La fine improvvisa di un amore
di
Loredana
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Andiamo LULU, é adesso che devi mostrarti forte. Accetta e cerca di vivere il dolore serenamente, é andata cosí, la prossima volta andrá meglio.
Ma se devi soffrire per la sua presenza, se non potrai nemmeno piú lavorare perché penserai che lui vive a due passi, bhé, cerca di cambiare lavoro, pensa a te, non pensare a lui.
Ciao Francesco!
Scusa, ma ora non ricordo la tua storia… Non vado indietro a cercarla perché in questi giorni mi fanno un po’ male gli occhi a leggere sul monitor (il mio poi è proprio piccolo…).
LULU, perdio, ma il tuo ex è SCEMO? Ma come si fa, dico io. Scusa eh. ‘sta cosa mi puzza. Eh, ora che cominciavi a stare meglio. Comunque ne riparliamo. Per ora: vestiti strafiga, specie quando vai in ufficio eheheh, continua a dargli di ramazza, gratta, balla, e non ci pensare, a quei due.
Non sto a letto tutto il giorno, tranquilla. Ho un po’ esagerato. 🙂 ho gli orari un po’ sballati, questo sì, ma rimedierò presto.
Sto bene, direi. Mi sento tranquilla. Sto cercando di fare UNA cosa che mi interessa molto. Ma non ne parlo, per ora.
Ciao Lunacchiotta, Steffy ‘ndo stai, Lilly. Ciao tutti!
Ekkime, ieri poi mi sono distratta un attimo, non sono più riuscita a modificare il commento perché mi dava “failed” o quel che è, ed è rimasta una frase volante alla fine.
riparto da dove ero rimasta in sospeso:
@Dimostri che l’equilibrio è una conquista ed il conoscersi un profondo studio di sè posto in relazione a ciò che capita e che va visto sotto tanti punti di vista. Non solo quello che si riteneva il proprio nel momento in cui la circostanza è stata vissuta
E’ molto difficile dare una definizione di equilibrio. E’ una cosa che uno sente dentro di sè, ed è a misura sua. Potremmo forse dire che equilibrio vuol dire essere presenti a se stessi, cioè non sentire un divario tra desideri, sentire, e agire. Presenti a se stessi non vuol dire lucidi come un ottone appena pulito. Vuol dire, secondo me (ma secondo me) ascoltarsi e imparare a capire cosa si sente: paura, frustrazione, gioia, sensazione di benessere o malessere anche rispetto ad una situazione. E accettare di sentire le proprie sensazioni, e non bloccarle subito attraverso il giudizio o il pensiero di dover essere adeguati rispetto ad un modello. Non etichettare le sensazioni, ma accoglierle, e prenderle come tali.
Esempio banale: voglio bene ad una persona, mi piace, la stimo, ma in quel momento noto un’aggressività, anche inconsapevole da parte sua, e in quel momento il mio stomaco mi dice: non stai bene qui.
Non è un giudizio globale su quella persona, non c’è nulla di giusto o sbagliato nel fatto che in quel momento ho quella sensazione. La sensazione è quello che è. Poi posso chiedermi magari perché l’ho provata, cosa rappresenta per me, se è perché mia zia Pinuccia, quando avevo sei anni, mi diceva la stessa cosa, e sono io a non sopportare il fatto che qualcuno, in quel momento, mi parli della situazione delle pensioni in Italia. Ma questo viene dopo. Intanto quello che so è che ho provato disagio. Prima di vestirlo di qualcosa, e di capire se il vestito che gli sto mettendo ha un perché e un per come, devo ascoltarlo. Non so se riesco a spiegarmi. Alle volte siamo incontinenti nelle reazioni, ci appaiono a posteriori inadeguate in difetto o esagerate perché non abbiamo preso la sensazione per quello che era. Non l’abbiamo ascoltata.
