    ciao a tt
    è da un pò che nn scrivo nn perchè nn abbia niente da dire ma per mancanza di tempo
    Questa settimana è stata faticosa in ogni senso,e per finirla in bellezza sono appena rientrata da un matrimonio, che tristezza, quanta amarezza e quanta delusione per quello che anch’io avrei voluto, ciliegina sulla torta un mio amico mi dice di essersi fidanzato e nn vede l’ora di presentarmela, che bello conoscere i fidanzati degli altri che bello andare ai matrimoni degli altri che bello accompagnare la tua amica per le spese del suo futuro bambino che bello sapere che tutto lo devo vivere in terza anzi no in quarta o quinta persona.
    La novità è che sto frequentando una comunità di preghiera e pensare che sono o ero atea ancora nn lo so, ma nei momenti di carestia qualsiasi cosa sembra buona, infatti mi sto pure leggendo la bibbia chi l’avrebbe mai detto… penso che il mio cambiamento spirituale sia solo una forma di difesa dove nella società in cui vivo i miei amici sono o già genitori o si sono sposati o si devono sposare o sono fidanzati, e quindi ho bisogno di sperare che qualcosa prima o poi cambierà, che nn pioverà solo dove ci sono io e fer farlo devo credere in qualcosa, a qualcosa in questo caso di soprannaturale, che possa placare la mia sete, la mia fame di sapere di vedere e di capire quando ormai nn c’è più niente che devo sapere non c’è più niente che devo vedere e nn c’è più niente che devo capire ma bisogna sono mettere una piccola parola dentro il mio cervello (che ultimamente fa i capricci) che è: FINE, per riuscire a vivere ben ancorata nel presente, e vivere alla giornata senza proiettarmi ne nel passato(di come era) ne nel futuro (di come sarebbe stato)
    Nonostante tutti i buoni propositi che mi ripeto in continuazione la paura di ricominciare e più forte di quella di vivere e questa è la mia misera verità

  • 5366
    Ada -

    Ciao anche a te Lilly e ciao a tutte/i. Non lo so, anche io certe volte mi ripeto che almeno non sono ferma ad aspettare, in balia degli eventi, come un oggetto inanimato. Poi però mi domando appunto se è reale questo mio “muovermi” o se mi prendo per i fondelli da sola. Come posso dire… una parte di me si sforza di uscire anche quando non ne ha voglia, di viaggiare, di fare una telefonata all’amica per una chiacchierata o un giro in centro anche se starebbe volentieri a fissare il muro, di fare sport, di provare a cambiare lavoro ecc… insomma, una parte di me prova a vivere in qualche modo ma un’altra… mamma mia, un’altra parte di me sta solo aspettando che LUI torni. Certe volte, davvero, mi sembra solo di occupare il tempo nell’attesa che, alla fine, si verifichi in maniera naturale una di queste ipotesi:
    a) il suo ritorno;
    b) averlo dimenticato.
    Poi, ho i momenti in cui mi ripeto che non voglio + saperne, che è un bene sia andata così e bla bla bla. Ma in questi giorni ho proprio messo la retromarcia, altro che girare in tondo.
    Io mi sto preparando la strada per il manicomio, altro che ca**i.
    Anche quando esco e magari rido e scherzo (perchè almeno adesso riesco anche a ridere) mi sembra di essere in una situazione surreale, di vivevere la vita di qualcun altro!

    @ Ho letto questa cosa scritta da Iris:
    La novità è che sto frequentando una comunità di preghiera e pensare che sono o ero atea ancora nn lo so, ma nei momenti di carestia qualsiasi cosa sembra buona, infatti mi sto pure leggendo la bibbia chi l’avrebbe mai detto… @

    e mi viene da ridere (risata isterica ndr.)… perchè anche io (che sono sempre stata “agnostica tendente all’ateismo”, per provare a spiegarlo in breve) PREGO! cosa che per me è un’assurdità ma proprio mi sto aggrappando a tutto. A tutto.

    Scusate il discorso sconclusionato ma oggi mi sento una pazza. Come già detto ero giù da qualche giorno… e ieri l’ho visto! L’ho visto per un nanosecondo. Non lo vedevo da quasi 8 mesi (ci siamo lasciati, no, mi ha lasciata, da 9) e non ci sentiamo + da quasi 3 mesi. E ca**o mi manca!
    Lui ha un’altra vita, lui sta con un’altra persona (e probabilmente già dagli ultimi mesi in cui stava ancora con me, e ho dei validi motivi per dirlo), lui ha fatto le sue scelte legittime e sacrosante… e se anche tante volte mi sono detta che è uno str**** (perchè ha avuto decisamente comportamenti tali molte volte, insomma, ci sono stati tradimenti negli anni che ha sempre negato ecc… tante cose), alla fine SO che non lo è, non del tutto. SO che è un essere umano che ha fatto delle cose ma mai con lo scopo di farmi del male, non con il fine ultimo di danneggiarmi. E SO che comunque, negli ultimi tempi, lui in qualche modo ha sofferto nel prendere una decisione, nel chiudere questa storia. Insomma, io, alla fine, non posso neanche odiarlo. Lo sto giustificando? O semplicemente capisco che è una persona, solo una persona, e non può essere perfetto?
    Il punto è un altro, lo so…

  • 5367
    Ada -

    …il punto è che mi ha fatto del male, non importa se volontariamente o no, e io devo allontanarmi da chi mi fa stare male, non devo sperare che torni per farmene ancora… lo so.
    E non ci riesco.
    Io nella sua vita non ci sono più e non ce la faccio.