Potremmo dire che siamo in equilibrio nel momento in cui le nostre difese si attivano in modo sano di fronte ad un problema o determinate circostanze, e le nostre risorse sono indirizzate verso uno scopo in qualche modo consapevole.
Nel momento in cui ci sentiamo presenti a noi stessi e ci sentiamo in qualche modo protetti da noi stessi. Protetti non nel senso che giriamo con un fucile, ma sentiamo che faremo entrare ciò che vogliamo che entri. e non tutto, a caso.
Ma la verità è che ciascuno sa cos’è per lui l’equilibrio e come riportarsi in asse nel momento in cui si sente fuori asse. Cos’è l’asse? Ciascuno ha il suo e dà a esso un significato personale. ciò che ci fa sentire in asse o ci riporta in asse probabilmente è duttile.
A volte ciò che ci riporta in asse è dormire per tre giorni di fila, a volte andare a fare una maratona, a volte vedere gente, a volte non vedere nessuno. Spesso è accettare di non essere perfetti, di non avere tutte le risposte e anche di essere incoerenti. Uscire dalle etichette su noi stessi. Quelle che crediamo siano il nostro asse. Ma spesso sono giudizi che ci siamo dati, oscillando tra il sentirci migliori o peggiori degli altri, splendidi o tutti sbagliati, corretti o scorretti in senso assoluto, interessanti e divertenti o un paio di palle totale. Invece cosa siamo? chi lo sa. Non lo scopriamo mangiandoci la testa di etichette. Lo scopriamo solo vivendo, cosa siamo, e siamo molto di più di quello che pensiamo. Siamo uguali a tutti gli altri, carne, sangue, eccitazione e scazzo, errori e conquiste, momenti no, momenti sì, momenti piatti, indulgenza e permalosità, accoglienza e rifiuto. e insieme speciali per noi stessi, perché le sensazioni sono nostre. E, dunque, il dolore che senti è il tuo, e la gioia che senti è la tua. Tua è la soddisfazione che provi, tuo il disincanto, tua la paura. Ti ascolti e sai quello che tu stai provando. E scegli di cosa farci di quello che provi. se starci dentro o uscire. Se starci dentro perché senti che è il momento di stare con te o se posticipare l’incontro perché in quel momento la tua priorità è invece consegnare un lavoro, aiutare un amico, guardare una puntata di una telenovela. Tu sai il tuo limite, quanto puoi andare giù all’inferno, farci un giro e tornare su, meglio di prima, quanto, invece, non riesci a sopportare di vederti triste. Quanto ti serve andare fuori con un amico e sfogarti per 5 ore piangendo come un vitello o uscire con un amico e dirgli: parliamo d’altro, vuoi? –
E via così… Riguardo al punto di vista, io credo invece che spesso, chi ha subito molestie morali, debba proprio considerare il proprio punto di vista, invece, le sensazioni che ha lui, prima di entrare in una visione panoramica. Ma le sensazioni vere, base,non le etichette. Per chi ha avuto o ha il problema del sentirsi responsabile anche della comparsa sullo sfondo, e vive questa responsabilità in modo egocentrico (nel senso di: dipende da me, è colpa mia o perché non fanno ciò di cui ho bisogno?) recuperare un diverso sguardo su di sè, e quindi sul circostante, è fondamentale. Propongo visioni panoramiche per mostrare che esistono delle dinamiche, che ci coinvolgono nel NOSTRO punto di vista. Forse sono io che mi sono espressa male.
Comunque sia, Lilly, fermo restando che sempre devi fare quello che senti, io ti direi questo:
accetta anche il fatto di essere fraintesa. Che ti frega? Dopo che sei fraintesa casca il mondo? no. La comunicazione può essere inquinata da mille fattori, si può aggiustare il tiro, o puoi trovare qualcuno che, pur non fraintendendo, semplicemente la vede come vuole. Se non parli perché vuoi centrare meglio un concetto, dentro di te, perché non esca senza testa o senza gambe, per te, è un conto. Ma riguardo il fatto di non essere fraintesa non c’è controllo che puoi avere, neanche se studi parola per parola, perché il fraintendimento dipende anche dagli altri. Dunque che fai, diventi muta?
Bacione 🙂
“Accidenti, la vita! Chi ne capisce qualcosa”
“Non ci provi neppure, faccia solo finta di capire”
“Alla tigre cacciare
all’uccello tocca volare
all’uomo tocca chiedersi: perchè?perchè? perchè?
Alla tigre tocca dormire
All’uccello tocca posarsi
E all’uomo raccontarsi
Che è in grado di capire”
@Per Luna “LILLY: ho vissuto e basta, e vivo e basta, non è che giro dicendo: eilà, salve, vediamo come mi evolvo oggi… 😉
o: vediamo a che punto sto con il programma ministeriale di evoluzione 😉
Lilly, a metterla giù come la metti tu pare che giro con il grembiulino, la cartella e il blocco per gli appunti ;):PPPP”.
Non intendevo questo
@E poi mi capita spesso di avere delle difficoltà a trasmettere all’esterno ciò che mi passa nel cervello….questo è un problema che solo io posso risolvere. Magari cominciando a tenermi per me tutto ciò che potrebbe essere frainteso.
Ciao a tutti…prendo spunto da queste righe di Lilly per farti un appunto LUNA, visto che in un mio post passato hai appuntato me su una mia frase sul tempo (giusificata dal fatto che sei sempre descritta schietta e diretta).
Ma perchè le frasi rivolte a te le prendi sempre in senso negativo?…rispondi quasi con sarcasmo direi…Questa è una mia semplice opinione suffragata ora dalla tua risposta a Lilly e da come la stessa ha interpretato le tue parole…
Vedi Luna da come parli, dalle analisi che fai su ciò che leggi sritto da noi si intuisce ceh hai fatto un lavorio su te stessa abbastanza profondo tanto da saper dare risposte a tutti guardando sempre l’altra parte della medaglia che ti viene da noi offerta..ma spesso a me dai l’impressione di una maestrina che si mette in cattedra a dare nozioni tecniche di comportamento introspettivo visto che quasi ti senti presa in causa a dar risposte a tutti a mo di trattati di psicologia che tanto hanno di teorico e poco di pratico….
Un dubbio mi assale, ma te parti veramente da qualche soria vissuta sulla tua pelle, visto che poco racconti di fatti a te avvenuti, o stai forse cercando spunti per una tesi di laurea?
All’inizio le cose che dici senz’altro servono, perchè tutto serve quando si sta nel baratro e se ne vuol uscire, è umano arrampicarsi a tutto per un attimo di pace, gli psicologi mica hanno vissuto tutte le emozioni di cui si occupano.
Se così non è, e spero di sbagliarmi visto il luogo dove ci troviamo, abbassa la guardia luna, non sei dententrice di nessuna verità se non la tua, ascolta con più umiltà e benevolenza chi scrive qui perchè persone come me e Lylly, e forse anche altri, non abbiamo bisogno di essere fraintesi in senso negativo ed appuntati ma solo di riceve una pacca incoraggiante sulla spalla per andare avanti magari con un sorriso di ironia su cose tanto dolorose che abbiamo vissuto.
LILLY io ho capito benissimo il tono della tua frase come capisco tra le tue righe il disperato bisogno di lasciarti tutto alle spalle, so esattamente cosa provi e cosa vorresti provare per te stessa, è dura Lilly, molto dura, un giorno meglio e uno peggio, anche a distanza di tanto tempo ma ci dobbiamo stare finchè passerà, evolverà, con tranquillità.
Se prima le seghe mentali cele facevamo per loro ora ce le facciamo per noi co tutto sto riflettere su noi stessi…ti sorrido…
Ciao LULU.