    Ieri. Io non credo che il problema sia stato semplicemente vederlo. Avete presente quando si va in giro per i locali e si nota un/a conoscente ad un tavolo e magari non si ha voglia di femarsi a salutare per dire due frasi di circostanza, così si tira dritto, facendo finta di non averlo visto? E invece, quando si vede un amico, ci si avvicina, lo si chiama per attirare la sua attenzione se non ci ha visti, perchè ci fa piacere fare quattro chiacchiere, soprattutto se non ci si vede da molto…
    E la persona con cui dormivi? La persona con cui camminavi mano nella mano in quegli stessi posti? La persona con cui ti sei seduta a quello stesso tavolo miliardi di volte, facendo finta di non vedere “gli altri”? Adesso quella persona è diventata “gli altri”, io per quella persona sono diventata “gli altri”.
    Per me è veramente assurdo.

  • 5368
    steffy -

    Ciao a tutti,
    Ada ti capisco benissimo! Leggere ciò che tu scrivi è come passare in rassegna quello che ho io nella testa e nel cuore. La differenza è che tu il tuo ex l’hai rivisto. Io non ho la possibilità di vederlo perchè ci troviamo a circa 700 km di distanza e, sinceramente, non so cosa sia meglio.Non è assolutamente vero il detto “lontano dagli occhi lontano dal cuore”…io il mio cuore l’ho lasciato li dov’era fino a due mesi fa e sapere che probabilmente non avrò più il modo di rivederlo mi fa tanto male. Capisco che forse sarebbe molto peggio incontrarlo e vedere in lui indifferenza nei miei confronti, ma non so, in questo modo mi sento privata delle possibilità di poter in qualche modo far qualcosa. Come te mi rendo conto che forse non è lui che mi manca, perchè una persona che ti fa tanto male non può mancarti, non puoi sentire il bisogno di essere presa in giro, ma ora è difficile. Alterno i momenti di lucidità,che possono durare anche giorni, in cui mi dico che è meglio che sia andata così, che con lui avrei vissuto una vita d’inferno, che non ha avuto rispetto per me, a momenti di disperazione totale, nei quali sento che mi manca nella maniera più assoluta.
    Iris, anche io come te sono stata costretta a partecipare al matrimonio della mia migliore amica, a subire tutti i preparativi, il viaggio di nozze, estetista, parrucchiere…che ansia! Tutte cose alle quali avrei dovuto dedicarmi io tra qualche mese. Ma come si fa ad entrare in un gruppo di preghiera? Io ero credente, ma da un pò di tempo ho seri dubbi sull’esistenza di un Dio che guarda da lassù e premia le persone che meritano.

  • 5369
    LUNA -

    Ada, le sensazioni che provi e descrivi sono tutte naturali, e non sono cugine della pazzia, tra cui sicuramente questa:

    @Adesso quella persona è diventata “gli altri”, io per quella persona sono diventata “gli altri”.
    Per me è veramente assurdo.

    che è molto chiara e chiaramente destabilizzante, perché racchiude in sè molte cose. Penso che sia una delle sensazioni più vivide che si provano alla fine di un amore.
    come diceva ligabue… di siamo scambiati la pelle, le ossa, qualcosa del genere…

    Il punto è che ognuno sa per sè quale sia l’entità interna di quelle sensazioni, e quanto queste parlino di… uno scollamento tra emotività e razionalità. Dove la razionalità, paradossalmente, non è tanto quella per cui ti dici “non è poi così grave” bensì “non ne uscirò mai”, e il lavorio mentale, per dare voce alla panza che brombola di sensazioni. E’ quello che fa sentire “pazzi” alle volte. Pensare, come noti giustamente tu, che la risposta sia tra gli opposti: esserci dentro con tutti e due i piedi, o sentirsi lontani dalla cosa 350 chilometri. Invece si sa che in mezzo ci sono mille e mille sfumature, che portano verso la “guarigione”.

    quando io dico che la fine di una storia, al di là dell’amore finito, è un trauma, non è solo un mal da amore, ma ovviamente ci investe a più livelli emotivi, con varie connessioni interiori, e a volte anche blocchi, penso al fatto che nel momento in cui si rimane fissati nel trauma, qualsiasi sia il trauma, e ci si rende conto che quel trauma limita pesantemente la vita e ci stanca moltissimo cercare di uscirne girando in tondo al suo interno, o avendo la sensazione di stare fermi, e ciò arreca un disagio, può valere la pena di andare a farselo sbloccare, da ci è in grado di centrare i vari… files interni, emotivi, che sono rimasti bloccati.
    E di aiutarci a tirare fuori le NOSTRE risorse per ripartire.
    E a volte basta anche molto meno di quel che si creda. e vale più la pena che girare in tondo o sentirsi bloccati o emotivamente “scollati” da se stessi. Certo, dipende quanto…
    quanto si sta male e quanto si sente di non riuscire ad afferrare realmente le proprie risorse, e di girare in tondo in modo implosivo…

    tornare a ridere e al contempo sentirsi ancora feriti, convalescenti è normale, quando si è in “recupero” e in “trasformazione” come accade in questi casi. Fluire nella vita è sempre un bene, anche se una parte di noi si sta ancora riposando. O sta soffrendo.
    Se ridiamo davvero sono vere entrambe le cose… che siamo più aperti alla vita e che stiamo ancora male.