Io e lui prendiamo spesso lo stesso treno. Lui in cima ed io in fondo (da taciti accordi)…..un treno che avrà 15 vagoni. Ogni tanto lui “scende a valle” e negli ultini metri di viaggio si piazza lì, accanto alla porta e mi guarda. Senza un sorriso, senza gelo. Mi guarda……..
Vorrei tanto poter dire a te e a me stessa che l’impulso è quello di dedicargli un’immensa linguaccia con tanto di dita all’interno della bocca per spalancarla meglio e un “ahhhhhhhhahhhhhahhhhh” di sottofondo.
Non è (ancora) così.
Per un momento il mio piccolo mondo di convinzioni crolla, il cervello si affolla di mille domande dal “perchè è venuto qui”, al “perchè mi guarda”, etc etc etc. Naturalmte cuore in subbuglio e via dicendo.
Poi, però, lo guardo bene e lo vedo per il grandissimo, emerito, gigante, insindacabile str/fig.diput/bast/schifoso lurido verme che ha dimostrato di essere e la sua figura ,che era diventata enorme nei miei pensieri si sgonfia come un palloncino bucato…..
E quando tra me e me penso “cretina, però il cuore ti batteva come un tamburo”, ho già la risposta pronta.
Io l’ho amato alla follia ed è stato un amore talmente più grande della sua bastardaggine che ha bisogno di ancora un pò di tempo prima di finire nell’archivio!
Una volta lui mi ha scritto (in occasione di un suo desiderio un pò troppo imbecille e quindi inevaso e nell’ambito della prima di un lungo elenco di e-mail di addio): “l’attrazione per una persona finisce nel momento in cui questa non sa darti ciò che vuoi, l’amore, forse, dura un pò di più”.
Appunto….l’amore (senza forse) dura un pò di più. Anche quando non ha senso perchè rivolto ad un individuo senza senso.
Viviti anche questi momenti perchè ti servono a renderti veramente più forte….. Ciao bella.
Ciao Naty, ciao Franz, ciao Francesco, ciao Luna.
Ps. ….no! Non penso potrei diventare muta (troppo difficile per me).
Lilly devo dire che la tua storia di cita e tarzan mi ha fatto fare una bella risata!
In effetti e’ vero lui si sente Tarzan il re della giungla…mi sono fatta una super tremenda “piangiata” poi mi sono asciutta gli occhi e mi sono chiesta davvero cio’ che anche tu mi hai suggerito. Ma perche’ accidenti piango, sai della figura di mer..aaaa non me ne puo’ importare meno di niente, mi manca lui? ma chi e’ lui? in fondo non e’mai esistito, era un uomo ideale che mi ero creata, quindi a questo punto puo’ essere lui come Carlo Magno, come Nerone, come Napoleone,(faccio questi nomi perche’ lui ha sempre detto che gli altri una volta scomparso lo avrebbero ricordato….si e avrebbero detto ma chi era quella merdaccia?! scusate la parolaccia ma dovevo scriverla per intero!!!)Invidio lei? ma neanche da morta!!!a parte la potenziale cornuta, lo sono stata pure io, si e’ divertita inizialmente a farmi “scoprire” la sua presenza con messaggi anonimi, e loro foto in atteggiamenti inconfondibili… una persona che si nasconde dietro l’anonimato per fare cose ignobili non puo’ essere che una persona ignobile.
Allora perche’ piango!!!!lo rivorrei un uomo che dopo dieci anni di convivenza mi chiede di fargli da amante?
NOOOOOOOOO!!!!!Allora basta, ti sei sfogata, e’ il momento di ripartire, non da meno zero ma da 0,9. In fondo e’ quasi UNO!!!
Dopo una botta del genere, dopo che per due lunghi anni sapendo dove lavoravano sapendo dove vivevano evitavo tali posti di buon grado, questi STRONZI, con tutto il rispetto delle “feci”, le quali si potrebbero offendere, mi hanno dato il ben servito venendomi a vivere 50 metri dal luogo dove lavoro, credo sia giunto il momento di dare la svolta che mi spinga ancora di piu’ a dire CHE FORTUNA L’HO PROPRIO SCAMPATA BELLA.
Vedi Kim, la prima cosa che ho pensato e’ quella che hai detto anche tu, cambio lavoro. Ma sai non e’ proprio il momento piu’ adatto, non so’ come e’ da te. Ho un lavoro relativamente sicuro, che anche se quotidianamente mi da la mia dose di problemi riesce anche a darmi abbastanza soddisfazione, poi non sono piu’ una ragazzina e sai e’ vero devo pensare a me, ho perso tanti anni della mia vita per lui, salute, felicita’, amore, adesso devo pensare a me, non posso perdere il lavoro per lui. IO E MIA FIGLIA SIAMO PIU’ IMPORTANTI, la sua vita e quella di lei non valgono un milionesimo di quello che vale la mia e quella del mio “cucciolo”(anche se ormai e’ quasi una donna e dovrei chiamarla piccola donna).
Naty anche a me questa cosa mi puzza…sai di cosa? della parolaccia che ho scritto prima, come vedi non si smentisce mai.
Adesso mi sono rimboccata le maniche, vediamo e speriamo che domani mattina mi possa alzare con questa voglia di lottare…
ADESSO BASTA NON VOGLIO PIU’ CHIEDERMI PERCHE’PERCHE’, QUEI PERCHE’ CHE DICI TU FRANZ, ADESSO GUARDO SOLO A DOMANI VOGLIO PENSARE A DOMANI (ALMENO CI PROVO). LULU
Uè, uè, uè…
che succede qui??
mi è un pò (mmh…diciamo un bel pò) dipiaciuto leggere il post di margherita soprattutto per il tono usato (ciao marghe, scusa se mi infilo anch’io nel discorso ma mi sento parte di “tutti”).
premetto che sto imparando ad accettare a 360° che gli altri abbiano opinioni diverse dalle mie (grazie a Dio!) e che non è giusto tentare di far cambiare loro idea. quindi scrivo solo per dire la mia opinione su una questione che mi sta a cuore in quanto vede conivolte persone a cui tengo, pur non conoscendole!
Dopo aver letto il post 5316 sono rimasta un pò interdetta ma ho continuato a leggere quello successivo di Lilly e ho tirato un sospiro di sollievo per la sua chiusa: mi pare che alla fine abbia reagito poitivamente a quello di Luna.
Mi permetto di dissentire dall’idea che tu, margherita, ti sei fatta di lei (Luna)e anche da questo che ho ripreso dal tuo post:
“non abbiamo bisogno di essere fraintesi in senso negativo ed appuntati ma solo di riceve una pacca incoraggiante sulla spalla per andare avanti magari con un sorriso di ironia su cose tanto dolorose che abbiamo vissuto”.
A me se in un primo momento l’esser fraintesa (soprattutto da persone che stimo) mi mette un attimo in “crisi”, subito dopo mi da l’occasione per cercare di spiegarmi meglio, magari affrontando la cosa anche da altre angolazioni. Alle fine due sono le possibilità: ti puoi rendere conto che l’altro continua a non capire (e a ‘sto punto chi se ne frega!) oppure scoprire che non solo ti ha appuntato in buona fede, ma anche con un buon proposito.
Io ne ho conosciute persone che pur di non mettersi in cattiva luce facendomi notare le cose sbagliate che facevo, preferivano assecondarmi e darmi la pacca sulla spalla, ma non mi hanno di certo aiutato.
Mi ha aiutato sentirmi dire “così stai completamente sbagliando” da chi, in qualche modo, “teneva” a me più di quanto non temesse la mia reazione alle sue parole.
E’ normale che ciascuno recepisce in modo diverso quello che gli altri dicono, non solo perchè siamo tutti diversi, ma magari anche per un particolare stato d’animo, o perchè in quel momento è andata così e basta, o perchè l’altro senza saperlo ha toccato tasti delicati e senza volerlo lo ha fatto in un modo che l’altro ha vissuto come “indelicato”, ma da qui a parlare di mancanza di umiltà e benevolenza…mi sembra veramente fuori luogo.