    Razionalmente ci si può ripetere tante cose, ma la verità è che quelle parole hanno un peso diverso se il loro senso è interno.
    E chi ce la fa, così, come fosse bere un bicchier d’acqua? nessuno. Perché una storia d’amore, importante, per ciascuno di noi rappresenta moltissime cose, non solo la persona che abbiamo incontrato e amato, ma anche una parte di noi stessi, che abbiamo messo in gioco, dato e che adesso sembra vagare senza trovare più un approdo, un senso.
    Riallargare la percezione al fatto che quella storia non era il mondo, non era tutto di noi, non è immediato.

  • 5370
    LUNA -

    La fine di un amore è quello che è (nel senso che è un cambiamento, in casi come il tuo, deciso da un altro, e non possiamo cambiare le decisioni degli altri e il sentire degli altri) e fa sempre male, ma dipende anche cosa rappresenta per noi, e come riusciamo a vivere l’elaborazione di questo “lutto” emotivo.

    La razionalità in tutto questo centra molto poco, perché il centro del problema è emotivo.
    come tu cogli perfettamente, anche se poi la testa, per dare delle risposte al dolore emotivo, bloccato, parla, e spesso urla proprio. Urla cose come:
    senza di lui non potrò vivere.
    non è possibile.

    e ti fa sentire “scollata” da te stessa, che è una delle sensazioni peggiori, perché fanno pensare di andare fuori di capoccia. Mentre non è così.
    Ora, il tempo per rielaborare la fine di un amore ha… i suoi tempi. Quanto mai banale, quanto mai vero.
    E’ emotivo e pure fisiologico.
    Nessuno si sveglia la mattina dopo come nuovo, e tutti, credo, a distanza di tempo hanno ancora delle domande in testa, dei pensieri, delle sensazioni.
    Il punto non sono gli otto mesi, ma come una persona si sente.
    Il problema è che alle volte si richia di andare in fissazione. E la fissazione può costruire dei castelli di pensieri campati in aria. Ma che sembrano avere mura grosse, invalicabili.
    E’ possibile sentirsi bene, sapere di aver fatto moltissimi passi avanti, e poi, di colpo, per un avvenimento esterno o un pensiero, avere una “ricaduta” per cui sembra invece di non averne fatto nessuno, piangere come un vitello per ore e credere, davvero, in quel momento, di aver passato tutti gli otto mesi a piangere come un vitello e assolutamente bloccati, anche se non è vero. Ma è la violenza emotiva di quel momento a dare la sensazione di non aver fatto nessun passo.
    E dopo, passata la tempesta, rendersi conto che, invece, non si sta così male. Che è stato un momento che… fa parte del gioco.
    Perché le nostre sensazioni non sono qualcosa di stazionario, e continuamente ci assestiamo.
    Oppure si può sentirsi bloccati sul serio. Bloccati, e invalidati, in qualche modo, da questo blocco. Fermi là, sofferenti, e insieme sempre più stanchi, angosciati. E allora il problema può essere una risposta “ansiogena” al problema emotivo.
    E’ differente un livello “fisiologico”, sopportabile, naturale in una rielaborazione di questo cambiamento emotivo che ti ha travolto otto mesi fa, da una condizione di fissità nella quale non ci si riconosce, e che si ha la percezione di non riuscire a superare.
    E’ chiaro anche che più facilmente una persona scrive in un forum quando si sfoga per uno stato di malessere (e fa bene se gli giova) che quando sta bene e sta piantando margherite in giardino pensando che è una bella giornata di sole. anche perché nel primo caso sta rielaborando razionalmente dei pensieri emotivi per metterli in parole.

Pagine: 1 535 536 537 538 539 1.408

Lascia un commento

Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.

Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.


▸ Mostra regolamento
I commenti vengono pubblicati alle ore 10, 14, 18 e 22.
Leggi l'informativa sulla privacy. Usa toni moderati e non inserire testi offensivi, futili, di propaganda (religiosa, politica ...) o eccessivamente ripetitivi nel contenuto. Non riportare articoli presi da altri siti e testi di canzoni o poesie. Usa un solo nome e non andare "Fuori Tema", per temi non specifici utilizza la Chat.
Puoi inserire fino a 2 commenti "in attesa di pubblicazione" per lettera.
La modifica di un commento è possibile solo prima della pubblicazione e solo dallo stesso browser (da qualsiasi browser e dispositivo se hai fatto il Login).

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 caratteri disponibili