Forse sono uscita un pò fuori tema, non ho tempo per rileggere e sistemare e lascio così le cose che ho scritto di getto. Avrei voluto spiegarmi meglio ma devo proprio chiudere, spero che siate bravi a leggere tra le righe…anche tra quelle contorte!!!!!
MARGHERITA: colgo molto volentieri l’occasione di risponderti 🙂 🙂 perché a domanda rispondo 🙂
anche perché siamo nel curioso paradosso in cui una persona, a mio avviso, mi ha fatto troppi esagerati complimenti, io le ho detto che stava esagerando, ma becco della persona che si è offesa e ha risposto con sarcasmo. A me fa quasi ridere.
Cioè io mi sarei offesa perché una persona mi ha detto che sono così evoluta?
Ma non sarà, invece, che ho fatto esattamente il contrario? e cioè che di fronte alle affermazioni di una persona che, per troppo affetto, mi sembrava mi idealizzasse troppo, io le ho detto: uè, Lilly, ma che dici? 🙂
E non era la prima volta.
io ho risposto a Lilly non con sarcasmo, ma con autoronia, semmai, percependo lei come una persona molto ironica e autoironica, e quindi ho usato un canale che è il mio, ma che in varie occasioni è stato anche il suo.
Non so dove lo vedi il sarcasmo, e dove vedi un’attacco a LillY in
@ho vissuto e basta, e vivo e basta, non è che giro dicendo: eilà, salve, vediamo come mi evolvo oggi… 😉
o: vediamo a che punto sto con il programma ministeriale di evoluzione 😉
Lilly, a metterla giù come la metti tu pare che giro con il grembiulino, la cartella e il blocco per gli appunti ;):PPPP”.
In realtà questa mia frase, per l’appunto autoironica, nasce dal fatto che è lei, per affetto ed esagerata considerazione, a dirmi spesso che io sono evoluta e ho superato chissà quanti scogli, mi dice cose tipo che io sarei un modello, e io a più riprese ho continuato a dirle che non è così, cosa che a me pare evidente (anche perché so io quali e quanti scogli ho superato e se, e quanti me ne mancano) ma alla quale devo rispondere nel momento in cui salta fuori. E ti assicuro che è un po’ imbarazzante. Soprattutto se tu porti la tua esperienza e le tue idee, come fanno tutti, punto e basta. E quello che puoi portare, come tutti.
mentre al contempo stai facendo la tua strada, che è faticosa come quella degli altri. Ognuno sa la sua. E non ho MAI, e sottolineo MAI, detto di essere arrivata ad un approdo sicuro. O di essere una persona risolta rispetto agli altri. Io non l’ho mai detto. Amo scrivere qui in rilassata libertà, perché credo in questa solidarietà, e perché penso che le molestie morali siano una piaga non solo emotiva, ma sociale, gravissima. Non sto facendo nessuna tesi di laurea, non voglio dimostrare niente, ma poiché ho vissuto sulla mia pelle le molestie morali, e i loro effetti, e ho faticato per trovare il mio bandolo nella matassa, mi viene naturale, poiché credo nel confronto delle esperienze, nella solidarietà e che tutti noi, ma proprio tutti noi possiamo essere gli uni d’aiuto agli altri, nel nostro piccolo, porto quello che è servito a me.
Anche perché, cara Marghe, se qualcuno, quando stavo male io, mi avesse detto che quella cosa che stavo vivendo aveva un nome, e che funzionava in un certo modo, e che aveva dei sintomi,
non avrei perso del tempo prezioso. Invece io ho dovuto cominciare da zero per capire che cavolo fossero. E ti posso dire una cosa: aver capito certe cose non fa di me una persona migliore, o una persona più
evoluta rispetto a qualcuno, ma una persona più serena rispetto alla me di ieri.